Pubblicato il 1 ottobre 2016, ultimo aggiornamento 7 maggio 2017
Dopo la guerra si pose il problema di ripristinare i rotabili danneggiati durante il conflitto. C’era voglia di rinascita, di modernità, di lusso. Anche il mondo ferroviario fu investito dai mutamenti della domanda di mobilità. Si faceva strada l’esigenza di offrire ad un pubblico d’élite servizi ferroviari di qualità con livelli di comfort e di eleganza adeguati ai migliori standard internazionali. Così le FS colsero l’occasione per ripristinare una ALn.772 gravemente danneggiata, la 3240, dandole una veste e una finalità completamente innovative. Nel 1948 le Officine Meccaniche chiesero all’architetto Renzo Zavanella e all’ing.Guglielmo Carlevero di studiarne la trasformazione, destinandolo ad una clientela assai selezionata. Fu una operazione visionaria che anticipò, per molti aspetti, quanto sarebbe avvenuto negli anni successivi con la nascita del “Settebello” (1952) e dei Trans Europe Express con il Binato Breda (1957): treni che oltre ad essere funzionali a nuove esigenze, erano anche degli status symbol celebrati dai mass media.
Il lavoro di Zavanella fu probabilmente ispirato dai vista-dome americani: l’architetto aggiunse sull’imperiale un’estensione volumetrica realizzata quasi interamente in cristallo che divenne una sorta di belvedere panoramico con visuale a 360°.
Il concetto di automotrice panoramica non era nuovo, essendo stato incarnato dalle tedesche ET 91 (Gläserne Zug) già nel 1935, che però avevano più una vocazione turistica che non di viaggio di lusso.
La costruzione, o meglio il recupero del relitto richiese solo 50 giorni, e così in aprile l’automotrice fu presentata alla Fiera di Milano, ed entrò poi subito in servizio.

ALtn.444 in Fiera a Milano. da http://www.skyscrapercity.com Si nota la grande scritta sulla fiancata ALtn 444.3001 OM, che poi, una volta entrata in servizio, sarebbe stata cambiata in FS ALtn 444.3001.
Fu battezzata ALtn.444.3001 (Automotrice Leggera turistica a nafta), ed è più nota coma”Belvedere”. Esemplare unico, era destinata a viaggi d’élite. Internamente le finiture erano di lusso: tutti i materiali furono scelti tra i più innovativi disponibili all’epoca. Lo spazio viaggiatori prevedeva due salottini simmetrici da 12 posti ciascuno, dotati di comode poltrone reclinabili e girevoli, e rivestite di una particolare ecopelle chiamata “Flexarmit.

Interno della ALtn.444. Foto tratta dalla copertina di Domus, n.229 – Grazie a Gigi Voltan e Gianfranco Visentin

