Pubblicato il 10 dicembre 2022, ultimo aggiornamento 16 dicembre 2022
Non c’è dubbio che per molti anni le locomotive simbolo delle FS siano state le articolate, tanto che una di esse figura in uno dei loghi storici della società.
Logo FS anni ’70
Avevano un aspetto unico – e non solo in Italia – con le due semicasse separate dal soffietto, che le rendeva immediatamente riconoscibili (tra le ferrovie Svizzere entrambe le RhB che le SBB avevano una motrice che pareva costruita sulla stessa idea, ma lo snodo tra le casse era solo verticale e non orizzontale: RhB Ge 6/6 II e SBB Re 6/6 prototipo). Le articolate italiane erano le motrici di punta delle loro epoche, quelle di Espressi e Rapidi, basta pensare al treno Azzurro.
Ovvio quindi che fossero nei desideri dei ferromodellisti, e che quelli in scala N ne sentissero fortemente la mancanza, visto che i produttori industriali non le avevano a catalogo. In questo racconto vediamo come tale mancanza sia stata progressivamente colmata negli anni. Diremo solo dei modelli prodotti per la commercializzazione, e quindi acquistabili da chiunque. Non citeremo, a parte quella con cui la saga inizia, le realizzazioni fatte da hobbisti per se stessi: di alcune abbiamo detto in altre note su questo blog.
Iniziamo dunque la lunga storia. Il primo modello in scala 1:160, una E.636, lo vidi esposto in una vetrina nel centro di Firenze, nel 1968. Chi ne fosse il produttore resta ignoto: ne abbiamo parlato in Mistero Fiorentino. Molto probabilmente era ottenuto partendo da due Lima E.424, come faceva Giovanni Muzio.
Pubblicato il 23 luglio 2016, ultima modifica 5 ottobre 2021
Le carrozze Gran Comfort (pre-sventramento IC 901) sono le più confortevoli ed eleganti della storia FS. In livrea giallo-rossa, hanno effettuato servizio TEE internazionale per un decennio circa. Sono state molto ben riprodotte in scala N da Pirata (anche se in molti rimpiangono la scelta di averle fatte con il logo inclinato invece che con quello a televisore…). Volendole far girare sul plastico (e chiudendo un occhio sul logo), da cosa le si possono far trainare? Vediamo cosa è avvenuto al vero, per poi esaminare le opzioni in scala N.
La prima motrice a trainarle, e quella più frequentemente usata, è stata la Tartaruga (E.444), in diverse versioni.
Innanzitutto abbiamo le “prototipo”, sia in epoca “logo a televisore” che nella successiva “logo inclinato”.
IC “Tirreno” di Gran Comfort in transito a Isola del Cantone, courtesy of Giorgio Stagni. Aveva in composizione 5 TEE (2 compartimenti, due salone, furgone generatore), una self service e 6 UIX-X tipo 1970 climatizzate in livrea rosso fegato. Le TEE in foto hanno logo inclinato
Pubblicato il 2 aprile 2016, ultima modifica 16 febbraio 2019
CLM-Hi tech di Gianfranco Lavagetto s.n.c. di Genova era un azienda che produceva modelli, ora non più attiva. Il suo ambito era prevalentemente ferromodellistico, con rotabili motorizzati (in H0 ALe.801 e Gr.640, in scartamento H0m il locomotore diesel della ferrovia Genova/Casella con relative carrozze Breda ricostruite, ed un tram di Genova tipo 600) oltre a molti accessori in scala H0 (passaggi a livello, edifici, ringhiere, fioriere, cartelli e molto altro), ma non solo: c’erano ad esempio modelli di motocicli in scala 1:32.
Aveva un sito web, www.clmhitech.com, ma é inutile cercarlo perché scomparso nel digital oblivion. Anzi, per la verità non è proprio “sparito”: ora appartiene a una ditta giapponese che si occupa di… perdita di capelli!
A noi interessa parlarne perché CLM ha avuto una storica importanza nella scala N, in quanto é stata la prima a realizzare (quasi) tutte le articolate FS (non c’era la Camilla!) su scala abbastanza vasta.
pubblicato il 22 marzo 2014, ultima modifica 15 ottobre 2021
A metà anni ’70 si decise di spostare le E.646, che prima dell’avvento delle Tartarughe erano state le ammiraglie dei convogli passeggeri a lunga distanza, al servizio navetta di treni vicinali. Fu necessario sostituirle con delle macchine che potessere affiancare le E.444 in servizio. Lo sviluppo completo di un nuovo progetto basato sull’elettronica di potenza, che era chiaramente il futuro, avrebbe però richiesto tempi lunghi. Per rendere rapidi i tempi di realizzazione si optò quindi per una opzione meno ambiziosa ma che si rivelò di successo: un progetto che migliorava la positiva esperienza delle E.646. Nacque così la serie E.656, che fu l’ultima macchina FS articolata basata su due semicasse e sul modulo Bo+Bo+Bo.
La macchina fu costruita da quattro produttori: Officine Casaralta, OfficineReggiane, SOFER e TIBB. Mantenne passo e lunghezza delle precedenti E 645-6, mentre la massa cresceva da 110 a 120 tonnellate. Rispetto alla macchina da cui derivava aveva carrelli migliorati nella sospensione. Si avvalse dell’esperienza fatta con le E.444 usando motori degli ausiliari alimentati con alternatori 3000/450v c.a. trifase. Ebbe 12 motori potenziati tipo 82-400 che offrivano 4800 kW di potenza oraria, contro i 4320 della E.646, i 4272 delle E.444 e 5050 della E.444.005 “elettronica” (la vecchia E.636 con 6 motori aveva solo 2100 kW!). Questo permetteva un incremento di velocità di 10 Km/h a parità di carico rispetto alla E.646. La velocità massima di 160 km/h attribuita alla 1^ serie nei primi mesi di esercizio fu poi ridotta a 150 a causa del serpeggio. I 160 furono ripristinati per la sola sesta serie che era dotate dall’origine di smorzatori. Con tale velocità massima operò per qualche stagione i cadenzati sulle Direttissime Firenze-Roma e Roma-Napoli, poi tutte le macchine tornarono ai 150.
Inizialmente era prevista una livrea nei colori TEE – giallo sabbia e rosso Bordeaux, con coprigiunti e carrelli neri, imperiale grigio cenere, panconi e pantografi in rosso segnale. La livrea fu effettivamente applicata alle prime due unità prodotte: la 023 Casaralta e 044 di TIBB.
La 656 nei colori TEE annunciata nel catalogo 1975 Rivarossi, ma mai giunta ai negozi con quella livrea. L’imperiale avrebbe dovuto essere grigio cenere invece che nero. Immagine da http://www.miol.it/stagniweb
Prima di uscire dalle officine dove fu fotografata in quei colori vivaci, venne però riverniciata nei colori che avrebbe vestito fino al nuovo millennio: le più eleganti tinte della Tartaruga (grigio perla, blu orientale). Seguendo l’esempio di quest’ultima, ricevette sulla fiancata un simpatico disegno che raffigurava l’animale da cui prendeva il soprannome: il Caimano, forse per la flessuosità che le derivava dal fatto di essere articolata e per il muso spigoloso. Il nome era stato scelto tramite un concorso bandito dalla rivista aziendale “Voci della Rotaia”.
Nel 2001 iniziò la trasformazione nei nuovi colori XMPR, con contestuale perdita del disegno del caimano sul lato della cabina, sostituito dal logo Trenitalia.
