Pubblicato il 30 maggio 2015
Mignonbahn é considerata uno dei precursori della scala N: i trenini elettrici erano a scartamento a 10 mm, scala approssimata 1:140. Furono prodotti per pochi anni dalla Steiger.
La Ditta Staiger, fondata tra fine ‘800 e inizio ‘900, era un marchio noto nella produzione di orologi, e contava oltre 400 dipendenti. Aveva fortunosamente attraversato il dramma della seconda guerra mondiale senza registrare troppi danni alla fabbrica. Nel dopoguerra la dirigenza, che prevedeva un futuro roseo per la produzione basata sulla plastica, si lanciò nella produzione di giocattoli: automobiline e trenini, e kit di montaggio un po’ stile “Meccano”. Il marchio scelto fu “Mignon”. A partire dal 1947 realizzò 10.000 trenini in una scala che si avvicina alla attuale N. I prodotti erano sorprendentemente completi ed interessanti.
La locomotiva a vapore era particolarmente curiosa: aveva il fumo, che era funzionale: girandolo la locomotiva viaggiava all’indietro!
A catalogo c’erano vagoni passeggeri (sempre lo stesso stampo, un po’ primitivo, colorato in varie tinte), un postale e merci di diversa foggia.
La scelta degli accessori era vasta (ricordiamoci che siamo nel ’47!), con stazione, passaggio a livello, ponte, tunnel. Era quindi possibile comporre dei plastici piuttosto articolati.
La stazione prevedeva persino l’illuminazione dell’interno: primitiva, ma di sicuro effetto!
Certamente i trenini Mignon fecero la felicità di molti bimbi.
Martin Steiger ne costruì un plastico di dimensioni importanti.
Dunque un prodotto precursore dei tempi e di successo (visti i numeri!). Perché dunque ebbe vita così breve?
Come abbiamo detto, oltre ai trenini Steiger produceva un simil-Meccano.
Märklin le fece causa, sostenendo che Steiger aveva violato un brevetto relativo al Meccano. Forse a seguito di questo evento, l’azienda riconsiderò la propria presenza sul mercato dei giocattoli. In particolare valutò che fosse difficile riuscire a imporsi sul fronte dei treni giocattolo a fronte di una presenza importante come quella di Märklin, e nel 1951 diede fine alla propria produzione della Mignonbahn, tornando ad occuparsi di orologi, fino al 2001 quando dopo un secolo di attività di successo chiuse i battenti. Chissà se fu una decisione saggia: Fleischmann, che nel 1938 aveva prodotto un trenino in scala 0, proprio in quegli anni (1952) aggredì la H0: e non si può dire che non abbia avuto successo.
Oggi ci sono ancora estimatori dei trenini Mignon: probabilmente principalmente dei (ultra)sessantenni ai quali questi oggetti permettono di riassaporare istanti della loro infanzia ormai lontana… Ci sono stati tra il 2007 e il 2010 degli eventi di incontro di questi appassionati: i “Mignon Treffen”. Chissà se tra loro c’erano anche Thomas, Gerhard e Hans?
Documentazione sui treni Mignon si trova su un sito ad essi dedicato (www.mignonbahn.de) e su un bel forum che tratta di modellini “antichi” (alte-modellbahnen.xobor.de), e che ha una sezione dedicata ai Mignon.
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