Pubblicato il 20 gennaio 2018
Eccoci tornati da Luigi Voltan, con l’intenzione di proseguire la visita che ripercorre la storia delle motrici elettriche FS. Nella prima puntata abbiamo seguito il percorso che ci ha portato dalle E.626 alle E.424. (Ricordiamo che in passato ne abbiamo visto anche le motrici a vapore e diesel). Oggi ci aspetta un piatto sostanzioso: le articolate, e qualcosa a seguire. Iniziamo ovviamente con la prima: E.636.
Parrebbe naturale ricavarla dalla E.636 di Del Prado, anche se quella… non è una E.636, ma una E .645 di prima serie etichettata erroneamente! Comunque come base va bene, anche se i lavori da fare sono molti. Non ne parleremo in dettaglio, perché lo abbiamo già fatto ampiamente nel 2013, e rimandiamo a quella nota, mostrando qui solo un paio di immagini del risultato finale.
Passiamo quindi alla E.645 di prima serie (E.645.001-032, già E.646.006-037). Questa serie di E.645 presenta i carrelli dal passo identico a quelli delle locomotive di 2^ serie, il coprigiunto delle cabine dritto, anziché a gradino come sui prototipi E 646.001-005, poi E.645.101-105, e la griglietta di espulsione dell’aria della ventilazione reostato in posizione più alta rispetto a queste ultime 5 unità, praticamente allineata al bordo superiore dei portelli allo stato d’origine (non rialzati).
Dunque, alle casse ricavate da una copia in resina della CIL sono state apportate delle modifiche mirate ad ambientare il modello tra il 1975 (1970 se con carrelli castano) ed il 1985 circa, con scudo frontale FS pentagonale alato, carrelli neri e tutti e 5 i portelloni bassi. Le modifiche sono:
- eliminazione della serpentina dal ricasco dell’imperiale per una ambientazione sino al 1985;
- stuccatura e rifacimento della griglietta a fianco dei portelloni in posizione più alta;
- sostituzione dei due portelli rialzati grandi alla semicassa A lato cabina AT con 2 portelli bassi ed allineati ai 3 della semicassa B;
- eliminazione dei coprigiunti a gradino sotto alle cabine di guida e rifacimento con listello in plasticard dei coprigiunti dritti, con aggiunta di quelli sul tetto non presenti nelle casse originarie;
- rifacimento dei fanali in posizione e dimensioni migliorate con tubicino in ottone da 1,5 mm
- applicazione del gocciolatoio sopra ai finestrini frontali, costituito da un sottile filo di rame sagomato (da treccia).
Come sempre, la coloritura è effettuata con colori Puravest stesi a pennello dopo aver applicato una mano di stucco spray Talken. Segue l’applicazione di decals e fregi frontali fotoincisi Danifer/MDF, e una finitura con una mano di trasparente a finire satinato Talken.
L’unità modellata è la 022, appartenente a Milano Smistamento. La meccanica adottata è una LoCo: per un certo periodo sono infatti state disponibili le eccellenti meccaniche del produttore milanese a chi volesse motorizzare le proprie creazioni senza impazzire a tagliare e cucire i corpi macchina di modelli industriali.
Il progetto ebbe anche una evoluzione: la E.646.001 che, come modello da assemblare, non verniciato e con motorizzazione Lineamodel è stato messo a disposizione dei soci NParty nel 2013.
Questa E.646 è solo la prima delle sorelline di fine anni ’50 che incontriamo. C’é molto altro da vedere…
Restiamo sulle E.645 e 646 passando alla seconda serie. Come procurarsi la base di partenza? Approfittando di una Cestaro di un amico, è stata clonata una cassa in resina. Da qui sono state via via realizzate le opportune modifiche per ottenere due locomotive “anni ’70” con le caratteristiche modanature in alluminio ed i portelloni allineati. Le operazioni sono state il taglio dei due frontali, piatti all’origine, e piegati leggermente al centro prima di essere reincollati, e successivamente modificati nei finestrini e nel rifacimento dei fanali con tubicino in plasticard. Il fine gocciolatoio sopra ai finestrini delle cabine è stato riprodotto con un filo sottile di rame incollato con cianoacrilato. Sono poi stati applicati i coprigiunti e le modanature con profilo in plasticard da 0,25 x 0,5 mm. Da qui è stato ricavato un nuovo stampo in resina, per ottenerne altre copie. Procedura finale come sempre: stucco spray Talken, colori Puravest, decals MDF in argento per le modanature, trasparente opaco Talken. Applicati pantografi Sommerfeldt e respingenti in fusione Assoenne. Ancora una volta motorizzazioni di Colli, con le fiancate dei carrelli dipinte in nero (ambientazione dal 1975 al 1982 circa). Nasce così la coppia E.645 e E.646.
