Pubblicato il 9 maggio 2020
Abbiamo recentemente raccontato la storia della Ferrovia della Val di Fiemme e quella simile della Val Gardena (Ferata de Gherdëina). Di quest’ultima abbiamo esaminato il parco locomotive, ed abbiamo visto come le due ferrovie, quasi parallele geograficamente, lo siano state anche storicamente e come abbiano intrecciato i loro parchi, con scambi di materiale rotabile.
Questa volta affrontiamo l’argomento del parco macchine della Fiemme. Proprio in virtù della commistione di mezzi tra le due valli rimanderemo per le motrici in comune a quanto abbiamo già scritto, approfondendo qui invece quelle che hanno caratterizzato solo la Val di Fiemme.
Le sorgenti di informazioni sono il libro di Delladio (“Vapore in Val di Fiemme”) e le solite, utilissime tabelle di posphical.
Motrici a due assi
Ritroviamo in val di Fiemme la Alfenz, che già aveva lavorato alla costruzione della linea dell’Arlberg e di quella della Gardena. Questa sarà la sua ultima fatica: qui permarrà fino alla fine dei suoi giorni.
Non era certamente l’unica motrice leggera a due assi da costruzione. Delladio presenta anche un immagine della “Mariandl” (Mariella), piccola motrice da costruzione.
Varie fonte indicano genericamente altre presenze non meglio identificate. Le due immagini che seguono mostrano due motrici diverse tra loro e diverse dalla Alfenz al lavoro sulla costruenda linea di Fiemme.

Lavori di costruzione della linea di Fiemme, con una piccola motrice a due assi che non pare essere né la Alfenz né la Mariandl

Lavori di costruzione della linea di Fiemme, con una piccola motrice a due assi – anche in questo caso non sembra trattarsi di nessuna delle tre viste precedentemente.
C1-n2t della Mori-Arco-Riva (MAR)
La Arco, una C1-n2t con carrello tipo Krauss-Helmholtz, costruita per l’esercizio sulla MAR e da questa allontanata all’inizio della guerra per proteggerla dal tiro dei cannoni italiani, fu impiegata nella costruzione della linea della Val di Fiemme (secondo Perathoner dopo aver lavorato in Gardena, secondo pospichal dopo una parentesi polacca).
Le MAVÁG 490.0 Ungheresi
Tre delle 490 che avevano lavorato in Gardena nella prima fase, le 012, 015 e 031 furono trasferite sulla Fiemme rispettivamente nel marzo 1916, il 6/12/17 e il 15/4/17. La terza tornò in Gardena nel giugno ’17. Poi, tra l’agosto 17 e il febbraio ’18 furono assegnate a servizi al di fuori di quello che, di lì a poco, sarebbe divenuto territorio italiano.
Il 24/4/17 si aggiunse a queste la 003, che rimase solo fino al 3 luglio di quell’anno, per passare poi a Bosanski Brod.

JDZ80.006, in origine 490.022, analoga alle 490 Gardenesi e Fiammazze, da http://www.angelfire.com
Le MAVÁG 490.95x e 492.95x Ungheresi, poi FS R.400
Anche le 490 sottoserie 95 (le 4051 e 4053) che avevano operato in Gardena vennero impiegate sulla Ora-Predazzo, entrambe dal 28 febbraio 1917 (anche se su questo ci sono incoerenze nelle tabelle di posphical per Gardena e Fiemme). A queste si aggiunse la uguale 4054.
Quest’ultima risulterebbe secondo Posphical proveniente dalla MAR dove sarebbe stata tra il ’16 e il ’17 – cosa che ci pare strana perché quella ferrovia, che si trovava proprio sulla linea del fronte, non risulterebbe operativa on quel periodo – e sarebbe rimasta in Val di Fiemme fino al marzo ’18.
La 4051 quando passò alla MAR nel 1920, dopo essere stata per breve tempo incorporata nelle FS, per tornare alla Fiemme nel ’28 per i lavori di conversione scartamento, e poi alla Gardena nel ’29.
La 4053, inquadrata nelle FS dopo la fine della guerra, tornò alla Gardena nel ’19 per poi raggiungere la gemella nella MAR nel ’21, e tornare in Gardena nel ’29.
La simile 492.95x (4004) giunse a Ora il 17.04.1917 e restò sulla linea fino al 1921, quando passò alla Mori-Arco-Riva fino al ’29 per poi trasferirsi in Gardena.

