Pubblicato il 27 febbraio 2021
Qualche tempo dedicammo una nota alle littorine in Africa (Eritrea, Somalia e Libia). In quell’occasione avemmo modo di parlare un poco delle Ferrovia Eritrea, ferrovia a scartamento ridotto costruita durante l’occupazione italiana a partire dal 1887 e completata nel 1928, che collegava il porto della città di Massawa alla capitale Asmara per poi proseguire il suo percorso verso le città di Cheren e Argodat.
in un altro citammo la presenza delle locomotive Mallet R.440 e R.442 in quella terra, dopo che ebbero svolto servizio in Sicilia.
Questa volta vogliamo raccontare una storia recente che di nuovo sposa le ferrovie eritree con rotabili italiani: le motrici Ranzi (e non solo, come vedremo).
La linea eritrea è estremamente affascinante: copre infatti un di livello di quasi 2500 metri in 117 km nei quali si susseguono numerosi viadotti e gallerie. Purtroppo nella tormentata storia del Paese (dal termine della seconda guerra mondiale al 1993, anno della ufficiale indipendenza dell’Eritrea, e poi dal 1998 al 2000, con la guerra contro la Somalia)si ebbe la dismissione del tracciato, il disarmo della linea, la perdita di molti rotabili ed il definitivo accantonamento di quelli superstiti con il conseguente addio al servizio ferroviario (ma come scopriremo, era invece un arrivederci!).
Le memoria delle vestigia ferroviarie erano marcate, tanto che sulle banconote da 10 Nafka è riprodotto il viadotto ferroviario di Massawa.
Con l’indipendenza, nel 1993 il governo eritreo scelse di ripristinare con le proprie forze la storica infrastruttura. Venne recuperato innanzitutto dell’armamento originario, disperso ed utilizzato come materiale da costruzione (spesso per casematte militari). In questo fu di aiuto il fatto che le traverse originali fossero in ferro: fossero state in legno sarebbe stato impossibile recuperarle. Si cercarono a mano i “pezzi” in mezzo alle trincee e nei piccoli edifici militari che erano stati costruiti anche con pezzi smontati di ferrovia, e miracolosamente fu possibile ripristinare l’armamento.
Intanto si lavorò anche al ripristino funzionale dei rotabili superstiti e ancora conservati dentro le rimesse, anche e forse soprattutto grazie alla collaborazione di tanti ex ferrovieri ormai giunti agli 80 anni, e alle macchine utensili superstiti. L’incredibile risultato permise di rimettere in movimento, a partire dal 2003, le antiche locomotive ed automotrici sull’intera linea Massawa-Asmara, come testimoniato da vari video. Qui ne proponiamo uno relativo ad un viaggio organizzato da una agenzia viaggi molto speciale per gli amanti delle vie ferrate: FarRailTours.
In questo contesto si inserì un’idea di Stefano Pettini, sottufficiale dell’Aeronautica Militare e appassionato di ferrovie.
In occasione di un’esperienza di servizio in Eritrea Stefano ebbe modo di conoscere l’allora direttore della Ferrovia Eritrea, Amanuel Ghebresellasie. Le chiacchierate con lui sulla comune passione portarono alla luce un elemento particolarmente critico nella gestione dell’esercizio ferroviario: la mancanza di mezzi da manovra necessari sia per eseguire la movimentazione dei carri negli scali ferroviari che per effettuare piccole tradotte lungo la linea. I mezzi di trazione infatti erano pochi: oltre alle macchine a vapore più grosse sulla cui affidabilità non si poteva far conto per servizi quotidiani, erano disponibili due piccole loco tender a due assi e due carrelli ferroviari derivati da due autocarri(se ne vede uno sulla citata banconota da 10 Nafka). Per risolvere il problema occorreva trovare dei rotabili più moderni, che fossero semplici da condurre e la cui manutenzione non fosse problematica.
