Pubblicato il 22 maggio 2021
Nella precedente puntata ci siamo occupati delle Kleinlokomotiven entrate nel parco FS (gruppo 213.9) ed abbiamo visto come esse fossero giunte come mezzi della Wehrmacht. Abbiamo anche detto che tre di tali macchine restate in Italia al termine del conflitto furono impiegate presso alcune concesse, e che quattro di quelle del parco FS, una volta dismesse, furono usate da imprese ferroviarie private: queste sette motrici aprirono un capitolo assai corposo nella storia ferroviaria italiana: quello dei numerosissimi Kö impiegati da privati sui nostri binari.
Di questo ci vogliamo occupare in questa seconda parte, ben sapendo di aprire una finestra che comunque non permetterà di trattare esaustivamente il tema, giacché il numero di tali motrici è davvero elevato.
Iniziamo dunque dalle concesse, per passare poi alle imprese.
Le “militari”, come detto, sono tre. La prima è la Jung 5670 del 1935, immatricolata Kö 4641, una B-dm acquisita nel 1945 dalla Ferrovie Torino – Ceres FTC . Stando a http://www.deutsche-kleinloks.de, nel 1999 la macchina sarebbe stata acquisita del Museo Ferroviario Piemontese, sul cui sito però non risulta in proposito alcuna traccia.
La seconda fu la Deutz 15383 del 1936, Kö 4888. Nel 1945 venne incorporata nella Societa Veneta (SV), dove fu immatricolata ADn 601, dipinta di rosso con imperiale color panna e inizialmente dislocata a Piove di Sacco. Nel 1981 la linea Bologna-Portomaggiore, fino ad allora gestita da SV, passò alla Società per Azioni Trasporti Romagnoli (TraRo) e poi, nel 1986, alla Gestione commissariale governativa della Ferrovia Bologna-Portomaggiore. La Kö accompagnò il destino della linea, con immatricolazione cambiata in LDn 601. Fu accantonata nel 1987.
L’ultima delle tre è la Borsig 14457 del 1935, Köe 4080. Nel 1945 fu acquisita da F.T.V. – Ferrovie e Tranvie Vicentine dove ebbe marcatura DE 051. La motrice fu modificate per rispondere alle esigenze sociali. Nel 1947 il motore fu sostituito con un General Motors da 37 kW ricavato da carri armati statunitensi M4 Sherman. Furono montati ben 3 serbatoi sull’imperiale, e 4 respingenti per poter manovrare i mezzi FTV e FS di vario tipo: oltre a due “standard” uno largo centrale, ribaltabile verso l’alto, poco sotto la linea dei primi due, ed un altro anch’esso centrale, ma più piccolo, in basso.
Nel 1985 tale rotabile fu ceduto alla Ferrovia Arezzo-Sinalunga, gestita dalla LFI – La Ferroviaria Italiana S.p.A. di Arezzo (oggi parte di TFT, Trasporto Ferroviario Toscano), che, dopo averlo modificato rimuovendo parte delle aggiunte vicentine, mantenne la marcatura DE 51 ed adottò la classica livrea nera della compagnia.
Questo conclude la lista delle macchine ex Wehrmacht. Infatti, contrariamente a quanto taluni credono, il Kö della STEFER (Società delle Tramvie E Ferrovie Elettriche di Roma) non era una macchina di guerra: fu acquistata poco dopo (1948), contemporaneamente alla cessione di una delle sue locomotive a vapore. Era un Deutz costruito nel 1940. Ebbe il n. 51. Presenta delle singolarità interessanti: ha le porte di accesso frontali, dal praticabile protetto da mancorrenti, e griglie laterali.
E’ stato preservato, e dovrebbe entrare a far parte del Museo della stazione di Colonna, a Roma Trastevere.
