Se c’è una cosa di cui si sente la mancanza nella scala N italiana è un po’ di vapore in più. Sul fronte industriale c’è una discreta popolazione di “prede di guerra”, che però nella maggior parte dei casi sono motrici esistite al vero in pochi esemplari, e che non rappresentano affatto lo stile delle locomotive d’Italia. Contrariamente a quanto avviene per le motrici elettriche, anche la produzione artigianale offre poco, e quel poco è davvero a caro prezzo. Qualcosa, in numeri assai piccoli, c’è stato in passato (le Vaporiere di Cantarella e, in numeri altrettanto piccoli, la produzione di Spinelli). Dunque chi vuole il vapore a 1:160 sul plastico o in vetrina deve ingegnarsi, come a suo tempo aveva fatto Muzio.
Mostriamo quindi con piacere il lavoro di Gigi Voltan, al secolo Luigi. Gigi non ha bisogno di presentazione: è noto come un’autorità nel campo della conoscenza della storia dei rotabili FS: al suo attivo ha vari libri (la Bibbia delle carrozze FS!) e anni di collaborazione con “TuttoTreno”. Offre volentieri la sua conoscenza a modellisti e artigiani affinché ogni griglia sia al posto giusto ed ogni scritta corretta – basta chiedere! Lo sappiamo bene in questo blog che si giova delle sue sistematiche correzioni, integrazioni e suggerimenti, al punto che lo consideriamo anche un po’ suo.
Gigi è anche modellista raffinato ed esperto. Il suo primo approccio alla N è stato a fine anni ’70 con quel che offriva Lima (D.341, E.444, carrozze, carri e accessori come la stazione e la pensilina). Dopo un lungo periodo in cui la passione modellistica ha viaggiato su binari di altre scale (H0 e 0), e’ tornato alla N in anni relativamente recenti, ripartendo nell’autunno del 2007 con la D.341 Rivarossi ed una UIC-X FS di seconda classe.
Oggi vediamo quali fiori neri siano nati dalle sue pazienza e passione. Li mostriamo anche perche’ di ciascun modello è possibile trovare una descrizione del lavoro fatto per ottenerlo, e quindi altri possono seguire la via aperta. (altro…)
pubblicato l’8 dicembre 2012, ultima modifica 7 gennaio 2023
L’Orient Express ha sempre avuto un grande fascino sia nella versione originale che nella “Simplon” che attraversava il Nord Italia, ed anche nei vari treni turistici di lusso dei giorni nostri basati sulle carrozze d’epoca (Pullman Express, Venice Simplon Orient Express, Nostalgie Istanbul Orient Express…). Delle carrozze CIWL abbiamo già ampiamente parlato in una serie di articoli, ed abbiamo visto come tantissime siano riprodotte in scala N. Ma se uno volesse mettere un Orient Express su un plastico a tema italiano, che motrici dovrebbe usare?
Facciamo qui un excursus storico per rispondere a questa domanda. Come vedremo, la risposta è lunga e credo interessante.
Gr.683
Iniziamo dall’epoca del “vero” Simplon Orient Express, che provenendo dal Sempione attraversava Milano e Venezia per lasciare poi l’Italia a Trieste. Fino al 1957 la Milano-Venezia non era elettrificata, e della Venezia-Trieste l’elettrificazione riguardava solo l’ultima tratta, la Cervignano-Trieste.Il traino quindi avveniva grazie a macchine a vapore. Sul bel sito trains-worldexpresses.com ho trovato due foto, entrambe prese a San Giorgio di Nogaro nel 1957, proprio poco prima della fine del periodo del vapore. La prima ritrae l’Orient Express al traino della 683.695, in una composizione di bagagliaio-scudo più nove carrozze.
La Gr.683.695 alla testa del Simplon Orient Express a San Giorgio di Nogaro nel 1957. Foto Wolfgang Messerschmidt da http://www.trains-worldexpresses.com/
Gr.691
La seconda mostra lo stesso treno al traino della “Pacific” 691.019. Qui le carrozze dopo il bagagliaio-scudo sono sei. In entrambi i casi è estremamente difficile riconoscere la composizione, ma ci fidiamo di quanto indicato nel sito: è l’Orient Express, e le carrozze dopo il bagagliaio dovrebbero essere delle CIWL.
La Gr.691.019 traina il Simplon Orient Express a San Giorgio di Nogaro nel 1957. Foto Wolfgang Messerschmidt da http://www.trains-worldexpresses.com/
L’operatività del treno, che aveva fatto la sua prima corsa nel 1919, cessò nel 1962 (dal 1939 al 1945 le corse avevano ovviamente subito una interruzione). La tabella di marcia del treno del 1960 si trova su streamlinerschedules.com. E’ probabile che negli anni tra il ’57 e il ’62 il compito di trainare le carrozze del Simplon Orient Express sia stato affidato a una macchina elettrica, ma non abbiamo trovato evidenza di quale potesse essere: quasi certamente delle E.428, e forse le nuovissime E.646.
Gr.640
Facciamo un salto di 35 anni: il Simplon Orient Express non è più sugli orari ferroviari, ma ha iniziato i viaggi della memoria. Nel 1992 circolava in una composizione eterogenea: bagagliaio e carrozza Pullman in livrea Fleche d’Or, seguita da una Pullman in livrea Blu-Crema, una carrozza in livrea Blu, e altre due (Pullman?) in Blu-Crema. La troviamo ritratta a Genova al traino della 640.143.
Dieci anni prima (1982) era iniziata l’avventura del Venice Simplon Orient Express (VSOE), che aveva recuperato e restaurato varie carrozze letto e pullman CIWL ed aveva inaugurato l’era del costosissimo treno di lusso che circola ancora ai giorni nostri. Lo vediamo nell’agosto 1988 sulla linea del Brennero, al traino della E.636.366.
E.636.366 a Colle Isarco – agosto 1988 – foto da forum-trenoincasa
E.645
Lo stesso anno, sempre nei pressi del Brennero una foto lo mostra tirato da una E.645 seconda serie.
E.645.045 in testa al VSOE in discesa dal Brennero, 1988 (da trenoincasa.forumfree.it)
Quattro anni dopo (1992), ancora una E.645 a Bolzano.
E654.089 a Bolzano, 15 aprile 1992 – foto da drehscheibe-foren.de
Sempre una E.645, ma questa volta in veste di motrice storica, in direzione opposta a Dolcè. E’ ormai il 2006 e la E.645.018 è una “prima serie”.
