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Archive for the ‘Rotabili italiani’ Category

Pubblicato l’11 maggio 2024

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La prima vettura misure a circolare sulla rete italiana fu una carrozza dinamometrica delle Compagnie  des Chemins de Fer de l’Ouest che quest’ultima prestò a inizio 1901 alla Rete Adriatica (le FS sarebbero nate solo qualche anno dopo) per effettuare misure sulla nuova locomotiva 3701, il prototipo che in ambito FS sarebbe stato il capostipite del Gr.670, le Cab Forward italiane.

Più tardi le FS si dotarono di propri mezzi di misura, e forse un giorno ne ripercorreremo la storia. Per adesso ci limitiamo a fare un balzo in avanti giungendo ai giorni nostri per descrivere la nuova livrea dei convogli misura e mostrarne qualche esempio.

Rete Ferroviaria Italiana, l’azienda della Holding Ferrovie dello Stato Italiane proprietaria della rete, controlla sistematicamente i parametri manutentivi dell’infrastruttura. Lo fa tramite i suoi treni diagnostici, che costituiscono una flotta di veri e propri laboratori viaggianti. Di uno di questi, Archimede, abbiamo parlato in dettaglio in note precedenti [1][2].

E402B.142 per il treno Archimede nel gennaio 2021 tra Foligno e Spoleto, Foto Alexandru Cenusa da ferrovie.info

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Pubblicato il 23 marzo 2024

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Di recente abbiamo discusso delle carrozze per il trasporto di detenuti. Abbiamo visto come in epoca FS ve ne siano state di 4 tipi: le K 48.100 e le Kt 48.400 a due assi, le Kz 48.600 a carrelli del 1953 e le due carrozze derivate dalle UIC-X standard.

Questa volta diamo un’occhiata alle realizzazioni modellistiche.

Iniziamo con quelle in scala N. Dato che non abbiamo trovato alcuna traccia di realizzazione in 1:160 di alcuno dei tipi di cellulare FS, abbiamo pensato di provare a farle noi, concentrandoci sulle Kz 48.600 che sono quelle che più si avvicinavano alle vetture con cui abbiamo già fatto esperienza. Le abbiamo disegnate al computer con un CAD e fatte stampare in 3D da un service professionale italiano. Una volta ricevute le stampe, abbiamo verniciato le casse ed applicato le decals che Giacomo Spinelli ha disegnato per noi. I modelli, che abbiamo mostrato al recente Hobbymodel di Verona, rappresentano la 48.605 in castano, la 46.603 in grigio ardesia e la vettura 48.622 conservata presso il Museo Ferroviario delle Puglia in castano isabella.

Kz 46600 in scala N in livrea castano

Kz 46600 in scala N in livrea castano isabella

Kz 46600 in scala N in livrea grigio ardesia

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Pubblicato il 2 marzo 2024

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Per molti anni le ferrovie si fecero carico del trasporto di detenuti. Allo scopo vennero costruite vetture apposite che, come i furgoni adibiti allo stesso scopo, sono chiamate “cellulari”. Di queste ci occupiamo oggi.

Carrozza cellulare Kz 48.622 il livrea Grigio Ardesia – foto da museoferroviariodellapuglia.it

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Pubblicato il 27 gennaio 2024

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Riprendiamo a parlare dei nostri modelli in scala N realizzati in stampa 3D: dopo le Tipo 1921 e le vetture di servizio da esse derivate[1][2], proseguiamo con le Tipo 1931. Le avevamo già portate in preview a Novegro, ma ora sono pronte.

Le 1931 in scala N:  una 31000 Grigio Ardesia, una 21000 in Castano, una 11000 Castano Isabella e una 11000 verde (livrea sperimentale della 11900)

Si tratta di vagoni FS in scala esatta che, a quanto ci risulta, non sono mai stati riprodotti in scala 1:160 in passato. Innanzitutto vediamo di inquadrarli storicamente, e di capire le differenze rispetto ad altri tipi di carrozza.  Abbiamo già scritto una nota sulla storia delle Tipo 1931, ed un’altra sulle realizzazioni modellistiche in H0, ma ricapitioliamo qui i punti salienti.

