pubblicato: 3 dicembre 2011, ultima modifica 10 luglio 2019 |
In occasione dell’annuncio da parte di Andrea Barella di due versioni in scala N della Truman, passiamo in rassegna la storia della motrice e le sue varie incarnazioni in scala N, incluse appunto quelle recentissime di Pirata.
Per oltre mezzo secolo le rotaie italiane sono state percorse da una motrice diesel elettrica di fabbricazione statunitense, impiegata prevalentemente in servizio di manovra pesante. La sua linea tipicamente americana ha incuriosito da sempre i “trainspotters”italiani. La macchina è nota con il nomignolo di “Truman”, dal nome del presidente USA in carica negli anni in cui la motrice iniziò il suo servizio nelle FS (anche se in Italia era giunta qualche tempo prima, all’epoca di Roosevelt, in piena guerra).
La lunga storia delle Truman inizia nel 1941, quando la Whitcomb Locomotive Works inizia la produzione del suo “65 ton switcher” diesel-elettrico classificato come 65DE14 e dotato di due motori a 6 cilindri da 280 Cv (209 kW) costruiti dalla Buda su licenza Lanova e parte elettrica Westinghouse. Non solo le uniche 65DE prodotte da Whitcomb (ve ne sono varie serie oltre la 14), ma queste hanno una storia particolare.
Le macchine erano ordinate dal British War Department (WD) e furono disegnate per essere usate nei deserti del Nord Africa. In totale vi furono 4 ordini per un totale di 112 macchine, di cui 7 andarono perdute a causa della guerra già prima di arrivare in Africa. La seguente tabella è estratta da forum.atlasrr.com.
Num.WD | Num.serie | denominazione | anno |
1200 – 1224 | 60130 – 60154 | 65-DE-14 | 1942 |
1225 – 1251 | 60167 – 60193 | 65-DE-14 | 1942 |
1537 – 1576 | 60236 – 60275 | 65-DE-14 A | 1943 |
1577 – 1596 | 60302 – 60321 | 65-DE-14 B | 1943 |
La prima serie aveva in cabina due finestre centrali che davano sul cofano, mentre le successive versioni A e B, avendo il tetto ribassato di circa 20 cm, le persero. Inoltre queste ultime avevano cofano e imperiale inclinati (“sloped hood – sloped cab“). Le A avevano finestrino laterale più grande delle B. Ad alcune delle motrici della prima serie la cabina fu tagliata ed abbassata per ridurre la sagoma massima di ingombro. Anche in questo caso le due finestre centrali furono perse.
Al termine dei combattimenti in Africa (dove alcune la macchine parteciparono anche alla battaglia di El Alamein), 49 macchine furono spostate in Italia seguendo il fronte, e qui rimasero alla fine del conflitto. Secondo una fonte si tratta delle 1200-1208, 1232-1259 e 1260-1271, ma i numeri non tornano con quelli della tabella sopra indicata. 12 di queste locomotive tra il 1943 e il 1944 furono usate per treni militari in Palestina prima di approdare sulla Penisola.
Di quelle rimaste in Africa, una ventina (tutte delle serie A e B) raggiunsero l’Olanda dove a fine guerra furono immatricolate come serie NS 600. Per le esigenze olandesi (primariamente traino treni merci) le locomotive risultarono pessime: permettevano una velocità massima di 65 Km/h ma erano estremamente rumorose, poco potenti e poco affidabili a causa dei motori Buda, dei quali era assai difficile ottenere i ricambi. Sostituiti i motori, le motrici furono ribattezzate nella serie NS 2000 (da 2001 a 2018, con la 2019 accantonata come fornitrice di pezzi di ricambio). Continuarono ad essere usate prevalentemente per treni merci, spesso in doppia trazione, ma non essendo predisposte a questo fine necessitavano di un macchinista ciascuna. Nonostante le modifiche apportate le macchine non erano ancora soddisfacenti, e tra il 1958 e il 1960 furono dismesse.
Due delle macchine “africane” raggiunsero la Francia, e lì furono immatricolate nella serie SNCF 8082. Una motrice è tuttora preservata presso la Chemin de Fer de la Vallée de l’Eure. E’ della prima serie, come si può notare dalle finestre centrali in cabina.
Il resto delle “africane” tornarono in USA, e furono stoccate in Pennsylvania in previsione di un invasione del Giappone. Al termine della guerra furono in buona parte riacquisite da Whitcomb che le modificò e rivendette come locomotive industriali.
Ma torniamo alle “italiane”. Dopo aver servito l’esercito alleato, rimasero nella Penisola il cui parco motrici era stato devastato dalla guerra ed entrarono nel parco FS immatricolate come serie Ne.1200 (001-049) – denominazione modificata in Ne.120 nel 1953. (Ne sta per “motore a Nafta” e “trazione Elettrica).
