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Posts Tagged ‘Danifer’

Pubblicato il 10 marzo 2024

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Lo scorso anno avevamo terminato il breve racconto dello Hobbymodel di Verona esprimendo la speranza di non dover ripetere l’augurio di pace nella martoriata terra di Ucraina. Invece quest’anno non solo ci troviamo a ripetere la stessa cosa, ma anzi siamo di fronte ad altre perfide, inumane e violente aggressioni, e a risposte che pongono chi era stato aggredito sullo stesso piano dell’aggressore. La age of aquarious di cui cantavamo tra gli anni ’60 e ’70 era dunque solo un bel sogno… Che ci resta di quegli anni di speranza?

A Verona abbiamo potuto rievocarne l’epoca sul modulare ASN, in un paio di scorci di Massimo Di Giulio, popolato di grigio ardesia, castano isabella e dell’ultimo vapore.

Fine anni ’60 sul moulare ASN.

Una Pacific italiana sul modulare ASN

Poi, come gli scorsi anni, lo sgradevole passaggio di rumorosi carri armati telecomandati ci ha riportato come un oscuro presagio all’oggi incerto: sicuro, erano solo giocattoli, ma si è comunque trattato di una inquietante presenza che speriamo resti a livello ludico. (altro…)

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Pubblicato il 24 settembre 2023, ultima modifica 8 ottobre 2023

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Lo confesso: era la prima volta che mettevo piede a Novegro. Avevo scritto delle edizioni precedenti, ma sempre riportando notizie avute da altri.

Questa volta c’eravamo, ovviamente in cerca della N. Dove si trovava? Un po’ ovunque: vari negozi esponevano sia nella scala maggiore che nella Nostra, che sembra diffondersi più che in passato.

Ma soprattutto, era proprio nel cuore della manifestazione: al centro del padiglione c’era Fondazione FS, e al centro del suo stand  c’era un’ampio spazio nel quale troneggiavano modelli ferroviari. Al centro di quello spazio, le storiche realizzazioni di Carlo Maldifassi, le Tigri e gli E.626 di Malinverno (che non mostriamo perché ne abbiamo ampiamente parlato in passato) e  le meravigliose locomotive a vapore di Paolo Farina.

I modelli di Carlo Maldifassi

Le vaporiere di Paolo Farina

Un altro paio di vaporiere, assieme a due trifase, sempre in N di Paolo Farina

Delle locomotive di Paolo avevamo parlato qualche anno fa, ma da allora lui ha continuato a sfornare modelli descrivendone la realizzazione sul suo blog. Beh, devo dire che quest’ultimo descrive bene il lavoro fatto, ma non rende l’idea di quanto i suoi modelli finiti siano belli. Vederli dal vero è stata una folgorazione. Purtroppo il fondo bianco abbagliante su cui poggiavano, con il contrasto del nero delle motrici, ed il fatto che non ci si potesse avvicinare limitava la possibilità di poterle osservare, coglierne i dettagli e fotografarle decentemente.

A fianco c’era l’impressionante distesa di modelli FS in scala Z, tutti opera di Gianfranco Visentin, che hanno stupito i visitatori, incluso il presidente di Fondazione FS che nel suo discorso li ha menzionanti.

La strepitosa collezione FS in Z di Gianfranco Visentin

Altra vista della collezione FS in Z di Gianfranco Visentin

Era probabilmente la più alta concentrazione al mondo di modelli FS al metro quadro (eccetto naturalmente quando Gianfranco li mette tutti in una scatoletta grande meno di un foglio A4…)

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Pubblicato il 18 marzo 2023

Al modellista spesso non interessano gran che gli aspetti ingegneristici dei rotabili, ma piuttosto le evoluzioni estetiche, ovvero ciò che l’occhio può cogliere, al fine di riprodurlo il più fedelmente possibile sul plastico o in vetrina. Esaminiamo qui da questo punto di vista l’evoluzione delle prime articolate FS: le E.636. Lo facciamo avvalendoci dei disegni pubblicati da Gigi Voltan in un post di quasi dieci anni fa sul forum Nparty, dove si possono trovare anche altri suoi illuminanti interventi. Con il suo permesso, riprendiamo qui il suo lavoro (e i suoi preziosi disegni), adattandoli un poco ed integrandoli con varie immagini reperite in rete. Ringraziamo quindi sia Gigi che i vari “fotografi” che hanno reso disponibili le loro opere tramite la Web.
Iniziamo con le motrici di 1^ serie, ovvero dalle motrici 001 – 108 costruite prima della guerra (1940-1942). Ne esaminiamo i cambiamenti di aspetto nel tempo.

E.636.001, Foto FS da leferrovie.it, lato corridoio

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Pubblicato il 10 dicembre 2022, ultimo aggiornamento 16 dicembre 2022

Non c’è dubbio che per molti anni le locomotive simbolo delle FS siano state le articolate, tanto che una di esse figura in uno dei loghi storici della società.

