Pubblicato il 1 settembre 2018, ultima modifica 1 maggio 2019
In una nota precedente abbiamo parlato dell’inizio dell’avventura delle nuove motrici della serie E.402, macchine veloci (220 km/h) e potenti (6 MW erogabili per 20 minuti, e 5200 kW di potenza continuativa) con alimentazione classica a 3 kV in continua ma con motori trifase. Abbiamo raccontato del simulacro E.402.000 e dei cinque prototipi, noti come E.402P ma immatricolati come E.402.001-005. Avevamo visto come a partire dal giugno 1994, e quindi dopo una sperimentazione assai lunga (ben 9 anni dall’arrivo sui binari del simulacro, e quasi 6 dopo l’entrata in funzione del primo prototipo), fossero iniziate le consegne delle macchine di serie E.402.006-045, in genere note come E.402A. In effetti la durata della sperimentazione aveva sollevato non poche polemiche da parte di chi sosteneva che la macchina di serie sarebbe nata già vecchia. Altri pensavano che l’innovazione era talmente grande, che tempi di sperimentazione così lunghi fossero giustificati. Comunque sia, le 40 macchine ordinate vennero consegnate tra il 1994 e il 1996.
Le prime assegnazioni andarono al deposito di Firenze. Vennero fatte varie prove, incluso avviamento e slittamento sulla linea del Brennero, e poi si iniziò ad usarle affiancandole alle E.444R sulla Direttissima, in testa ad IC impostati a 200 km/h.
Delle E.402 prototipo furono mantenute tutte le caratteristiche, esclusa la forma che cambiò, specie nella cabina, per migliorare l’aerodinamica. Restarono immutate la velocità massima (220 km/h) e la potenza massima (6MW sviluppabile per 20 minuti), mentre venne leggermente innalzata quella continuativa (5,2 MW contro i 5 dei prototipi). La struttura rimase quasi perfettamente simmetrica (lato destro e sinistro uguali), con le uniche distinzioni il numero di grate sul ricasco dell’imperiale (4 sul lato destro, 6 sul lato sinistro, come nei prototipi) e qualche piccola variante nel sottocassa.
All’interno, come nei prototipi, il corridoio che unisce le cabine è a Z, correndo lungo le fiancate per metà lunghezza (in corrispondenza dei finestrini laterali).
I carrelli erano particolarmente leggeri. Come detto, l’azionamento era basato sull’elettronica di potenza con motori trifase. Era presente la frenatura elettrica e la possibilità di comando remoto (quest’ultima non c’era sui prototipi).
Il primo servizio in turno regolare fu il 28 maggio 1995, con 10 macchine impegnate sulla Firenze-Roma, che aumentarono a 17 nel settembre di quell’anno, raggiungendo anche Milano. Nell’estate 1996 passarono a 28 unità utilizzate su tutta la dorsale da Chiasso a Reggio Calabria, e con il completamento della fornitura si passò ad impiegarle anche sulla Milano-La Spezia, Verona-Bologna, Firenze-Venezia e Roma-Paola-Cosenza. Tra i primi servizi, anche alcuni merci intorno ai nodi di Firenze e Bologna.
Nel 1999, quando delle FS si fece spezzatino in ossequio alle direttive sulla separazione tra rete e movimento, le motrici (che erano concepite come universali, anche se destinate primariamente ai convogli più veloci) furono assegnate alla divisione passeggeri. Tra il 1999 e il 2002, a seguito del revamping dei prototipi, questi ultimi iniziarono ad essere usati in modo promiscuo con le macchine di serie, non essendovi più alcuna differenza – se non estetica – tra i due sottogruppi – a parte la già menzionata assenza del comando a distanza.