Pare che inizialmente fossero soprannominate “Budino” (dal nome del motore, “Buda”) dai ferrovieri siciliani.
I motori furono ritarati a 150 kW (dai 209 di origine), ma problemi incontrati in Olanda erano presenti anche da noi: già a partire dal 1946 si manifestarono episodi di rottura delle testate dei motori Buda per cui le FS decisero di sostituire le coppie di motori di 12 unità con coppie di Fiat V1612, da 260 kW, montati sugli ATR 100, tenendo i motori Buda smontati come parti di ricambio per le altre motrici. Nonostante alcuni inconvenienti le locomotive modificate si rivelarono molto robuste e adattissime al servizio di manovra pesante.
Le Ne.120 hanno vestito tre livree. Abbandonata quella grigio-sabbia dell’Esercito, ne assunsero una color prugna con una fascia gialla che sulle testate diventava un baffo a V. Successivamente la colorazione fu sostituita con la classica livrea FS castano-isabella. Negli anni sessanta si passò alla veste tipica delle loco da manovra: verde vagone con righe gialle e pancone rosso.
Nel 1965 iniziò una nuova fase di ammodernamento delle motrici. I due motori diesel a 6 cilindri vennero sostituiti da un unico motore a 12 cilindri, di cilindrata pressoché doppia, con potenza di 420kW, di costruzione OM tipo SEV a 4 tempi, su licenza della SAURER, ad alimentazione naturale e iniezione diretta. La dinamo generatrice di corrente continua che alimentava i motori elettrici posti sui carrelli, il tutto di produzione Westinghouse, venne modificata o sostituita; il potenziamento dell’isolamento dei motori, la sostituzione della dinamo generatrice e il rifacimento dei circuiti elettrici e di comando venne curato dal Tecnomasio Italiano-Brown-Boveri. Le 12 motrici interessate furono con l’occasione riclassificate come D.143. Tra il 1965 e il 1972 anche tutte le altre Ne.120 (che erano rimaste con il motore Buda originale) furono modificate e riclassificate D.143 (3001-3049). Le differenze estetiche principali tra Ne.120 e D.143 riguardano:
- la scomparsa delle due marmitte sui cofani
- la protuberanza sul cofano da un lato (nasconde la nuova marmitta)
- la modifica dei finestrini laterali e di alcune grate di aerazione sul lato della cabina
- la posizione dei fari (incorporati nel pancone nella Ne.120, rialzati sopra lo stesso nella D.143)
Negli anni ’70 telaio e carenatura erano verdi, poi divennero neri. Era inoltre assente l’elemento orizzontale a metà altezza nei parapetti e mancava il battipiede (cioè il longherone giallo che corre sotto il parapetto, e che migliora la sicurezza rialzando il parapetto stesso ed evitando che il piede possa scivolare giù dalla fiancata). Si confrontino la foto sopra e sotto per osservare i dettagli.
Tuttavia vi sono casi (come la 3006 o la 3021) che ancora nel 2010 non avevano avuto l’applicazione del battipiede, anche se il parapetto era stato modificato rispetto all’origine.
Esiste almeno un esemplare (la 3020) con una insolita livrea in cui il verde è sostituito da un color prugna.
La storia delle 65DE14 in Italia inizia a chiudersi nel 2007, quando Trenitalia ne decide la dismissione. Ad oggi tuttavia alcuni esemplari sono ancora in esercizio, mentre altri sono preservati (la 3021 al Museo Nazionale dei Trasporti – La Spezia).
Varie altre foto delle D.143 si trovano su flick’r, photorail, trenomania.
Un filmato su youtube mostra una macchina in azione a Terni nel 2009, con il nuovo logo Trenitalia.
Realizzazioni in scala N
La D.143 sono ambientabili realisticamente dal 1966 (anno di inizio delle trasformazioni) fino ad a oggi, mentre nel ventennio precedente si ambientano le Ne.120. Non è quindi sorprendente che diversi produttori l’abbiano considerata (in entrambe le forme).
Randgust
Randgust (Randall Gustafson) vende negli Stati Uniti (ma spedisce anche in Italia) un kit in resina della 65-Ton Whitcomb, in diverse versioni, due delle quali corrispondono alla Ne.120 e alla D.143. Il modello è motorizzabile modificando un carrello motorizzato Tomytec. Il prezzo è del kit del telaio (senza motorizzazione) è di 44$ (circa 33€ al cambio attuale).
Randgust offre la scelta tra due diverse cabine per la versione italiana della motrice. Differiscono per il finestrino, per le diverse griglie di aerazione e una scatola rettangolare adiacente alla cabina della D.143. Quest’ultima ha anche una parte aggiuntiva da montare sul cofano (il copri-marmitta).
