Qualche tempo fa discutemmo del rodiggio delle locomotive a vapore, con particolare riferimento alla classificazione delle locomotive italiane. Accennammo anche al fatto che negli USA, ma per estensione anche altrove, i diversi rodiggi fossero associati a dei nomi: per esempio anche da noi si parla delle 690 e 691 come delle “Pacific” italiane. I ferrovieri statunitensi usavano proprio tali nomi per distinguere le varie tipologie di locomotive. Elencammo i nomi più diffusi, abbastanza familiari anche ai modellisti italiani dato che i cataloghi Rivarossi li citavano.
Catalogo Rivarossi 1972/73, modelli in scala N: si presentano una “Pacific” e una “Mikado”
Riprendiamo il discorso, per listare in modo più esaustivo i vari nomi, e soprattutto per indagare sull’origine degli stessi.
Presi dalla pandemia quasi non ce ne eravamo accorti, ma il 2021 era l’Anno Europeo delle Ferrovie. In quell’occasione, la UE organizzò un convoglio celebrativo, il Connecting Europe Express, ovviamente vestito di una speciale livrea blu che richiama la bandiera comunitaria.
Transito in Austria sulla linea del Brennero del Connecting Europe Express trainato dalla 1116.276 in livrea dedicata – Foto Markus Kistler da bahnbilder.warumdenn.net
Partito da Lisbona il 2 settembre 2021, ha attraversato gli stati dell’Unione percorrendo circa 20.000 Km e terminando la sua corsa a Parigi il 7 ottobre 2021, con una rispettabile media di circa 500 km al giorno, fermandosi in oltre 100 stazioni nelle quali hanno avuto luogo vari eventi.
Ha percorso 22 dei 26 stati dell’Unione : Malta e Cipro non hanno ferrovie, mentre Irlanda e Finlandia hanno binari a scartamento largo e non sono direttamente raggiungibili in treno provenendo dagli altri stati membri. In compenso, ha corso sui binari di alcuni stati non membri: per raggiungere la Grecia ha attraversato Serbia e Macedonia del Nord, ha percorso il Bothnian Corridor che passa per la Svezia per congiungere Danimarca e Repubbliche Baltiche. mentre un ruolo speciale lo ha avuto la Svizzera, isola non comunitaria nel cuore dell’Unione.
Diamo seguito alla tradizione di report degli Hobbymodel Expo: l’ultima volta che abbiamo parlato di Novegro era il 2019, poco prima dell’arrivo del malefico virus. Tre anni dopo, rieccoci finalmente senza mascherina alla fiera milanese. Beh, non noi, che come al solito non c’eravamo ma che comunque proviamo a raccontare cosa ha potuto vedere chi c’era…
Lo facciamo come al solito grazie a chi ne ha pubblicato immagini, un po’ sui soliti forum, un po’ sui social. In particolare questa volta ringraziamo con piacere in primo luogo Angelo Favoriti: ove non diversamente indicato, le foto riportate nel seguito sono sue.
Iniziamo con i carri italiani, prima di esaminare i modelli esteri. In 1:160 fin dagli anni ’60 i carri Pay delle FS sono stati riprodotti in scala N da Lima.
Carro Pay al vero
Carro Pay Lima n.481, poi 320481 da lima-n-scale-freight-cars.webnode.cz
Carro Pay SITFA in versione arancio, Lima 320481, da lima-n-scale-freight-cars.webnode.cz
Dopo aver visto nelle due precedenti puntate la storia dei Kö(f) II in Italia, sia in ambito FS che presso concesse ed imprese, diamo un’occhiata alle riproduzioni modellistiche di queste macchine. Passiamo rapidamente in rassegna varie scale, per soffermarci poi al solito sulla N.
Nelle scale più grandi (si trovano del Köf sia industriali che autocostruiti. Tra quelli industriali citiamo per la scala 0Lenz, per la 1Märklin e per la GLGB. Quanto a quellli autocostruiti, diversi modellisti delle scali maggiori hanno realizzato versioni del Köf II, ed in rete si trovano dei disegni che possono essere riutilizzati (magari riscalandoli per scale più piccole), come ad esempio
Del resto è una motrice con un unica superficie curva, l’imperiale, per cui è più facile da realizzare di altre.
In H0 ce ne sono varie versioni: d’altra parte nel mercato fermodellistico europeo il mondo tedesco fa la parte del leone, e quindi di quasi ogni motrice DR/DB ci sono modelli: le Kleinlokomotiven non fanno eccezione. Noi qui focalizziamo solo sui Kö II, ignorando le serie I e III, dato che questi sono quelli più rilevanti per la storia ferroviaria italiana.