Menzione speciale per la E.645.040, nella speciale livrea “Treno Azzurro”, forse la più bella per accompagnare il VSOE. Merita non una ma due immagini!
C’è anche un video che mostra il passaggio del VSOE trainato dalla E.645.040:
E.646
La E.645 si è vista di frequente a inizio anni ’90 sulla linea del Brennero, ed è probabile fosse preferita alla E.646 per via dei suoi rapporti corti “da montagna”. Così dopo lunghe infruttuose ricerche mi ero convinto che la E.646 non fosse mai stata alla testa di un VSOE (nemmeno in pianura, vista l’assenza di testimonianze fotografiche). Ed ecco, mi sono imbattuto in una foto del tutto inaspettata: una E.646 in livrea navetta…
VSOE trainato da una E.646 navetta. Quasi incredibile…
E.632 – E.633
Tra le due, la E.632 (con rapporti più lunghi) dovrebbe essere usata per i treni passeggeri, e la dispari per i merci. Spesso in realtà anche la E.633 faceva servizio viaggiatori. Nel caso del VSOE, abbiamo trovato testimonianze visive risalenti ai primi anni ’90. Una coppia di E.633 si arampica sulle rampe del Brennero, mentre una E.632 è pronta a Venezia per il tragitto in pianura fino a Verona.
Ero certo che anche le Tartarughe avessero trainato il VSOE, ma la caccia alla foto è stata lunga e difficile. Poi finalmente ci sono riuscito, ed ho trovato due immagini del 2005-2006. Una foto è piccola, ma dà testimonianza della presenza della E444R in testa al VSOE.
E.444.090 (444R in livrea XMPR) a Colle Isarco (pochi km dal Brennero) il 22 luglio 2005
Nel 2023 le abbiamo viste anche con la versione iniziale della livrea Treni Turistici Italiani
Due E.402B TTI in testa al VSOE – foto lorenzobanfi17 da facebook
E.405
Negli anni più recenti, la macchina più frequentemente usata per il VSOE, almeno lungo l’asta dell’Adige, è stata la E.405. Trovare immagini della E405 con il VSOE è facile. Ne abbiamo scelta una che ci sembra particolarmente bella sia per l’ambientazione di montagna nei colori autunnali, che per la visione dell’intero convoglio di 16 carrozze.
Una presenza curiosa è quella di una vecchia E.626, impiegata a Venezia nel servizio di manovra per portare le carrozza VSOE dal deposito al binario per l’inizio di un nuovo viaggio.
Per due anni (2010 e 2011) la Ferrosud di Matera è stata incaricata di effettuare la manutenzione delle vetture del VSOE. In Basilicata era quindi possibile vedere alcune carrozze trainate da uno “shunter” di servizio: probabilmente si tratta di un Greco DVL 150.
Il VSOE ha una composizione variabile, che in anni rcenti non scende mai sotto le 12 carrozze ma che spesso raggiunge le 17: un record di lunghezza, per i treni circolanti in Italia. La tratta che scavalca il passo del Brennero (1372 m.s.l.m.) partendo dai 262 m.s.l.m. di Bolzano è decisamente impegnativa, ed ovviamente ancor di più lo è con un carico eccezionale di questo tipo. Molto spesso quindi tra Bolzano e il Brennero si ricorre alla doppia trazione (lo si fa sempre anche sul versante austriaco, da Innsbruck al passo), e a volte la doppia parte direttamente da Verona. Oggigiorno la doppia è quasi sempre fatta di due E405. Poco sopra abbiamo già visto una doppia di E.633 nel 1990. Sono interessanti però anche le doppie trazioni eterogenee. Ne abbiamo trovato diverse testimonianze fotografiche, che riportiamo qui. Come si può vedere, non c’è quasi limite alla fantasia!
Ora che abbiamo visto il mondo reale, facciamo una rapida carrellata su modelli in Scala N. Le carrozze le abbiamo già discusse ngli articoli riguardanti le carrozze Pullman, le carrozze letto costruite tra le due guerre ed il VSOE. L’unica carrozza visibile nei convogli mostrati qui e non presentata negli altri articoli è il furgone/bagagliaio, che nella versione Flèche d’Or del 1992 è stato prodotto da Rivarossi prima, ed in nuova edizione da Arnold poi.
Furgone CIWL in livrea Flèche d’Or. Modello Arnold
Passiamo quindi a vedere i modelli delle macchine che abbiamo incontrato alla testa delle varie versioni di Orient Express in Italia.
Vapore
La 683 non mi risulta prodotta in scala N. La 691 è stata prodotta da Euromodell FP, ed una versione artigianale fu realizzata da Cantarella. C’è poi la versione statica Del Prado che è motorizzabile a partire da una Br01 Minitrix, come documentato nel numero di novembre 2012 del giornale di ASN (ScalaN News).
FS Gr.691 realizzata da Bodo Fonfara (Euromodell FP)
E.645 prima serie. Modello statico CIL, motorizzabile con il kit linemodel, erroneamente dichiarato come “E636” da CIL. Foto da digilander.libero.it/sportinglife
E.645 seconda serie, Euromodell FP, Foto Collezione Angioy
E.646 Navetta Loco,Foto Collezione Angioy
E.656 Loco, Foto Collezione Angioy
I Tigre
Anche qui, come spesso, Lorenzo Colli (LoCo) viene in soccorso del modellista italiano, con la sua bella E.633 in livrea d’origine.
E.633 Colli
In precedenza era possibile costruirsi un Tigre(E.632, E.633, E.652) a partire dalle lastrine di Mario Malinverno. Le stesse motrici, in resina, sono state prodotte da Irmodel (Nino Iraci). Anche Fine Scale München ha realizzato una E.632.
E.633 di Mario Malinverno, Premio Muzio 2008
E.633 Irmodel,Foto Collezione Angioy
L’epoca XMPR
Le E.444R sono realizzate da Mehano-Tibidabo.
E.444R Mehano XMPR-1, foto da ngaugeblog.wordpress.com
Per le E.402, la A sono state realizzate da Euromodell FP, Fine Scale Muenchen, Fratix, Lineamodel (in kit, o montate e collaudate), LoCo e Pirata.
Le B sono state fatte da ALMA Models, Assoenne, Ferrovia del Caimano (ricoloritura del modello Del Prado, con pantografi Lineamodel), Fine Scale Muenchen, Fratix, Del Prado (modello statico facilmente motorizzabile).
