Pubblicato il 5 ottobre 2019, ultima modifica 11 ottobre 2019
Quest’anno ci pare che Novegro sia stato “col botto”: in N davvero molte le novità viste, come testimonia la lunghezza di questa nota, anche se vi sono opinioni che la fase di decadimento rispetto agli anni d’oro non sia finita, come parrebbe dalla riduzione del numero di espositori, a vantaggio delle associazioni che hanno potuto espandere i loro spazi per i plastici. Beh, verrebbe da dire che se c’è una contrazione questa non riguarda certo la scala N!
Apriamo il racconto con il consueto disclaimer, e i dovuti ringraziamenti:
Il disclaimer: a Novegro non c’ero – non ci sono mai stato – e questa nota quindi può contenere errori ed omissioni: me ne scuso e prego come sempre di mandarmi segnalazioni per poter correggere o integrare.
I ringraziamenti: in primo luogo a Paolo Imperiali, che con grande gentilezza e tempismo mi ha inviato, già il giorno di apertura della fiera, un ampio set di fotografie dalle quali ho potuto evincere quali fossero le principali novità, e ritagliare la maggior parte delle immagini qui riportate (tutte quelle senza autore specificato sono sue). Grazie Paolo!
Poi a Luca Di Pinto: anche lui mi ha inviato a fiera appena chiusa molte foto, ed un utilissimo testo nel quale ho potuto ottenere varie informazioni addizionali qui riportate.
Infine a coloro che hanno postato sui soliti forum (NParty e ASN) immagini e informazioni che ho potuto “saccheggiare”: grazie!
Veniamo quindi alla fiera, iniziando dai produttori ormai consolidati, e iniziando dal più prolifico: il solito Lorenzo Colli (nomen omen: “LoCo“).
Pubblicato il 5 dicembre 2015, ultima modifica 6 dicembre 2015
La Gr.685 é una delle principali motrici a vapore delle FS.
La Gr.685.393, Foto FS da marklinfan.net
Tra gli N-isti é abbastanza noto che già nel 1966 Tibidaboaveva presentato alla Fiera di Norimberga il master pre-serie in ottone di una Gr. 685, al quale putroppo non fece mai seguito una produzione di serie. Sarebbe stata la prima locomotiva a vapore FS in N (a parte il locotender Gr.835 sempre di Tibidabo), ed é un modello cha ancora manca.
Il master in ottone della Gr.685 di Tibdabo, dal sito ASN
In realtà un seguito vi fu: furono rese disponibili alcune stampate in plastica che riproducevano alcuni “pezzi” della motrice, che alcuni fortunati riuscirono ad ottenere.
Le stampate Tibidabo della Gr. 685
Il modello era probabilmente ispirato a quello che Rivarossi realizzava in Ho. Come quest’ultimo, si basava infatti alle ex-680 che presentavano il duomo presa vapore centrato sul secondo asse motore, e la sabbiera tra camino e duomo leggermente arretrata verso quest’ultimo.
Gr. S 685 Caprotti Rivarossi in H0
Vari modellisti si sono cimentati con la costruzione della motrice a partire da queste prove di stampate, reperite in qualche modo. Un paio di anni fa Achille Carminati (ACAR Models), che aveva rilevato il magazzino Tibidabo, aveva reso nuovamente disponibili alcuni kit, comprendenti:
n. 1 telaio in metallo
n. 1 caldaia
n. 1 cabina
n. 1 sportello camera fumo
n. 1 gruppo cilindri/pancone
n. 1 cassa tender
n. 4 fari tipo FS
n. 4 respingenti
Il Kit Tibidabo
Gli stampi Tibidabo permetterebbero di realizzare senza grosse modifiche il gruppo delle S 685 serie 500, con i 2 duomi, i cilindri per la distribuzione a valvole Caprotti, il pancone lungo, anche se la sabbiera (la scatola tra duomo e camino) non è in posizione proprio corretta – andrebbe arretrato un pò verso il vero duomo. Vanno aggiunti sui praticabili la pompa Nielebock del preriscaldatore ed il grosso corpo cilindrico orizzontale che è il preriscaldatore stesso, a destra o a sinistra a seconda dell’esemplare (alcune avevano guida a destra, altre a sinistra). Si possono però fare anche altre varianti: si può ricavare la Gr.680 (con tender a tre assi), o uno degli altri gruppi di Gr.685 (ad esempio la terza serie, modificando duomo e sabbiera), oppure ancora una delle varianti intermedie (Gr.681 o 682). La storia dell’evoluzione da Gr.680 a 685 é lunga e molto articolata: il Cornolò nel suo libro “Locomotive a vapore” presenta addirittura una “genealogia”. Non intendiamo ripercorrerla qui, non ora almeno. Ci limitiamo a presentare brevemente alcune delle realizzazioni opera di hobbisty particolarmente appassionati ed abili, per poi passare alla “cronaca” di una realizzazione di Salvatori Spinelli, ben noto a molti e del quale avevamo parlato quando si “nascondeva” dietro lo preudonimo Spisa, e nuovamente citando le sue collaborazioni con TriNacria, anche in occasione di Verona 2013.
