Pubblicato il 4 novembre 2023
Il 12 ottobre 1970 fu inaugurata a Bolzano la Galleria Europa, un passaggio con vari negozi tra via Museo e piazza Sernesi. Al suo imbocco, lato Via Leonardo da Vinci, sulla destra, vi erano le vetrine di un negozio di mobili: Market Möbel. Per un paio di anni, nel periodo di Natale, vi venne esposto un plastico ferroviario in H0. Era grande, occupava un paio di vetrine, ed era automatizzato. Ricordo ancora i rossi Schienenbus fermarsi al segnale di via impedita, nell’attesa che il binario si liberasse, per poi partire e quindi sostare alla stazione. Avevo quattordici anni, e mi affascinava guardarlo.
Lo stesso fascino l’ho provato, mezzo secolo dopo, al Foligno Loco and Rail Show davanti al plastico della stazione di Monte Amiata, questa volta in scala N e ad ambientazione italiana. E’ opera di Andrea e Simone Luschi (padre e figlio) di Grosseto.
Anche qui i convogli viaggiano fermandosi ai segnali: un automatismo semplice, si dirà, eppure l’insieme è di grandissimo effetto. Assai semplice è anche il tracciato, (sostanzialmente un ovale) ma l’insieme è curatissimo e delizioso: una delle cose più belle in scala N (e non solo) che abbia mai visto, forse soprattutto per l’estrema cura del dettaglio.
Noi non andiamo pazzi per i particolari paesaggistici (peraltro qui realizzati splendidamente), e non ne parleremo: apprezziamo soprattutto quelli di carattere ferroviario, e cercheremo di mostrare qui con quanta cura e precisione siano stati trattati. Del resto, Andrea e Simone sanno bene di che si parla, essendo entrambi ferrovieri, il primo in pensione ed il secondo “domatori di pendolari”, come lui si autodefinisce con la sottile vena di (rassegnata, talvolta quasi disperata) ironia che lo contraddistingue.
Iniziamo dando uno sguardo d’insieme grazie ad un video, girato alla manifestazione Porte Aperte al Deposito Officina Rotabili Storici di Pistoia presso la quale il plastico è stato per la prima volta esposto al pubblico.
Un altro video rilevante è il seguente, che mostra la stazione di Monte Amiata al vero, come era prima dei recenti lavori di riqualificazione.
Già, perchè il plastico di cui stiamo parlando riproduce, con un’infinità di dettagli, proprio quell’ambiente reale (post riqualificazione, o se preferite pre-degrado).
Ma iniziamo con il mostrare il tracciato.
Già il disegno planimetrico rivela la competenza degli autori: vi si possono notare indicati F.V. (Fabbricato Viaggiatori, ovvero quello che la vulgata comune chiama “stazione”), F.M. (Fabbricato Merci), l’edificio del WC (più propriamente diremmo: i cessi) separato come tipico di molte stazioni italiane, almeno fino al secolo scorso, il Piano Caricatore, correttamente accompagnato da Pesa e Sagoma Limite, la Gru, il Rifornitore e persino una Staffa Fermacarri. Ancora, un secondo Piano Caricatore (E.I., ovvero Esercito Italiano, che aveva qui una propria sezione dello scalo), e lungo la linea due segnali ad ala di seconda categoria. il Rifornitore era terminale dell’acquedotto del Vivo, dal quale si attingeva acqua potabile per riempire le onnipresenti cisterne in composizione ai merci raccoglitori che approvvigionavano i caselli lungo la linea, diversamente dai depositi dell’acqua e dalle colonne idriche, che invece attingevano direttamente dal fiume Orcia.
Le dimensioni sono importanti, ma non esagerate: 330 cm per 90 cm, uno spazio non piccolissimo ma nemmeno immenso. Cosa si riuscirebbe a mette in H0 in uno spazio analogo?