Come si può osservare dalle foto, i due lati dalle macchina sono diversi: il lato delle apparecchiature ad alta tensione (AT) presenta 8 oblò circolari, mentre il lato corridoio mostra oblò centrali ingranditi e allargati, per dare maggior luce al corridoio stesso. Sempre nella foto sopra, anche sull’imperiale si nota una asimmetria nel tettuccio centrale, con la parte destra (guardando il lato AT) più estesa della sinistra.
Imperiale 656, lato sfogatoio lungo – foto da TrainzItalia.it Il parallelepipedo a valle del trasformatore è il condizionatore, montato a inizio anni ’90.
Le “Navetta”
Tra il 1988 e il 1989, furono costruite alcune macchine in versione “Navetta”: si differenziano dalle altre unità del gruppo tra l’altro per la presenza della condotta a 78 poli che permette il telecomando della locomotiva da una carrozza pilota così come per la presenza del comando multiplo. La possibilità di utilizzarle in doppia trazione a comando multiplo fu ad esempio sfruttata con le unità anconetane di sesta serie che effettuarono per qualche tempo alcuni merci su Brennero.
L’impiego con treni passeggeri reversibili cessò nel 2012, quando con l’introduzione dell’obbligo di lateralizzazione delle porte di salita delle vetture passeggeri non si ritenne opportuno installare gli appositi dispositivi sulle E.656 navetta. Distolte da questo servizio, sono state provvisoriamente impiegate quali scorte per recupero di eventuali treni della DTR guasti in linea, trasferimento materiali e in composizione ai treni misure di RFI. A fine 2013, si è deciso il trasferimento di 16 di queste macchine a Trenitalia Cargo, che ha individuato alcuni possibili servizi per queste macchine, tra cui i “Rola” Novara Boschetto – Domodossola, presumibilmente in comando multiplo. Le unità prescelte per il passaggio dalla DTR alla Cargo sono: E.656.553, 555, 556, 562, 564, 566, 570, 575, 577, 586, 587, 592, 596, 603, 606 e 607, quest’ultima riportata in livrea d’origine.
Le E.655
Dal 2003, a seguito dell’entrata in servizio di nuove loco per i servizi regionali a medio raggio, parte delle E656 (di varie serie esclusa la 6a) sono state ricondizionate per il servizio merci, con l’adozione di un nuovo rapporto di trasmissione (23/66 in luogo del precedente 28/61) che fa scendere la velocità massima dagli originari 160 km/h a 120 km/h. Un’altra modifica ha riguardato le sezioni del reostato che hanno ricevuto valori diversi rispetto all’origine, al fine di migliorare l’esclusione reostatica in fase di avviamento. Le unità ricondizionate furono inizialmente chiamate E.656c, dove la c sta per “cargo“. Si tornò però quasi subito alla tradizione, che prevede che la famiglia della versione merci abbia numero dispari (come già era stato per la E.625 ed E.645). Fu quindi costituito il nuovo gruppo E.655 mantenendo il numero progressivo d’origine. Nel 2005 erano state trasformate così 255 unità, ovvero il 55% del parco. In periodi di particolare traffico viaggiatori (es. festività) poteva accadere che la divisione Cargo affittasse delle 655 per il traino di treni passeggeri, anche se la velocità massima ridotta di queste macchine poteva causare ritardi.
A partire dl 2009 è iniziato un progressivo accantonamento dei caimani, che comunque ad oggi rimangono in servizio in buon numero. Nel maggio 2013 è stata effettuata l’ultima revisione ordinaria per questo tipo di macchine, che dovrebbe preludere al termina del loro servizio, facendo così sparire dal parco le ultime articolate, a parte quelle del parco storico. Nel parco sono state preservate le E.656.001, E.656.023 (entrambe di prima serie), e la E.656.590 (sesta serie), tutte riverniciate nei colori originali (grigio-blu con fregio FS in rilievo). Nel febbraio 2020 a queste si è aggiunta 439 (quinta serie).
E.656.439 nelle officine di Foligno a termine recupero per immissione nel parco storico – Foto FondazioneFS
Le varie serie e come distinguerle
Tra il 1975 al 1989 sono state realizzate 461 unità, ripartite in 6 serie, anche se le FS ne considerano ufficialmente 3:
1a serie (001 – 307)
2a serie (401 – 550)
3a serie (551 – 608)
La numerazione comprende dei “buchi”: le macchine 105-158 e 308-400 non sono mai esistite. L’ultima ordinazione comprendeva altre sei macchine, per cui la numerazione avrebbe dovuto arrivare a 614, ma queste furono stornate per costruire i 6 prototipi delle E 652.
La 1a serie serie ufficiale FS si suddivide in quattro ulteriori gruppi, per cui spesso si parla di sei serie della macchina:
E 656 001 -104 di 1a serie, con ausiliari alimentati da moto alternatori;
E 656 201 – 251 di 2a serie, con ausiliari alimentati da un gruppo statico Ansaldo da 180 kVA;
E 656 252 – 307 di 3a serie, con ausiliari alimentati da moto alternatori;
E 656 159 – 200 di 4a serie, con ausiliari alimentati da un gruppo statico Ansaldo da 180 kVA adattato per poter funzionare sulle linee SNCF a 1500 Volt;
E 656 401 -550 di 5a serie (coincidente con la 2a serie ufficiale FS) con ausiliari alimentati da 2 gruppi statici ARSA;
E 656 551 – 608 di 6a serie (coincidente con la 3a serie ufficiale FS), con ausiliari alimentati da 2 gruppi statici ARSA, e impianto di climatizzazione previsto dall’origine. Questa serie era atta al telecomando, per comando multiplo (seconda unità accoppiata) e servizio navetta guidato dalla semipilota. Vi era inoltre maggior possibilità di indebolimento di campo ai motori nelle 2 combinazioni più alte e gestione dell’avviamento tramite centralina elettronica SAB-Siliani al posto dell’avviatore automatico elettromeccanico.
Una breve nota su una delle attrezzature che distinguono le serie. Motoalternatori e convertitori statici servono a trasformare la tensione 3000 V cc della linea in corrente alternata trifase a 450 Volt 60 Hertz, necessaria ad alimentare i servizi di bordo. I motoalternatori sono la “vecchia” soluzione elettromeccanica, mentre il convertitore statico è completamente elettronico, ha una propria logica di comando e non presenta parti elettromeccaniche (a parte i contattori di inserzione, carica, precarica e scarica). La seconda e la quarta serie introdussero questa innovazione, basandosi su un convertitore prodotto alla Ansaldo che era stato sperimentato nelle E.656 033 e 034. Fu il primo caso di applicazione nel parco F.S. di questa tecnologia. Il convertitore diventava però un “single point of failure“: in caso di sua avaria grave la macchina non poteva funzionare, e occorreva chiamare la macchina di soccorso. A partire dalla quinta serie, il convertitore Ansaldo fu sostituito da una coppia di convertitori A.R.S.A. (inizialmente sperimentati sulla 200) : in presenza di un problema su un convertitore si passava ad utilizzare il secondo. Per ulteriori dettagli si veda una thread sul forum di duegieditrice.
Passiamo ad esaminare i vari piccoli dettagli distinguono esternamente le serie tra loro. Iniziamo a considerare il frontale. Nella foto abbiamo a confronto prima e sesta serie, ma la discussione dei vari elementi sarà utile in generale.
