Pubblicato il 18 settembre 2021
“Bolzano, stazione di Bolzano. Coincidenza immediata con treno locale per Merano al binario uno. Servirsi del sottopassaggio. Affrettarsi, treno in partenza!.” Questo è quel che gli altoparlanti dichiaravano ogni giorno, quando alle 16:49, il treno 281 Alpen Express da Roma per München, Hamburg, København giungeva sul binario 3.
Essendo in Alto Adige, seguiva la traduzione in tedesco – o in qualcosa che gli assomigliava, giacché non sempre le pronuncia dell’annunciatore di turno era impeccabile, e il tedesco con marcato accento veneto non è proprio comprensibile.
Famoso era tra i pendolari il “An de spissedessughes busvaghen na meran” invece del canonico “An der Spitze des Zuges Kurswagen nach Meran” (“in testa al treno carrozze dirette per Merano”) per un convoglio proveniente da oltre Brennero. La voce aveva comunque – almeno in italiano, un tono decisamente ufficiale. Era così tutti i giorni, eccetto un mercoledì pomeriggio dell’inverno 1976, quando vi fu un fuori programma. Terminato l’annuncio ufficiale, la voce continuò, ma non nella lingua di Dante né in quella di Goethe, bensì in quella di Goldoni, o più propriamente di Arlecchino (Arlechín Batòcio, orbo da ‘na recia e sordo da ‘n ocio), giacché gli altoparlanti proseguirono con un “E andé pian che arivé lo steso, zio can“. Già, l’annunciatore aveva scordato di spegnere il microfono, prima di proclamare la sua appendice con tanto di quasi-bestemmia finale!
Scendemmo dal treno ridendo, e non sapemmo mai se l’autore dell’originale annuncio sia stato in qualche modo redarguito o sanzionato.
In quegli anni gli annunci in stazione spesso rivelavano l’accento del ferroviere parlante, e spesso era quello locale, con gli accenti al posto giusto: “Stazione di “Cómo. Treno per Lècco al binario…”. Poi giunse la standardizzazione, con annunci preregistarti, e più tardi, con l’avvento della tecnologia “text to speech” (TTS), le lettura automatica di messaggi digitati. Così oggi, dal Brennero a Sampieri (comune di Scicli), e da Limone Piemonte ad Otranto la voce degli annunci in stazione è la medesima, sintetizzata da un software.
Sul plastico è possibile riprodurre tali annunci con una voce che, se non è uguale, è molto simile a quella ufficiale Trenitalia. Lo si può fare avvalendosi di un sito che mette a disposizione delle demo di TTS:
https://www.oddcast.com/ttsdemo/index.php
Basta scegliere come lingua l’italiano, e come voce quella di “Raffaele” (o, secondo alcuni, “Roberto”).
Poi si digita l’annuncio voluto, si preme “say it” ed è fatto.
Se poi volete sapere con esattezza come comporre l’annuncio, potete leggere il “Manuale degli annunci” di Trenitalia.
Un suggerimento: le risorse disponibili su Internet spesso e volentieri scompaiono (ne abbiamo parlato alcuni anni fa nella nota “Digital Oblivion“). Conviene quindi registrarsi un po’ di annunci “standard”, cosicché se il sito dovesse in futuro scomparire si potranno continuare ad usare le registrazioni salvate.
Son sempre il capotreno del Pv di Bz, in quei tempi (felici) ivi residente. Una storiella del genere , noi del viaggiante, l’avremmo sicuramente conosciuta per sentito dire. Gli annunci erano molto seri. Avevamo la Pina, se ben ricordo, che, purtroppo aveva una pronuncia grassa, stracca, non del tutto angelica come ci si aspettava. Mai sentito quanto raccontato nella esposizione soprastante. Fra l’altro mi piacerebbe sapere come , l’autore, ha conosciuto SAMPIERi, visto che io ho scelto di abitare quaggiù. Se a qualcuno può interessare, ho una foto del cartello (metallico) itinerario KOBENHAVN – Roma. Comunque si trattava di un treno stupendo, molto frequentato e di un certo livello qualitativo, soprattutto con le vetture DB. M.R.Schepis
Eppure la storia è proprio vera, l’annuncio l’ho sentito personalmente scendendo dall’Alpen Express (ero pendolare su Trento, e una volta in settimana si tornava con quel treno, di solito scegliendo la carrozza DSB). E ho testimoni: gli amici di allora. Quanto a Samperi, se non ho sbagliato è la stazione più a sud d’Italia, così come quelle di Limone Piemonte ed Otranto dovrebbero essere rispettivamente quelle più a Ovest e ad Est. Un caro saluto, Mario!
Non mi è mai passato per la mente localizzare le stazioni come fa il mio interlocutore, per poter definire la loro esatta posizione. Mancherebbero longitudine e latitudine, ma fa lo stesso. Comunque ringrazio il medesimo per la segnalazione, abitando a Sampieri ho imparato un’altra prerogativa del posto. M. Schepis
Racconto quanto successo, sempre in quel tempo di tanti anni fa, alla stazione di Chiusa. Ilarità per ilarità. In stazione suonavano entrambi i campanelli. Parecchie persone attendevano il treno per Brennero, in primo binario. Per primo arriva il treno da Brennero, in secondo binario, rivelatosi un merci in velocità senza fermata. Passano tanti carri, ma l’ultimo presenta un incredibile spettacolo: il frenatore stava, di spalle, aggrappato ai corrimano verticali della garitta con le brache calate ed in piena attività di svuotare l’intestino. Si è vista la scena in alcuni attimi, la gente è scoppiata a ridere ed il capostazione invano ha cercato di colpire il malcapitato con la sua paletta che aveva in mano. Succede, tra l’altro 90 km come fai in un buco largo quanto un fazzoletto? Il frenatore non ha saputo calcolare località, velocità e porta da aprire…..