E.402A – Dettaglio da una Foto © Paolo Carnietti da http://lnx.645-040.net
I prototipi non erano quindi telecomandabili dalle UIC-Z1 semipilota, mentre le 402A sì. Le semipilota ultime erano state introdotte per rendere reversibili, in composizione bloccata, alcuni Intercity: in particolare quelli che coinvolgevano le 15 macchine assegnate al deposito di Mestre, anche se ne era prevista l’estensione alla Milano-Roma. In realtà la vicenda fu sofferta, poiché problemi di comunicazione tra le centraline di comando della carrozza pilota e della locomotiva provocarono la sospensione del servizio fino al 2002. Il seguente filmato mostra un convoglio con la semipilota in testa ed una E.402A in spinta.
Dopo il 2002 tutte le unità vennero rilocate presso i depositi di Milano e Mestre. Le macchine furono dedicate all’esercizio di IC (InterCity), EC (EuroCity) ed EN (EuroNotte), anche quando iniziò il servizio Frecciabianca che fu invece affidato solo alle sorelle E.402B ed alle E.404. La versione B delle E.402 fu un’evoluzione della A, ma ebbe caratteristiche elettroniche, meccaniche ed estetiche così diverse che sorprende che le macchine dei due tipi siano state classificate nello stesso gruppo. Ne parleremo diffusamente in una prossima puntata.
Il 2017 fu un anno importante nella storia del gruppo: iniziò infatti la trasformazione delle E.402A in monocabina, con contestualmente aggiornamento dell’elettronica, e si passò dal raffreddamento ad aria a quello ad acqua. in tale occasione le macchine vennero riclassificate come E.401 (ne abbiamo già parlato in un’altra nota).
La prima unità interessata all’operazione fu la 013, che si trovava accantonata a Foligno dal giorno dell’incidente occorso al Tacito Terni-Milano, quando aveva colpito di striscio un carro merci fermo ma sviato nella stazione di Terni, subendo danni alla fiancata destra (16/4/2007).

Incidente di Terni, con la E402.013 con la fiancata squarciata dall’urto con un carro merci sviato – da una fotogallery del Corriere della Sera

La E.402.013 a Foligno durante la trasformazione. Strappata la pellicolatura XMPR riemerge la livrea rossa di origine
Le E.401 hanno preso servizio regolare dal 4 dicembre 2017: il debutto avvenne con la 026 in testa all’con l’Intercity 591 da Roma Termini per Salerno.
Il processo di conversione è stato piuttosto rapido: a maggio 2018 il conteggio delle E.402A trasformate e riclassificate in E.401 era già giunto a quota 10, ed il 30 aprile 2019 la 030, ultima rimasta in versione originale, ha condotto il suo ultimo convoglio giungendo a Trieste in testa all’IC 773. Poche ore dopo la motrice è stata trasferita a Foligno per la trasformazione. Con quest’ultimo viaggio la storia del sottogruppo A è giunta al capolinea.
Le livree
Le E.402A nascono con una insolita livrea rossa (RAL 3020) e bianca (RAL9010), con un (poco visibile, specie con un po’ di sporco) logo FS a losanga grigio (RAL7004) su sfondo bianco posto sul frontale, nel quale sopra i respingenti c’è una fascia nello stesso grigio, che troviamo anche sull’imperiale. Attorno ai vetri frontali una mascherina nera (RAL9006).

E.402.038 in testa all’IC Remus a Roma nel 1998 – La motrice ha su frontale il logo grigio a losanga – Foto © Ubaldo Fangucci da trenomania
Presto il logo viene sostituito con quello verde XMPR, apposto sia sul frontale che a entrambe le estremità della fiancata.
Si passa poi alla livrea XMPR in verde (Pantone 329C) e bianco con una sottile fascia azzurra (Pantone 239C) sulla fiancata. Il logo, verde, è presente sul frontale e sulla fiancata accanto al finestrino di corridoio
Successivamente il logo diviene multicolore
Composizioni
In livrea di origine, la macchina si sposa prevalentemente con carrozze Z e Z1 in livrea Bigrigio, Bandiera ed Eurofima C1 – spesso in composizione eterogenea, come nel caso del Remus mostrato sopra, oltre che con le Gran Confort in livrea Bandiera.

Una bigrigio fa capolino tra carrozze in livrea Bandiera al traini di una E402A nel 1999 – Foto © Stefano Paolini da photorail.com
Erano in testa anche a treni internazionali, con carrozze non FS.

E.402.031 in testa all’IC345 composto da carrozze svizzere nel 1998 a Milano Foto © Massimo Tiesio da IlPortaleDeitreni
In un periodo di transizione, si hanno composizioni con la motrice ancora in livrea di origine, e le carrozze già in XMPR (Foto di Rapallo mostrata in apertura di articolo).
In epoca XMPR i convogli, sempre ancora composti di Z1 e Gran Confort, assumono la colorazione omogenea della livrea britannica, come nel filmato sopra riportato, e successivamente anche in livrea ECI ed ESCI.
Sono state usate anche per trainare dei Thello.
Capitava di trovarle in testa al VSOE con carrozze CIWL, o a carrozze estere in Italia.
Infine, nel servizio notturno erano seguite da vetture letti e a cuccette.