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Pubblicato il 13 gennaio 2024

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Blu e azzurro azzurro tornano, ad intervalli, sui convogli italiani. Abbiamo avuto il blu delle carrozze letto (anche in tono più scuro con le IC notte) e poi delle note di blu XMPR sulle vetture Giubileo. Più recentemente la livrea DTR ha sfoggiato del blu, che abbiamo quindi sui vari Swing, Pop , ecc. Ovviamente poi sui nostri binari è passato, ed ancora transita, un blu molto più elegante e fascinoso: quello delle vetture CIWL,

L’azzurro, più raro, ha marcato rotabili eleganza e fascino non inferiori a quelli delle carrozze dell’Orient Express: abbiamo avuto il Treno Azzurro, negli anni della rinascita postbellica, e poco più tardi il superbo periodo del grigio perla e blu orientale (e quel grigio pare quasi un tono di azurro).

A quest’epoca pare ispirarsi una nuova livrea di FS: quella di Treni Turistici Italiani (TTI), che però a nostro avviso è lontana dall’eguagliare la finezza del vestito delle Tartarughe di origine.

Il convoglio TTI verso Calalzo

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Pubblicato il 16 dicembre 2023

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Tra le motrici italiane più curiose vi sono indubbiamente quelle del gruppo 670 e derivati. Sono infatti delle Cab Forward (tipologia della quale abbiamo parlato recentemente), ovvero macchine che hanno la cabina di guida in testa invece che averla dietro la caldaia come avviene usualmente.

Locomotiva con tender a botte con la marcatura FS iniziale 6943  (gruppo 690, divenuto poi 670)

La scelta di posizionare la cabina in tal modo è in genere attribuita all’esigenza di migliorare la visibilità del macchinista, e la vivibilità dell’intero equipaggio di cabina, specie in presenza di lunghe gallerie che spesso furono causa di malori (e persino morte) di macchinista e/o fuochista per via del fumo (ricordiamo il caso estremo della tragedia di Balvano nella quale, assieme agli operatori di macchina, perirono 500 persone).

Eppure nel caso delle 670, questa non fu la motivazione primaria, quanto piuttosto un gradito effetto collaterale.

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Pubblicato il 9 dicembre 2023

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A Novegro avevamo portato le nostre vetture FS di servizio in scala N, e ne avevamo parlato anche qui in una nota apposita. Si tratta di modelli di nicchia estrema, tanto che neppure in H0, dove in genere si trova di tutto, è possibile reperirle: sicuramente quantomeno non in modo così articolato, con una declinazione in una decina di diversi modelli, ciascuno con la sua storia. Con l’eccezione della Vacei, tutte le vetture che avevamo fin qui trattato erano classificate Vad (Vettura Alloggio Dormitorio), anche quando il loro ruolo era diverso, come per la 99-29 020 che era adibita a cucina e mensa, e che aveva operato durante l’elettrificazione della Val Pusteria (a proposito, abbiamo reperito delle immagini addizionali di quella vettura, anche con gli interni, e come facciamo in questi casi abbiamo aggiornato la nota relativa).

Strada facendo abbiamo scoperto un altro paio di carrozze di servizio, sempre derivate dalle Tipo 1921 ma con ruoli e marcature differenti: abbiamo quindi deciso di realizzare anche quelle.

Dettaglio della 99-29 097-2 Vofz in scala N, con la serranda.

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Pubblicato il 18 novembre 2023

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Abbiamo di recente discusso della Sagoma Limite e del Profilo Minimo degli Ostacoli (PMO). Abbiamo visto come si verifica che un carro non ecceda la Sagoma Limite , grazie ad una semplice infrastruttura fissa un tempo assai comune (oggi meno, perché le piccole stazioni non effettuano più operazioni sui carri merce come si faceva ai tempi dei treni raccoglitori).