Confronto dei frontali della 001 (prima serie) e della 555 (sesta serie). Particolari tratti da foto di Antonio Scalzo da http://www.E656.net e di Donglos Images da flickr.
Il primo, evidente dettaglio è la cornice dei finestrini: in metallo per le serie da 1 a 4, in gomma per le serie 5 e 6. Il secondo sono i fanali grandi: singoli sulle serie da 1 a 3 (il rosso è piccolo ed è posto sotto il bianco), doppi (bianco e rosso di pari dimensioni) sulle successive. Sul frontale della sola sesta serie c’è (ad altezza fanali, vicino al logo Trenitalia) la boccola per il cavo a 13 poli, e poco sopra il respingente sinistro quella per il cavo a 78 poli. La prima serie (e solo quella) presenta coprigiunti in rilievo, si notano nell’immagine della 001 ma li vedremo meglio dopo in un’altra foto.
Infine, il frontale può o meno esibire un dente poco sotto i finestrini. Lo possiamo osservare meglio nel seguente confronto:
Si nota la sporgenza anteriore sotto il livello dei finestrini sulla 211, e la sua assenza, che caratterizza la sola sesta serie, sulla 607. Il diverso profilo del muso ha dato origine sulla sesta serie a due schemi di coloritura XMPR leggermente differenti.
Nell’immagine di destra si vede lo schema standard applicato ad una quinta serie (497), che ha la fascia verde superiore che parte sopra il dente. L’immagine centrale mostra uno schema di coloritura della seste serie (macchina 592) che ha l’attacco della fascia verde alla stessa altezza (anche se il dente non c’è). L’immagine di sinistra mostra lo schema applicabile solo alla sesta serie (macchina 596), con il bordo tra la fascia verde e fascia bianca più in basso, all’altezza dello spigolo frontale. Di conseguenza il gradino inclinato oltre la porta della cabina è più pronunciato.
Per esaminare le altre differenze dobbiamo spostarci a osservare la fiancata lato cabina AT, quella che presenta gli otto oblò circolari. Nelle versioni con moto alternatori (prima e terza serie), i portelli centrale sul lato AT sono di poco più grandi di quelli più prossimi alla cabina. Questo comportava in origina una verniciatura che se seguiva il profilo, e portava la la fascia blu grigio perla ad avere un bordo superiore a gradini. Nelle verniciature successive in genere il gradino dei pannelli centrali scompariva.
E656 di prima serie. Si notano i coprigiunti in rilievo (nelle elissi gialle), tipici di questa sola serie. Sulle macchine dotate di motoalternatori (prima e terza serie), il portello centrale sul lato AT (nel cerchio arancio) è un pò più alto dei due portelli più prossimi alla cabina. Dettaglio da una foto della 002 di Maurizio Messa.
Su tutte le altre serie, i portelloni centrali lato AT sono alti e arrivano ad includere le due coppie di oblò centrali.
Fiancata di una seconda serie (237). I portelloni centrali sul lato AT sono alti e arrivano a comprendere le due coppie di oblò centrali.
Ne abbiamo abbastanza per compilare una tabellina che consente di distinguere tutte le serie:
serie
fanaleria
cornici vetri frontali
Coprigiunti in rilievo
Portelloni centrali lato AT
Dente Frontale
Connettori Telecomando
1
singola
acciaio
SI
Bassi
SI
NO
2
singola
acciaio
NO
Alti
SI
NO
3
singola
acciaio
NO
Bassi
SI
NO
4
doppia
acciaio
NO
Alti
SI
NO
5
doppia
gomma
NO
Alti
SI
NO
6
doppia
gomma
NO
Alti
NO
SI
Le locomotive della 1^ serie presentano anche altre differenze rispetto alle cinque serie successive: si ha un diverso andamento del telaio sotto alle cabine nella parte inclinata; l’incavo nei pressi dello snodo è disegnato in modo diverso, e diversa è anche la posizione sulla fiancata della nicchia contenente il tirante per l’azionamento della valvola di scarico del circuito pneumatico di frenatura. La seguente immagine mostra le tre differenze.
Confronto tra le E.656.07x in alto e la 656.179 in basso – Immagine composta con particolari presi da due foto tratte da trainzitaliafoto.com
La 6a serie mostra anche delle variazioni sull’imperiale (presenza di scaricatori di sovratensione e moto condensanti). Aveva fin dall’origine smorzatori anti serpeggio ai carrelli. 5a e 6a serie hanno sabbiere ridotte.
Citiamo qui le unità 025, 091 e 098, che negli anni ’80 furono equipaggiate sperimentalmente con l’aggancio automatico pesante UIC, le cui apparecchiature provenivano dalle E.444 006 ed E.646 125 e 127.
Osserviamo infine come nel tempo i respingenti tondi siano stati progressivamente sostituiti, nel corso delle revisioni, con quelli rettangolari (e in qualche caso, come per la 098 vista qui sopra, trapezoidali).
La lista dei caimani, con deposito di assegnazione, si trova su forumferrovie.info.
Grazie al solito Luigi Voltan per le correzioni e integrazioni alla mia prima stesura!
In scala N
Anche le le possibilità di procurarsi un Caimano in N sono varie, pare che la macchina rimanga in testa ai desideri dei modellisti. Un sondaggio effettuato da Gieffeci nel 2013 per vedere se ci siano gli spazi per chiedere a un produttore industriale (tedesco) di produrre un modello di motrice italiana ha visto vincere con ampio distacco proprio la E.656. Da allora tempo ne è passato…
Ma vediamo cosa é (o é stato nel corso degli anni) disponibile in scala N. La prima fu prodotta da Cestaro (unità di 3^ serie, portelli bassi senza coprigiunti). Era realizzata con i numeri 38 e 192, entrambi errati perché la terza serie aveva numeri compresi tra 252 e 307.
E.656.038 Cestaro in scala N
E.656.038 Cestaro in scala N
La scomparsa CLM aveva l’intera batteria delle articolate. Tra queste non mancava la E.656 prima serie.
Caimano di CLM – Foto dalla collezione trenini.jimdo.com
La E.656 sesta serie (con respingenti rettangolari) delle “Ferrovie del Caimano” di Ilario Baccari
Per la motorizzazione si poteva fare riferimento a quella di Nino Martire.
La meccanica di Nino Martire per le articolate.
La meccanica delle articolate Lineamodel invece non è l’ideale, poiché ha i carrelli delle 636 e delle 645 prototipo, che al vero misurano 315 cm contro i 285 che servono per le E.645/6 ed E.656 di serie – in scala N fanno 2 mm di differenza.
Una versione piuttosto rara è quella di Almamodel.
E.656.300 di Almamodels
E.656.300 di Almamodels
Nel reparto “gioelleria” (prezzi attorno ai 900 Euro), troviamo la Euromodell FP (5^ serie, portelli alti, doppia fanaleria, senza coprigiunti e con finestrini frontali con cornici in gomma, numeri di serie 412 e 418). Attualmente é fuori produzione.
E.656.412 Euromodell FP – si notino gli smorzatori sui carrelli
E.656.418 Euromodell FP
Lorenzo Colli (LoCo – Locomodels) ne ha prodotte nel tempo varie versioni, via via più raffinate.
Tra queste, una E.656 nei colori TEE , apparve fugacemente come curiosità a Novegro 2009. Come la Roco H0 presentava l’imperiale giallo invece che grigio cenere.
