Pubblicato il 21 aprile 2018
Questo blog è nato, alcuni anni fa, dalla curiosità di vedere cosa la scala N potesse offrire ai ferromodellisti interessati alle Ferrovie della Penisola. Strada facendo l’interesse si è spostato più sulla storia delle ferrovie italiane, pur tenendo sempre ben d’occhio il modellismo in scala N. Quello che davvero non ci saremmo aspettati, è di arrivare un giorno a raccontare cosa c’è di italiano in scala Z: e invece il momento è giunto.
Non è un caso che iniziamo con un E.424: fu la motrice il cui modello diede origine alla scala N italiana, dunque ci pare un buon inizio anche per un discorso sulla Z. Ma quanto è ricca la scala Z italiana? Davvero non poco, per chi abbia voglia di giocare a costruirsi i modelli. Lo scopriremo nel corso di questa nota.
Se la scala N è piccola (1:160), la Z è piccolissima (1:220), anche se non è la minima (si può arrivare fino alla scala 1:1000, e c’è chi ha costruito un metaplastico in scala 1:32500!) La Z non è certo adatta a riprodurre fini dettagli dei rotabili, ma dà piuttosto l’impressione di vedere i treni passare dall’alto di un monte. Nasce nel 1972, ad opera di Märklin, che solo quattro anni prima aveva ufficialmente dichiarato che la scala N era troppo piccola e non interessava ai suoi clienti… (ne parliamo in dettaglio nella “Storia illustrata della scala N“). Märklin rimarrà il solo grande produttore in questa piccola scala, e riprodurrà quasi solo rotabili tedeschi (con poche eccezioni, come il Coccodrillo del Gottardo). Vari piccoli produttori costellano il mondo della Z. Un’idea si può avere visitando un sito specializzato: www.1zu220-shop.de. Nessuno però avrebbe pensato che fosse possibile farsi un plastico in Z con rotabili italiani…
Volendo però, di italianizzabile, a catalogo Märklin, qualcosina c’è. Si tratta più o meno delle solito cose tedesche venute in Italia a un certo punto, e note anche in scala N. Parliamo della T16 Prussiana divenuta da noi la FS Gr.897 Pierina, la G8¹ Prussiana poi divenuta Br 55 e che da noi fu Gr.460, la V36 (FS D.236 in Italia), la V160 Lollo e gli Schienenbus che da noi un pezzo di storia l’hanno fatta.
C’è anche il Kof (non motorizzato) realizzato in Z da Railex , e la T3 che una storia italiana ce l’ha: è acquistabile da Michael Bahls, che ha anche una sua versione del V.36.
L’italianizzazione di alcuni di questi modelli (le locomotive) è documentata da Giovanni Seregni in una thread sul forum ASN. Giovanni ha inoltre scovato nella produzione Märklin anche un bagagliaio preda di guerra ambientabile FS.
Nell’ambito dei carri merci, molti carri tedeschi possono essere tranquillamente usati per comporre convogli italiani (non per nulla c’è RIV-EUROP!), ma comunque si trova anche a catalogo Märklin mini-club qualche cosa marcata FS, come ad esempio i carri MIGROS per il trasporto di alimentari deperibili tra Milano e la Svizzera.
Ci sono poi un paio di carri merci a marcatura FS venduti dal piccolo produttore Freudenreich.
Diciamolo però: quanto visto fin qui è pur sempre piuttosto marginale nella storia delle ferrovie italiane. Ma c’é qualcosa di più significativo? Cominciamo col dire che che così come in scala N vi sono modelli statici che i modellisti si sono divertiti ad animare fornendo loro una meccanica (Del Prado, ma non solo), anche in Z vi è qualcosa di simile: è la serie di modelli statici a marchio Atlas Minitrains (che crediamo non abbia nulla a che vedere con il noto produttore Atlas americano, che ebbe una importante partnership con Rivarossi). In questa collezione troviamo anche qualcosa di veramente, unicamente italiano: addirittura il Settebello. Certo, è approssimativo, accorciato (tre elementi invece di sette), ma comunque parte di quella “Z italiana” che stiamo provando a documentare.
C’è anche chi lo ha motorizzato, dotandolo di luci anteriori e posteriori!
Volendo proseguire sulla strada di qualcosa di autenticamente nazionale, vi è ovviamente la possibilità di costruirsi a mano le carrozzerie, sfruttando telai e motorizzazioni industriali. Un pioniere in quest’area è Giorgio Stagni, che ha realizzato hobbysticamente (plasticard e motorizzazione mini-club) nientemeno che una FS Gr.600!