Logo FS anni ’70

Avevano un aspetto unico – e non solo in Italia – con le due semicasse separate dal soffietto, che le rendeva immediatamente riconoscibili (tra le ferrovie Svizzere entrambe le RhB che le SBB avevano una motrice che pareva costruita sulla stessa idea, ma lo snodo tra le casse era solo verticale e non orizzontale: RhB Ge 6/6 II e SBB Re 6/6 prototipo). Le articolate italiane erano le motrici di punta delle loro epoche, quelle di Espressi e Rapidi, basta pensare al treno Azzurro.

Ovvio quindi che fossero nei desideri dei ferromodellisti, e che quelli in scala N ne sentissero fortemente la mancanza, visto che i produttori industriali non le avevano a catalogo. In questo racconto vediamo come tale mancanza sia stata progressivamente colmata negli anni. Diremo solo dei modelli prodotti per la commercializzazione, e quindi acquistabili da chiunque. Non citeremo, a parte quella con cui la saga inizia, le realizzazioni fatte da hobbisti per se stessi: di alcune abbiamo detto in altre note su questo blog.

Iniziamo dunque la lunga storia. Il primo modello in scala 1:160, una E.636, lo vidi esposto in una vetrina nel centro di Firenze, nel 1968. Chi ne fosse il produttore resta ignoto: ne abbiamo parlato in Mistero Fiorentino. Molto probabilmente era ottenuto partendo da due Lima E.424, come faceva Giovanni Muzio.

E.636 di Muzio

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Pubblicato il 25 settembre 2022

Diamo seguito alla tradizione di report degli Hobbymodel Expo: l’ultima volta che abbiamo parlato di Novegro era il 2019, poco prima dell’arrivo del malefico virus. Tre anni dopo, rieccoci finalmente senza mascherina alla fiera milanese. Beh, non noi, che come al solito non c’eravamo ma che comunque proviamo a raccontare cosa ha potuto vedere chi c’era…

Lo facciamo come al solito grazie a chi ne ha pubblicato immagini, un po’ sui soliti forum, un po’ sui social. In particolare questa volta ringraziamo con piacere in primo luogo Angelo Favoriti: ove non diversamente indicato, le foto riportate nel seguito sono sue.

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Pubblicato il 13 marzo 2022, ultimo aggiornamento 15 marzo 2022

Eccoci con la solita cronaca di veroNa Model Expo (In N, ovviamente…). Premessa: come sempre, è probabile che vi siano mancanze o imprecisioni: saremo grati a chi ci aiuterà a completare e correggere questa nota.

A detta di tutti, è stata un’edizione di ritorno alla normalità, anche se tuttora con mezzo viso nascosto dietro la mascherina. Certo, non affollata come un’edizione pre 2020, ma con un bel via vai di persone. Piccoli affollamenti davanti a Pirata, la cui vetrina è sempre un magnete irresistibile per gli ennisti, e la coda per poter incontrare Lorenzo Colli, grazie soprattutto al continuo (e meritato) successo dei suoi kit.

Però la cosa che piú ci ha colpito è che ora si vede N dappertutto! Almrose aveva un microplastico con le RhB di Kato che giravano, SircamElettronica mostrava i propri automatismo sfruttando un doppio ovale in N, DLF Fermodellismo Mantova aveva i suo bel plastico in H0 con una fedele riproduzione della stazione della città, ma in un angolo mostrava anche “Raddoppio Stablini”, un piccolo plastico in scala N a tema RhB.

Realistico modello della stazione di Mantova. Purtroppo in H0!

Raddoppio Stablini

Negli stand dei rivenditori vari (come ad esempio Artuffo) facevano capolino anche modelli nella scala piccola.

D.341 serie 4000 di Fratix nello stand Artuffo.

Del resto, che la scala 1:160 stia vivendo un momento di rifioritura non vi è dubbio. Non si sono ancora spenti gli echi per il clamoroso annuncio dei nuovi modelli italiani di Arnold (le Aln 668!) anche se non vi era ancora traccia dei relativi prototipi, ma siamo certi che si farà un gran parlare del nuovo catalogo Pirata.

Catalogo Pirata ’22

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Pubblicato il 15 gennaio 2022, ultimo aggiornamento 8 dicembre 2022

Nell’epoca del vapore, quello prodotto dalla locomotiva serviva a far muovere il treno, ma in parte minore veniva usato anche per riscaldare le vetture. Una condotta ad hoc lo distribuiva alle vetture trainate, nelle quali veniva convogliato nei termosifoni. Dal 1907, tale funzione fu sussidiata da un carro apposito, detto carro riscaldo. Era anch’esso dotato di una caldaia, e presidiato da un fuochista. Il vapore prodotto serviva, appunto, solo per il riscaldamento. Questo si rendeva necessario quando la motrice non poteva fornire vapore alle vetture, in genere perché era una locomotiva di dimensioni ridotte e tutto il vapore prodotto andava usato per lo scopo primario. Divenne poi particolarmente importante quando la trazione divenne elettrica (sia con le locomotive trifase, che con le prime motrici a corrente continua).