Come si nota, visto in dettaglio il modello tradisce la sua natura di oggetto in resina, con scarsa nitidezza dei dettagli ed alcune mancanze (ad esempio i fanali). Il modello è discusso sul forum ASN, sul quale si trovano anche le istruzioni di montaggio da scaricare.
Lineamodel
Lineamodel offre da diverso tempo la lastrina per autocostruirsi la Truman (art. N5808, 70€). Certo, ci vuole un pò di manualità e precisione. E’ possibile motorizzarla con la Minitix 12572, come descritto da Alessandro Chite sul Forum ASN.
Recentemente Lineamodel ha iniziato anche la produzione di un telaio con carrello motore in ottone fresato ad-hoc per la D.143 (art.59143TF). Sarà disponbile da gennaio 2012.
Sul Forum Atlasrr si trova una tavola di istruzioni per il montaggio della versione H0 – sono comunque interessanti perchè mostrano vari dettagli della motrice.
Euromodell FP
Bodo Fonfara (Euromodell FP) ha realizzato qualche tempo fa la “Truman”: era a catalogo 2004, al prezzo di 520€. Il modello, riproduzione del 3026, non è più disponibile sul sito, ma occasionalmente lo si trova offerto su ebay oppure da FineScaleMunchen.
Tecnomodel
Tecnomodel aveva a catalogo una D.143, che però da diverso tempo non è più offerta.
Pirata
Novità di dicembre 2011 è la presentazione della doppia versione Ne.120 in livrea castano-isabella e D.143 verde vagone con righe gialle e panconi rossi da parte di Pirata. Il modello è dotato di motore Kato a 5 poli. Il prezzo é 190€, e la consegna è iniziata a fine 2011. Esiste un depliant della realizzazione, reperibile sul forum ASN.
Passiamo in rassegna le altre sei versioni prodotte:
Scala Z- Visentin
La motrice è stata realizzata anche in scala Z dal vulcanico Gianfranco Visentin utilizzando stampa 3D. Le versioni prodotte sono le italiane Ne.120 e D.143, ma anche le olandesi Ns600-Ns2000.
Altre CenterCab
Chiudiamo segnalando che alcuni confondono la Truman con altre CenterCab (macchine a cabina centrale) di derivazione USA e non, che però non centrano nulla. Ve ne sono varie in Italia (ad esempio la GeCo 39033d K 154 di SerFer). Una nota centercab è la General Electric 520 HP delle acciaierie di Piombino, piuttosto somigliante alla GE 44ton riprodotta in N da Bachmann. La macchina è esaustivamente discussa sul sito di PescaraFerr. E’ stata poi realizzata (su base Bachmann) da Pirata.
Analoga era la macchina delle acciaierie Dalmine, in livrea rossa (riprodotta in H0 da Liliput, cod.104406).
Desidero segnalare che la livrea in verde della D 143 non è in verde magnolia, ma in verde vagone, colore usato dalle FS per molte delle sue loco da manovra.
LV
Grazie Gigi, ho corretto. Avevo preso acriticamente quanto trovato su un sito, anche se in effetti mi stonava.
[…] in precedenza parlato di alcune motrici la cui storia è legata alla seconda guerra mondiale: le Whitcomb 65DE14 divenute Ne.120 e successivamente D.143. Vediamo qui un secondo tipo di motrice FS che ha origine dallo stesso evento: le […]
[…] alle varie locomotive “Truman” di fabbricazione americana ed alle poche inglesine Ne700, alla fine della seconda guerra mondiale restarono in Italia, […]
[…] viste in rete, anche se la Ne120 in versione giallo-verde non l’avevo ancora vista. Peraltro della Ne120 abbiamo già parlato ampiamente di recente. Ne.120 in livrea giallo-verde di […]
Parliamo di ruote delle 143. Chi sa dire il diametro esatto, visto che consultando disegni FS e disegni USATC (Ne 120) le ruote hanno diamteri differenti. Grazie
“Una insolita livrea in cui il verde è sostituito da un color prugna”
Finalmente qualcuno ne parla! La livrea appare anche su altre motrici da manovra come 245 e 214, però su tsh e anche sul defunto trenomania nelle foto di macchine con questa livrea nessuno sembra notarla…
Ne sai qualcosa di più?
Non ne so niente. Conosco solo queste foto: https://www.forumferrovie.info/download/file.php?id=95280&sid=33670d6d4d95ecd3e5e7c8746d716d7e http://www.fotoferrovie.info/albums/userpics/10044/normal_FS_214_1025_Maddaloni_Marcianise_2810129.JPG non so se sia un naturale decadimento del colore.