Ma come si verifica che una linea ferroviaria sia consistente con la sagoma limite, ovvero che rispetti il Profilo Minimo degli Ostacoli? Anche qui la soluzione è semplice: in un epoca meno tecnologica di quella odierna, si usavano dei carri sui quali era montato un castello che aveva le dimensioni della sagoma limite, e lo si portava a spasso per la linea controllando che non toccasse nulla! Questo era particolarmente importante ad esempio nel collaudo delle gallerie. Questi carri avevano una marcatura apposita: Vg, Visita gallerie, o Vsagm, ovvero Carro Verifica della Sagoma Limite.

Un carrellino per visita gallerie ripreso nel 1984 nella stazione di Francavilla di Sicilia – foto A. Falcone da clamfer.it

La foto mostra appunto uno di tali carri: si può notare l’intelaiatura che rappresenta la sagoma limite. L’intelaiatura presentava sul bordo esterno una serie di lame metalliche appuntite e lunghe una trentina di centimetri le quali, durante la lenta marcia del convoglio in galleria, urtando, si flettevano segnalando in tal modo agli addetti ai lavori la presenza dell’ostacolo.

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Pubblicato il 21 ottobre 2023

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Presi dalla pandemia quasi non ce ne eravamo accorti, ma il 2021 era l’Anno Europeo delle Ferrovie. In quell’occasione, la UE organizzò un convoglio celebrativo, il Connecting Europe Express, ovviamente vestito di una speciale livrea blu che richiama la bandiera comunitaria.

Transito in Austria sulla linea del Brennero del Connecting Europe Express trainato dalla 1116.276 in livrea dedicata – Foto Markus Kistler da bahnbilder.warumdenn.net

Partito da Lisbona il 2 settembre 2021, ha attraversato gli stati dell’Unione percorrendo circa 20.000 Km e terminando la sua corsa a Parigi il 7 ottobre 2021, con una rispettabile media di circa 500 km al giorno, fermandosi in oltre 100 stazioni nelle quali hanno avuto luogo vari eventi.

Ha percorso 22 dei 26 stati dell’Unione : Malta e Cipro non hanno ferrovie, mentre Irlanda e Finlandia hanno binari a scartamento largo e non sono direttamente raggiungibili in treno provenendo dagli altri stati membri. In compenso, ha corso sui binari di alcuni stati non membri: per raggiungere la Grecia ha attraversato Serbia e Macedonia del Nord, ha percorso il Bothnian Corridor che passa per la Svezia per congiungere Danimarca e Repubbliche Baltiche. mentre un ruolo speciale lo ha avuto la Svizzera, isola non comunitaria nel cuore dell’Unione.

Percorso del Connecting Europe Express

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Pubblicato il 16 settembre 2023

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Studiando le Tipo 1921, abbiamo imparato come molte di queste carrozze degli anni ’20 siano rimaste attive fino al nuovo millennio in ambito FS,  trasformate in vetture di servizio. Abbiamo quindi approfondito l’argomento cercandone immagini e documentazione: ne abbiamo parlato in una nota dedicata. Abbiamo visto come molte siano divenute Vetture Alloggio e Dormitorio (Vad), mentre altre hanno avuto sorti diverse, divenendo cucina e mensa, o aule didattiche. Altre ancora sono divenute il treno del Genio Militare per le emergenze: anche di queste  abbiamo già discusso. Abbiamo provato anche a vedere cosa fosse stato realizzato modellisticamente: non molto, ci pare.

Una vetture derivata da una ex Cz 30000 (Tipo 1921) era presente in un kit ErreZeta che riproduceva l’intero convoglio di appoggio ad un carro gru residente a Milano negli anni ’70.

Carrozza Vad per il convoglio di appoggio a un carro gru a vapore, modello H0 di ErreZeta

Una lista di carri soccorso e affini commerciali in H0 è presente su Valestelor, ma tra di esse non troviamo nessuna vettura derivata dalle Tipo 1921-1937.  La lista non comprende una realizzazione di ACME che ha prodotto una coppia composta da una Vad derivata da una Tipo 1933, accompagnata da un ex bagagliaio trasformato in officina.

Carrozza Dormitorio (ACME 50226) assieme alla carrozza officina Vofm ex bagagliaio (ACME 50245), in H0

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