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Archive for the ‘Ferrovie dello Stato’ Category

Pubblicato l’11 maggio 2024

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La prima vettura misure a circolare sulla rete italiana fu una carrozza dinamometrica delle Compagnie  des Chemins de Fer de l’Ouest che quest’ultima prestò a inizio 1901 alla Rete Adriatica (le FS sarebbero nate solo qualche anno dopo) per effettuare misure sulla nuova locomotiva 3701, il prototipo che in ambito FS sarebbe stato il capostipite del Gr.670, le Cab Forward italiane.

Più tardi le FS si dotarono di propri mezzi di misura, e forse un giorno ne ripercorreremo la storia. Per adesso ci limitiamo a fare un balzo in avanti giungendo ai giorni nostri per descrivere la nuova livrea dei convogli misura e mostrarne qualche esempio.

Rete Ferroviaria Italiana, l’azienda della Holding Ferrovie dello Stato Italiane proprietaria della rete, controlla sistematicamente i parametri manutentivi dell’infrastruttura. Lo fa tramite i suoi treni diagnostici, che costituiscono una flotta di veri e propri laboratori viaggianti. Di uno di questi, Archimede, abbiamo parlato in dettaglio in note precedenti [1][2].

E402B.142 per il treno Archimede nel gennaio 2021 tra Foligno e Spoleto, Foto Alexandru Cenusa da ferrovie.info

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Pubblicato il 13 aprile 2024

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Sabato 19 dicembre 1953 effettuò la sua prima corsa il direttissimo TS-ST, ovvero il convoglio che univa, in un percorso di 25 ore, Torino con Siracusa e viceversa. Quelle iniziali però evocarono un altro nome: Treno del Sole. Avrebbe corso per 57 anni, fino al dicembre 2011.

Nelle estati del 1996 e 1997 un nome quasi uguale (solo declinato al plurale) fu usato per un altro servizio: “I Treni del Sole”. Si trattava di un servizio charter organizzato dalla Regione Calabria che offriva il viaggio gratuito a mille turisti a settimana che avessero scelto di trascorrere almeno sette giorni in una struttura alberghiera della regione. Il convoglio partiva nelle mattine di sabato tra  giugno e settembre dal Nord Italia  per giungere a destinazione nella prima serata e ripartire per il viaggio inverso poi il giorno successivo.

Sul frontale del convoglio, di colore giallo, era impresso il logo “I Treni del Sole”. Una nota di blu sulla parte inferiore del frontale offriva una nota di contrasto.

ETR.500Y in livrea “I Treni del Sole” a Milano nel luglio 1997 – foto Giuseppe Sparacio da ilportaledeitreni

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Pubblicato il 6 aprile 2024

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Eccoci alla quarta puntata del discorso che prende spunto dai nomi dei rodiggi per seguire la storia delle locomotiva a vapore americane (e non solo).  Ricordiamo che nella prima abbiamo discusso degli inizi, nella seconda ci siamo occupati dei rodiggi con due assi motori, la terza ha riguardato le macchine con tre assi motori ed ora arriviamo a discutere di quelle a quattro assi accoppiati. Come al solito usiamo la notazione di Whyte (quella in uso in America), ricordando che per quella francese basta dividere per due ciascuna cifra, e che quella tedesca o UIC sono sostanzialmente una variazione di quella francese in cui al posto della cifra relativa agli assi motori si usa una lettera (ma ne avevamo parlato esaurientemenete nella prima nota della serie).

2-8-0 Consolidation

La prima locomotiva con la disposizione delle ruote 2-8-0 fu costruita nel 1866 da M. W. Baldwin and Company, per la Lehigh Valley Railroad, e fu chiamata “Consolidation“. All’epoca, cioè nel 1866, la Lehigh Valley Railroad stava consolidando diverse piccole ferrovie (Beaver Meadow, Penn Haven & White Haven, Lehigh & Mahanoy) in un’unica grande ferrovia, il cui business principale era il trasporto del “Black diamond”, ovvero dell’antracite. Per estensione, in nome passò poi all’intera classe di locomotive aventi questo rodiggio.

Una delle prime Consolidation: Indiana Bloomington & Western-n.64

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Pubblicato il 30 marzo 2024

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Nel 1997 fece il suo esordio una versione Diesel del Pendolino Fiat: era l’ATR 410. I suoi primi passi li mosse in Piemonte, giungendo fino ad Aosta: la ferrovia da Chivasso al capoluogo Valdostano, non elettrificata, avrebbe potuto essere una delle tratte su cui impiegare il nuovo rotabile.