Abbiamo visto come la E.626 abbia avuto solo un ruolo da comparsa. La includiamo comunque in questa galleria di modelli in scala N. La prima, storica versione, era stata realizzata da Tibidabo già negli anni ’70.
E.626 Tibidabo
Sempre in quegli anni, vi erano lastrine vendute da Onorato Isacco. Successivamente sono arrivate le lastrine di Mario Malinverno, e più di recente la E.626 di terza serie di Safer, e la seconda di Lorenzo Colli (LoCo).
pubblicato il 26 dicembre 2010, ultimo aggiornamento: 10 settembre 2012
Terminiano la miniserie su come procurarsi a costo contenuto modelli italiani. Dopo aver trattato merci, viaggiatori, motrici nuove ed usate affrontiamo il tema di materiale hobbystico prodotto in piccolissima scala. Alcuni hobbisty evoluti (in passato Ilario Baccari, oggi Gianni Prin Derre) mettono a disposizione delle casse verniciate di motrici italiane. Modelli statici di motrici italiane sono stati realizzati anche da Del Prado e CIL: erano oggetti venduti in edicola assieme a fascicoli, e sono ancora reperibili su ebay. Come nel resto di questa serie non ci occupiamo di oggetti da autocostruire (come le lastrine) o da elaborare prima di poterli mettere a girare sul plastico.
I modelli statici possono decorare pregevolmente il plastico. Fino al 2009 era possibile ottenere i modelli direttamente dalla Del Prado a circa 13€, ora si deve ricorrere ad ebay dove li si trova a prezzi variabili: da un paio di Euro a prezzi abbastanza alti (anche oltre i 20 €) a seconda del periodo e del modello.
Sulla base di modelli statici o di carrozzerie hobbistico-artigianali, su ebay si trovano vari modelli unici o realizzati in piccolissima serie da amatori.. Con un pò di attenzione si possono trovare cose interessanti. Le cose a cui fare attenzione sono soprattutto:
la qualità della motorizzazione;
l’esattezza del passo;
l’altezza sul ferro.
Riguardo alla motorizzazione, ci sono principalmente tre famiglie di realizzazioni:
l’adattamento di un telaio di motrice industriale.
La prima scelta, un tempo rarissima, è diventata accessibile grazie al lavoro di Lineamodel, che tra i 75 e i 110€ propone telai motorizzati in ottone fresato completi carrelli per dare vita alle D345, E402, ALn556 Del Prado, la E645 CIL e la E.404/414 NewRay, e per rimotorizzare vari altri modelli. E’ quindi possibile, realizzare i modelli finiti a costi tra i 100 e i 140 €, anche se occorre metterci un po’ di lavoro. E’ possibile rivolgersi ad esempio anche ad Assonne o a Nino Martire per delle motorizzazioni alternative. La motorizzazione per la E.428 è proposta da Lorenzo Colli, ma sfora il limite di budget che abbiamo proposto.
La seconda opzione è quella nettamente più comune, ma lascia in genere a desiderare. I carrelli motorizzati sono generalmente molto veloci, e non riescono a viaggiare a velocità bassa, insomma finiscono per essere più giocattoli che modelli. Inoltre spesso le soluzioni offerte sono ottenute con grandissima approssimazione, e con scarsissima considerazione del passo corretto, prendendo uno dei carrelli disponibili e letteralmente “ficcandoci sopra” una carrozzeria DelPrado o CIL. Addirittura si sono viste delle E645 motorizzate BoBo, cioè con due carrelli invece di tre! (e senza nemmeno curarsi di creare almeno un falso carrello centrale …). Con un pò di frequentazione di ebay.it, è facile individuare i prolifici venditori piuttosto approssimativi, e starne alla larga…
La terza scelta è generalmente meglio, anche se più cara e assai meno frequente della seconda: in primo luogo le motrici realizzate utilizzando telai e motori Fleischmann, Minitrix o Hobbytrain hanno una qualità di marcia incomparabilmente superiore a quella dei carrelli giapponesi, e poi in genere i modelli sono frutto di una ricerca più accurata di telai che abbiano passo e distanza tra i carrelli adeguati.
L’altezza sul ferro è (un pò in tutti i casi) poco esatta: a volte è sbagliata di di poco, altre volte esageratamente. Come sempre, si tratta di capire quanto si sia tolleranti con le inevitabili imprecisioni.
Infine, qualche rara volta è anche possibile trovare modelli riverniciati. Anche qui, si va da pezzi interessanti a oggetti inguardabili (qualche tempo fa c’era su ebay una tartaruga in castano e isabella!).
Si tratta quindi di verificare accuratamente come stiano le cose prima di acquistare.
Presentiamo qui alcuni esempi del secondo tipo (motorizzazioni “giapponesi”)
D.345 Il modello (che ho acquistato circa un anno fa per 70€) ha un passo è chiaramente sbagliato, ed è montato su un carrello motorizzato Kato con trazione su due assi dalle prestazioni non esaltanti. Ha alcune cose pregevoli (luci bianche e rosse) ed altri guai imperdonabili: era sostanzialmente in grado di viaggiare solo in rettilineo e in assenza di scambi, se no deragliava! E’ stato necessario intervenire pesantemente per renderlo usabile. Una volta messo a girare sul plastico i suoi difetti estetici finiscono con l’essere tollerabili, mentre quelli dinamici sono – almeno per me – più gravi.
Una discutibile realizzazione di un D.345
Aln.556 su carrello giapponese. Costo 110€, altezza sul ferro spaventosa. Va detto che la motorizzazione di questo modello è una sfida, soprattutto perchè la cassa stretta non dà gioco sufficiente ai carrelli (che dovrebbero essere incassati) negli irrealistici raggi di curva di plastici. E’ quindi necessario decidere se tagliare la carrozzeria i corrispondenza dei carrelli, o tenere il modello alto sul ferro. Certo che questa realizzazione sembra proprio stare sui trampoli. Dovrebbe essere possibile tenere la carrozzeria di qualche mm più i basso senza interferire con i carrelli.
Una Aln 556 piuttosto alta sul ferro.
E.402B su carrello giapponese. Venduto su ebay a 155€! Si tratta di un esempio indecente: i carrelli dovrebbero stare nell’incavo che si vede nella carrozzeria, invece sono sotto le cabina. Il tutto è molto alto sul ferro. Insomma, ne starei ben lontano…
Una E.402B piuttosto approssimativa!
Per contrasto, vediamo alcune realizzazioni del terzo tipo.