Non è un commento, ma una proposta. Visto che parlate di sigle, di vetture, di locomotive, di stazioni, di tecniche varie et similia, andiamo su un argomento pratico, mai citato, anche per vedere la vostra preparazione. Quel treno che vedete su in cima è l’ALPEN EXPRESS, con vetture italiane. Ne ipotizziamo tredici. Alla quintultima si interrompe il freno, pertanto restano cinque vetture prive di frenatura operata dal macchinista. Indicate tutte le operazioni che il capotreno deve intraprendere, comprese iniziative alla protezione coda (di allora). Ex CT Schepis M.- Bolzano
PS- allora non avevamo telefonini
Premessa: questo non è un sito dedicato a chi voglia diventare ferroviere, ne’ il tentativo di mostrare al mondo chissà quale conoscenza. Lo scopo di queste note è specificato nella sezione “Chi siamo”: https://scalaenne.wordpress.com/about/.
Detto questo, per rispondere alla domanda posta rimanderei alla lettura del documento “Istruzione sull’esercizio del freno continuo automatico”. ed. 1966 ristampa 2014, Art. 22 “Guasti ed irregolarità al freno continuo durante la corsa del treno” a pagina 72. Il documento è reperibile su https://documen.site/download/istruzione-sullesercizio-del-freno-continuo-automatico-per-i-convogli_pdf. Comunque, se Mario vuole aggiungere la propria descrizione è benvenuto 🙂
Sono in rete oggi 22/ott. Ovvio che non ritengo codesto sito una guida che impartisca lezioni ai prossimi ferrovieri.Ma, costatata la Vs passione per sigle, codici, nomenclature, vetture. motrici, pesi, frenatura, modalità varie, ecc, perché non includere anche “modalità” e procedure per emergenze in linea?Sapete perché conduttori e capitreno avevano le proprie borse piene di petardi?E perché in macchina vi era una corda metallica con due calamite alle estremità? Ma non chiedo risposta, per il semplice motivo che oggi è tutto cambiato: Sono argomenti superati, ridicoli per voi , ma malinconici per noi che abbiamo raggiunto età ragguardevoli. Una volta ho portato un treno “storico” da Bolzano a San Candido. 740 più le solite milleporte(che avevamo in regolare servizio negli anni “60). Un vecchio macchinista assisteva alla partenza, lo osservavo. L’ho visto con le lacrime quando, con un potente fischio, il macchinista ha dato l’avvio…..Scusate le intrusioni.
PRECISAZIONE: ho chiamato milleporte quelle vecchie carrozze di 2^ e 3^ classe, in quanto, nel meridione, a detta di alcuni colleghi napoletani, nelle fermate i viaggiatori scendevano a destra e a sinistra, lasciando tutte le porte spalancate. Potete immaginare i variegati moccoli del conduttore nel dover chiudere tutte quelle aperture e poter dare il pronti. E non vi era mezzo di convincere a scendere unicamente dalla parte della stazione.
“Ceva, Ceva, stazione di Ceva, per Bagnasco, Garessio, Ormea si cambia, per Bagnasco, Garessio, Ormea si cambia”.
Questo l’annuncio “umano” alla stazione di Ceva per le coincidenze verso Ormea, e fin al 1994 c’erano anche quelle per la linea di Bra che però non ho memorizzato.
Episodi curiosi ne sono capitati anche a Savona, con il microfono acceso accidentalmente è stato detto di tutto, compresa una collega che ha letto le sue analisi a tutti i viaggiatori. A memoria mai che sia partito un rimprovero, al massimo un “amichevole” richiamo da parte del DM e le prese in giro telefoniche dei colleghi (all’epoca eravamo tanti) che avevano sentito.
Interessante l’articolo sugli annunci vocali di stazione.
Ho scaricato il sito e mi pare funzioni bene.
Ma c’è un modo per memorizzarli?
Non sono un granché nelle tecnologie……..
Un modo si trova sempre, ma la cosa più semplice è se te lo registri con il telefono. Poi il file registrato lo puoi condividere in vari modi (ad esempio via mail o drive). Puoi dare un’occhiata qui per varie opzioni.: https://www.aranzulla.it/come-registrare-la-voce-1159936.htm
Grazie davvero
Non avevo pensato al telefono……
Alle prossime!!!!
Visto il commento su Sampieri, considerato il fatto che conosco la stazione sin da piccolo, posso definire, codesta stazioncina, una piccola perla di bellezza: un piccolo giardino con fiori e piante varie (poteva mancare il limone e l’arancia?), un lavatoio protetto da un tettuccio ed accanto la cisterna, un fabbricato per la famiglia del capo stazione(sì, una volta vi era il capo stazione) un piccolo magazzino sopraelevato per le merci e le leve a contrappeso per il p. l. Di giorno si esponeva la bandiera verde o rossa, di sera il fanalino a petrolio o a cera, con i classici vetri verdi o rossi. Difronte alla stazione tutta la campagna con i carrubi, e poi il mare, immenso. Di là venivano arabi e turchi per depredare le nostre genti. Ma, onore agli intrepidi marinai, partivano, nell’ultima guerra, con le paranze cariche di carrube per i maltesi che morivano di fame.