Giovanni Seregni ha documentato la parte iniziale del suo bel lavoro sul forum ASN. Era partito da un telaio Atlas-Rivarossi. L’obiettivo è di riprodurre una S 685 serie 500 con distribuzione Caprotti. Si tratta di una scelta complessa, perchè ad esempio volendo usare come base per fare la versione S.685 Caprotti si deve eliminare tutta la parte del biellismo che parte dal cilindro a bassa pressione.Ad un certo punto i lavori sono hanno subito un rallentamento, ma sono tuttora “in progress”. Rimandiamo al forum per futuri aggiornamenti.
La Gr.685 di Giovanni Seregni in lavorazione
Due realizzazioni completate sono quelle di Gigi Voltan e di Salvatore Spinelli per Paolo Angioy, entrambe basate su un telaio Fleischmann 7126 (DB Br 023) che ha il rodiggio giusto. Ha il pregio di non avere il motore in cabina: infatti la parte motorizzata é il tender, che però è troppo alto rispetto a quello italiano, per montare il quale occorre sostituire il motore elettrico con uno meno ingombrante.
DB Br 023, Fleischmann art.7126
La scelta di Voltan é stata di modificare lo stampo Tibidabo per riprodurre la 685 terza serie nella quale duomo e sabbiera sono in un unica cupola. Il complesso processo di realizzazione é ben descritto da Gigi su vari forum sui quali sono riportati dettagli della costruzione del modello: ASN, GasTT, mentre diverse immagini del modello finito si trovano (con una piccola e divertente “fotostoria”) su Nparty.
La Gr.685 realizzata da Luigi Voltan.
La realizzazione di Salvatore per Paolo mantiene invece il doppio duomo, ma arricchisce lo stampo Tibidabo di vari particolari. Riproduce la Gr.680, ed ha il tender a tre assi.
La Gr.680 di Paolo Angioy, opera di Salvatore Spinelli
Abbiamo avuto la fortuna di poter chiedere a Salvatore la costruzione di un altro esemplare: si tratta di una versione intermedia che mantiene inalterati duomo e sabbiera come si presentano nelle stampate Tibidabo, non ha il preriscaldatore ed ha un tender a quattro assi. E’ ispirata alla Gr.682, una evoluzione della 680 che ha preceduto la 685. Foto non se ne trovano, ed il lavoro è basato su un figurino reperibile sul Cornolò.A posteriori abbiamo scoperto che un figurino assai dettagliato della 682 si trovava sul numero 50 di gennaio 1993 di tuttotreno, in scala 1:30!
Figurino della 682 a quattro pagine su tuttotreno n.50
Gigi Voltan ha recentemente scovato che sul libro di Erminio Mascherpa e Gian Guido Turchi “La regina delle locomotive – Storia del GR. 685” edito nel 1984 (seconda edizione 1986) da Editrice Trasporti su Rotaie, Salò vi sono un paio di rare immagini della 682.
Vista frontale della Gr.682 010 a Riccione tra il 1924 e 1927, dettaglio da foto di autore ignoto, dal libro di Mascherpa-Turchi
La 682 è stata al Deposito di Verona, e magari ha fatto allora qualche capatina in Val d’Adige, mentre la 685 non dovrebbe esserci venuta (la ferrovia del Brennero è quella che più mi interessa).
Riportiamo qui l’evoluzione della costruzione del modello, passo passo.