E.402B Francia. Versione della motrice cargo con tre pantografi, uno per la marcia in Italia e due per la Francia, motorizzato Fleischmann o Minitrix, e quindi con proprietà dinamiche eccellenti. A differenze del modello precedente, qui i carrelli sono posizionati correttamente (anche se andrebbero sostituite le fiancate degli stessi!). Si è vista su ebay.de a 100€
E.402B Francia con motorizzazione Fleischmann
D.424 in livrea navetta, motorizzato Hobbytrain. Anche qui, la marcia è perfetta. In questi caso, le fiancate dei carrelli sono state modificate per riprodurre quelle originali. E’ apparsa su ebay attorno ai 100€.
L’esercizio sarà lavorare su una NS1100, una motrice olandese basata sulla francese BB 8100. La particolarità di questa macchina è che i carrelli occupano interamente il sottocassa, ed è difficile trovare modelli prodotti industrialmente che le somiglino come rodiggio e carrelli, e che abbiano una motorizzazione decente.
La motrice statica esiste in due versioni: la Del Prado (con numero di esercizio 1113) e della CIL (con numero di esercizio 1142).
NS1100 di Del Prado
L’idea che mi è venuta è di individuare una motrice che avesse un telaio di lunghezza abbastanza simile, anche se i carrelli hanno un passo sono completamente diverso (sono molto più corti).
Fleischmann BR212
Presa una BR212 Fleischmann, ho smontato la carrozzeria e i carrelli e lavorato con il dremel levando tutto il sottocassa al centro della motrice. Per fortuna il motore è montato un pò alto, e il sottocassa è un blocco di metallo pressofuso utile a fare massa. Poi ho limato le fiancate dei carrelli del 212 e vi ho incollato quelle dell’NS1100. Nella foto seguente si vedono a confronto il telaio e i carrelli originali (sopra) con quelli modificati (sotto).
Il lavoro sul telaio
Come si può notare guardando la macchina da sotto, gli assi non non si trovano (ovviamente) al punto giusto.
Vista da sotto
Tuttavia, una volta montata la carrozzeria e messa sui binari, il fatto che le ruote non siano al posto giusto si nota poco (specie quando la motrice è al lavoro sul plastico) perchè sono quasi completamente nascoste dalle fiancate dei carrelli.
Vista di fianco
Il lavoro con il Dremel sulle fiancate ha permesso alla nuova carrozzeria di entrare con un pò di sforzo, cosicchè anche prendendo la motrice dalla carrozzeria non vi è pericolo che il telaio si sfili, mentre esercitando una certa forza si può levare il telaio per effettuare eventuali interventi d manutenzione futura. L’ultima operazione è stata la sostituzione dei falsi pantografi del modello CIL (che comunque non sono brutti come i Del Prado) con dei pantografi mobili ricavati da un’altra motrice.
Vista dell'imperiale
Il risultato finale è soddisfacente: un modello di locomotore non prodotto industrialmente può girare sul plastico. Nonostante la massa tolta al sottocassa, le proprietà dinamiche rimangono buone (Fleischmann è una buona base). Le luci in cabina sono rimaste (volendo si potrebbe intervenire sui fari, illuminandoli grazie a una fibra di vetro).
Nel complesso, l’esercizio (che voleva mostrare come anche in assenza di una perfetta combinazione passo – interasse si possano trovare soluzioni accettabili) mi pare riuscito. Non è certo una realizzazione pensata per la vetrina e da ammirare con la lente di ingrandimento, ma per arricchire un eventuale plastico a tema olandese (con pochissime motrici acquistabili sul mercato) va benissimo.
Questo brevissimo filmato (9 sec.) mostra il passaggio (a velocità troppo elevata!) in stazione sul plastico.
La motrice marcia benissimo anche a velocità molto minore.
pubblicato il 23 maggio 2010 – ultimo aggiornamento: 29 gennaio 2011
Ho appena fatto in tempo a scrivere il post sulla nuova gestione IC sulla linea del Brennero, ed una delle novità annunciate si è realizzata! Da ieri, 22 maggio 2010, le Taurus 1216/E.190 (Tipo ES 64 U 4) ora omologate e dotate di nuova livrea “ÖBB-Italia” scendono anche a sud di Fortezza alla testa degli EuroCity in viaggio sulla linea del Brennero.
La notizia è riportata da FOL News, assieme a delle belle foto. Altre foto delle Taurus in nuova livrea sono in un articolo sul sito di duegieditrice, editore di “TuttoTreno”.
La sostituzione delle motrici sembra essere graduale: il 6 di giugno ho ancora visto circolare un EC trainato da una E189 MRCE in livrea nera.
Taurus in Vallagarina (Valle dell’Adige), da Ferrovie On Line News
La E 190 017 (1216 delle Ö BB) in livrea per i treni EC Germania-Italia. (da Bahnbilder)
Su Youtube, nel canale Un video mostra il transito di un EC trainato da una Taurus.
In scala N la Taurus è realizzata da vari produttori (Minitrix, Hobbytrain). In livrea ÖBB è disponibile da Hobbytrain, mentre come modello statico ÖBB è stata realizzata da CIL. Attenzione però perchè si tratta di motrici di tipo 1016 o 1116 (Taurus 1 e 2) e non 1216 (Taurus 3) – la differenza sta nell’imperiale carenato, nelle porte (due invece che una per lato ) e nei 4 pantografi per la 1216. Inoltre la Taurus 3 ha il terzo faro sopra i finestrini frontali anzichè sotto, ed è più lunga di 30 cm. Recentemente tuttavia Hobbytrain ha introdotto anche le Taurus 3.
Le Taurus 1 (1016) sono solo a 15kV/16,7Hz per la circolazione in Austria e Germania, le 1116 sono policorrente e vanno anche a 25kV/50Hz (Ungheria, Slovacchia, rep. Ceca) mentre le 1216 accettano anche i 3kV in continua (Italia e Slovenia).
Taurus 2 ÖBB di Hobbytrain, con pantografi Sommerfeldt (Da MobaBlog)
Taurus 1 ÖBB statica di CIL (da digilander/sportinglife)
Taurus 3 ÖBB di Hobbytrain, dettaglio di una foto di Marco Neri da un post sul form ASN
Naturalmente c’è da fare un pò di lavoro per aggiornare le scritte e riprodure la bandiera italiana sulla fiancata… Roberto Bracciante ha reso disponibili delle decals per fare la trasformazione. In proposito si veda anche un altro thread sul forum ASN.
