Pubblicato il 29 ottobre 2016
Se c’è una cosa di cui si sente la mancanza nella scala N italiana è un po’ di vapore in più. Sul fronte industriale c’è una discreta popolazione di “prede di guerra”, che però nella maggior parte dei casi sono motrici esistite al vero in pochi esemplari, e che non rappresentano affatto lo stile delle locomotive d’Italia. Contrariamente a quanto avviene per le motrici elettriche, anche la produzione artigianale offre poco, e quel poco è davvero a caro prezzo. Qualcosa, in numeri assai piccoli, c’è stato in passato (le Vaporiere di Cantarella e, in numeri altrettanto piccoli, la produzione di Spinelli). Dunque chi vuole il vapore a 1:160 sul plastico o in vetrina deve ingegnarsi, come a suo tempo aveva fatto Muzio.
Mostriamo quindi con piacere il lavoro di Gigi Voltan, al secolo Luigi. Gigi non ha bisogno di presentazione: è noto come un’autorità nel campo della conoscenza della storia dei rotabili FS: al suo attivo ha vari libri (la Bibbia delle carrozze FS!) e anni di collaborazione con “TuttoTreno”. Offre volentieri la sua conoscenza a modellisti e artigiani affinché ogni griglia sia al posto giusto ed ogni scritta corretta – basta chiedere! Lo sappiamo bene in questo blog che si giova delle sue sistematiche correzioni, integrazioni e suggerimenti, al punto che lo consideriamo anche un po’ suo.
Gigi è anche modellista raffinato ed esperto. Il suo primo approccio alla N è stato a fine anni ’70 con quel che offriva Lima (D.341, E.444, carrozze, carri e accessori come la stazione e la pensilina). Dopo un lungo periodo in cui la passione modellistica ha viaggiato su binari di altre scale (H0 e 0), e’ tornato alla N in anni relativamente recenti, ripartendo nell’autunno del 2007 con la D.341 Rivarossi ed una UIC-X FS di seconda classe.
Oggi vediamo quali fiori neri siano nati dalle sue pazienza e passione. Li mostriamo anche perche’ di ciascun modello è possibile trovare una descrizione del lavoro fatto per ottenerlo, e quindi altri possono seguire la via aperta.
Per le vaporiere non è facile trovare il giusto telaio, con il giusto rodiggio, passo accettabile e distribuzione abbastanza somigliante, ma ancor più difficile è procurarsi le carrozzerie. Così Gigi è partito da quel che era disponibile: la 691 Del Prado statica, la rara 880 CIL, anch’essa statica, la 835 Tibidabo, progettata in origine per esser montata sulla 0-3-0 Rivarossi a biellismo supersemplificato, e i pezzi pressofusi per la 685 Tibidabo mai giunta in produzione.
Ne sono usciti quattro bei modelli che, se pur lungi dall’esaurire le caselle vuote di un collezionista FS, permettono almeno di rendere anche sul plastico l’idea del periodo che va dalla ricostruzione postbellica ai mitici anni ’70.
Gr.691
Per la 691 trovare una motorizzazione con ruote di dimensione e passo giusti o quasi non è difficilissimo, perché di Pacific ce ne sono diverse. La Br 01 tedesca ha ruote motrici di diametro giusto anche se di passo un pochino abbondante. Il problema più grosso è l’ingombro del motore, sia scegliendo modelli in cui quest’ultimo è ospitato nella locomotiva (occupandone in genere la cabina), sia scegliendo quelli che hanno la motrice folle e il tender motorizzato, giacché i tender italiani sono tipicamente più bassi di quelli tedeschi, ed il motore non ci sta.
Gigi ha scelto la DB BR 01 di Arnold come motorizzazione, e ne ha sostituito il motore con un Mabuchi, che è di dimensioni più contenute di quello originale.
Non basta però: occorre come minimo modificare il bissel, e fare vari aggiustamenti al telaio così da far combaciare lo stesso con la carrozzeria Del Prado, alla quale possono essere fatte alcune migliorie (ed esempio aggiungendo la porta di passaggio tra cabina e praticabile).