Il primo posto nel convoglio trainato da una E.428 è per il carro riscaldo. Foto da forum-duegieditrice.com

Una E.646 con due carri riscaldo in composizione. Foto dal forum-duegieditrice.com

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Pubblicato il 4 settembre 2021

Finalmente si torna a una parvenza di normalità: ricomiciano le fiere. Se riusciamo a superare questa follia dei “novax per principio” ce la possiamo fare, e tornare alla normalità vera. Mi scuso per la mia “strong opinion” in merito con chi la pensa diversamente, ma consiglio di cuore di leggere l’interessantissimo punto di vista di Samantha Cristoforetti – alias Astrosamantha, ed il relativo commento di Riccardo Luna (brevissima lettura, istruttiva).

Dunque oggi e domani (4 e 5 /9) Hobbymodel a Verona. Dicevo una parvenza di normalità, perché non è proprio tutto normale. A parte le mascherine, alle quali siamo ormai abituati, i parcheggi erano problematici per via delle  indicazioni carenti (due giri dell’isolato sul lato dei soliti parcheggi – regolarmente indicati come al solito, ma chiusi!) prima di chiedere ad un addetto e scoprire che era aperto solo il P7. Pazienza. Biglietto solo on-line, green pass per entrare, ma tutto fluido e senza problemi. C’era anche una postazione per i tamponi, per chi non aveva un green pass valido.

Una volta entrati, erano aperti solo quatto padiglioni, tutti piuttosto fiacchetti (quello di elettronica quasi inesistente). Chi si difendeva meglio era il numero 11: ferromodellismo, che in fondo è quello che ci interessa. In un altro padiglione ancora treni, al mercatino dell’usato, piuttosto popolato e frequentato: Dunque treni vicino al 50% della fiera.

Prima di entrare nel padiglione 11, si incontrano due bellissimi, giganteschi modelli in scala 5″ interamente costruiti a mano da Carlo Ginelli, un anziano signore con una evidente gran passione ferroviaria.

E428 in scala 5″ di Carlo Ginelli

Era proprio un bel benvenuto! (Comunque Gigi Voltan ha trovato subito una piccola inconguenza:  il cancelletto antinfortunistico sugli avancorpi non va d’accordo con la livrea grigio pietra; è stato introdotti dal 1938 quando la livrea era già mutata in Isabella. Mitico Gigi!).

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Pubblicato il 9 febbraio 2020

Proseguiamo con il tema delle “Antologie”, passando in rassegna i modelli di locomotori elettrici a corrente continua del millennio precedente acquistabili attualmente da produttori diversi da LoCo (quest’ultimo lo abbiamo trattato nella puntata precedente). Facciamo riferimento solamente a produttori definiti come operatori del settore che abbiano un sito web o un catalogo disponibile, e/o che siano generalmente presenti a fiere di settore. Solo per i modelli attualmente non in produzione citiamo una realizzazione del passato.

Ma entriamo in dettaglio.

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Pubblicato il 5 ottobre 2019, ultima modifica 11 ottobre 2019

Quest’anno ci pare che Novegro sia stato “col botto”: in N davvero molte le novità viste, come testimonia la lunghezza di questa nota, anche se vi sono opinioni che la fase di decadimento rispetto agli anni d’oro non sia finita, come parrebbe dalla riduzione del numero di  espositori, a vantaggio delle associazioni che hanno potuto espandere i loro spazi per i plastici. Beh, verrebbe da dire che se c’è una contrazione questa non riguarda certo la scala N!

Apriamo il racconto con il consueto disclaimer, e i dovuti ringraziamenti:

Il disclaimer: a Novegro non c’ero – non ci sono mai stato – e questa nota quindi può contenere errori ed omissioni: me ne scuso e prego come sempre di mandarmi segnalazioni per poter correggere o integrare.

I ringraziamenti: in primo luogo a Paolo Imperiali, che con grande gentilezza e tempismo mi ha inviato, già il giorno di apertura della fiera, un ampio set di fotografie dalle quali ho potuto evincere quali fossero le principali novità, e ritagliare la maggior parte delle immagini qui riportate (tutte quelle senza autore specificato sono sue). Grazie Paolo!

Poi a Luca Di Pinto: anche lui mi ha inviato a fiera appena chiusa molte foto, ed un utilissimo testo nel quale ho potuto ottenere varie informazioni addizionali qui riportate.

Infine a coloro che hanno postato sui soliti forum (NParty e ASN) immagini e informazioni che ho potuto “saccheggiare”: grazie!

Veniamo quindi alla fiera, iniziando dai produttori ormai consolidati, e iniziando dal più prolifico: il solito Lorenzo Colli (nomen omen: “LoCo“).

E.428 Aerodinamiche di Lorenzo Colli – LoCo

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