Pubblicato il 30 Aprile 2016
Oggi ci interessiamo delle categorie più umili e popolari di treni. Nel 1873 si ha la prima articolazione formale dei treni in categorie. Ai preesistenti “treno ordinario per viaggiatori” e “treno viaggiatori celere” si aggiunsero il “treno diretto”, “il treno omnibus” e il “treno misto”. Questi ultimi due tipi avevano una certa somiglianza, nel senso che entrambi trasportavano “uomini e cose”.
I treni omnibus effettuavano tutte le fermate lungo la linea, che poteva anche essere a lungo percorso. Effettuavano servizio regolare per viaggiatori, generalmente solo in 3ª classe, ma trasportavano anche bagagli e merci. Dunque le soste alle stazioni erano prolungate, in quanto si dovevano effettuare operazioni di carico e scarico.
Anche il treno misto sostava in tutte le località, ma il suo scopo era prevalentemente quello di trasporto merci, anche se in composizione aveva qualche carrozza viaggiatori di terza classe: lo si usava sulle linee a scarsissimo traffico viaggiatori, per le quali non era conveniente effettuare treni dedicati ai passeggeri. I treni misti erano, se possibile, ancor più lenti degli omnibus, in quanto venivano effettuavate anche manovre di aggancio e sgancio di carri merci nelle stazioni. Ciascun carro merci aveva una precisa destinazione, e veniva lasciato lì in modo da effettuare manovre di carico e scarico senza far attendere l’intero convoglio. Quindi il treno misto poteva lasciare dei vagoni e prenderne altri: questi ultimi poi, al capolinea, sarebbero stati ricomposti in altri convogli se la destinazione finale delle merci era più remota. Gli accelerati, introdotti a partire dal 1889, erano anch’essi treni che fermavano quasi ounque, ma rispetto agli omnibus avevano una traccia oraria più stretta, con fermate brevi e avviamenti veloci, grazie ad una composizione più ridotta ed al fatto che non effettuavano servizio merci. Erano dunque “accelerati” rispetto agli omnibus.
A partire dagli anni ’50, i treni misti furono soppressi, e gli omnibus sparirono dal servizio passeggeri, salvo che presso le FNM ove la dizione rimase fino agli anni ’80.
Gli accelerati a quel punto mantennero il loro nome ma ne persero la semantica, in quanto erano divenuti la categoria di treni più lenti! La funzione di trasporto merci su base locale rimase, ma fu disaccoppiata dal servizio viaggiatori.
I convogli che portavano e poi raccoglievano i carri merce agli scali delle piccole stazioni lungo la linea mantennero il nome di omnibus o presero in nome di Treni Merci raccoglitori.
Negli anni ’70 molti raccoglitori erano ancora a trazione a vapore.
Successivamente troviamo motrici diesel ed elettriche per gli omnibus/raccoglitori.
Lo scorrere del tempo ha poi portato con sé ed inghiottito in un passato ormai remoto omnibus e raccoglitori: le FS hanno perso la guerra del trasporto merci, che sopravvive, un po’ monco, sulle lunghe distanze o nell’intermodale, ma che é completamente sparito su base locale.
Le FS sono state incapaci di riorganizzare efficacemente i processi del trasporto merci, ed hanno disperso un capitale irrecuperabile: raccordi ferroviari i cui binari che portavano i carri nelle fabbriche nelle zone industriali, ormai rimossi ed asfaltati, i piccoli scali merci presenti in ogni stazione, ormai ridotta a fermata senza neppure uno scambio. Doveva necessariamente finire così? Certo, il mondo é cambiato e in certe zone industriali, una volta riccamente innervate di binari, quasi non ci sono più nemmeno le fabbriche manifatturiere (vedi ad esempio Bolzano). In altri posti del mondo invece, ad esempio in Germania, le ferrovie hanno saputo adattarsi ai tempi, e il trasporto ferroviario di merci ha una sua vitalità. Del resto lì le Poste ancora muovono efficientemente pacchi e la corrispondenza, mentre da noi hanno preferito privilegiare il mercato finanziario e assicurativo, o mettersi a vendere libri e gadget agli sportelli.
Ma torniamo ai treni d’antan. Rivarossi negli anni ’70 e ’80 aveva a catalogo un convoglio chiamato “Treno merci Omnibus”.
Lo raccontava così: “I treni merci raccoglitori e omnibus servono a smistare il volume dei carri destinati alle stazioni successive della medesima linea. E’ ovvio che nella composizione del treno i carri debbano essere ordinati in modo che sia agevole la loro manovra di smistamento in ogni stazione. Si può chiarire meglio l’insieme delle interessanti manovre ricorrendo ad un esempio. Immaginiamo quale potrebbe essere la composizione di un treno Omnibus che partendo dalla stazione A debba raggiungere la stazione E con interposte le stazioni B, C e D. La composizione in origine da A sarà: Locomotiva più
- – Gruppo di carri misti per il trasporto di piccoli colli per le varie destinazioni.
- – Carri destinati alla stazione B interposta.
- – Carri destinati alla stazione C interposta.
- – Carri destinati alla stazione D interposta.
- – Carri destinati alla stazione E terminale.
Si noti come i carri destinati prima alla stazione B siano in testa alla locomotiva, in quanto sarà la stessa locomotiva del treno, che previa sezionamento del convoglio. provvederà alla loro sistemazione nel binario di ricovero di quella stazione. I carri raccolti da B verranno inseriti dalla stessa locomotiva nei vari gruppi di destinazione del convoglio. Identiche manovre avveranno nelle stazioni successive C e D del percorso. La velocità di questi treni é di solito contenuta in 65 Km/h.”
Un video su youtube fa vivere dal punto di vista del macchinista una di queste manovre.
Sul forum-duegieditrice.com si trova una narrazione delle manovre dei treni raccoglitori. In particolare, vi si osserva che nei merci raccoglitori, la posizione del bagagliaio non era casuale, ed in genere separava il “gruppo carri per lo stradale”, cioè quelli da smistare tra la prima stazione dopo quella di partenza e quella prima di quella di arrivo, dal “gruppo carri per la stazione di arrivo ed oltre”, intendendo per “oltre” destinazioni diramantesi dalla stazione di arrivo. In questo modo mentre la locomotiva eseguiva le manovre di presa/reso dei carri negli scali, dal bagagliaio, sul binario di precedenza con marciapiede, poteva venire caricato e scaricato il piccolo collettame.
Interessante anche per definire la movimentazione sul plastico!
Entrare nelle ferrovie era il mio sogno…! Ora nel mio plastico e con gli anni che mi ritrovo realizzo questo mio desiderio è vivo nel riprendere in visione quello che che proponete magnificamente……..grazie a voi,nazzareno