Non è un caso che Giorgio abbia scelto proprio questa locomotiva: compatibilità con motorizzazione ricavata da una motrice Märklin, e cilindri interni così da avere un biellismo semplificato. Il lavoro è descritto sul suo sito. Le tecniche sono più o meno quelle standard per l’autocostruzione: plasticard.
Andrew345 ha pubblicato sul forum scalaTT delle immagini delle sue realizzazioni in metallo: la 353 delle Ferrovie Calabro Lucane (FCL) e, delle stesse, una Emmina, quest’ultima credo non motorizzata.

Emmina su un diorama in Z, a fianco della “sorellona” in H0 (Oskar). Autocostruzione di Andrew245 dal forum ScalaTT
Fanno loro compagnia un paio di carri merci, sempre dello stesso autore.
In teoria, essendo al vero a scartamento ridotto, i rotabili FCL dovrebbero andare su binari ancora più piccoli (scartamento da 4,6 mm invece che da 6,5 mm): quelli “Z” vanno bene per la Nm. Il Principe Antonio De Curtis avrebbe però risposta a questa obiezione con un “Quisquile e pinzillacchere!“, per cui anche noi sorvoliamo volentieri, facendo in ogni caso i complimenti a chi ha l’arte ed il coraggio di cimentarsi con questa scala minuscola.
Tornando al plasticard vi sono delle realizzazioni (2014) dal palermitano Cadal (pseudonimo): E.326 , E.626, ALn.668, Matisa. Sono ovviamente un po’ approssimative che ricordano la scala N di qualche decennio fa ed i modelli antesignani di Muzio. Si ricordi però che si tratta di oggetti piccolissimi, e interamente realizzati a mano.
Le immagini sono tratte dal forum baronerosso, dove si trovano anche un paio di altre realizzazioni di Cadal, tra cui una motorizzazione del Settebello di cui abbiamo già detto.
Per fare delle cose più dettagliate occorre ricorrere alla tecnologia. Giovanni Seregni, già citato, ha usato, con risultati davvero eccellenti, tecniche di stampa 3D (stereolitografia) per realizzare la Sogliola (ovviamente statica) e alcuni carri merci. I dettagli della risoluzione sono davvero incredibili!

Sogliola e due carri merci realizzati in stampa 3D da Govanni Seregni. La moneta da 1 cent dà l’idea delle dimensioni!
Ora sta lavorando ad una Gr.835, e progettando la FS 356, oltre che a vari accessori (edifici, mezzi stradali e altro). Rimandiamo alla già citata thread sul forum ASN per dettagli, e segnaliamo che Giovanni ha da poco inaugurato un suo sito dedicato alla Scala Z italiana: visitarlo, e tenerne d’occhio l’evoluzione, è d’obbligo.
Altra tecnologia usabile è la fotoincisione, come nel progetto di carri F italiani fatto dai tedeschi di IVZett .
In fotoincisione Uteca sta realizzando una ALn.663, divenendo così, crediamo, il primo produttore artigianale italiano in scala Z, con il nuovo marchio zetNa220.
Ha messo in produzione anche carrozze (UIC-X: seconda classe e, come fatto da molti in N, italianizzazione di un bagagliaio tedesco – pensiamo si tratti di ripitture di modelli Märklin) e carri (carri cisterna AGIP su base mini-club), oltre ad una serie di accessori ed edifici.

UIC-X di Uteca – Zetna, ancora con decals parzialmente mancanti. In alto prima classe, in basso seconda classe filetto rosso, al centro bagagliaio (Foto di Francesco Russo)
Ulteriori immagini del set di tre cisterne sono visibili sul forum ASN. Questi lavori, e le prossime novità relative a modelli FS in scala Z in fotoincisione, sono documentati su zetNa220.
Carrozze passeggeri FS sono state realizzate anche da Zcustomizer.de. Anche qui c’è una UIC-X, ed una seconda carrozza dichiarata “Gran Confort” ma assai improbabile – sia nelle forme che nella livrea ardesia.
Facciamo ora un passo indietro, e torniamo alla stampa 3D, perché proprio qui troviamo delle notevoli sorprese. Su shapeways si trova un intero treno regionale, composto di una E.464, due carrozze MDVC, ed una semipilota Mazinga. Stiamo naturalmente parlano delle sole carrozzerie, da completare partendo da motorizzazione e carrelli derivati da modelli Märklin.
Prodotto da un giovane svizzero, Julian Ryf alias zettie94, è stato acquistato, completato e motorizzato ad esempio da Cadal (che abbiamo menzionato prima).