ATR 410 nel settembre 1998 ad Aosta – Foto Arturo Castellani da ilportaledeitreni.it

Questo però non andò oltre la fase di sperimentazione, ed in Italia di Pendolino Diesel non si parlò più, ma l’iniziativa ebbe un seguito, dato che nel 1992 un Pendolino Diesel (diverso da questo) fu adottato dalle tedesche DB: era il Br 610, di cui parleremo un’altra volta.

Ma vediamo ora la storia dell’ATR 410.

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Pubblicato il 23 marzo 2024

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Di recente abbiamo discusso delle carrozze per il trasporto di detenuti. Abbiamo visto come in epoca FS ve ne siano state di 4 tipi: le K 48.100 e le Kt 48.400 a due assi, le Kz 48.600 a carrelli del 1953 e le due carrozze derivate dalle UIC-X standard.

Questa volta diamo un’occhiata alle realizzazioni modellistiche.

Iniziamo con quelle in scala N. Dato che non abbiamo trovato alcuna traccia di realizzazione in 1:160 di alcuno dei tipi di cellulare FS, abbiamo pensato di provare a farle noi, concentrandoci sulle Kz 48.600 che sono quelle che più si avvicinavano alle vetture con cui abbiamo già fatto esperienza. Le abbiamo disegnate al computer con un CAD e fatte stampare in 3D da un service professionale italiano. Una volta ricevute le stampe, abbiamo verniciato le casse ed applicato le decals che Giacomo Spinelli ha disegnato per noi. I modelli, che abbiamo mostrato al recente Hobbymodel di Verona, rappresentano la 48.605 in castano, la 46.603 in grigio ardesia e la vettura 48.622 conservata presso il Museo Ferroviario delle Puglia in castano isabella.

Kz 46600 in scala N in livrea castano

Kz 46600 in scala N in livrea castano isabella

Kz 46600 in scala N in livrea grigio ardesia

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Pubblicato il 16 marzo 2023

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Con questa terza puntata giungiamo ai rodiggi basati su tre assi motori (quindi x-6-x in notazione di Whyte): Bourbonnais, Mogul, Prairie, Pacific, Chesapeake/Ten Wheeler, Adriatic. Baltic/Hudson

Ricordiamo che stiamo ripercorrendo la storia della locomotive a vapore negli USA, cercando di dare ragione dei nomi che furono assegnati ai diversi rodiggi in uso. Stiamo sempre seguendo la traccia dell’articolo “The Origin of Locomotive Class Names” pubblicato nel 1952 su The Railway and Locomotive Historical Society Bulletin da G.H.Gaskell, che riadattiamo estraendone i passi che ci sembrano più significativi ed integrandoli con altre notizie ed immagini. Tra le sorgenti di notizie che abbiamo usato menzioniamo G.H.Drury, Guide to North American Steam Locomotives, l’archivio di steamlocomotive.com, vari articoli su american-rails.com (prevalentemente di Adam Burns) ed altre fonti che citiamo nel testo.

Nel passare dalle x-4-x alle x-6-x ricordiamo i principi base: accrescere il numero di assi motori aumentava la dimensione della motrice, quindi della caldaia e pertanto della potenza erogabile. Inoltre permetteva di “mettere a terra” meglio la forza disponibile. L’aggiunta di assi portanti anteriori consentiva un ulteriore aumento delle dimensioni. Inoltre, se questi si trovavano su un carrello in grado di ruotare rispetto all’asse della motrice, l’inscrivibilità nelle curve migliorava, e quindi era permessa una maggiori velocità. Infine, eventuali assi portanti posteriori rendevano possibile un allargamento della cabina e conseguentemente del forno: forno più grande significava più calore prodotto, ed in ultima istanza quindi maggiore potenza. Se la motrice era un locotender, assi portanti posteriori potevano essere necessari per creare spazio per le scorte di acqua e carbone. Inoltre, una simmetria del rodiggio poteva rendere il locotender capace di viaggiare indifferentemente a marcia avanti o indietro. Per contro, l’aggiunta di assi portanti (anteriori o posteriori) diminuisce la percentuale di peso aderente, e quindi peggiora la “messa a terra” della potenza. Questi erano i vari fattori con i quali i progettisti dovettero confrontarsi e che motivarono il passaggio a rodiggi via via più complessi.

Bourbonnais 0-6-0

Dalla tabella dei nomi che abbiamo mostrato nella prima puntata possiamo vedere come al rodiggio C corrispondessero due appellativi: Six wheel switch e Bourbonnais. Il primo è relativo ai vari tipi di locomotiva da manovra che abbiamo discusso in quella nota, il secondo è proprio di quelle da trazione. Vediamone l’origine.