In anni successivi, presso le concesse troviamo delle altre Kleinlokomotiven: una, la Deutz 47268 del 1943, fu acquistata da ACOTRAL, azienda in cui era confluita la STEFER nel 1976, dopo la dismissione delle DB dove era immatricolata come 323 043-0. In origine era il Kbf 5090 (dunque a benzina). Entrò in ACOTRAL attorno al 1980, e fu modificata per operare sulla linea a scartamento ridotto (950 mm) Roma-Pantano.
Un’altra Kleinlokomotive fu acquistata negli anni ’80 dalla SEPSA (Società per l’Esercizio di Pubblici Servizi Anonima) di Napoli, che gestiva la Ferrovia Benevento Napoli e che fu successivamente incorporata nella EAV (Ente Autonomo Volturno) dove ancor oggi si trova, e dove è affiancata da una seconda Köf (Jung 14181 del 1973) che però qui non trattiamo perché è un Köf III.
LFI acquisì attorno al 1980 un secondo Kö, oltre a quello ‘storico” di cui abbiamo detto: un O&K 20264 del 1933, D-dm ex Kö 4170. In omaggio alla storia FS, questa macchina fu dipinta di verde e marcata 213.930.
Con le Concesse abbiamo così terminato, ma di Kö II sui binari italiani ce ne sono molti altri, anzi moltissimi! Sono quelli delle Imprese ferroviarie private, specie quelle dedite alla costruzione e manutenzione di linee, ma anche da imprese industriali per i loro raccordi ferroviari interni. Come detto nella precedente puntata, la strada fu aperta dalle 4 motrici ex FS passate a imprese private: due a Costruzioni Tecniche Ferroviarie e due a Salvatore Esposito. deutsche-kleinloks.de parla di almeno 250 macchine (comprensive sia di quelle di serie II, di cui stiamo parlando qui, che di alcune serie I ed un certo numero di serie III). Alcune furono anche prodotte in Italia da Greco, su licenza. Il record di Kö in Italia è probabilmente di Serfer, che ne conta una ventina, mentre CLF ne ha (o ne ha avute) quattro, le CLF da 18 a 21.
La lista (incompleta!) di deutsche-kleinloks.de ne elenca una cinquantina, e conta 6 Ventura, 5 Fersalento, 3 GFC e molte altre. Molte schede sono corredate di fotografie, e così si possono vedere Kö di tutti i colori: ovviamente il classico giallo, ma anche arancione, bianco, rosso, blu, verde…
Noi ci limitiamo a citare alcuni casi speciali, iniziando dalla macchina conservata presso il Museo Nazionale dei Trasporti di La Spezia. Si tratta del Deutz 11538 del 1934, ex Kö 4705, poi DB 321 227-1 e successivamente 323 485-3, che in Italia aveva operato dagli anni ’80 presso Mencioni di Pisa prima di essere acquisita, nel nuovo millennio, dal Museo.
Molte motrici ebbero montata attrezzatura da lavoro, come gru o scale a torre per la manutenzione di gallerie o della linea aerea. Ne mostriamo alcune.
Terminiamo citando le macchine che, come quella già citata di ACOTRAL, sono state modificate per circolare su binari a scartamento ridotto, ed in particolare da 950 mm. L’impresa Francesco Ventura S.r.l. di Paola (CS) ne ha ben 6: le T 02, T 03, T 04, T 06, T 10, T 6119. Sono state usate sia sulla rete FCL che sulla Circumetnea. Si noti il classico respingente singolo Centrale dei rotabili a scartamento ridotto siciliano.
Nella prossima puntata dedicata ai Kö II parleremo di realizzazioni modellistiche, in particolare in scala N.
Ritengo fortemente improbabile che il DE 051 della FTV abbia avuto il motore di un carro armato Sherman. Questo carro armato ha montato vari motori, quasi tutti a benzina e il “meno” potente era 375 HP, troppi per un Köe. Probabilmente avranno usato il motore di qualche altro mezzo militare diesel.