Pubblicato il 1 ottobre 2017, ultimo aggiornamento 7 ottobre 2017
Anche quest’anno non ci siamo smentiti: non siamo potuti andare a Novegro, e tuttavia come sempre proviamo a scriverne un report, anche se mai come quest’anno sono mancate sui forum notizie della prima ora. Passati i tempi in cui si facevano anche delle dirette streaming? Qualcosa abbiamo trovato su facebook (che non è esattamente la nostra passione…).
Contiamo sulle segnalazioni di che legge per poter correggere ed arricchire questa nota. Ecco perché il titolo è “dalla A alla U” e non “dalla A alla Z”: è sicuramente incompleta! Ma procediamo, ed incominciamo con la prima lettera dell’alfabeto.
A come ASN.
L’Associazione era presente come sempre, con le lodevoli attività seminariali/laboratoriali (le “ASN Clinics”). C’è stato il Premio Mennucci che ha visto vincere il bravissimo Luca Bassi con la stupefacente realizzazione della stazione RhB di Gruna: un vero Artista!
Sul sempre spettacolare modulare ASN si è vista circolare tra l’altro una E.636, la 234, il che ci porta alla prossima lettera.
B come Borzellino.
Il modellista romano era presente in fiera (cosa che non capita spesso, almeno agli eventi nel nord). Vale la pena di dare un’altra occhiata al suo modello, anche se già noto.
C come Colli.
Beh, forse bisognerebbe dire S come Sicurezza, P come Passione, L come LoCo. Il marchio che unisce le prime due lettere di nome e cognome di Lorenzo è infatti da due decenni sinonimo di una grande passione per la scala N, che si concretizza con una continuità di offerte senza pari. Se c’è un annuncio, si può essere sicuri che non verrà disatteso, c che la realizzazione avverrà in tempi brevi. Così passo dopo passo la collezione di modelli offerti è cresciuta fino a comprendere una gran parte del parco FS (nessun produttore ha mai avuto una copertura così vasta delle nostre ferrovie, ed una simile continuità di produzione – nemmeno i grandi nomi industriali). A chi ancora dice che “di italiano in scala N non c’é niente” basta rispondere con una immagine del parco Colli.

Panoramica dei modelli Colli (ma la rassegna non è completa!) tratta da un video di Lorenzo Piccinini
I suoi modelli sono noti per la scelta filosofica di fare “bestie da plastico”: tutti in metallo (solidi e con ottima capacità di trazione) ed grado di viaggiare anche su raggio R1U. Beh, ancora una volta Colli non delude: anche a Novegro mantiene la promessa fatta poco tempo fa, e così sono arrivate le E.636.080 in quattro livree: castano/isabella, blu orientale/grigio perla, tutto isabella, XMPR. Finora tra le tantissime articolate di Lorenzo non erano presenti le E.636, perché avevano bisogno di una diversa motorizzazione vista la diversa dimensione dei carrelli. La meccanica della E.636 è quindi interamente nuova, e non derivata da quella ottima e e ben nota delle sue altre articolate.

Tre delle quattro livree disponibili per la E.636.080 (in questa foto manca quella tutta isabella) – Dettaglio da una foto Di Pinto da facebook
Come già discusso nel report di Verona 2017, quando venne presentato il prototipo di queste macchine, i modelli hanno una interessante innovazione. Poiché spesso con le articolate (di qualunque produttore) è difficile allineare in altezza le due semicasse, Lorenzo ha aggiunto una vitina per ogni semicassa che serve proprio a variarne l’altezza, così da ottenere un allineamento perfetto. La vitina è nascosta sotto l’imperiale, che è amovibile e riposizionabile semplicemente, essendo realizzato in materiale magnetico (neodimio).
Non è però stata l’unica novità in Casa LoCo: è infatti arrivata anche la E.652 nella nuova livrea Mercitalia.
Vi è poi stato un nuovo annuncio: nel cinquantesimo compleanno, la Tartaruga di serie in versione originale, quella con i musi arrotondati. Il musetto lo si era visto già, ed ora abbiamo il passo successivo: l’intera carrozzeria è ora giunta allo stato di prototipo, e veniva messa in bella mostra nello stand.
Presto dunque la serie delle motrici FS in livrea Grigio perla/Blu orientale sarà disponibile a catalogo LoCo: c’erano già la E.656 e la E.633. Ora è giunta la E,636.080, e presto ci sarà la E.444! (In blu e celeste c’è nella Collezione LoCo anche la E.645.037 del Treno Azzurro, ma quei colori, anche se simili, sono di una tonalità un po’ diversa).
F come Fratix.
Vere novità acquistabili non ve ne erano, ma in compenso ci’è stata la presentazione di vari prototipi interessanti. La vetrina era ricca, e comprendeva anche modelli di produttori esteri (ne mostriamo un’immagine pubblicata su facebook da Susy Warger, titolare del negozio Ottoperotto specializzato nella vendita di rotabili e accessori in scala N).
La produzione Fratix recente comprende le MDVC in livrea navetta di origine. A queste si era affiancata lo scorso anno la carrozza riscaldo, della quale erano disponibili molti esemplari.
Per trainarle però ci voleva una motrice, che è puntualmente arrivata (per ora, lo ribadiamo, solo come prototipo): si tratta della D.345. La carrozzeria è in resina caricata, il telaio in metallo.
C’era un secondo prototipo di motrice, apparentemente in uno stato di realizzazione ancor più avanzato: la D.341.4001
Il terzo preprototipo era di una motrice elettrica: anche qui una E.444 di serie. Per ora c’é la carrozzeria in resina. (Grazie a Daniele Adorni per avercelo segnalat0). Vedremo chi, tra Guido e Lorenzo, arriverà prima a commercializzare la macchina!