Schema dei due lati delle Taurus ÖBB-Italia
Aggiornamento di ottobre 2010: Claudio Bertoli ha realizzato la motrice, modificando il modello commerciale (e credo venda la sua realizzazione: per saperne di più basta contattarlo tramite il forum di ASN, nel quale ha presentato le foto della sua realizzazione assieme a delle TRAXX in livree italiane. Il bel risultato finale è questo:
Pubblicato il 27 settembre 2009, ultimo aggiornamento 15 maggio 2021
In varie pagine ho raccolto informazioni sui modelli prodotti. Penso sia utile centralizzare qui la lista dei riferimenti ai produttori (artigianali e industriali) con indicazione del sito web se disponibile o altre informazioni di contatto.
NOTA: la presente lista cerca di raccogliere tutti i produttori, ma quasi certamente non è completa. Siamo felici di ricevere segnalazioni di eventuali assenze per integrarla.
Produttori artigianali attivi
A rischio di qualche omissione, e forse di un po’ di confusione, la lista comprende sia produttori professionali (ovvero aziende registrate con partita IVA, con una importante presenza sul mercato della scala N. una produzione consistente di rotabili, un sito web ufficiale, e presenti più o meno ad ogni fiera del settore) che hobbisti evoluti che producono modelli prevalentemente per uso personale, ma che ne cedono esemplari a terzi.
di Achille Carminati, Milano. acarmi@libero.it – Tel 335 6266009 – per maggiori dettagli vedi il loro sito web. Alcuni modelli sono commercializzati assieme a LoCo.
di Guido Andrea Fraticelli. Attivo in scala N vari anni fa, ha di recente (2015) ripreso a produrre modelli di carrozze italiane in scala N. Dal 2018 i suoi lavori sono commercializzati da ACME con il marchio Blackstar
di Nino Iraci. Irmodel si autodefinisce “nè un produttore nè di un artigiano ma una sigla creata da un semplice appassionato di modellismo ferroviario.” E’ comunque un piccolo produttore hobbistico “disposto a condividere con un ristretto numero di amici la propria collezione a fronte di una partcipazione alle spese”. In passato ha realizzato casse in resina di motrici, attualmente (febbraio 2013) il sito riporta motrici, carrozze e accessori come decals.
di Vincenzo Pisano. Piazza IV Novembre N°39 – 51015 – Monsummano Terme – Pistoia. Modelli e accessori in kit di montaggio in ottone – disponibili anche montati in serie limitata. Attivo dal 1994.
di Lorenzo Colli – nata nel 1989 come “Riproduzioni Artigianali.” – Vastissima produzione di modelli realizzati principalmente in metallo , di recente disponibili anche in kit.
di Stefano Ramunno e Maurizio Casini Ropa (mcr160@libero.it)
Via Montonale Basso 25015 DESENZANO D/G – Brescia – elaborazioni su base di modelli industriali (Minitrix, Fleischmann, Arnold) rcrmodels@msn.commcr160@libero.it – non ha sito web, ora confluito in PirataModels
di Randall D. Gustafson. Piccolo produttore USA che tra vari modelli americani produce la versione italiana della 65-ton Withcomb, arrivata nella seconda guerra mondiale e rimasta qui come D143.
Ha prodotto una bella E.626 in scala N: prometteva bene ma problemi organizzativi (di produzione e distribuzione, con tempi molto lunghi) hanno scontentato molti hobbisti.
Abbiamo dedicato un articolo ai produttori di un tempo: ARMO (Cantarella), Cestaro, COMFER, Euromodellismo (Vescovo), MFAL (Luzzietti), Pozzati, RIviermodel. Produttori attivi in un passato più recente sono listati nel seguente elenco:
nome
descrizione
ne parliamo qui
ALMA Models
di Alessandro Pone c/o MCAuto SRL Via del Gelso 11 59100 Prato – Realizzazione di modelli ferroviari ed accessori in scala N. Alma Models nasce dalla fusione di Digitaltrain ed Ennemodelli. Da qualche anno però non esiste più, ed il sito http://www.almamodels.it/ è scomparso.
CLMHitech
Articolate FS realizzate con carrozzeria in fusione metallica. Non più attivo. Il loro sito http://www.clmhitech.com ora appartiene a una compagnia giapponese che si occupa di … perdita di capelli! (2013)
di Lidia Santi – dal sett. 09 ha terminato la produzione e si è trasformata in “Eurotrain SL”. Il sito web www.eurorailmodels.eu non è più attivo dal 6/9/9.Vedi qui per approfondimenti.
di Lidia Santi e Alberto Casiraghi.
Via Adolfo Venturi, 17, 41041-Formigine Fraz. Casinalbo (MO) / Vecchia sede: Via Vignali, 138 27010-Miradolo Terme (PV). Nuovo nome di Eurorail Models di cui aveva ripreso la produzione di alcuni modelli migliorando la qualità dei prodotti ed adeguando (in alto) i prezzi. Dall’inizio del 2013 non più attivi nella produzione di modelli in scala N, il loro dominio web http://www.eurotrainsl.eu non è più registrato
di Ilario Baccari. A fine ottobre 09 il suo sito è sparito, ingoiato dal naufragio di geocities. Un anno dopo è stato recuperato da oocities (ma non è più mantenuto da Ilario)
di Alfonso Scoppetta e Caterina Mancuso. – Via Bolognese Nord, 63/A 59024 Vernio, località Sasseta (Prato). In N ha prodotto alcune locomotive e una ventina di carri merci, oltre ad accessori vari. Il sito non è più attivo.
Via Lombardia 27 – 20131 Milano. Produttore di modelli in H0, dopo aver commercializzato dei modelli di Fratix, nel 2010 ha iniziato a mettere a catalogo modelli in scala N, che però non sono mai arrivati in produzione. Nel 2013 ha collaborato con Pirata per la realizzazione delle Gran Confort.
Produttore USA, negli anni 70-90 ha prodotto modelli italiani ed europei in collaborazione con Rivarossi. Ora fa solo modelli USA.
CIL
“Compañia International del Libro”, editore. Ha prodotto una serie di locomotive in scala N vendute in edicola in Spagna, Germania e Portogallo. Due modelli erano italiani.
Produttore spagnolo di materiale da hobby venduto prevalentemente in edicola. Ha pubblicato la collezione “Trains of the world” comprendente 100 modelli in scala N, di cui una decina italiani.
Produttore svizzero, ha ripreso il cammino di Lemaco dal 2006. Quest’ultima, dopo un’attività ventennale, ha cessato la produzione, ed è ora presente solo come importatore di giocattoli.