La ripetizione delle marcature frontali tra le due modanature sono numerini in HO per marcature UIC di carrozze FS (MDF) e lo stemma frontale ovale è Danifer.
Avendo ormai lo stampo, ne è nata anche una versione senza modanatura. E’ così possibile un’altra foto di famiglia, dopo quella delle E.428 vista nella puntata precedente.
E via! Versione senza modanature anche per la E.645, così da poter fare un’altra foto di famiglia.
Avendo però finito la scorta di meccaniche Colli, per le macchine senza modanatura Gigi ha dovuto costruirsi telaio e motorizzazione, usando meccaniche E.111 ed E.410 DB Lima cardaniche tagliate ed articolate. La parte centrale dello snodo è stata realizzata in vetronite incollata con epossidico bicomponente. E’ stato aggiunto un carrello e le fiancate dei carrelli stessi sono state realizzate clonando quelle della E 424.
Il motore d’origine è stato sostituito per prova con un meno ingombrante Mabuchi; visto questo funziona a 6 volt, bisogna fare attenzione alla “manetta” quando si fa circolare il modello .
Sono poi da poco ultimate poi le E.646 navetta, in livrea grigioverde e, appunto, navetta. I lavori sono documentati sul forum NParty (registrandosi però). Le decals sono di Giacomo Spinelli in collaborazione con gli NParty di Roma, e consulenza di Gigi. Stemmi frontali fotoincisi Danifer.
Andando avanti giungiamo al Caimano di Colli – prima versione, che rappresentava una 1a serie con coprigiunti e portelloni bassi. Tuttavia l’andamento del telaio sotto alle cabine non era conforme alla prima serie, ma a quello delle serie successive. La macchina è stata quindi leggermente modificata al telaio nel punto sotto alle cabine.
In deposito c’è anche il Caimano Colli attualmente prodotto: un seconda serie che non abbisogna di alcuna modifica, e che quindi qui non mostriamo, visto che stiamo parlando solo di macchine passate sotto il bisturi estetico di Gigi.
Lasciamo la sezione “articolate”, e procediamo verso un’epoca successiva, incontrando una E.633 nata da un kit Irmodel.
La meccanica era già compresa nel kit (una Kato EF 50), la cassa era grezza, da verniciare e completare con le decals/fotoincisioni/microfusioni fornite nel kit. Rispetto alla versione “base” del kit sono stati aggiunti gli accoppiatori a 78 poli sui frontali per il servizio in telecomando, i corrimani per le scalette sui ricaschi dell’imperiale, i ripari alle estremità dei reostati sul tetto, le trombe (Danifer) ed applicate le solite decals con pesi, deposito, rapporto di trasmissione, targhe, tutte Danifer/MDF, al posto di quelle già presenti nel kit Irmodel.
Proseguiamo. Nel 2010 Lorenzo Colli (LoCo) vendeva, oltre alle meccaniche articolate, anche alcune altre delle sue belle macchine in kit. Gigi acquistò i pezzi per realizzare una E 402 A: comprendevano la cassa, la motorizzazione e tutta una serie di piccoli dettagli per rifinire la locomotiva (trasparenti, respingenti, corrimani, decals, ecc…). Approfittò, come suo solito, per effettuare delle caratterizzazione specifiche del modello. Spostò leggermente verso il centro i pantografi, e aggiunse in lateralmente in plasticard la parte inferiore della carenatura della cabina (assente, come il vomere, per permettere la presenza del gancio modellistico). Solita prassi di verniciatura, ed ecco il modello finito.
La versione successiva, la B, è una Del Prado con piccole migliorie decorative e con motorizzazione giapponese fornita da Assoenne.
Ma ormai entriamo in epoca XMPR: segnale rosso a casa di Gigi!
E’ stata dunque una bella carrellata attraverso la storia delle elettriche FS, dal 1926 alla guerra nella prima puntata, e dalla dopoguerra a fine secolo in questa seconda. Cosa manca? Ma la Tartaruga, naturalmente. Come, a casa dell’autore del famoso libro su questa motrice? Tranquilli, di tartarughe, tra Lima, Rivarossi e ASN in Casa Voltan ce n’è una dozzina. Ma Gigi le ama troppo per metterci su le mani! Per questo non le abbiamo mostrate: sono rimaste tutte allo stato di origine: anche se imperfette, comunque bellissime.
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