Altra immagine degli interni, da http://www.skyscrapercity.com
Il salone panoramico, al quale si accedeva tramite tre gradini di colore rosso, era dotato di confortevoli poltrone adattabili al senso di marcia, per un totale di 20 posti, per cui il totale dei passeggeri trasportabili era di 44 (da cui, come per tradizione FS, il nome della serie). Por minimizzare l’effetto serra che il cupolino panoramico poteva generare (ed infatti chi ci ha viaggiato ricorda il caldo della vettura!), delle veneziane permettevano di limitare l’esposizione solare.
Ad un’estremità trovavano posto la ritirata ed un piccolo compartimento per il capotreno. All’altro estremo vi era il bar, dotato di macchina per il caffè e di con tre sgabelli imbottiti, ma volendo non occorreva alzarsi: un pulsante posto presso le poltrone permetteva di richiedere il servizio di buvette direttamente al posto.
Il comparto bagagli, ricavato sotto il “dome”, era di 12 metri cubi ed era accessibile dall’esterno tramite saracinesche laterali, il che fu uno dei punti deboli del concetto, poiché rendeva più lunghe e complesse le procedure di incarrozzamento e sbarco.
La “Settimana Incom” la documentò nel 1950 con un video.
I motori vennero potenziati di 15 kW l’uno, forse per vincere la maggiore resistenza all’aria. Inizialmente fu dipinta in verde lichene (o oliva?) con le carenature in rosso segnale e l’imperiale giallo paglierino, e con una vistosa scritta sulla fiancata.
Nella nuova livrea la scritta scomparve, e il colore divenne azzurro con l’imperiale bianco.
L’automotrice, di stanza al D.L. di Pavia, fu usata per dieci anni per una relazione periodica a cadenza settimanale tra Milano e Sanremo denominata Freccia Aurelia. Si potrebbe immaginare che la denominazione derivasse dalla strada romana che attraversa longitudinalmente la Liguria, ma pare che più prosaicamente il nome derivasse della signora Aurelia Ponte, contitolare con il marito della milanese AVEV (Agenzia Viaggi e Vacanze) che gestiva il servizio. La Freccia era inserita nella classificazione FS di orario come treno periodico che circolava solo nei fine settimana: inizialmente partiva ogni sabato pomeriggio da Milano per rientare il lunedì. Alcuni riportano, forse per un periodo successivo, l’andata il venerdì sera e vi rientro la domenica notte: non ne abbiamo però evidenza, e bisognerebbe poter controllare sugli orari d’epoca. Il percorso era coperto in circa quattro ore.
Era un servizio pensato per la medio-alta borghesia milanese che raggiungeva la famiglia al mare nel week-end, o che voleva recarsi al Casinò della cittadina ligure. A Sanremo la macchina veniva ricoverata nella rimessa della stazione.
Il servizio aveva successo, tanto che per integrare il limitato numero di posti offerti, era spesso necessario agganciare una ALn 772 normale.
Durante la settimana, inoltre, svolgeva sporadicamente servizi turistici privati per le trasferte delle squadre di calcio milanesi e per il Casinò di Campione d’Italia. La richiesta dei “pendolari del week-end” però calò progressivamente, e nel 1958 il servizio cessò, forse spodestato da un’altra “Aurelia”.
Infatti fino ad allora tra Milano e Sanremo si viaggiava solo su strada normale, eccezion fatta per la “autocamionale” Genova-Serravalle che era a tre corsie, con la corsia centrale usata alternativamente dai due sensi di marcia per permettere i sorpassi. L’Autostrada Tortona-Serravalle Scrivia, lunga 19,2 km, fu inaugurata proprio nel 1958, e poco dopo Milano e Genova furono collegate da una vera autostrada.
La ALtn.444 fu quindi trasferita al D.L. di Torino, dove nei primi anni ’60, fu utilizzata anche per direttissimi e rapidi di sola 1^ classe sulla Torino-Milano, in accoppiamento con una o due ALn 772 normali ed in sostituzione dell’ATR 100.
Venne impiegata anche sulla Torino-Savona, in coincidenza con l’arrivo del TEE da Marsiglia. La trazione diesel era resa conveniente dal fatto che il traffico da Torino con la Liguria trovava due diverse alimentazioni elettriche (3KV continua e trifase), e con le automotrici diesel si evitava di dover cambiare locomotore, con conseguente perdita di tempo.
L’elettrificazione standard a 3KV la spodestò presto anche da questi servizi, e così venne poi impiegata per diretti Torino-Biella e Torino Pré Saint Didier fino al 1965, anno nella quale venne riportata allo stato d’origine, prendendo il nome di ALn.772.3424. Per qualche tempo rimase un bordino, tra cassa e tetto, quale testimonianza del suo illustre passato. Per questa caratteristica ebbe il soprannome di “navajo“. Poi anche quest’ultimo segno distintivo segno scomparve.
Fu demolita nel 1984.
Prima di chiudere accenniamo ad altre due cugine della “Belvedere”,altre due ALn.772, la 1009 e 1099, caratterizzate anch’esse dalla ristrutturazione lussuosa. Un piccolo sopralzo sull’imperiale lo avevano anche queste: si trattava però in questo caso di un ampia cassa per l’acqua.
Le due automotrici che vennero radicalmente modificate negli anni ’40. All’interno furono realizzati una camera con lettino e ritirata privata, un piccolo salone, una cucinetta, un compartimento con due divani letto, una cabina con divano-letto e una ritirata comune: insomma, una casa su rotaie. La velocità, causa aumento peso, fu limitata a 110 km/h. Dovevano essere treni di rappresentanza, probabilmente realizzati per qualche gerarca. Dopo la fine della guerra, nel 1945, la 1099 venne assegnata a Roma Smistamento, e messa a disposizione del Direttore Generale delle Ferrovie, ed in casi particolari del Presidente della Repubblica. Rimase in tale funzione fino al marzo 1957, quando fu ripristinata in allestimento standard e assegnata al deposito di Siena, ove rimase fino a fine carriera.
Nel modellismo
La “Belvedere” è stata riprodotta in H0 negli anni ’80 da GT.