Il tender richiede interventi più seri alla carrozzeria, poiché quello corretto (2’2’T29) dovrebbe essere di circa 3 mm più lungo, e soprattutto presentare una diversa parte posteriore.
Le operazioni di taglia e cuci sono varie: non entriamo qui in ulteriori dettagli, perché dei modelli delle Pacific italiane in scala N parleremo presto in un’altra nota, e dato che comunque sono riportate in un report sul forum NParty al quale rimandiamo. Ci limitiamo quindi a vedere il “prodotto” finito.
Gr.685
La Gr.685 è una delle promesse mancate: Tibidabo l’aveva progettata negli anni ’70 (essenzialmente riducendo in scala N il modello Rivarossi) ed aveva realizzato degli stampi di prova, ma non era mai andata in produzione. Alcuni fortunati erano riusciti ad ottenere delle stampate, che sostanzialmente erano composti di vari pezzi: il corpo caldaia con coperchio frontale, il pancone-gruppo cilindri, i respingenti, i fanali, la cabina, la cassa del tender da 22 mc.
Quaando il magazzino di Bianco (Tibidabo) fu rilevato da Carminati (ACar Models), tra le altre cose si trovarono anche alcune stampate, e fu una seconda occasione per ottenere i “pezzi” con i quali inventarsi una 685.
In realta’ le imprecisioni sono molte – e poi dipende da quale delle tante versioni di una delle macchine delle serie da 680 a 685 si vuole ottenere, ad esempio, abbiamo gia’ avuto modo di presentare la 682 di Spinelli che proviene dalla stessa “radice”.
Gigi ha puntato sulla 685 196, rielaborando i pezzi e animandoli con una meccanica Fleischmann della DB Br 23, alla quale ha sostituito il motore nel tender (troppo grosso per il tender italiano) con un Mabuchi.
La scelta è caduta sulla 196, perche’ è una macchina attualmente ancora esistente e tenuta atta per treni storici.
Questa, a differenza della S685 riprodotta con qualche approssimazione da Tibidabo, presenta un pancone “corto”, duomo e sabbiera in un unico corpo ed camino di tipo normale: è quindi stato necessario metterci un po’ mano. La foto seguente mostra un passaggio della lavorazione, mettendo a confronto l’originale Tibidabo (in basso) e il modello di Gigi (in alto).
I cilindri della Tibidabo riproducono quelli per la distribuzione Caprotti, e vanno eliminati. Vari altri dettagli devono essere aggiunti per ottenere la 685 classica: la porta che permette il passaggio dalla cabina al praticabile, serbatoi ai praticabili, leva di inversione, il volantino di apertura del portellone frontale, coprigiunti delle fodere della caldaia, scalette, vaschette di lubrificazione e cannette varie, valvole presenti sul tetto della cabina, il fischio e vari corrimano (sia laterali che ai praticabili, che sul coperchio frontale della camera a fumo).
Anche la cassa del tender ha avuto bisogno una “ripassatina”, con il taglio e riposizionamento delle parti laterali con i corrimani di accesso, i gradini di salita e relativi corrimani posteriori, e la riproduzione delle fiancate dei carrelli.
Gia’ verniciata con il primer grigio, che evidenzia i dettagli, la motrice si mostrava superba (forse non è un caso che spesso, per le foto ufficiali appena uscite di fabbrica, le vaporiere fossero dipinte in grigio!).
Verniciata di nero e rosso la si è vista su uno dei plastici di NParty a Verona nel 2013.
La si vede correre su un piccolo plastico (Filmato di Gianni Monesi). A parte la velocità eccessiva alla quale viene manovrata, si può notare come ogni tanto il biellismo si fermi: va in proposito ricordato che la meccanica è Fleischmann, e la scelta fatta da questa casa di motorizzare il tender lasciando folle la motrice ha proprio questo tipo di controindicazione.