E.656 nei colori TEE in scala N, da forum.spur-n-schweiz.ch
Quelle effettivamente in produzione “standard” invece hanno avuto la livrea Blu-Grigio di origine e la XMPR. Inizialmente rappresentava una 1a serie con coprigiunti e portelloni bassi. A listino costava 287 Euro, ma con la tessera fidelity card veniva venduta a 221 Euro.
In prima versione, la macchina di Colli fu anche proposta in kit nel 2010 per i soli soci ASN. Era composta di: – Kit motorizzazione – 80.00 € – meccanica completa funzionante, montata e collaudata. – Kit cassa (E 656) – 59.00 € – 2 semicasse, respingenti, aeratori, corrimano, vetri a filo, logo FS frontale, pantografi, foglio istruzioni. – Kit livrea 15 € – decals e maschere per la verniciatura per 2 locomotori nelle livrea: originale ed XMPR.
E.656 “vecchio kit” di Colli, montata da Massimo Di Giulio
Vi sono anche le istruzioni di montaggio del kit, utili anche per vedere come verniciare i modelli del Caimano. Anche il blog “Cretaz” mostra una realizzazione basata sul kit.
A Verona 2014 ne è apparsa una nuova versione, decisamente migliorata, ed ora di seconda serie. E’ davvero un ottimo modello, anche grazie alle meccaniche articolate di Colli, davvero ben funzionanti. Come da tradizione di Lorenzo, ne è garantito il funzionamento senza problemi anche sulle curve a raggio più stretto, da 192 mm di raggio.
I Caimani di Lorenzo Colli del 2014 – il confronto con le immagini riportate sopra permette di apprezzare i molti miglioramenti apportati, ad esempio nei dettagli sull’imperiale (trombe, serpentine ecc.).
Nel 2021 il modello è entrato (solo in versione XMPR) anche nel parco LoCoMake (le scatole di montaggio di LoCo) al prezzo ridottissimo di 141,11 Euro per una motrice dettagliatissima e con proprietà dinamiche davvero ottime. Parliamo della versione kit di base analogica, da montare ma completa di tutto e già verniciata. Inoltre con tessera FidelityCard il prezzo è scontato a 127 Euro!
Caimano LoCo a Verona 2021 (alcuni aggiuntivi non ancora montati)
Abbiamo aperto la sezione dedicata alla scala N con il sondaggio del 2013. Chissà se è in qualche modo connesso, ma ecco la notizia giunta quasi sette anni dopo: a gennaio 2020 Arnold annuncia per fine anno (quarto trimestre) la realizzazione di ben 3 versioni del Caimano. Si tratta di:
art. HN2511, quinta serie livrea d’origine
art. HN2512, quarta serie livrea d’origine
art. HN2513, E.655 cargo, seconda serie livrea XMPR
Arnold HN2512
Ricordiamo che seconda, quarta e quinta serie hanno tutte i portelloni lato AT alti, e differiscono per la fanaleria (singola sulla seconda serie, doppia sulle altre) e per le cornici dei vetri frontali (gomma sulla quinta serie, acciaio per le altre).
Finalmente a ottobre ’21 sono iniziate le consegne. Si può dire che per la scala N è un evento storico: si tratta della prima articolata di produzione industriale! I prezzi di listino sono 198 Euro per le versioni analogiche, 243 per le D (digital) 333 per le S (sound), con un aumento di una quindicina di Euro rispetto a quanto annunciato a gennaio 2020.
I modelli sono stati accolti con grande entusiasmo dagli N-isti, e sembrano davvero molto belli e curati.
Caimani di Arnold Rapido, in vetrina a Verona 2021
E 656 164 FS – Arnold HN2512D – foto Vittorio Peruzzi
Arnold 2512
Sul modello (2511, versione quinta serie e 2513 versione E.655 Mercitalia) è molto evidente il parallelepipedo del condizionatore sull’imperiale, che situa il modello dopo l’inizio degli anni ’90. Anche gli smorzatori (rossi) sui carrelli risalgono allo stesso periodo (sulla sesta serie erano montati all’origine, ma ricordiamo che i modelli Arnold sono quarta e quinta serie). Il quarta serie (2512) è senza condizionatore e quindi collocabile anche in epoca precedente.
Il modello Arnold (2511) fotografato da Diederik de Groot
Il modello Arnold fotografato da Diederik de Groot, altro lato
Caimano Arnold (2513) XMPR
Caimano Arnold (2513) XMPR dall’alto
Per chi vuole sentire il sound, c’e’ il seguente video:
Segnaliamo infine come curiosità anche le realizzazioni in stampa 3D in scala Z di Gianfranco Visentin, ed in scala T (1:450!) di Mirko Serra. Di quest’ultima se ne parla sul forum ASN.
Abbiamo recentemente parlato delle carrozze “Medie Distanze – Vestiboli (para)Centrali)” che introdussero la nuova livrea destinata ad individuare i convogli vicinali. Qui passiamo in rassegna i vari rotabili che vestirono questa livrea.
Sulla nascita della livrea circola una storiella, che si dice fosse narrata a lezione all’università di Firenze dal Prof. Vinicio Brandani nel corso di tecnica ed economia dei trasporti. Nella stagione di serie A di calcio 1980-1981, dopo un derby fra Fiorentina e Pistoiese (vinto da quest’ultima), un operaio addetto alla verniciatura tifoso della Pistoiese applicò una striscia arancione orizzontale – colore di questa squadra – lungo la fiancata di una carrozza di prova verniciature. Il giorno seguente un’altro operaio, tifoso della Fiorentina, vi applico sotto per ripicca un’altra striscia uguale ma nel colore viola della squadra gigliata. Ai tecnici di FS l’accostamento piacque, e decisero che quella sarebbe stata la nuova livrea per i mezzi navetta.
Se la vicenda abbia qualche fondo di verità non lo sappiamo, né sappiamo se vi siano analoghi racconti riguardo alla variante della livrea (la navetta MDVE) che fu applicata alle carrozze sorelle delle MDVC: di quest’ultima parleremo altrove.
MDVC in livrea originale – foto da tbelluno.altervista.org
Semipilota MDVC TD + Semipilota Piano Ribassato, entrambe in livrea MDVC – Foto Ale724 dal forum di http://www.ferrovie.it
In un epoca in cui il grigio ardesia era ubiquo, e mentre ancora restavano circolavano delle carrozze in castano-isabella, la nuova livrea immise sui binari italiani una nota di colori insoliti: Beige (Lechler LE006/098), Arancio MDVC (Lechler LE006/097 (RAL2010), Viola MDVC (Lechler LE006/096) e Grigio Grafite (Lechler LE006/099, imperiale e fascia bassa del telaio).
Fu intesa come elemento distintivo per i treni di interesse locale rispetto a quelli a lunga percorrenza. Come tale fu poi applicata anche ad altre carrozze progettate per il traffico vicinale: le Tipo Vicinale (Piano Ribassato) (che furono convertite dal precedente grigio) e le Doppio piano Casaralta, che questa livrea la vestirono alla nascita (entrambi i tipi con le rispettive pilota).
Per ottenere convogli cromaticamente omogenei, la colorazione fu poi applicata anche ad alcuni bagagliai-postali: Tipo 1978R nDu (ex Bz 30.000), e Tipo 1964T nDU.