ALtn444 GT, livrea di origine, da http://www.clamfer.it
Recentemente è stata riproposta, in due livree, da OsKar.
Il seguente filmato permette di osservare vari da vicino vari dettagli del modello OsKar
Non ci risulta esistere della documentazione ufficiale che faccia riferimento ai colori standard FS, per cui é difficile capire se la resa cromatica delle varie interpretazioni sia corretta.
Fortunatamente vi sono pero’ alcune immagini a colori (Grazie a Gigi Voltan per la segnalazione!) dalle quali si possono trarre indicazioni, pur sapendo che la resa cromatica delle fotografie puo’ essere ingannevole (specie se vecchie, e trasportate dal supporto originale a quello elettronico).
In scala N… c’é quasi. E’ in lavorazione da Gianfranco Visentin, italiano d’Olanda, che tra le notevoli sperimentazioni che sta facendo con la stampa 3D ha inserito anche la Vista Dome italiana.

ALtn444 di Gianfranco Visentin: prototipo stampato in 3D (in scala N) (carrozzeria, ancora senza carrelli e finestre)
E’ in programma anche la realizzazione degli interni! Per saperne di più si può seguire l’evoluzione del progetto (e del gemello ALn 772) sul forum ASN, dove il modello (carrozzeria + interni + forse fiancate dei carrelli) è attualmente prenotabile (ed ha già avuto grande successo!).
La 772.1009 esiste in H0, crediamo prodotta da GC.
La livrea iniziale in verde, tetto giallo chiarissimo e sottocassa rosso.
Alla presentazione del 1948 alla Fiera Campionaria di Milano ricevette la grande scritta laterale “ALTn 444-3001 OM”.
Consegnata alle FS, queste mutarono la scritta in “FS ALtn 444-3001”
In merito alla livrea definitiva, le grandi scritte sotto al belvedere e sopra alle tre persiane laterali forse hanno avuto durata effimera, Immagini del 1954 mostrano l’automotrice già priva di tale caratteristica.
Si notano due periodi sino appunto a tale anno con le custodie dei respingenti in colore rosso, poi una immagine ancora con le custodie rosse nello stesso anno e già con la marcatura laterale in alluminio epoi, tutte le immagini successive con le scritte in alluminio e le custodie dei respingenti azzurrine come la cassa.
Giusto per una corretta ambientazione temporale dei vari aspetti in cui si presentò la belvedere….
Sull’orario estivo 1957 l’ALTn 444 risulta effettuare il Rapido Milano Centrale 20:30 – Ventimiglia 00:37 e Ventimiglia 6:55 – Milano Centrale 11:20 senza indicazioni di periodicità quindi giornalmente almeno per l’estate.
[…] Lo spunto per fare questo discorsetto mi é stato dato dall’ultimo numero de “il venerdì di Repubblica” con l’articolo “Sul treno dei desideri”, riferito all’archivio delle Ferrovie. Ne ho desunto il nome – che non sapevo o che avevo dimenticato – della carrozza visibile nell’immagine soprastante, vale a dire “Belvedere”. Forse, anche la coincidenza del racconto di mio padre, che imperniava l’utilizzo di quel materiale rotabile sugli spostamenti di giocatori del Casinò di Sanremo, con la denominazione di treno d’elite, data nelle versioni ufficiali che ho or ora più o meno reperito. Aggiungo di seguito due link, a caso, per chi volesse approfondire l’argomento, anticipando a chi lo facesse che rinvenirebbe fotografie migliori della mia, qui e qui. […]
Molto bella la carrozza 🙂