Produttore di giocattoli di Hong Kong. Nella produzione passata anche alcuni treni a batteria in plastica in scala N, usabili come base per elaborare modelli. Sul sito non c’è traccia dei modelli ferroviari, che tuttavia ancora si trovano occasionalmente in grandi magazzini o supermercati.
Marchio storico del modellismo italiano, ha prodotto in scala N negli anni 70-90 anche con il marchio Atlas. Ora il marchio Rivarossi fa parte della collezione Hornby International e produce solo H0
Marchio austriaco, acquisito da Modelleisenbahn-Holding dopo un fallimento. Dopo l’acquisto di Fleischmann da parte di Modelleisenbahn-Holding nel 2009 produce solo H0
Tibidabo
Storico marchio torinese, poi rilevato dallo scomparso Gianfranco Bianco e usato da Mehano per parte della sua produzione. Non ha sito web.
Pubblicato il 2 settembre 2009, ultimo aggiornamento: 27 luglio 2013
Supponiamo di voler trasformare i modelli statici di locomotore elettrico CIL o Del Prado in veri modelli che possono circolare sul nostro plastico. Le carrozzerie non sono male: sono piuttosto dettagliate e fedeli, ma un particolare è davvero orrendo: i pantografi! Sono statici, non possono essere alzati, e sono anche bruttini…
Discorso analogo si può fare per E424 ed E444 della Lima, che hanno dei pantografi orrendi e poco robusti: vanno assolutamente sostituiti! E anche nel caso di autocostruzione, c’è il problema di procurarsi pantografi adatti. Come risolvere? Beh, potremmo procurarci un modello di un locomotore (anche tedesco e non funzionante cercando un’occasione su ebay.de, dove si spuntano prezzi migliori che su ebay.it) e cannibalizzarlo. In alternativa possiamo comperarli come accessori in uno negozio di modellismo – magari on line.
Cominciamo però con una premessa: i pantografi non sono tutti uguali. In Italia, sulle motrici FS/Trenitalia ne sono stati usati vari modelli. Una bella storia dei pantografi sui treni italiani (vale la pena di leggerla!) è stata scritta da Giorgio Donzello ed è accessibile sul suo sito: è completa di disegni e immagini di molti dei vari modelli.
Il Tipo 52 è stato il pantografo principale delle FS, per qualche decina d’anni principe incontrastato dei pantografi nazionali. Ma oltre al 52 (che ha conosciuto tre versioni) ve ne sono stati vari altri in uso su motrici FS. Ma allora quale usare? Per fortuna Gigi Voltan ne ha fatto un esaustivo censimento, che riportiamo qui. Dunque, escludendo le trifase, i pantografi FS e le macchine su cui sono stati applicati sono:
12FS: E 625/626 prototipo
22 FS: E 625/626 prototipo in sostituzione del tipo 12, E 400 in origine
32 FS: E 625/626 tutte, E 326, E 428, E 624 all’origine
42 LR FS (Leggero Rinforzato): ETR 200, ALe prebelliche (ALe 880, 790, 781, 782, 883, 402….), Ale 840, E 626 004 – 007, E 400, E 621, E 321, E 323, E 636, E.424, E 434, E.646 prototipo e alcuni di 1^ serie per poco tempo, elettromotrici pesanti E 623, 624. Talvolta montato su E 626
42 LR a strisciante centinato: ETR 200, 300 all’origine, 220 all’origine, E 646 prototipo (alcuni per poco)
42 LR a strisciante unificato (come il 52): ALe 840, 540, 660, E 636, qualche E 645/646 o 424 occasionalmente
FS 52 (d’origine a strisciante curvo): E 645/646/444/447/444R/656/632/633/652/453/454/402 prototipo/636 (alcuni)/ETR220/250/300/401/450/ALe601/803/810-940/ALe elettroniche, in seguito anche E 424 navetta
FS 52 (AV a strisciante piatto): E 444/447/444R/402A, poi tutte le loco/ALe/ETR col 52 curvo, in seguito anche E 424 navetta
FS 52/92: E 633 (alcune), E 444R/402A, poi TAF, E 464…..
Faiveley monobraccio e altri similari (Schunk monobraccio): E 633/632 prototipi e 1^ serie (sostituito su alcune), treni GAI elettronici, E 412, 405, ETR 460 Francia, E 402B Francia
ATR 92: E 402B, 404 (ETR 500), 414, ETR 480
ATR 95 monobraccio: E 404 politensione
oltre ai due pantografi monobraccio SNCF montati sulla E402B “Francia”.
Pantografo FS 12 (a sinistra) e FS 22 (a destra), entrambi su imperiali di E.626
Ma torniamo alla scala N. Ricordiamo che i pantografi modellistici sono normati: la NEM 202 specifica (assieme a NEM 201) la geometria e l’altezza dei pantografi per i treni in scala, mentre la NEM 621 definisce come il pantografo debba essere inserito nell’impianto elettrico del modello.
Vediamo ora come procurarci dei pantografi adeguati per i nostri modelli in scala N. La soluzione più semplice è di rifarsi al (solito) mercato tedesco. Si noti però come i pantografi tedeschi e quelli italiani abbiano l’asta diagonale inclinata in modo opposto: forse non è gravissimo, visto che tolleriamo ben più evidenti imprecisioni in carrozze e motrici… La soluzione più semplice e rapida, usata dalla maggioranza dei modellisti è di prendere dei classici Sommerfeldt, già pronti da avvitare sulla cassa della motrice. Per i pantografi a doppio braccio possiamo scegliere tra il modello ad uno strisciante (da montare su motrici di epoca più remota) o a due striscianti (che somiglia un po’ al Tipo 52 delle FS) .
Sommerfeldt 785-766
Sommerfeldt 785-795
Li si può trovare in vari negozi. qualche tempo fa Io ne ho comperati una decina di coppie (rispettivamente a circa 15 e 10 Euro la coppia) da lokpavillon.de di Dresda, sono stati rapidi e cortesi, e le spese di spedizione ragionevoli. I prezzi dei Sommerfeldt però da allora sono aumentati di un 10-15%… Se si vuole spendere meno ci sono i pantografi Kato 11-420, che si trovano a circa 5 dollari la coppia. Li vende “Plaza Japan” su ebay. Certo, non sono rossi – ma il rosso sui pantografi dei locomotori FS lo si vede solo quando escono dall’officina… e poi li si può dipingere. Non si fissano con la vitina come i Sommerfeldt, ma vanno incollati sull’imperiale, il che è poco simpatico… ma costano davvero tanto di meno. Inoltre hanno i bracci più sottili dei Sommerfeldt, che a ben guardarli sono davvero fuori scala.