Bagagliaio Tipo 1978 R nDU livrea MDVC a Messina nel 2005 – foto da trenoincasa.forumfree.it
Nel 1968, con la consegna delle prime carrozze intermedie e pilota, pensate appositamente per treni navetta, erano state modificate alcune locomotive della classe E.646 (dalla 187 alla 210) per fare i primi esperimenti di treni bidirezionali. Date le loro doti di alta affidabilità, l’esito fu più che positivo, al punto che, dopo l’entrata in servizio delle nuove E656, tutte le E646 vennero trasformate in locomotive in grado operare in push-pull per treni navetta. Per esse nel 1981 fu adottata la livrea navetta-MDVC. L’imperiale della motrice era inizialmente in color grafite come le carrozze, e a partire dal 1985 fu modificato in color alluminio per diminuirne l’assorbimento di calore da irraggiamento solare.
nello stesso grigio della carrozzeria, ma a partire dal 1985 fu modificato in color argento. Contestualmente sul frontale il rettangolo arancione divenne il “baffo” arancio-viola. (Su trainsimsicilia.net si trova una curiosa foto che mostra la livrea navetta riemergere da una 646 XMPR “spellicolata”)
Per le linee non elettrificate, fu la D.445 ad essere resa omogenea al convoglio. Per la trazione diesel le semipilota dovevano essere le MDVC non passanti TD, mentre le passanti, con la sola eccezione di una carrozza sperimentale, erano usabili solo con la trazione elettrica. Le non passanti TE invece erano solo in livrea MDVE.
La D.445 è dotata di REC, quindi non aveva bisogno di carri ausiliari che provvedessero a fornire l’energia necessaria per il riscaldamento delle carrozze. Tuttavia, alcune di questi (dei Carri Motogeneratori Tipo 1983R nVrec 60 83 99-39 815…833 e dei Furgoni-Bagagliai Generatori Tipo 1983 nVDRec60 89 99-79 902..929 ) vennero verniciati in livrea MDVC, al fine di poter comporre dei convogli trainabili anche da altre motrici diesel (come ad esempio la D.443) che però non furono mai verniciate in MDVC.
Nella foto sopra, la nDVRec di destra mostra il lato del corridoio e della porta per l’accesso dall’esterno al vano generatore.
Quella di sinistra, invece, mostra il lato con il vano del generatore con le griglie di ventilazione e quello per il capotreno e del bagagliaio.
Vi fu un’altra singola motrice elettrica che ricevette la livrea MDVC: la povera E.428.226 soprannominata “Pirata”, che veramente faceva una misera figura vestita da arlecchino! Aveva subito importanti modifiche nel 1986, quando era stata attrezzata presso le Officine Gallinari di Reggio Emilia per il servizio navetta. Venne equipaggiata con l’accoppiatore a 78 poli, ma solo per avere lo sblocco e il controllo delle porte in chiusura sul materiale per medie distanze (MDVC, MDVE, PR). Il telecomando integrale non era possibile a causa dell’inadeguatezza del circuito di comando e blocco: quindi come quarant’anni prima, ai tempi del “Perego“, in spinta la motrice doveva essere presenziata, ed il macchinista doveva eseguire i comandi che riceveva dal suo collega seduto nella vettura pilota. Per rendere la macchina effettivamente telecomandabile sarebbe stato necessario effettuare un gran numero di modifiche al circuito di comando, e si sarebbe dovuto installare anche un impianto antincendio. Secondo quanto si legge su alcuni forum pare mancasse anche il controllo delle sospensioni pneumatiche, con conseguente limitazione a 60 km/h con le doppio piano, e l’avviatore automatico – ma non è certo che così fosse. Fatto sta che le varie limitazioni fecero sì che di carrozze con la sua livrea ne abbia condotte solo occasionalmente.
In compenso pare che abbia trainato di tutto il resto, dai merci ai celeroni, alle carrozze 1959, Corbellini, UIC-X… Mah, davvero una strana revampizzazione!
Tra le elettromotrici e le automotrici, solo una serie ricevette la livrea MDVC: le ALe.724/Le.884/(A)Le724 delle quali abbiamo recentemente parlato. Ricordiamo che, ordinate a fine 1979, furono consegnate nel 1982 in due diverse composizioni di 4 vetture ciascuna. 30 treni erano composti di 2 elettromotrici del tipo “ALe.724” e 2 rimorchiate intermedie “Le.884”. Altri 30 treni con una sola ALe.724 e un rimorchiata pilota “Le.724” al posto della corrispondente elettromotrice.
Casaralta di seconda classe, livrea navetta, logo inclinato, modello di Eurotrain SL
Le Tipo Vicinale – Piano Ribassato in livrea MDVC sono state prodotte da Colli (sono ancora a catalogo LoCo) e da Irmodel. Anche a queste abbiamo dedicato un articolo, e rimandiamo ad esso per approfondimenti.
npBz semipilota, LoCo, art 3003002, dalla Collezione Angioy
Irmodel – semipilota Gallinari
Anche delle carrozze MDVC abbiamo parlato di recente un articolo – ricordiamo che attualmente sono a catalogo LoCo (anche queste con le relative pilota), e che recentemente sono state realizzate in kit da Massimo Fantechi. Come discusso nell’articolo citato, anche Fratix e Eurorail Models le avevano prodotte in passato.
Carrozza MDVC di Colli, interamente realizzata in ottone
Le MDVC di Fantechi, in livrea MDVC e XMPR. Foto M.Fantechi.
Brennero Models ha recentemente realizzato in resina la carrozzeria del carro VRec, ma è il prima serie, non adatto alla verniciatiura MDVC.
Non mi pare invece che nè il nVDrec, nè i due bagagliai siano mai stati realizzati in N (o almeno non ve ne sono tra quelle fatte per essere ceduti a terzi: non posso escludere che qualche modellista le abbia realizzate per se stesso).
Per le motrici, la E.646 navetta è a catalogo LoCo (Colli) ed è in passato stata realizzata da Cestaro e da CLM.
Una rara E.646 Navetta realizzata da Cestaro
Vista frontale della e.646.129 realizzata da Cestaro
E.646 Navetta Loco – versione imperiale color grafite, Foto Collezione Angioy
E646 Navetta CLM (art. n. 1206)
E.646 Navetta CLM, prima serie priva di alcuni dettagli e senza numeri sul pancone
La D.445 si è vista da Locomodel (Giorgio Donzello, da non confondere con Locomodels, Lorenzo Colli), che l’ha realizzata in ottone nel 2008. Non so se ve ne siano state verniciate in MDVC, ma certo l’applicazione della livrea non sarebbe un problema per molti.
La cassa in ottone della D.445 di Locomodel (da rotaie.it)
Nel 2008, l’allora neonata “ditta” Pi.R.A.T.A. aveva prodotto e venduto la D445. Fu realizzata solo in livrea XMPR. Alcuni decisero di riverniciarla in MDVC. Tra questi Mario Vason e Mario Malinverno. Mario V. ne parla sul suo blog cretaz-station.blogspot.it. Il lavoro di verniciatura fatto da Mario M. è invece documentato in una cartella di foto sul vecchio forum ASN (per accedere credo occorra registrarsi).