Il catalogo Fratix ha anche le carrozze necessarie per comporre un Thello, ma fino ad ora mancava la semipilota: La Z semipilota non è stata finora realizzata – a fini commerciali- da nessun altro. Guido Fraticelli ha posto rimedio, presentando un preprototipo di questa vettura.
I come ICH-Models.
Massimo Icardi ha, da qualche anno, iniziato a produrre modelli di ferrovie svizzere – non a caso il suo marchio è “ICH”: IC come Icardi e CH come Confederatio Helvetia. Ora, su stimolo di Rampini e dai soci di Inganet a Stoccarda 2015, sono giunti in produzione degli interessanti modelli delle affascinantissime Ferrove Retiche (Rhätische Bahn) che, lo ricordiamo, sono Patrimonio UNESCO dell’Umanità… Si tratta delle carrozze a porta centrale di 1 classe, di 2 classe e del bagagliaio (D4204/4205/4206/4207/4208). Il progetto ha richiesto un discreto tempo, anche a causa della progettazione totalmente da zero del carrello in scala Nm. Inizialmente è stata realizzata la carrozza di 2 classe. Visto il risultato molto soddisfacente, sono stati poi realizzati il bagagliaio e la vettura di 1 classe ed il bagagliaio.
Le carrozze sono riprodotte in plastica PETG tagliata al laser senza rinunciare né alla fedeltà di riproduzione né un buon funzionamento “da plastico”, riuscendo a contenere il prezzo inferiore rispetto quello dei modelli in metallo.
I modelli sono disponibili anche in altre livree storiche: verde e verde/crema.
C’erano poi le Leichtstahlwagen ex svizzere in uso presso le FNM. Quella a porta centrale è una carrozza completamente rinnovata rispetto ai primi modelli prodotti: è sempre in PETG tagliato al laser, ma con le pareti laterali da 0,5 mm. Inoltre ai lati della porta d’accesso sono presenti le pareti inclinate verso l’interno che rendono la carrozza più fedele all’originale.
Gli aeratori inoltre sono di nuovo tipo, con alette laterali molto più realistiche delle precedenti. La vettura era accompagnata con altre due ex Svizzere, ma a vestiboli paracentrali, una di prima classe ed una di seconda, frutto di una riverniciatura di carrozze Arnold impreziosite con i particolari in fotoincisione come mancorrenti sulle testate, mancorrenti laterali ed aeratori.
E’ stato presentato un prototipo in lavorazione del Bagagliaio svizzero DMS, realizzato in collaborazione con Claudio Masson. Si tratta di una carrozza interessante, usabile a a completamento non delle carrozze Ric Kato, delle SBB Apm e Bpm, ma anche in composizione con carrozze Eurofima. Era spesso presente in convogli internazionali sul suolo italiano. Di questa realizzazione avremo modi di parlare più approfonditamente in futuro.
Per finire, Massimo aveva preparato per i soci ASN delle decals atte a italianizzare dei carri frigorifero tedeschi, facilmente (ed economicamente) reperibili sul mercato dell’usato. Erano due set di decals con numeri di serie diverse, ciascuno adatto a trasformare due carri (ma questo era già ben noto ai frequentatori del forum ASN)..
P come Pirata.
Vetrina, come sempre, ricca, anche se “inquinata” dalla presenza di H0… Del resto bisogna pur vivere, ed il grosso del mercato é lì.
Per la N, tanti rotabili esteri. Una delle vetrine però era ovviamente dedicata ai binari nazionali – anche i Pirati hanno arricchito tanti parchi rotabili degli ennisti italiani.
In bella vista le note carrozze XMPR, a cui si sono aggiunte (novità recente) le nuove ristorante gran comfort XMPR in due versioni, con o senza scritta Trenitalia, ed in versione Cisalpino.
Inoltre si può vedere il noto 214, e le Gran Confort in livrea Bandiera. In consegna? Ci pare di capire di no, non ancora… Ricordiamo che dopo il felice lancio delle Gran Confort TEE, e successivamente delle ECI, nel gennaio 2014 I Pirati annunciarono le Bandiera. Quel che accadde dopo è noto: fallimento del produttore cinese, creazione di una nuova relazione con Vitrains per la realizzazione dei modelli, fatto sta che l’arrivo delle attesissime carrozze fu rimandato da Novegro a Verona, poi da Verona a Novegro e poi ancora… In molti speravano che questa fosse la volta buona. Si direbbe che quasi ci siamo, ma a quel che capiamo ancora non erano in vendita in fiera. Pare che dal mese prossimo saranno commercializzate quelle con logo inclinato, e che successivamente dovrebbero arrivare quelle con logo a televisore (Grazie ad Alessandro Mauro che ci ha riferito questa informazione, frutto di una chiacchierata con la ciurma). Attendiamo fiduciosi. Idem dicasi per le altrettanto attese E.444R, ma non ancora pervenute: forse a Verona? Speriamo. O arriverà prima Colli con le sue E.444 di serie?
U come Uteca.
Uteca aveva delle belle vetrine che esponevano dalla scala O alla scala Z.
In N, Giacomo Casola di Uteca ha presentato una ALn 663 su base Kato. Ne aveva anche una versione prototipale in scala Z (molti estimatori della N sono affascinati anche dalla scala più piccola, 1:220, nota per i Märklin MiniClub).
Aveva poi diversi edifici ferroviari e porta li di galleria in fotoincisione, sia in N che in Z.
Concludiamo ribadendo che quanto riportato è una nostra interpretazione di quanto abbiamo potuto trovare in rete, e che assai probabilmente è una documentazione incompleta. Incoraggiamo quindi a segnalarci errori ed omissioni, e ad inviarci documentazione fotografica via e-mail.
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