Pantografi Kato 11-420
In tutt’altra fascia di prezzo sono i pantografi (tedeschi) di Hammerschmid. 60 Euro la coppia… Mah!
In alternativa i pantografi possono essere autocostruiti partendo da kit o lastrine. Carlo Mercuri ha scritto due versioni di un bell’articolo sulla autocostruzione di questi essenziali accessori: uno è reperibile su rotaie.it, l’altro sul suo sito. A nostra conoscenza, i set di lastrine attualmente disponibili per la scala N sono quattro: quelle di Mario Malinverno, vendute solo ai soci ASN, tramite ennegozio, quelle di N-Kit, quelle di Lineamodel e quelle di Pi.R.A.T.A. In passato ci sono stati anche i Fratix (tipo 52, già montati ed ovviamente cari, visto che il montaggio prende tempo che incide sul costo) ed Euromodell (32, 42 e 52). Anche Colli ha realizzato delle lastrine, ma non le ha messe in commercio: le ha usate per la produzione dei propri modelli.
Mario Malinverno
Maestro Mario ha realizzato i 32, i 42 e i 52. A colpo d’occhio è facile riconoscerli: i 32 hanno barre diagonali a X sia nella parte alta che in quella bassa del pantografo, i 42 hanno una sola diagonale per trapezoide, e quando sono abbassati la diagonale superiore e quella inferiore si sovrappongono formando una X, i 52 hanno la barra diagonale solo nei trapezoidi superiori.
Dall’alto verso il basso: i pantografi Tipo 52, Tipo 42LR e Tipo 32 di Mario Malinverno.
LA ricchezza di dettagli e di particolare delle lastrine di Mario Malinverno ha come effetto collaterare una certa complessità nel montaggio delle stesse . Le operazioni da compiere sono ben documentate da Carlo Mercuri, in due post per leggere i quali occorre registrarsi sul forum di ferrovie.info (post 1 e post 2), e da Giuseppe Risso sul suo stupendo sito “io ferromodellista“.
Lastrine dei pantografi Tipo 32, 42LR, 52 di Mario Malinverno.
Lineamodel
Sempre in kit di montaggio, Lineamodel offre il Tipo 52 , o l’ATR90 a 10 e 7 Euro la coppia, rispettivamente. A quanto leggo – non ne ho ancora esperienza diretta – il montaggio è più semplice di quello delle lastrine di Mario.
Pantografo tipo ATR 90 di lineamodel (art.5940-3)
Pantografo tipo 52 di lineamodel (art 5891)
Pi.r.a.t.a.
Dal 2009 Pi.r.a.t.a. ha messo a catalogo una coppia di pantografi FS tipo 52/92 in kit di montaggio metallo fotoinciso spessore 0,3 mm (art. 10-006).
Pantografo 52 di N-Kit Montaggio e Foto di Carlo Mercuri, da officine-mercuri.jimdo.com
Fabrizio ha realizzato anche il tipo 42, documentato da una foto cortesemente inviatami da Carlo.
Pantografo tipo 42di N-Kit
Due lastrine di N-Kit: in alto il 42, in basso il 52 (Foto da Carlo Mercuri).
Locomodels – Colli
Lorenzo Colli ha realizzato (credo negli anni ’90) una lastrina che comprende il 32, il 42 e il 52, ma non l’ha messa in commercio, e l’ha usata per la produzione dei propri modelli. A quanto leggo, non tutti apprezzavano questi pantografi perché erano senza molle, anche se erano assai realistici ed in scala. Pare addirittura che molti preferissero sostituirli con dei meno corretti, ma molleggiati, Sommerfeldt! Carlo Mercuri è riuscito ad avere una lastrina, e ne ha pubblicato l’immagine sul suo sito. La riproduciamo da lì.
Lastrina per pantografi di Colli – Foto di Carlo Mercuri da officine-mercuri.jimdo.com
Pantografi tipo 42 di Colli – Foto di Carlo Mercuri da officine-mercuri.jimdo.com
Recentemente ha nuovamente presentato le sue lastrine: sono state presentate alle Giornate del Fermodellista 2012, e donate ai partecipanti all’evento.
Le nuove lastrine di Locomodels (Colli) – Foto di Carlo Mercuri
Euromodell FP
Terminiamo con il gioielliere della scala N. I prezzi dei suoi pantografi erano da brivido: 50 Euro… ma erano forniti già montati. Ha realizzato i 32, i 42 e i 52. Antonio Rampini ci ha passato la foto dei 32, e la riproduciamo qui.
Pantografo 32 di Euromodell
Pantografo FS 42 di Euromodell montato sull’imperiale di una E.424
Pantografo FS 52 di Euromodell montato sull’imperiale di una E.646
Fratix
Guido Fraticelli aveva realizzato i tipo 52. Antonio Rampini è riuscito a trovare nei suoi archivi la rara immagine di una confezione di “Fratix”: la mostriamo qui, assieme ad un dettaglio del pantografo.
Pubblicato il 13 giugno 2009, ultimo aggiornamento: 25 giugno 2016
Wikipedia riporta una lista di locomotive a vapore in forza alle FS di ben 68 modelli a scartamento normale e 5 a scartamento ridotto. La lista riportata da “il mondo dei treni” (che distingue anche le sottoserie aventi lo stesso numero) arriva a contare 136 tipi solo per lo scartamento normale. In scala N se trova solo un piccolo sottoinsieme. Per la maggior parte si tratta di loco tedesche rimaste in Italia come prede belliche. Ecco la lista (probabilmente incompleta?) dei modellini che sono riuscito a rintracciare. Come per le altre liste, vengono elencati solo i modelli che sono o sono stati prodotti per la commercializzazione, e non i modelli unici di hobbisti. Alcuni modelli unici sono riportati in altri post:
Hobbytrain 10572 – Italianizzabile come Gr473 – Modello della G10 prussiana- al termine della prima guerra mondiale 9 unità furono consegnata all’Italia come parziale riparazione dei danni di guerra.