L’individuazione di questo obiettivo e la ricerca di una via economicamente e tecnicamente compatibile con le caratteristiche attuali dell’infrastruttura e le necessità di gestione spinsero verso la ricerca di rotabili a trazione termica semplici da condurre e da manutenere. Stefano sapeva che l’Aeronautica Militare Italiana possedeva numerosi carrelli da manovra in disuso ma generalmente ancora in buone condizioni generali: a suo tempo venivano utilizzati su dei tronchi ferroviari nelle basi dell’Aeronautica, prevalentemente per movimentare carri carburante, come ad esempio i Ranzi.

Il Locomotore di manovra RF100.00-RANZI Targato AM32I in servizio presso il 112° dal 1956 al 4 luglio 1994. Foto da http://www.nikemissile.altervista.org
L’intuizione è del 2011. Pettini inizia a darsi da fare per cercare di concretizzarla. Ne parla con i suoi superiori, trova le strade giuste e la cosa si avvia. Ci sono due problemi: uno tecnico ed uno amministrativo. Quello tecnico è che le motrici sono a scartamento normale, ma le ferrovie eritree sono invece a scartamento ridotto da 950 mm. Certo, non è la prima volta che si cambia scartamento a un rotabile: è un’operazione che ha i suoi costi ma è fattibile. Il secondo problema è : come si fa a regalare (cedere a titolo gratuito) dei mezzi militari ad un paese straniero, per di più in assenza di relazioni bilaterali tra le forze armate dei due paesi? E’ necessario dire che la burocrazia è stato l’ostacolo principale da superare, e che ci sono voluti sette anni? Per fortuna fu possibile interessare il senatore Aldo Di Biagio di Scelta Civica (poi Alternativa Popolare – NCD), eletto in circoscrizione estera (Europa). Si dovette passare attraverso l’approvazione di tre Decreti Legge affinché potesse essere approvato il provvedimento normativo di donazione a titolo gratuito e si potesse procedere alla firma del documento di accordo tra Aeronautica Militare ed il governo Eritreo. Nel 2018 fu finalmente possibile trasferire i locomotori in terra d’Africa.
Oltre ai due Ranzi il progetto incluse un Greco, tre Badoni V-C, un Badoni NLR e quattro strada-rotaia Zephir. Ecco la lista completa, con indicazione del sito da cui proviene la macchina.
- Greco TC-120B ex AM14L (Torricola – Roma)
- Ranzi RF 100-020 ex AM28L (Cà di David, VR)
- Ranzi RF 100-020 ex AM35L (Gallarate, VA)
- Badoni NLR ex ??
- Badoni VC ex AM48L (Collecchio, PR)
- Badoni VC ex AM49L (Albinia, GR)
- Badoni VCMK ex AM50L (Fiumicino, Roma)
- Locotrattore Zephir 800 ex AM52L (Albinia, GR)
- Locotrattore Zephir 800 ex AM53L (Gioia del Colle, TP)
- Locotrattore Zephir 800 ex AM54L (Birgi, TP)
- Locotrattore Zephir 800 ex AM55L (Albinia, GR)
Vediamone le immagini, prima della trasformazione e poi a destinazione

Un Ranzi RF-100 dell’Aeronautica Militare Italiana. Foto da http://www.nikemissile.altervista.org
I Locotrattori Zephir sono dei mezzi “anfibi”, nel senso che oltre alle ruote provviste di pneumatici che ne fanno mezzi stradali hanno anche delle rotelle ferroviarie che permettono loro di muoversi sui binari. Ricordiamo che una simile mezzo “anfibio”, ma passeggeri e tedesco, lo abbiamo discusso in una nota sugli Stra-schi-bus.
Del Badoni NLR non abbiamo immagini dell’arrivo a destinazione, ne mostriamo uno analogo.
Per approfondimenti su questa bella vicenda si veda il racconto dettagliato di Stefano Pettini sul bellissimo sito www.ferroviaeritrea.it e l’articolo su eritrealive.com.
Ringraziamo Paolo Angioy per averci indicato questa storia. Una prossima volta approfondiremo un poco sulle motrici Ranzi, che sono probabilmente meno note delle più comuni Greco e Badoni.
Che meraviglia il filmato……grazie grazie ancora…..!!!!!!
L’unica associazione tra ferrovia e militari italiani, per me, si fermava al Genio. A quanto pare non è così!