Pubblicato il 10 marzo 2018, ultima modifica il 28 agosto 2018
“Per evitare il trasbordo delle merci nelle stazioni fra veicoli ferroviari e mezzi stradali e realizzare il cosiddetto servizio ‘da porta a porta’, funziona, in numerosi scali della Rete, il servizio di presa e consegna a domicilio dei carri ferroviari. Esso viene espletato con appositi carrelli stradali che sono in grado di portare i veicoli in questione dalle stazioni ai magazzini degli utenti, e viceversa.”
Così recitava “I nostri carri per le vostre merci”, pubblicazione FS in edizione del 1972.
In quegli anni l’uso del servizio era piuttosto frequente, e non era affatto raro veder passare un carro merci per strada. Oggi il servizio esiste ancora, ma è stato in buona parte vanificato in parte dall’avvento dei container, e in parte dalla soppressione della miriade di piccoli scali che caratterizzavano la rete ferroviaria (sostanzialmente ogni stazione aveva il suo, si veda anche la nota sui treni raccoglitori e distributori).
Ma leggiamo ancora qualche passaggio dal testo citato:
“I carrelli permettono di trasportare per strada ordinaria tutti i carri ferroviari a due assi, di peso lordo fino a 32 tonn. (che rappresenta il limite massimo prescritto dal Codice della Strada) ed aventi un passo (distanza tra gli assi) fino a m. 8,50.”
“Il destinatario di una spedizione che riceve al suo domicilio un carro ferroviario deve effettuare lo scarico nel termine di tre ore. Uguale termine è concesso allo speditore che riceve al suo domicilio un carro vuoto per caricarvi merce da spedire.
In entrambi i casi le tre ore decorrono dal momento in cui il carrello stradale, col carro ferroviario, carico o vuoto, viene messo a disposizione dell’utente presso il suo domicilio.”
Il trasporto aveva un tariffario che si applicava “entro il perimetro dell’abitato facente capo alla stazione ferroviaria (…) e comunque valide entro un raggio di 6 km. dalla stazione, indipendentemente dal suddetto perimetro territoriale”.
Riportate ai giorni nostri, le tariffe di allora erano più o meno equivalenti a 60 € circa per un trasporto a 2 Km della stazione.
Si trasportava un po’ di tutto, come mostra la seguente selezione di immagini:
Venivano usati persino per i traslochi.
Come si può notare da foto e filmato (v. sotto), i carrelli erano prevalentemente a quattro assi (con quattro ruote per asse, due esterne e due interne alle lunghe traverse su cui scorreva il carro). Ve ne erano però anche di dimensione diversa, come quello ad 8 assi dell’immagine sopra.
Il caricamento di un carro su un carrello stradale avviene tramite un apposito scivolo mobile posto sul “binario di caricamento”. Quest’ultimo deve essere asfaltato (o inghiaiato) “a raso”, con la superficie stradale allo stesso livello del piano del ferro del binario, e dotato di controrotaie (come i binari dei tram su strada). Termina in genere normalmente con un qualche tipo di tronchino (in traverse e terra, di rotaie o in calcestruzzo).
Un idea di come le cose funzionassero un tempo la si può avere dalla splendida narrazione per immagini di un vecchio filmato Luce.
I carrelli di questo genere sono universalmente noti come Culemeyer, dal nome dell’ingegnere tedesco che li concepì e brevettò nel 1931: Johann Culemeyer. Nato ad Hannover nel 1883, Johann divenne poi uno dei direttori della Deutsche Reichsbahn dal 1936, e morì nel 1951. Nel brevetto i carrelli erano denominati “Fahrbares Anschlussgleis” (binario di connessione viaggiante). Il servizio basato su di essi venne denominato “Die Eisenbahn ins Haus” (la ferrovia in casa).
Come dicevamo, il servizio è passato quasi completamente in disuso, anche se vi sono a tutt’oggi aziende che lo offrono, come ad esempio la Balmar che ha l’esclusiva per Bologna e San Giovanni in Persiceto o la ATFI di Imola. Altre (come TCF-Rosignoli e TB-service sono specializzate nel trasporto di mezzi ferroviari su carrelli analoghi, ma di dimensione maggiore.
Il seguente video mostra il trasporto di un lungo carro R su un rimorchio Capperi con 8 assi sterzanti trainato da una motrice IVECO
Quello successivo mostra la discesa di un carro R con un pesante carico sul binario, controllata dalla motrice IVECO vincolata al carro con funi di acciaio.
In scala N
Arnold Rapido ha avuto a catalogo (art.6670) un modello di Culemeyer con il suo trattore.
Anche Minitrix ne ha avuto uno (Art. Minitrix 15124), venduto assieme ad un carro merci.
Citiamo anche una realizzazione artigianale italiana. Fabio Capelli ha raccontato sul Forum ASN la sua realizzazione di un Culemeyer con relativo camion e rampa di carico.
Interessante poi una realizzazione di Hans Stapelberg: un Culemeyer usabile con il Faller Car System (e quindi dinamico). E’ descritta (in tedesco) su www.fcsfm.de.
Manca alcun accenno e foto della trainatrice ufficiale Breda 32
Piacere di risentirti Salvatore! Si, la Breda 32 è interessante (https://it.wikipedia.org/wiki/Breda_TP32) ma l’articolo è più centrato sui carrelli che sulle loro trattrici.