ACAR Models (001 e 003), ottenute modificando una base Graham Farish inglese ex F8 della LMS. Articolo n.1402/A e n.1402/B della Acar Models. Carrozzeria in metallo pressofuso, motore a 5 poli. Anche in versione con tender a gasolio
La Gr. 835 di HiTech RR Modelling, foto di Christian CIcognani
Tibidabo (prodotta nel 1966)
ACAR Models (non motorizzata)
Atlas/Rivarossi (Modello 2190, discretamente simile anche se con biellismo semplificato e duomo invertito)
HiTech RR Modelling, prodotta nel 2010, (290€ su prenotazione)
Gr. 875
rodiggio 1-3-0
Gr. 875 di JMT, Foto di Marco Emili dal forum ASN
JMT, presentata nel 2012
Gr. 880
rodiggio 1-3-0
FS Gr.880 CIL
CIL (non motorizzata)
Fine Scale Munchen
Gr. 897
rodiggio 0-5-0
Fleischmann Br 94 italianizzata in Gr. 897 “Pierina”
Sul sito di pescaraferr una guida a come italianizzare il modello Fleischmann.
Fleischmann art.7095 (ex Br 94 5-18, ex Preußische T 16)
RCR
Gr. 899
rodiggio 0-3-0
Gr.899. da Pescaraferr
Le Gruppo 899 erano delle locomotive austriache del Gruppo k.k.St.B 294.xx, divenuto FS Gruppo 899 in seguito alla incorporazione della linea Bolzano-Merano (Bozen-Meranen Bahn) e delle sue dotazioni infrastrutturali nella rete nazionale delle Ferrovie dello Stato alla fine della guerra in numero di 8 unità. La locomotiva 899.006 Merano (ex k.k.St.B 294.09) è conservata al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa.
La Gr.899 è simile alla BR 89. (sul sito di pescaraferr la documentazione del lavoro da fare per trasformare in Gr.899).
Arnold (BR 89 come base)
Gr. 940
rodiggio 1-4-1
GR.940 Fine Scale Muenchen, dal forum.spur-n-schweiz.ch
Fine Scale Munchen (in preparazione)
UTECA (in preparazione)
Gr. 999
rodiggio 0-3-0
Minitrix T3
ll gruppo 999 nacque allo scopo di raggruppare sotto un’unica voce un certo numero di locomotive eterogenee, differenti tra loro, anche se di prestazioni simili e tutte a tre assi accoppiati, che non erano inquadrabili in nessuno dei gruppi omogenei.
In particolare, la Gr999.005 era derivate dalla T3 tedesca. Di quest’ultima vi sono modelli prodotta da Arnold e Minitrix, che quindi forniscono una buona base di partenza per ottenere la motrice italiana.
RCR
Arnold T3 come base)
Minitrix T3 come base)
Br 52 italiana
rodiggio 1-5-0
Br 52 Minitrix, Foto da trains.manvell.org.uk
Br52 Minitrix
Tra il 1945 e il 1949 l’amministrazione delle Ferrovie dello Stato utilizzò in varie parti di Italia (Udine, Verona, Firenze, Pisa, Foligno…) delle motrici tedesche rimaste sul territorio nazionale alla fine della guerra: le BR52. In un post sul forum di ASN si trova un documento di Roberto Bracciante contenente alcune notizie storiche, e istruzioni per la modifica del modello Minitrix per “italianizzarlo”.
Pubblicato il 9 giugno 2009, ultimo aggiornamento: 6 ottobre 2015
Il panorama delle locomotori elettrici italiani FS/Trenitalia in Scala N è decisamente soddisafacente (nota: considero qui solo i modelli che sono stati costruiti per la commercializzazione, e non quelli realizzati da appassionati modellisti come modelli unici – i locomotori da manovra sono qui esclusi e verranno discussi in un articolo dedicato). Qualche assenza però c’è. In particolare, l’intero periodo della trifase è molto scoperto – ma di questo parliamo altrove.
Dell’epoca più recente esiste (o almeno è stato prodotto in passato) quasi tutto, ad eccezione di:
E.646 prima serie (ma Euromodell produce la E.645.021 che ha la stessa forma e livrea della E.646.001)
E.666 (peraltro esistita al vero solo a livello prototipale)
Ma ecco la lista dei modelli (trifase e manovra esclusi). Nota: i modelli prodotti da artigiani degli anni meno recenti sono discussi nel post “Artigiani di un tempo“.
Carrozzeria standard (castano-isabella/castano/XMPR)
Confezione della E.636 CLM in scala N
Cestaro
Riviermodel
Pozzati
CLM
Euromodell FP
N-kit (in lastrina)
“Camilla”
E636 “Camilla” di La Ferrovia del Caimano
La Ferrovia del Caimano
N-kit (in lastrina)
E.645
Prima serie (castano/castano-isabella/verde e bianco)
E645.025 prima serie di Euromodell-fp
Euromodell FP
CIL (non motorizzata)
N-kit (in lastrina)
Seconda serie (castano/castano-isabella/castano-isabella con modanature/navetta arancione panna viola)
E645 LoCoModels (Lorenzo Colli)
Cestaro
Pozzati
CLM
Euromodell FP
LoCo
Curiosità: dopo la fusione di Lima e Rivarossi, nella gamma Minitrain fu messa a catalogo la prossima produzione di E645 ed E646. Peccato che l’azienda fallì prima di realizzare il progetto…
E.646
Prima serie
E645.021 prima serie di Euromodell-fp – uguale alla E.646.001
Nessuno produce la prima serie di E.646, ma la E.645.021 di Euromodell-FP ha la stessa forma e livrea della E.646.001)
Seconda serie (verde magnolia-grigio perla\navetta\XMPR\treno azzurro)
perchè il rodiggio Bo+Bo+Bo (tre carrelli da due ruote) è davvero inusuale fuori dalla penisola italica, e quindi non si trovano dei modelli “stranieri” a cui rubare il telaio.
C’è qualche BoBoBo giapponese, o qualche versione di Re6/6 svizzera con quel rodiggio, ma le lunghezze dei telai e passo sono incompatibili- e poi si tratta di telai non snodati: le BoBoBo italiane invece sono tutte – ad eccezione di E626 ed E633 – basate su due semitelai.
SBB-CFF-FFS Re6/6 BoBoBo
Quindi il lavoro da fare è serio… Questo non spaventa però certi Maestri. Fabrizio Mungai non solo lo ha fatto, ma lo ha anche ampiamente descritto in un articolo del Bollettino Amici Scala N che è disponible in rete. In un altro articolo, Ezio Mazzarella aveva descritto passo passo come smontare il modello CIL: mettendo assieme le due cosè si ottiene una bella guida su come motorizzare il modello statico!