Pubblicato il 5 febbraio 2022, ultimo aggiornamento 26 febbraio 2022
Le carrozze Tipo 1921 e 1931 (ne abbiamo parlato in varie note: [1][2][3][4]) avevano modernizzato il parco FS con vetture assai curate nell’arredo, nella qualità dei materiali e nel comfort. Erano le “vetture bandiera” dell’epoca, e nei treni internazionali portavano all’estero l’immagine di un Italia in progresso, almeno le prime, poiché le Tipo 1931 non erano ammesse alla circolazione internazionale per via della sagoma limite.
L’opera di rinnovamento proseguì negli anni successivi sulla stessa falsariga con nuove serie di carrozze, che , seppur assai simili, però furono semplificate e impoverite rispetto all’impronta data dalle Tipo 1921, specie per quanto riguarda la scelta dei materiali impiegati. L’alluminio sostituì il bronzo di bagagliere, maniglie, telaini, fermaporta, lampadari, ganci appendiabiti e portacenere. Le piastrelline di ceramica sulle pareti delle ritirate furono rimpiazzate da pannelli di materiale plastico. Se è vero che si tratta di variazioni che limano la massa, è anche un impoverimento di classe, almeno visto con gli occhi di oggi: forse all’epoca era guardato come “modernità”.

Tipo 1933, ABCz 61.015 in livrea verde di origine – si notano sulla fiancata i numeri romani che indicano le tre classi.

Tipo 1937 – Cz 32.179 – foto Breda da http://www.lombardiabeniculturali.it

Tipo 1937 – ABz 52.030 – foto Breda da http://www.lombardiabeniculturali.it
Pur con queste limitazioni, l’avvento di nuove carrozze per treni a lunga percorrenza fu senz’altro positivo. L’epoca inaugurata dalla Tipo 1921 e proseguita con le Tipo 1931 e si completò dunque con le Tipo 1933 e 1937, che la chiusero: nel 1939 partì la sperimentazione degli “streamliners italiani” in alluminio (carrozze Piaggio) ed il 1940 vide la definizione di una nuova tipologia, che sarebbe però giunta a compimento solo dopo la sciagurata parentesi bellica.
ABCz 61.000 (Tipo 1933)
Nel 1933 furono ordinate delle carrozze miste particolari, che offrivano compartimenti nelle tre classi. Furono consegnate tra il 1937 e il 1938. Potrebbero sembrare pensate per le linee a scarso traffico, per le quali bastava fornire solo un numero ridotto di posti nelle due classi superiori, ma in realtà vennero usate in tutt’altro contesto, giacché erano ammesse al servizio internazionale. Si riconoscono dalla forte asimmetria nella struttura, chiaramente identificabile anche esternamente: tre compartimenti di seconda classe avevano moduli da 1900 mm ed erano seguiti da due di prima (2120 mm) e da 4 di terza (1610 mm), per un totale di 9 compartimenti.
Rispetto alle precedenti Tipo 1931 si perdevano due centimetri nelle abbondanti dimensioni dei moduli di prima classe, la seconda classe restava immutata come dimensioni, ma aveva sedili da tre posti invece che da quattro come nelle serie precedenti, mentre in terza proseguiva il miglioramento: partiti dai miseri 1.481 mm delle Tipo 1921 si erano raggiunti i 1540 mm nelle carrozze di dieci anni dopo, ed ora si arrivava fino a 1610 mm. Il miglioramento della classe inferiore non si fermava qui: per la prima volta vi troviamo infatti sedili imbottiti in luogo delle panche di legno. Inoltre in questa famiglia di vetture anche le terze classi avevano finestrini a bifora, anche se di dimensione ridotta (470 mm di larghezza contro i 700 mm dei compartimenti di prima e seconda, che era la misura standard anche nei Tipi 1921 e 1931).
La lunghezza complessiva della carrozza era intermedia rispetto a quella dei due tipi precedenti, e misurava 22.574 mm (70 cm meno del Tipo 1931, un metro e mezzo circa più delle Tipo 1921) con interperno di 15.520 mm. I carrelli erano del nuovo Tipo 31, con passo di 3100 mm. Erano originariamente ammesse ai 140 km/h, ridotti a 120 km/h nel 1972/73 e poi a 100 km/h nel 1978.
Ne vennero costruite solo 30 unità. La classificazione di origine fu ABCz 61.000 – 61.029.
Sono state le prime carrozze sulle quali è stato applicato l’impianto di riscaldamento elettrico, alimentato della rete di trazione tramite il locomotore, anche se in Italia ancora non era in uso: era infatti pensato e predisposto per il servizio internazionale.
Dopo il 1956, con l’abolizione della terza casse, la sezione di seconda fu promossa in prima (i divani erano già a tre posti) e la classificazione venne mutata in ABz 61.000-029, di I e II classe.
In epoca UIC divennero 50 83 39-40 000-015 ABz e 50 83 39-48 000-011 ABz a seconda del tipo di riscaldamento. Nel 1972 a seguito della riduzione di velocità a 120 km/h i due sottogruppi divennero 39-10 e 39-18.
I primissimi esemplari erano in verde, ma quasi subito le vetture divennero castano-isabella. Poi mutarono in solo castano (alcune) per passare infine al grigio ardesia.
Gli stessi criteri definirono il successivo progetto: le carrozze di terza classe Cz.32000, abilitate al servizio internazionale.
Presentavano 10 compartimenti dagli interni ancora un pochino più spaziosi (1630 mm) di quello delle Tipo 1933, e come queste avevano poltrone imbottite: non si esagera a definirli lussuosi pensando alle panche di legno di pochi anni prima!.
Il velluto era color ocra striato, come le tendine. Divenne color bigio e caffè quando le vetture passarono ad essere classificate di seconda classe (1956). I poggiatesta erano marroni. Intorno a fine anni ’60 il rivestimento passò ad essere in fintapelle (skay) color nocciola come nelle UIC-X.