Tra il 1854 e il 1855 la società ferroviaria francese De Paris à Lyon par le Bourbonnais, che aveva già nel parco delle motrici con rodiggio 0-3-0 note come Mammouth, per fronteggiare un aumento di traffico  fece costruire da Call e da Köchlin 50 nuove locomotive con rodiggio 0-3-0. Erano locomotive a vapore saturo con cilindri esterni posti orizzontalmente (aventi diametro di 450 mm e corsa di 650 mm) e ruote motrici del diametro di 1,30 m. La distribuzione era del tipo Stephenson. Fino al 1882 ne vennero poi costruite altre 1005, divenendo le macchine più diffuse in Francia. A causa della loro origine vennero chiamate Bourbonnais. La loro fama valicò l’oceano, tanto che il nome fu, in America, associato con il loro rodiggio (0-6-0 in notazione Whyte).

Bourbonnais della PLM monumentata davanti all’ingressoo del museo di Mulhouse (F) – Foto Mauritsvink da wikipedia

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Pubblicato il 2 marzo 2024

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Per molti anni le ferrovie si fecero carico del trasporto di detenuti. Allo scopo vennero costruite vetture apposite che, come i furgoni adibiti allo stesso scopo, sono chiamate “cellulari”. Di queste ci occupiamo oggi.

Carrozza cellulare Kz 48.622 il livrea Grigio Ardesia – foto da museoferroviariodellapuglia.it

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Pubblicato il 3 febbraio 2023

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Qualche tempo fa discutemmo del rodiggio delle locomotive a vapore, con particolare riferimento alla classificazione delle locomotive italiane. Accennammo anche al fatto che negli USA, ma per estensione anche altrove, i diversi rodiggi fossero associati a dei nomi: per esempio anche da noi si parla delle 690 e 691 come delle “Pacific” italiane. I ferrovieri statunitensi usavano proprio tali nomi per distinguere le varie tipologie di locomotive. Elencammo i nomi più diffusi, abbastanza familiari anche ai modellisti italiani dato che i cataloghi Rivarossi li citavano.

Catalogo Rivarossi 1972/73, modelli in scala N: si presentano una “Pacific” e una “Mikado”

Riprendiamo il discorso, per listare in modo più esaustivo i vari nomi, e soprattutto per indagare sull’origine degli stessi.

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Pubblicato il 27 gennaio 2024

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Riprendiamo a parlare dei nostri modelli in scala N realizzati in stampa 3D: dopo le Tipo 1921 e le vetture di servizio da esse derivate[1][2], proseguiamo con le Tipo 1931. Le avevamo già portate in preview a Novegro, ma ora sono pronte.

Le 1931 in scala N:  una 31000 Grigio Ardesia, una 21000 in Castano, una 11000 Castano Isabella e una 11000 verde (livrea sperimentale della 11900)

Si tratta di vagoni FS in scala esatta che, a quanto ci risulta, non sono mai stati riprodotti in scala 1:160 in passato. Innanzitutto vediamo di inquadrarli storicamente, e di capire le differenze rispetto ad altri tipi di carrozza.  Abbiamo già scritto una nota sulla storia delle Tipo 1931, ed un’altra sulle realizzazioni modellistiche in H0, ma ricapitioliamo qui i punti salienti.

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Pubblicato il 13 gennaio 2024

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Blu e azzurro azzurro tornano, ad intervalli, sui convogli italiani. Abbiamo avuto il blu delle carrozze letto (anche in tono più scuro con le IC notte) e poi delle note di blu XMPR sulle vetture Giubileo. Più recentemente la livrea DTR ha sfoggiato del blu, che abbiamo quindi sui vari Swing, Pop , ecc. Ovviamente poi sui nostri binari è passato, ed ancora transita, un blu molto più elegante e fascinoso: quello delle vetture CIWL,

L’azzurro, più raro, ha marcato rotabili eleganza e fascino non inferiori a quelli delle carrozze dell’Orient Express: abbiamo avuto il Treno Azzurro, negli anni della rinascita postbellica, e poco più tardi il superbo periodo del grigio perla e blu orientale (e quel grigio pare quasi un tono di azurro).

A quest’epoca pare ispirarsi una nuova livrea di FS: quella di Treni Turistici Italiani (TTI), che però a nostro avviso è lontana dall’eguagliare la finezza del vestito delle Tartarughe di origine.

Il convoglio TTI verso Calalzo

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