Le operazioni prevedevano la modifica telaio della loco Fleischmann per alloggiare la nuova cassa, con accorciamento del bissel posteriore. La giunzione (troppo grossa) della cabina Tibidabo andava modificata. Dovevano essere assemblati caldaia, zavorra, pancone, lanterne, mancorrenti e tienti bene. I respingenti andavano fatti in ottone (il kit non era di quelli disponibili da Carminati con anche i respingenti). La cassa del tender sarebbe stata rifatta in ottone, con una lieve modifica sulla parte superiore della carbonaia per alloggiare un nuovo motore. La meccanica andava modificata sostituendo la vite senza fine ed il troppo ingombrante motore Fleischmann con un motore con alimentazione a 10 Volt.
Il primo passo é stata la realizzazione in microfusione del tender
IL tender appena arrivato dalla fonderia
E’ stata poi tolta la gigantesca guarnitura sulla cabina per poterla alzare, e fatta la zavorra.
Cabina dopo la riduzione della giuntura. In primo piano parte della zavorra.
E’ quindi stato modificato fumaiolo,e sono stati fatti i perni su cui successivamente verranno saldati i mancorrenti.
La caldaia con fumaiolo aumentato e i perni per i mancorrenti.
In seguito sono stati realizzati vari piccoli dettagli che poi andranno montati: valvole del forno, valvola del duomo(!), leva inversione condotte ai cilindri, copristeli stantuffi , tientibene, pancone…
Alcuni degli elementi menzionati saldati sulla caldaia
E’ poi fatto uno di quelli che Salvatore chiama i “lavori invisibili”: la trafilatura di un tondino ottone da 1mm a 0,35mm per ricavarne i vari mancorrenti e tienti bene
Il tondino di ottone prima e dopo la trafilatura
A questo punto sono stati saldati i 4 pezzi della valvola duomo, sono state costruite le condotte ai cilindri e la leva inversione marcia.
Particolare della valvola del duomo
La caldaia dopo l’aggiunta della valvola del duomo e la leva di inversione marcia
particolare del rovescio di una condotta ai cilindri. Ricavata dal pieno, 5 x 3 x 1,5 mm
Si passa quindi a modifiche al telaio Fleischmann, e a prove di assemblaggio. E’ stato accorciato al massimo il passo del bissel posteriore; oltre interferirebbe in curva con i ceppi dei freni della ruota motrice.
Confronto tra la BR023 di origine (in alto) ed il risultato dopo l’accorciamento del bissel. (Purtroppo ruota posteriore non poggiata sul binario al momento della foto)
Prima prova di assemblaggio
Sono stati torniti i foderi degli stantuffi (in foto ancora con il tondino di partenza)
Foderi degli stantuffi, con ancora il tondino di partenza.
E’ quindi stato realizzato il piano calpestio del pancone. Sono stati predisposti i fori le per lanterne. C’é il carter dei cilindri ed è stata realizzata la sella di sostegno della caldaia.
Il piano calpestio del pancone ed altri dettagli
Sono state quindi clonate le fiancate dei carrelli, che poi vengono dipinte e incollate.
Fiancata di un carrello
Fiancate dei carrelli del tender dipinte
E’ ora di passare alla meccanica. E’ stata sostituita la vite senza fine, di diametro troppo grande per l’altezza disponibile, con una più piccola costruita in poliossimetilene.
Il poliossimetilene è una resina acetalica formata da un polimero cristallino che fornisce una materia plastica di alta resistenza e a costo relativamente basso. Tali resine acetaliche sono molto rigide e possiedono inoltre buona resistenza meccanica e durezza, nonché stabilità dimensionale in quanto assorbono poca umidità. Sono quindi particolarmente adatte a prendere il posto di parti metalliche di precisione (ingranaggi per orologi), leve, cuscinetti, viti, raccorderie per tubi, cerniere. Tra gli svantaggi vi è la facile combustione, con la produzione di fumi tossici. Il poliossimetilene è noto con i nomi commerciali di Zellamid 900, Delrin, Tecaform, Kepital, Kematal, Ertacetal e Berlin.
Salvatore ottiene le viti senza fine partendo da delle verghe di Delrin che porta al diametro necessario. Poi, in base al modulo degli ingranaggi presenti nel modello, sempre con il tornio costruisce la vite. Infine esegue il foro del diametro adatto per inserirla nell’albero del motore da usare. In questo modo riesce a realizzare le viti con il materiale, il modulo, il diametro, la lunghezza, il passo destro o sinistro, ed il foro che gli occorrono al momento.