LA D.445 Pi.r.a.t.a. ridipinta da Mario Vason (foto sua)
La D.445 (Pirata, verniciata da Mario Malinverno) traina una nB MDVC Fratix – Foto Alessandro Chite dal forum ASN
La 445 è realizzata anche da NParty in resina (solo per i soci). Sono state realizzate tutte e tre le serie: la seconda e la terza sono adatte ad essere verniciate in livrea navetta,
D.445 terza serie ancora grezza, prodotta da NParty
La E.428 aerodinamica in livrea “Pirata” è ottenibile da Vittorio Naldini. La realizzazione è in resina, e a giudicare dalle foto ha tutti i limiti del materiale scelto.
E.428.226 “Pirata” realizzata da Vittorio Naldini (foto dal suo sito)
Per finire, come curiosità, riportiamo che Lima, che ne ha fatta una più di Bertoldo, è riuscita a produrre (in H0) una (ovviamente mai esistita) Tartaruga prima serie nei colori navetta… Ma davvero qualcuno ne sentiva il bisogno?
Lima E.444.001 H0 negli improbabili colori MDVC…
Articoli sulle livree FS e Trenitalia su questo blog
Pubblicato il 27 settembre 2009, ultimo aggiornamento 15 maggio 2021
In varie pagine ho raccolto informazioni sui modelli prodotti. Penso sia utile centralizzare qui la lista dei riferimenti ai produttori (artigianali e industriali) con indicazione del sito web se disponibile o altre informazioni di contatto.
NOTA: la presente lista cerca di raccogliere tutti i produttori, ma quasi certamente non è completa. Siamo felici di ricevere segnalazioni di eventuali assenze per integrarla.
Produttori artigianali attivi
A rischio di qualche omissione, e forse di un po’ di confusione, la lista comprende sia produttori professionali (ovvero aziende registrate con partita IVA, con una importante presenza sul mercato della scala N. una produzione consistente di rotabili, un sito web ufficiale, e presenti più o meno ad ogni fiera del settore) che hobbisti evoluti che producono modelli prevalentemente per uso personale, ma che ne cedono esemplari a terzi.
di Achille Carminati, Milano. acarmi@libero.it – Tel 335 6266009 – per maggiori dettagli vedi il loro sito web. Alcuni modelli sono commercializzati assieme a LoCo.
di Guido Andrea Fraticelli. Attivo in scala N vari anni fa, ha di recente (2015) ripreso a produrre modelli di carrozze italiane in scala N. Dal 2018 i suoi lavori sono commercializzati da ACME con il marchio Blackstar
di Nino Iraci. Irmodel si autodefinisce “nè un produttore nè di un artigiano ma una sigla creata da un semplice appassionato di modellismo ferroviario.” E’ comunque un piccolo produttore hobbistico “disposto a condividere con un ristretto numero di amici la propria collezione a fronte di una partcipazione alle spese”. In passato ha realizzato casse in resina di motrici, attualmente (febbraio 2013) il sito riporta motrici, carrozze e accessori come decals.
di Vincenzo Pisano. Piazza IV Novembre N°39 – 51015 – Monsummano Terme – Pistoia. Modelli e accessori in kit di montaggio in ottone – disponibili anche montati in serie limitata. Attivo dal 1994.
di Lorenzo Colli – nata nel 1989 come “Riproduzioni Artigianali.” – Vastissima produzione di modelli realizzati principalmente in metallo , di recente disponibili anche in kit.
di Stefano Ramunno e Maurizio Casini Ropa (mcr160@libero.it)
Via Montonale Basso 25015 DESENZANO D/G – Brescia – elaborazioni su base di modelli industriali (Minitrix, Fleischmann, Arnold) rcrmodels@msn.commcr160@libero.it – non ha sito web, ora confluito in PirataModels
di Randall D. Gustafson. Piccolo produttore USA che tra vari modelli americani produce la versione italiana della 65-ton Withcomb, arrivata nella seconda guerra mondiale e rimasta qui come D143.
Ha prodotto una bella E.626 in scala N: prometteva bene ma problemi organizzativi (di produzione e distribuzione, con tempi molto lunghi) hanno scontentato molti hobbisti.
Abbiamo dedicato un articolo ai produttori di un tempo: ARMO (Cantarella), Cestaro, COMFER, Euromodellismo (Vescovo), MFAL (Luzzietti), Pozzati, RIviermodel. Produttori attivi in un passato più recente sono listati nel seguente elenco:
nome
descrizione
ne parliamo qui
ALMA Models
di Alessandro Pone c/o MCAuto SRL Via del Gelso 11 59100 Prato – Realizzazione di modelli ferroviari ed accessori in scala N. Alma Models nasce dalla fusione di Digitaltrain ed Ennemodelli. Da qualche anno però non esiste più, ed il sito http://www.almamodels.it/ è scomparso.
CLMHitech
Articolate FS realizzate con carrozzeria in fusione metallica. Non più attivo. Il loro sito http://www.clmhitech.com ora appartiene a una compagnia giapponese che si occupa di … perdita di capelli! (2013)
di Lidia Santi – dal sett. 09 ha terminato la produzione e si è trasformata in “Eurotrain SL”. Il sito web www.eurorailmodels.eu non è più attivo dal 6/9/9.Vedi qui per approfondimenti.
di Lidia Santi e Alberto Casiraghi.
Via Adolfo Venturi, 17, 41041-Formigine Fraz. Casinalbo (MO) / Vecchia sede: Via Vignali, 138 27010-Miradolo Terme (PV). Nuovo nome di Eurorail Models di cui aveva ripreso la produzione di alcuni modelli migliorando la qualità dei prodotti ed adeguando (in alto) i prezzi. Dall’inizio del 2013 non più attivi nella produzione di modelli in scala N, il loro dominio web http://www.eurotrainsl.eu non è più registrato
di Ilario Baccari. A fine ottobre 09 il suo sito è sparito, ingoiato dal naufragio di geocities. Un anno dopo è stato recuperato da oocities (ma non è più mantenuto da Ilario)
di Alfonso Scoppetta e Caterina Mancuso. – Via Bolognese Nord, 63/A 59024 Vernio, località Sasseta (Prato). In N ha prodotto alcune locomotive e una ventina di carri merci, oltre ad accessori vari. Il sito non è più attivo.
Via Lombardia 27 – 20131 Milano. Produttore di modelli in H0, dopo aver commercializzato dei modelli di Fratix, nel 2010 ha iniziato a mettere a catalogo modelli in scala N, che però non sono mai arrivati in produzione. Nel 2013 ha collaborato con Pirata per la realizzazione delle Gran Confort.
Produttore USA, negli anni 70-90 ha prodotto modelli italiani ed europei in collaborazione con Rivarossi. Ora fa solo modelli USA.
CIL
“Compañia International del Libro”, editore. Ha prodotto una serie di locomotive in scala N vendute in edicola in Spagna, Germania e Portogallo. Due modelli erano italiani.
Produttore spagnolo di materiale da hobby venduto prevalentemente in edicola. Ha pubblicato la collezione “Trains of the world” comprendente 100 modelli in scala N, di cui una decina italiani.
Produttore svizzero, ha ripreso il cammino di Lemaco dal 2006. Quest’ultima, dopo un’attività ventennale, ha cessato la produzione, ed è ora presente solo come importatore di giocattoli.
Produttore di giocattoli di Hong Kong. Nella produzione passata anche alcuni treni a batteria in plastica in scala N, usabili come base per elaborare modelli. Sul sito non c’è traccia dei modelli ferroviari, che tuttavia ancora si trovano occasionalmente in grandi magazzini o supermercati.