Il video seguente mostra un FS 213 in H0 dotato di gancio digitale, da BlackStar+Lenz.
Abbiamo di recente parlato di intersezioni (incroci) ed abbiamo visto come in generale invece che intersezioni semplici si abbiano doppi scambi inglesi, che sono anche detti “scambi intersezione doppi” (in inglese “Double slip crossing“, in tedesco “Doppelkreuzungsweiche“).
Schema di uno Scambio Intersezione Doppio, dagli Appunti del corso di Progettazione di Sistemi ed Infrastrutture di Trasporto a cura di Sergio d’Elia. Demetrio Festa, Giuseppe Guido
Come si vede in figura, questi deviatoi hanno 8 aghi la cui posizione determina il percorso.
Con lo scambio inglese è possibile il passaggio da un binario all’altro (è quindi un’intersezione ed anche uno scambio). Ovviamente permette di risparmiare spazio e, quando usati in sequenza, anche di ridurre il numero di “curve” necessarie su un tracciati che si intersecano.
Sequenza di scambi inglesi (e scissors crossovers).
Questa volta entreremo in dettaglio su queste tipologie di deviatoi, e ne vedremo le istanziazioni in scala N, discutendone anche alcuni aspetti elettrici.
ALv72 sul ponte trasbordatore girevole delle officine OM a Milano – foto OM collezione Luigi Iorio da Photorail.com
Il circuito di controllo che abbiamo discusso nella precedente puntata partiva dall’esame delle piedinature elettriche del modello Minitrix e riusciva gestire gli aspetti infrastrutturali, ovvero la movimentazione del ponte (traslazione e rotazione). Avevamo lasciato in sospeso la gestione della parte ferroviaria, e la discussione della digitalizzazione della stessa. Completiamo ora il lavoro discutendo anche di questi ultimi aspetti.
Abbiamo di recente visto quali siano il principio di funzionamento ed il cablaggio del ponte trasbordatore girevole di Minitrix, ed abbiamo anticipato che sarebbe stato facile realizzarne il pilotaggio tramite un microcontrollore della famiglia Arduino o ESP32. Come abbiamo più volte detto, noi preferiamo il secondo se non altro perché ha integrate le componenti necessarie per comandarlo via web, e quindi possiamo facilmente costruire delle interfacce utente grafiche per computer, smartphone o tablet. Il seguente video, già anticipato nella puntata precedente, dimostra il risultato:
Vediamo ora di capire come questo sia stato ottenuto.
Pubblicato il 16 gennaio 2021, ultima modifica 18 giugno 2021
Abbiamo in passato discusso dei ponti trasbordatori, ed anche di quelli girevoli (Dreh-schiebebühne), rappresentati da un modello Minitrix in scala N.
La Dreh-schiebebühne di Minitrix
Il modello Minitrix è predisposto per l’analogico e per il digitale Selectrix (la primissima versione di digitale ferromodellistico prodotta da Doehler e Haas e licenziata da Trix negli anni ’80), ma non per altri tipi di digitale. La documentazione disponibile, che abbiamo discusso in una nota tempo fa, non ne descrive la parte elettrica ed elettronica: ad esempio non è noto quali siano i pin. Una vecchia discussione su 1zu160 ne propone una conversione al digitale, ma la “ricetta “proposta richiede di intervenire fisicamente sulla piattaforma, saldando e dissaldando componenti, ed intervenendo meccanicamente in modo invasivo e irreversibile.
A noi interessava poterla controllare (se possibile senza apportarvi modifiche, o almeno non modifiche irreversibili) tramite un microcontroller digitale, come Arduino, o l’ESP32 che ad esso preferiamo. Ci siamo quindi messi a studiarla. Alla fine è stato meno difficile di quanto pensavamo, e siamo dunque in grado di realizzarne un meccanismo di controllo alternativo, e per chi volesse, anche la digitalizzarne la parte “ferroviaria” senza intervenire sulla piattaforma stessa (o quasi). Anzi, alla fine la versione digitale sarà, come vedremo, persino più semplice di quella analogica.
Per far venire un po’ di appetito, ecco un video dimostra il risultato, con la piattaforma controllata da un telefonino.
Iniziamo ora a spiegare passo passo tutto quel che serve. La prima fase è la comprensione del funzionamento della piattaforma, e l’identificazione degli input. La successiva sarà la movimentazione delle piattaforma, e l’ultima la movimentazioni dei rotabili (analogici e digitali) su di essa.