E402A in testa a una composizione di cuccette e letti – Dettaglio da una foto © Maurizio Messa da flickr
In scala N
Le E.402A sono state realizzate in 1:160 da Lineamodel (in kit, o montate e collaudate), da Fratix e da Locomodels (Lorenzo Colli).
Lineamodel (Art. N5851) produce le lastrine fotoincise con e quali costruirsi il modello, e rende disponibile anche la motorizzazione dello stesso.
Si tratta di fotoincisione in ottone per carrozzeria, telaio con centine, due musetti frontali + due di prova montaggio; in alpacca per griglie superiori tetto, inferiori e laterali e microfusione di ottone per quattro respingenti rettangolari, quattro fiancate carrelli dettagliate, fischi, trombe, vomere, presa REC, spina REC, ganci realistici in alpacca e modellistico ad uncino. Tramite microtornitura in ottone sono poi realizzati otto isolatori pantografo e sei isolatori per tetto, ruote in ottone bordino mm.0,75 – diametro mm.8. Sono forniti pantografi tipo 52 FS (fotoincisi, da montare), vetri anteriori e laterali, e riproduzione realistica dell’interno della cabina. Sono presenti decals con nove numerazioni 008-014-035-032-016-012-010-042, 045 ( sei livrea bianco rossa e tre in livrea XMPR ), targhe costruttore in alpacca e colori rosso – bianco originali. Il kit del telaio motorizzato permette un raggio minimo di inscrizione in curva dichiarato dal produttore di mm. 228,2, che è il raggio R2 di Minitrix. Immaginiamo che in realtà circoli anche sugli R2 di Fleischmann (225,6) ed Arnold (222 mm) (si veda la nota sui raggi di curvatura).
Il kit è ottenibile sia in versione non motorizzata (dotato di due carrelli) che con telaio motorizzato, rispettivamente a 70 e 140 €. Rimandiamo al sito di Lineamodel per ulteriori dettagli.
Chi vuole rendersi conto di cosa comporti la realizzazione del modello finito a partire dalla lastrina, può guardarsi il magistrale resoconto passo-passo di Giuseppe Risso sul suo sito “io ferromodellista”. Ne riproduciamo un passaggio intermedio, con la carrozzeria montata ma non ancora verniciata.
Giuseppe ha poi preferito “animare” il locomotore usando una una motorizzazione di Nino Martire, mentre (ad esempio) Pierluigi Fasolin ha usato la motorizzazione Lineamodel.

E.402A Lineamodel realizzate in XMPR ed in livrea d’origine rispettivamente da Giuseppe Risso e da Mario Malinverno, dal sito di Giuseppe
I risultati ottenibili sono notevoli, come le foto dimostrano.
Chi non ha il tempo, la pazienza o le mani di Giuseppe, Mario o Pierluigi, può fortunatamente affidarsi alla produzione di Lorenzo Colli, che nello sterminato parco macchine di Locomodels mette a disposizione degli appassionati anche le E.402A, sia in versione di origine (la 019) che in versione XMPR (la 035).
Come tutti i rotabili LoCo, anche queste motrici girano senza problemi su raggio R1 (192 mm).
Ricordiamo che a Novegro nel 2009 Colli aveva reso disponibili le “A” anche in kit, che poi ciascuno poteva motorizzare a modo suo, come ha fatto ad esempio Graziano Cucchi (descritto in un post sul forum ASN). Anche Gigi Voltan aveva fatto delle “personalizzazioni” sul kit di Colli.
C’é stata anche una versione della E.402A di Fratix, realizzata in resina fatta produrre dalla Laser, su meccanica commerciale Fleischmann. Non è più reperibile, ma Antonio Rampini ce ne ha procurato un paio di immagini – grazie!
Vedi anche:
- Parte prima: E.402 prototipi: la 0 e le P
- Parte seconda: E.402 A (questo articolo)
- Parte terza: E.402B (di futura pubblicazione)
- Parte quarta: E.402C, ovvero le E.403 (di futura pubblicazione)
- Parte quinta: E.402A modificate, ovvero le E.401
Segnalo che immagini della e402 a Fratix/Laser sono disponibili in alcune foto del vecchio plastico di Mario Malinverno e nel video di TgTrains sempre riguardante quel plastico: al termine del servizio nell’elenco dei rotabili protagonisti sono citate le 402 di Fratix, A e B.
Grazie Daniele