Ulteriori dettagli sul lavoro sono riportati in un articolo piuttosto estensivo sul forum di NParty (in una sezione ad accesso ristretto, per cui per leggerlo occorre registrarsi).
Gr.835
Ancora Tibidabo aveva, sempre negli anni ’70, posto rimedio a quanto aveva fatto Rivarossi, che aveva messo a catalogo una “generica” 0-3-0 che non corrispondeva ad alcuna motrice reale. Gianfranco Bianco aveva realizzato in plastica una carrozzeria che riproduceva piuttosto bene le forme della 835, da sostituire a quella Rivarossi. Era previsto anche l’incastro necessario per tenere ferma la carrozzeria sul telaio: in un attimo si poteva trasformare la “generic 0-3-0” nella popolarissma macchina italiana. Purtroppo pero’ il biellismo della Rivarossi era ipersemplificato: una semplice asticella che correva avanti e indietro. Per ottenere una 835 un po’ migliore serve dunque altro. Sostituire il telaio Rivarossi con uno di altra marca pero’ non è banale, per via della larghezza del telaio, degli incastri, dell’ingombro del motore. La cosa quindi va studiata. Gigi ha utilizzato, su suggerimento di Salvatore Spinelli, il modello della tedesca 89,710 realizzato da Minitrix (articolo 12837) – ma attenzione che anche qui ve ne è una versione con biellismo semplificato, ed una con quello completo. Passo e diametro ruote in scala quasi coincidono. E’ stato necessario accorciare e stringere il telaio, tagliando e fresando, e fresare leggermente anche cilindri per dare loro un profilo più simile a quello “italiano”.
Sono stati aggiunti fanali ricavati dal modello Tibidabo, traversone posteriore, pompa del freno, corrimani, cassa batterie e scalette.
Il motore è stato sostituito con un Mabuchi FFk30WD, di dimensioni piu’ contenute.
Ecco infine il modello completo, con le decals di Borzellino-Danifer-MDF.
Un breve filmato la mostra in funzione.
Anche qui, ulteriori dettagli si possono provare sul forum di NParty.
Gr.880
Cosi’ come Del Prado aveva presentato una serie editoriale di 100 modelli statici di motrici in scala N accompagnati da fascicoli e reperibili presso i giornalai, anche CIL aveva messo in commercio con una formula editoriale vari modelli statici nella stessa scala. NElla collezione CIL c’erano due pezzi pregevoli per l’ennista italiano: una E.645 prima serie (impropriamente definita “E.636”) e una locotender della serie 880. Se la motrice elettrica è reperibile senza troppe difficolta’ (anche se non con la facilita’ con cui si trovano i modelli Del Prado), la 880 è molto rara. ASN ne aveva reperito un certo numero tra i fondi di magazzini, e cosi’ chi era socio all’epoca dell’operazione fu semplice ottenerne una copia. Per tutti gli altri resta una impresa difficile.
Gigi era in possesso di un modello statico, e lo ha motorizzato partendo a una BR 79 Fleischmann che va fortemente accorciata, riducendo la distanza dell’asse folle.
Il blocco cilindri è stato ridotto per sovrapporgli quello ottenuto dal modello CIL. Gli interventi sulla cassa sono minori di quelli operati sulle altre motrici, ma comunque hanno riguardato fumaiolo, iniettori, fischio e tubazioni varie. Sono stati applicati i fanali a petrolio (Tibidabo/ACAR) sia davanti che dietro.
Il problema principale è poi stato l’individuazione di un (micro)motore adatto.
Anche per questo modello, una cronaca piu’ dettagliata della realizzazione si trova su NParty.
Vaporiere mitiche…..! Però’…pero’….non ho trovato ancora Lei la così detta…..(Vacca mora) che saliva sbuffando e arrancando su per i tornanti fino ad Asiago…” Qualche innamorato me la trova ???..buon lavoro a tutti Voi grazie nazzareno