Marchio storico del modellismo italiano, ha prodotto in scala N negli anni 70-90 anche con il marchio Atlas. Ora il marchio Rivarossi fa parte della collezione Hornby International e produce solo H0
Marchio austriaco, acquisito da Modelleisenbahn-Holding dopo un fallimento. Dopo l’acquisto di Fleischmann da parte di Modelleisenbahn-Holding nel 2009 produce solo H0
Tibidabo
Storico marchio torinese, poi rilevato dallo scomparso Gianfranco Bianco e usato da Mehano per parte della sua produzione. Non ha sito web.
Elettrotreni e automotrici hanno, almeno per me, un fascino particolare. Prima di iniziare questo blog e quindi di guardare in giro in modo sistematico la disponibilità di modelli di questa categoria in scala N pensavo non ci fosse nulla di italiano. Negli anni 70 l’unico oggetto disponibile era la affascinante elettromotrice svizzera RBe 4/4 della Lima, che però essendo Lima andava come andava, e poi non era italiana… “Littorine”, quindi, niente…
SBB RBe 4/4 Lima
Oggi, grazie alla produzione artigianale, c’è una buona copertura del parco di automotrici (diesel o elettriche) italiane. Ecco la lista dei modelli con i relativi produttori:
AUTOMOTRICI DIESEL
ALn 442-448 (TEE)
ALn-442-448 di Lematec
Pozzati
Fine Scale Munchen
Lematec
Locomodel (Giorgio Dinzello)
LoCo (Locomodels, Lorenzo Colli)
ALn556 (“Littorina”)
ALn 556 statica di Del Prado
Del Prado (modello statico)
ALn663
ALn663-1142 motorizzata di ACAR
ACAR – realizzata in metallo fotoinciso, telaio motorizzato di produzione giapponese con trazione su ambedue i carrelli. Il modello folle è dotato di arredamento interno. Numeri di servizio: Aln 663-1142 (motorizzato) e Aln 663-1199 (folle). Articoli n. AC1601 e AC1601F della Acar Models.
ALn668
ALn 668 di Danifer dal sito di Alessandro Corsico
Danifer
ASN (Associazione Amici Scala N
ALn 772
ALMA
Vittorio Naldini
ALn 990
Fine Scale Munchen
Linemodel
ALn 1205 (Ferrovie Reggiane)
ALn1205 Ferrovie Reggiane, Arnold 1998-2002
Arnold (a listino dal 1998 al 2002)
Stadler GTW 2/6 (SAD – Treno Alto Adige)
GTW 6/2 Ferrovia della Val Venosta
Fine Scale Munchen (in due livree)
ELETTROMOTRICI
ALe426-Le736-Ale506 TAF
Treni ad Alta Frequentazione
EuroTrainSL
ALe501-Aln501 Minuetto
Il Minuetto ALe 501 di Locomodel
Locomodel
ALe582/Le763/Le562
Pirata
ALe 601
ALe 601 di Vittorio Naldini
Vittorio Naldini
ALe 803
ALe 803 di DANIfer, da “La stazione di Cretaz”
Danifer
ALe 840
ALe840 di ALMA
ALMA
Assoenne (anche la Le840)
CLM
Danifer
LoCo
ALe 880 – Ale790
ALMA
LoCo
E623
e623 Varesina di LoCo
LoCo
E624
ACAR – automotrice elettrica E 624-006 “Piacentina” delle F.S., versione anni 50′-60′ Castano-Isabella. Art. Nr. AC1802 della Acar Models. Carrozzeria in ottone fotoinciso, pantografi Sommerfeldt, telaio motorizzato giapponese con trazione su entrambi i carrelli.
AUTOTRENI ED ELETTROTRENI
ATR100
LocoModel
ETR 200
LoCo
ETR 250
ETR 250 di Vittorio Naldini
Vittorio Naldini
ETR 300 – Settebello
ETR 300 Settebello di Euromodell FP
Euromodell FP (treno completo, 7 carrozze)
Del Prado (modello statico della vettura di testa)
ETR 450
Vittorio Naldini (Rosso e bianco/TrenoOK
ETR 480 – Pendolino
ETR480 statica di Del Prado
NewRay (giocattolo composto di due motrici e due vetture intermedie)
Del Prado (modello statico della vettura di testa)
ETR500
ETR500 di New Ray
NewRay (giocattolo composto di due motrici e due vetture intermedie)
Del Prado (modello statico della motrice, E404)
Euromodell FP
ETR600/ETR610
ETR600 FrecciaArgento di ACME
ACME (ETR600 FrecciaArgento Trenitalia / ETR610 Cisalpino) – produzione 2010
AUTOMOTRICI STRANIERE SUI BINARI ITALIANI
Due TEE stranieri (svizzero e tedesco) hanno percorso i binari italiani, e sono stati riprodotti industrialmente in scala N (anche se ora sono entrambi fuori produzione). Inoltre è disponibile il TGV che collega Milano e Torino a Parigi.
SBB RAe II (TEE)
SBB RAe (TEE) di Hobbytrain
Hobbytrain
SBB RABe Gottardo
SBB RABe Gottardo di Hobbytrain-Kato
Hobbytrain-Kato
DB VT-11 (TEE)
DB VT-11 di Roco
Roco
Del Prado (la sola motrice, statica)
TGV
Ci sono varie realizzazione di TGV in scala N, specie ad opera di Kato. Per una lista si veda railfaneurope. Mi pare che nessuna delle versioni corrisponda esattamente al TGV Artesia che fa servizio a Milano e Torino, ma che quello in versione “ligne du coeur”, o forse meglio nella POS commercializzata ad esempio da Tecnomodel sia quello che più si avvicina.
Pubblicato il 13 giugno 2009, ultimo aggiornamento: 25 giugno 2016
Wikipedia riporta una lista di locomotive a vapore in forza alle FS di ben 68 modelli a scartamento normale e 5 a scartamento ridotto. La lista riportata da “il mondo dei treni” (che distingue anche le sottoserie aventi lo stesso numero) arriva a contare 136 tipi solo per lo scartamento normale. In scala N se trova solo un piccolo sottoinsieme. Per la maggior parte si tratta di loco tedesche rimaste in Italia come prede belliche. Ecco la lista (probabilmente incompleta?) dei modellini che sono riuscito a rintracciare. Come per le altre liste, vengono elencati solo i modelli che sono o sono stati prodotti per la commercializzazione, e non i modelli unici di hobbisti. Alcuni modelli unici sono riportati in altri post:
Hobbytrain 10572 – Italianizzabile come Gr473 – Modello della G10 prussiana- al termine della prima guerra mondiale 9 unità furono consegnata all’Italia come parziale riparazione dei danni di guerra.
ACAR Models (001 e 003), ottenute modificando una base Graham Farish inglese ex F8 della LMS. Articolo n.1402/A e n.1402/B della Acar Models. Carrozzeria in metallo pressofuso, motore a 5 poli. Anche in versione con tender a gasolio
La Gr. 835 di HiTech RR Modelling, foto di Christian CIcognani
Tibidabo (prodotta nel 1966)
ACAR Models (non motorizzata)
Atlas/Rivarossi (Modello 2190, discretamente simile anche se con biellismo semplificato e duomo invertito)
HiTech RR Modelling, prodotta nel 2010, (290€ su prenotazione)
Gr. 875
rodiggio 1-3-0
Gr. 875 di JMT, Foto di Marco Emili dal forum ASN
JMT, presentata nel 2012
Gr. 880
rodiggio 1-3-0
FS Gr.880 CIL
CIL (non motorizzata)
Fine Scale Munchen
Gr. 897
rodiggio 0-5-0
Fleischmann Br 94 italianizzata in Gr. 897 “Pierina”
Sul sito di pescaraferr una guida a come italianizzare il modello Fleischmann.