Interno della Cz 32179 allo stato di origine – foto Breda da http://www.lombardiabeniculturali.it
Ne risultavano vetture di lunghezza circa pari alle precedenti Tipo 1933, dalle quali differivano per soli due centimetri: 22554 mm, con interperno di 15500 mm. Anche l’altezza sul piano del ferro (3921 mm) era pari a quella delle tipo 1931, e di circa 100 mm superiore a quella delle precedenti Tipo 1921.
Il riscaldamento funzionava sia a vapore (sistema Westinghouse) che ad energia elettrica (REC), e tramite un combinatore poteva adeguarsi alle tensioni delle varie reti ferroviarie estere.

Cz 32.179 – foto Breda da http://www.lombardiabeniculturali.it
Come per le tipo 1933, i carrelli erano di Tipo 31, e la velocità massima era quella ammessa dalla categoria speciale.
Furono prodotte ben 750 vetture tra il 1938 e il 1940, immatricolate Cz 32.000 – 32.749.
Due delle vetture in costruzione furono “dirottate” verso altri servizi: attrezzate come carrozze bar e ristorante, ebbero immatricolazione CRz 401 e 402. Mantenevano lo stesso aspetto esterno, eccetto per l’imperiale che presentava delle grosse casse acqua e vari aeratori. Dopo la seconda guerra mondiale furono trasformate in >normali carrozze di terza classe Cz 32.653 e 32.654. Dopo il 1956, con l’abolizione della terza classe, furono ristrutturate e riclassificate in Az 18. 023 e 024.
- 20-40, poi 20-10 (80 carrozze)
- 20-38, poi 20-08 (316 carrozze)
- 20-48, poi 20-18 (204 carrozze)
ABz 52.000 (Tipo 1937)
Nel 1937 vennero ordinate anche altre 150 carrozze miste di I e II classe serie ABz 52.000 – 52.149 che entrarono in servizio nel 1939.
Avevano 9 compartimenti, 3 di prima classe e 5 si seconda, con moduli di 2100 e 1900 mm. Come nelle ABz 50.000 del Tipo 1921 vi era poi “il castigo”: mezzo compartimento di seconda classe, con i sedili (tre in questo caso, erano quattro nelle Tipo 1921) che guardavano una parete, in un modulo di larghezza da 1296 mm. A differenza delle Tipo 1921, nelle quali i sedili erano rivolti verso la fine della carrozza, qui erano rivolti verso il centro. Esternamente il “mezzo compartimento” era rivelato dalla presenza di un finestrino singolo, mentre i compartimenti normali presentavano coppie di finestrini a mo’ di bifora.
La lunghezza (23224 mm) era di circa settanta cm superiore a quella delle Cz della stessa serie. I carrelli erano di Tipo 31 ed il passo era di 16170 mm.
I rivestimenti delle poltrone erano in velluto, rosso in prima classe, bigio e cenere in seconda.

Interno (prima classe) della ABz 52030 – foto Breda da http://www.lombardiabeniculturali.it
Erano abilitate (non tutte) al servizio internazionale (fino a metà anni ’60): quelle predisposte a tal fine avevano riscaldamento elettrico RIC (oltre che a vapore di tipo Westinghouse) e ovviamente erano dotate di combinatore per selezionare la tensione della rete sulla quale si trovavano a viaggiare.
Nel 1956 passarono ad Az (sola prima classe) conservando la parte numerica della marcatura. Le carrozze dopo la 011 però tornarono ad essere miste ABz del 1957/58, incrementando di 100 il progressivo e divenendo ABz 61.112-212.
In epoca UIC furono suddivise in quattro sottogruppi, a seconda della classe e del tipo di riscaldamento. La marcatura successivamente cambiò quando, nel 1974, la velocità massima ammessa fu ridotta.
- 18-40 000-011, poi 18-10
- 18-48 000-061, poi 18-18
- 38-40 000-009, poi 38-10
- 38-48 100-130, poi 38-18
Livree
Le vetture nascono in livrea castano-isabella, e passano poi al grigio ardesia. Ne ripercorriamo l’aspetto con disegni tratti dal forum trainsimhobby. Mancano tra i disegni le versioni in solo castano, che pure vi furono, seppur per un breve periodo.

Versione di origine, con numeri romani, ambientabile fino al 1950 circa – da un post di renzo428 sul forum trainsimhobby. In alto la ABz, in basso la Cz.

Versione con numeri arabi, ambientabile dal 1945 al 1956 – da un post di renzo428 sul forum trainsimhobby

Versione post 1956, dopo il cambio di classe. Manca la ABz. Da un post di renzo428 sul forum trainsimhobby.
Bibliografia
Oltre alla Bibbia di Voltan (“Le carrozze FS” in due volumi che non dovrebbero mancare ad alcun serio appassionato di ferrovie e/o di fermodellismo), citiamo una articolo apparso su “I Treni” n. 279 (marzo 2006) a firma Michele Mingari e intitolato “Carrozze 32.000 e famiglia”.
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