Ad un britannico (CMAC Models) invece si deve un’altra sorprendente realizzazione italiana in Z: l’ETR.600, completo di motrici e del set di cinque carrozze, con telai e carrelli, disponibile su shapeways sia in Z che in N, ed usabile anche per l’ETR.610 che può avere anche livrea SBB. Mostriamo qui la vettura di testa e rimandiamo a shapeways per immagini delle singole carrozze intermedie.
Norm 24 ha invece, sempre su shapeways, delle sogliole (FS 207) molto semplificate rispetto ai capolavori di Seregni, ma che hanno il pregio di costare una quindicina di Euro, e che su un plastico in Z farebbero bella figura nell’angolo di un piccolo scalo merci.
Possiamo ora finalmente svelare l’origine della E.424 vista in apertura: è uno dei molti modelli italiani che Gianfranco Visentin ha realizzato in Z con stampa 3D. Gianfranco è un ennista italiano che vive in Olanda, e che è notissimo nella comunità per la sua prolifica produzione di disegni 3D che, stampati, si tramutano in bellissimi modelli. Ha sempre dichiarato di non avere interesse nella Z, anche se, su richiesta di alcuni, aveva riscalato alcuni suoi modelli in N nella scala 1:220 (ma anche in TT 1:120). Avendo stampato per prova le sue realizzazioni nella scala più piccola. e così ha poi deciso di dipingerli e, quando possibile, motorizzarli. Ne è uscita una collezione davvero notevole, che al momento comprende:
- quattro automotrici (ALn.772, ALn.773, ALn.880, FSE Ad51),
- tre motrici diesel (D.342, D.343, D.445),
- dieci locomotori elettrici (E.321, E.326, E.424, E.428 aerodinamica, E.444, E,626, E.633. E.636, E.645, E.646)
- due locomotive a vapore (Gr.625 con tender da 12 mc, Gr.940)
- alcuni carri merci (F, P e GHKS)
- varie carrozze (Corbellini 1947, Centoporte Bz.36000, tre diverse Tipo 1946, Gran Confort)
Qui ci limitiamo a darne un primo assaggio, rimandando poi al nuovo sito dove Gianfranco tiene traccia dello stato dei suoi lavori in Z: lamiascalaZ. Lì si trovano tutti i modelli, con dettagli sul loro stato di avanzamento ed indicazione di se e come siano stati motorizzati.
Quanto alle decals da applicare, ci sta pensando Giacomo Spinelli, contattabile via forum ASN.
Della Gr.625 c’è anche un video che la mostra in movimento
Raccomandiamo, per una panoramica completa, di visitare lamiascalaZ.
Insomma, per gli amanti della Z il panorama italiano è, sorprendentemente, davvero ricco!
Purtroppo al momento le stampe 3D non sono acquistabili su shapeways per una (condivisibile) “protesta” di Gianfranco contro le politiche della casa, ma confidiamo che presto i problemi si risolvano – o che si trovi un nuovo “printer” di fiducia.
Chiudiamo con una curiosità: Giovanni Seregni ha scoperto che i primi modelli di treni in scala 1:220 furono prodotti nel 1952 dalla ditta Mercury, di Torino, con marchio “Micromercury”: si trattava di uno “Schiebezug”, cioé di un trenino da muovere a spinta, e non dotato di binari. La locomotiva riprodotta somigliava molto alla FS Gr.746.

La Micromercury, foto di Giovanni Seregni tratta dal suo sito https://www.minifs.it/
Benissimo!
Al prossimo giro articolo sulla TT italiana?
Grazie e complimenti per la continuità di questo blog!
Grazie. Buon suggerimento. Magari prima o poi…
Grande articolo Marco. Colgo questa occasione per comunicarti che sto preparando, in collaborazione con Gianfranco, le decals per i suoi modelli in Z… rigorosamente in scala (anche se alcune sono microscopiche…).
A presto, se interessa, con l’avanzamento.
Certo che interessa Giacomo. Tienimi aggiornato, anche se penso che Gianfranco inserirà le tue informazioni sul suo sito dedicato. Vista la velocità con cui produce, non sarà facile tenere allineato questo post con gli sviluppi…
Bell’articolo, come al solito.
Se mai ne farai uno sulla scala TT, recupereró le foto dei modelli realizzati sulle mie stampe (Aln556, Ale790, carrozze 1946, e636 e gr940). Sono stati tutti fatti da modellisti non-italiani.
Ciao
G.
Bell’ articolo, come già commentato altrove.
Vorrei segnalare i nuovi carri H e F di ZetNa220 le cui foto si trovano sia sul Forum ASN sia sulla pagina web https://sites.google.com/view/zetna220
Grazie per l’ attenzione.