Costruzione della vite senza fine in Delrin
Il motore poggia su una base triangolare in ottone e questa a sua volta sul telaio del tender. Il tutto è incollato con colla epossidica bicomponente.
Il nuovo motore montato nel tender.
Si può quindi di provare la dinamica! Il modello anche senza alcuna zavorra si muove senza slittamenti e il biellismo non ha problemi.
Si passa al montaggio del tender, che viene prima fresato e poi montato. Occorre ricavare una nicchia sulla carbonaia al limite dello spessore per alloggiare la parte superiore del motore e la libera rotazione della vite senza fine.
Tender fresato…
… e montato
Purtroppo all’interno non c’e’ spazio per il decoder. Volendolo montare successivamente, si potranno far uscire i fili del motore e delle prese di corrente dal foro praticato sulla carbonaia per lo sfogo del rivestimento della fusione.Il decoder potrà essere alloggiato nella carbonaia, alzando i bordi di quest’ultima con striscia di plasticard verniciata color legno. Un foglio di plasticard di 10×15 mm con sopra incollato del carbone farebbe poi da coperchio.
Si può ora provare il funzionamento con il tender installato
A 3V cammina piu’ lentamente
Sul pancone sono quindi stati montati i fari
Fari montati sul pancone
Dopo due uscite male, sono finalmente giunte le fusioni delle scalette di accesso alla cabina. Sono state saldate al pavimento cabina, operazione difficile perché a rischio di deformazione delle parti in plastica.
Scaletta saldata al corpo
Altra vista delle scalette. Si intravvede anche la zavorra all’interno della caldaia
Delle viste di insieme del corpo caldaia-cabina da varie prospettive permettono di osservare i vari elementi di metallo che sono andati a completare la base Tibidado.
Visione d’insieme – 1
Visione d’insieme – 2
Visione d’insieme – 3
Dopo aver aggiunto altri elementi (ad esempio la pompa Knorr) il corpo caldaia-cabina viene poggiato provvisoriamente sul telaio.
Carrozzeria montata sul telaio – vista 1
Carrozzeria montata sul telaio – vista 2
Vengono aggiunti ancora il fischio ed il tubo della sabbiera
Fischio e tubo sabbiera -1
Fischio e tubo sabbiera -2
Arriva il momento della verniciatura. Alcuni particolari sono stati mascherati per lasciarli in ottone.
Carrozzeria verniciata – lato sinistro
Carrozzeria verniciata – lato destro
Sul tender, nella carbonaia, si può accedere ai fili per eventuale futuro montaggio di decoder.
Tender da sopra. Si vedono i fili per un eventuale futuro montaggio di un decoder
Resta poco al termine: montaggio del gancio traino tender, piatti dei respingenti, ritocco di vernice ai fianchi carrelli tender e infine forare i cilindri per inserire i foderi stantuffi. Quest’ultima operazione è delicata, forando troppo si bloccherebbe tutto il biellismo, ma occorre metterli comunque perché danno un tocco di classe… Fortunatamente tutto va bene, così finalmente si può rimontare la caldaia.
Ed eccola in marcia!
e ancora:
Ed ecco quindi il prodotto finito, visto da vari angoli
La Gr. 682 di Salvatore Spinelli in Scala N – vista 1
La Gr. 682 di Salvatore Spinelli in Scala N – vista 2
La Gr. 682 di Salvatore Spinelli in Scala N – dettagli
La Gr. 682 di Salvatore Spinelli in Scala N – frontale
La Gr. 682 di Salvatore Spinelli in Scala N – vista dall’alto
La Gr. 682 di Salvatore Spinelli in Scala N – vista dall’alto dall’altro lato
La Gr. 682 di Salvatore Spinelli in Scala N – Vista laterale con tre diverse illuminazioni per evidenziare i diversi particolari
La Gr. 682 in servizio
Che dire… Un grazie a Mastro Salvatore per il suo eccellente lavoro. Chi fosse interessato a mettere a frutto la sua passione e la sua eccellente abilità può contattarlo tramite i forum, oppure possiamo volentieri fare da tramite noi: basta scriverci.