JDZ80.007, gemella della HB 4004 , da http://www.angelfire.com
La MAVÁG 394 Ungherese (FS R.310)
Una delle tre piccole MAVÁG 394, la IIIa 3052, poi divenuta FS 310.02, faceva parte del parco della Ora-Predazzo, mentre due sue gemelle erano, come abbiamo visto, in Gardena.
Le Gardenesi: Krauss tipo K (FS Gr. R410)
Delle motrici appositamente costruite per la Gardena, quelle che poi divennero FS Gr.410, due (la 4151 e la 4152) andarono “in prestito” alla Fiemme dal 1919, per poi ritornare a Chiusa dopo due lustri, nel 1929 quando ormai erano inutili ed inutilizzabili sulla nuova ferrovia elettrica a scartamento allargato al metro..
Queste motrici le abbiamo viste in molte immagini nella nota sulle macchine Gardenesi, qui ne proponiamo una foto presa alla stazione di Predazzo nel 1920. Per le note tecniche rinviamo allo scritto già pubblicato.
I “pacchetti” che si vedono sulla fiancata sono del carburante extra: la percorrenza di 50 km eccedeva l’autonomia della macchina (che invece per la più breve Gardena andava benissimo), e quindi ci si portavano un po’ di scorte.
Si può anche notare come la marcatura avesse mantenuto il numero austroungarico, preponendo “FS”. Solo nel 1950 le FS 415x divennero R410.
Le Mallet piccole: (B)Bn4vt – kukHV IVl – FS R.450
Secondo pospichal, di queste motrici Mallet, Orenstein & Koppel di tipo (B)Bn4vt (cioé con rodiggio 0-2-0+0-2-0) costruite tra il 1916 e il 1917 ben quattro furono impiegate in Val di Fiemme. Si tratta di quelle con numeri da 4503 a 4506 (num. costruttore da 8280 a 8283), mentre le gemelle 4501 e 4502 (num. costruttore da 8278 e 8279) erano in Gardena. In realtà già nel 1918 tre di esse furono trasferite altrove, lasciando sul posto la sola 4505 che poi sarebbe stata immatricolata nella classe R.450 delle FS. Delladio cita infatti solo quest’ultima, che dovrebbe essere la (B)Bn4vt in foto.
Come già detto parlando della Gardena, di queste motrici sia da davvero molto poco, tanto che sono completamente ignorate nei libri di Cornolò e di Kalla-Bishop. A parte l’immagine mostrata qui, non sembrano essercene altre. Secondo posphical, le due Gardenesi (4501, 4502) e le due Fiammazze (4503, 4504) che avevano lasciato la valle erano state accomunate da un destino parzialmente italiano: erano infatti state trasferite il 1 luglio 2018 in Montenegro, ove furono impiegate presso la ferrovia Bar-Virzipar che connetteva Bar (in italiano Antivari) sulla costa adriatica con il lago di Scutari. Tale ferrovia apparteneva alla Compagnia di Antivari, che era a capitale italiano!
La 4506 invece aveva lasciato la compagnia con destinazione Bosnia (Steinbeisbahn) nel 1918. Probabilmente fu la motrice del gruppo con vita piú lunga: passata per JDŽ poi divenute JŽ finí la carriera in una ferrovia forestale a Grmeć dopo il 1965.
Il libro di Muscolino a pagina 159 fornisce qualche dato sulle motrici, purtroppo incompleto: menziona una lunghezza di 6745 mm con ruote da 600 mm e una massa totale di 18 ton.
Lo stesso libro, a pag. 167 riporta un Ordine Generale di Servizio del 15 maggio 1927, nel quale una tabella mette a confronto le prestazione di varie macchine presenti (R400, R410, R450 e R600). Questo ci dice che la 450 restò in servizio fino al cambio di scartamento, contraddicendo quanto sostiene Cornolò nel suo pregevole libro sulle motrici preda di guerra, ove ipotizza che già nel 1919 la 4505 fosse rottamata. La tabella ci dice anche che tra le varie motrici disponibili, la R.450 era di gran lunga la meno prestante.
Le Mallet grandi: (1C)Ch4vt (FS R.600)
Finalmente giungiamo al cuore del parco fiammazzo: se le R.410 sono le locomotive della Gardena per antonomasia , quelle della Fiemme sono le R.600, ovvero le possenti Mallet dotate di due terne di assi motrici (rodiggio 1-3-3-0).
R600 è la denominazione che dettero al gruppo le FS, ma in origine le motrici erano denominate HB VI. In totale Henschel aveva prodotto 46 motrici di questa serie. Non serve che ne parliamo in dettaglio qui, avendo già dedicato loro di recente una nota apposita alla quale rimandiamo.
Buongiorno, segnalo 2 refusi:
1) …se le R.410 sono le locomotive della Gardena per antonomasia , quelle della Fiemme sono le R.600…
2) …erano infatti state trasferite il 1 luglio 1918 in Montenegro…
Ovviamente grazie per tutti gli interessanti articoli che regolarmente ci mette a disposizione anche, e specialmente durante questo periodo difficile. Mi raccomando, riguardiamoci tutti. Un salutone.
Grazie, ho corretto. Ricambio raccomandazione e saluti 😉