Fleischmann art.7095 (ex Br 94 5-18, ex Preußische T 16)
RCR
Gr. 899
rodiggio 0-3-0
Gr.899. da Pescaraferr
Le Gruppo 899 erano delle locomotive austriache del Gruppo k.k.St.B 294.xx, divenuto FS Gruppo 899 in seguito alla incorporazione della linea Bolzano-Merano (Bozen-Meranen Bahn) e delle sue dotazioni infrastrutturali nella rete nazionale delle Ferrovie dello Stato alla fine della guerra in numero di 8 unità. La locomotiva 899.006 Merano (ex k.k.St.B 294.09) è conservata al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa.
La Gr.899 è simile alla BR 89. (sul sito di pescaraferr la documentazione del lavoro da fare per trasformare in Gr.899).
Arnold (BR 89 come base)
Gr. 940
rodiggio 1-4-1
GR.940 Fine Scale Muenchen, dal forum.spur-n-schweiz.ch
Fine Scale Munchen (in preparazione)
UTECA (in preparazione)
Gr. 999
rodiggio 0-3-0
Minitrix T3
ll gruppo 999 nacque allo scopo di raggruppare sotto un’unica voce un certo numero di locomotive eterogenee, differenti tra loro, anche se di prestazioni simili e tutte a tre assi accoppiati, che non erano inquadrabili in nessuno dei gruppi omogenei.
In particolare, la Gr999.005 era derivate dalla T3 tedesca. Di quest’ultima vi sono modelli prodotta da Arnold e Minitrix, che quindi forniscono una buona base di partenza per ottenere la motrice italiana.
RCR
Arnold T3 come base)
Minitrix T3 come base)
Br 52 italiana
rodiggio 1-5-0
Br 52 Minitrix, Foto da trains.manvell.org.uk
Br52 Minitrix
Tra il 1945 e il 1949 l’amministrazione delle Ferrovie dello Stato utilizzò in varie parti di Italia (Udine, Verona, Firenze, Pisa, Foligno…) delle motrici tedesche rimaste sul territorio nazionale alla fine della guerra: le BR52. In un post sul forum di ASN si trova un documento di Roberto Bracciante contenente alcune notizie storiche, e istruzioni per la modifica del modello Minitrix per “italianizzarlo”.
Pubblicato il 9 giugno 2009, ultimo aggiornamento: 6 ottobre 2015
Il panorama delle locomotori elettrici italiani FS/Trenitalia in Scala N è decisamente soddisafacente (nota: considero qui solo i modelli che sono stati costruiti per la commercializzazione, e non quelli realizzati da appassionati modellisti come modelli unici – i locomotori da manovra sono qui esclusi e verranno discussi in un articolo dedicato). Qualche assenza però c’è. In particolare, l’intero periodo della trifase è molto scoperto – ma di questo parliamo altrove.
Dell’epoca più recente esiste (o almeno è stato prodotto in passato) quasi tutto, ad eccezione di:
E.646 prima serie (ma Euromodell produce la E.645.021 che ha la stessa forma e livrea della E.646.001)
E.666 (peraltro esistita al vero solo a livello prototipale)
Ma ecco la lista dei modelli (trifase e manovra esclusi). Nota: i modelli prodotti da artigiani degli anni meno recenti sono discussi nel post “Artigiani di un tempo“.
Carrozzeria standard (castano-isabella/castano/XMPR)
Confezione della E.636 CLM in scala N
Cestaro
Riviermodel
Pozzati
CLM
Euromodell FP
N-kit (in lastrina)
“Camilla”
E636 “Camilla” di La Ferrovia del Caimano
La Ferrovia del Caimano
N-kit (in lastrina)
E.645
Prima serie (castano/castano-isabella/verde e bianco)
E645.025 prima serie di Euromodell-fp
Euromodell FP
CIL (non motorizzata)
N-kit (in lastrina)
Seconda serie (castano/castano-isabella/castano-isabella con modanature/navetta arancione panna viola)
E645 LoCoModels (Lorenzo Colli)
Cestaro
Pozzati
CLM
Euromodell FP
LoCo
Curiosità: dopo la fusione di Lima e Rivarossi, nella gamma Minitrain fu messa a catalogo la prossima produzione di E645 ed E646. Peccato che l’azienda fallì prima di realizzare il progetto…
E.646
Prima serie
E645.021 prima serie di Euromodell-fp – uguale alla E.646.001
Nessuno produce la prima serie di E.646, ma la E.645.021 di Euromodell-FP ha la stessa forma e livrea della E.646.001)
Seconda serie (verde magnolia-grigio perla\navetta\XMPR\treno azzurro)
Pubblicato: 20 maggio 2009, ultimo aggiornamento: 2 febbraio 2011
La lista di modelli motorizzati di motrici italiane prodotte industrialmente è limitata a pochi elementi. Per fortuna c’è un bel fiorire di modelli artigianali o di piccole aziende: certo che per la maggior parte delle tasche hanno costi proibitivi…
Ecco una lista (probabilmente incompleta…) di prodotti e produttori.La lista comprende solo i produttori che rendono disponibili commercialmente i loro artefatti, e che sono attualmente attivi. Indirizzi web e reali sono raccolti in una pagina referenziata in fondo a questa. Un’altra pagina contiene qualche informazione sulla produzione di artigiani del passato.
ALMA Models
Alma Models non esiste più, essendo confluita in Assoenne (Il link a http://www.almamodels.it/ è rediretto sul sito di Assoenne)
ALe 840
ALn 772
ALn 880
E400
E402B originale/XMPR
E444r ESCI
D341 Prima Serie
D341 Seconda serie
D345 origine/XMPR
Nota: secondo Darill Pellegrino, “le D345 xmpr, le e402b sia origine che xmpr di Alma Models non sono copie in resina ma bensì le del prado in plastica e migliorate con l’applicazione di decalcomanie stampate in tipografia”.
Nota – il sito web attualmente non esiste più a causa della chiusura di geocities su cui era ospitato. E’ stato recuperato da oocities, ma ilario non risponde più all’indirizzo e-mail riportato sul sito (bè su facebook) e probabilmente ha cessato la sua attività di N-ista.
E402b 402.159 originale/402.163 fascia rossa/402.151 politensione/402.138 multicliente
E402a
.
.
E424 XMPR di hitech-rr-modelling
Hitech-rr-modelling (di Alfonso Scoppetta e Caterina Mancuso. – Via Bolognese Nord, 63/A 59024 Vernio, località Sasseta – PO)
E.424 (castano/castano.isabella/navetta/XMPR)
D.213 (castano-isabella/verde)
E.652 di Irmodel completata da Pietro de “Il Brennero in Danimarca”
Irmodel
Piccolo produttore hobbistico – in passato ha realizzato delle motrici, attualmente (giugno 09) il sito riporta solo alcune carrozze e accessori. Delle motrici questo è quanto ho finora ricostruito:
Piccolo produttore USA che tra vari modelli americani produce la version italiana della 65-ton Withcomb, arrivata nella seconda guerra mondiale e rimasta qui come D143.