Come si può vedere si tratta all’incirca di un ovale (in realtà un classico “otto”, qui asimmetrico. Le parti visibili del tracciato sono essenzialmente la stazione, in primo piano per chi guarda, ed un breve tratto collinare alle sue spalle. Questo cela una stazione nascosta che permette di dare varietà ai transiti, e che funge anche da staging yard, ovvero area di lavoro dove inserire e comporre i convogli. Grazie alla deviazione per accedere alla stazione nascosta, é possibile effettuare un doppio incrocio di convogli: uno alla stazione di Monte Amiata, il secondo sulla collina.
Come dicevamo, l’ambientazione è assai realistica, perché riproduce la stazione di Monte Amiata che si trova sulla ferrovia dismessa Asciano-Monte Antico, in Toscana.
Dal 1996 la linea è utilizzata per la circolazione di soli treni turistici nei giorni festivi del periodo primaverile-estivo. Diamo un’occhiata alla stazione:
Ed ora guardiamola sul plastico:
e di nuovo al vero:
Vediamo il dettaglio dell’edificio Servizio Lavori:
Questo, come gli edifici ferroviari del plastico, sono stati realizzati a partire dai disegni originali FS, anche con la collaborazione di Giacomo Spinelli che li ha preparati per il taglio 3D.
Ma guardiamo ancora Monte Amiata Scalo dal vivo:
e di nuovo sul plastico:
Al vero, le poche case intorno alla stazione sono tutte legate alla ferrovia, dato che il centro urbano più vicino è almeno a una decina di chilometri.
Lo schema di tracciato dei binari in stazione ricalca fedelmente il vero
La cura del dettaglio è incredibile. Ecco al vero gli arganelli di manovra dei segnali di protezione (a sinistra) e del passaggio a livello (a destra).
Provate a cercarli in questa foto del F.V. sul plastico… (individuarli è facile ingrandendo l’immagine). Vicino ci troverete anche i Leopolder.
Possiamo trovare un dischetto indicativo per deviatoio manovrato a mano disposto per il corretto tracciato.
Come abbiamo già notato sulla planimetria, anche pesa e sagoma limite sono riprodotti.
Persino un dettaglio minutissimo come la staffa fermacarri è correttamente presente.
Non possono ovviamente mancare le tabelle per i ranghi di velocità.
Ma la colonna idraulica che si vedeva in una foto di inseme al vero, c’e? Certo che si.
Ovviamente è al suo posto sul plastico…
Nemmeno la gru è stata dimenticata.
Lungo la linea i segnali sono quelli vecchi, ad ala.
In N non si trovano segnali FS ad ala come prodotti commerciali. Poco male, Simone se ne è procurato uno inglese (prodotto da Dapol) e lo ha adattato facendolo diventare un segnale FS di seconda categoria.
L’esercizio non è meno accurato. Anche qui, vediamo un’immagine al vero, che ci mostra un incrocio tra una Aln.772 e una D.342.
Sul plastico, il parco motrici diesel comprende D.342 e D.345, tutte di Danifer (Borzellino), automotrici ALn.668 di MaxRail e Arnold, ALn.772 con Ln.24 autocostruite unendo meccanica Lineamodel con le casse stampate in 3D da Gianfranco Visentin, con decals di Giacomo Spinelli. Autocostruita anche una Gr.740, con meccanica commerciale – ma senza motorizzazione – e cassa Visentin: viene spinta da un bagagliaio Uz, realizzato a partire da un nostro kit, che Simone ha motorizzato con uno chassis Tomytec. Tra le vetture, varie Corbellini Danifer, le Tipo 1937 di LoCo (Lorenzo Colli) e le Tipo 1921 autocostruite partendo dal nostro kit.
In origine l’idea era di fare un plastico casalingo da gestire completamente in manuale per giocarci a casa, senza nessun automatismo. La prospettiva è cambiata con la partecipazioni al Porte Aperte di Pistoia e alla manifestazione di Foligno: gestire manualmente un plastico per due o tre giorni di mostra continuativi è una follia, quindi è stato necessario un repentino ripensamento che ha portato all’introduzione di alcuni automatismi che permettono la circolazione ordinata di due convogli. Si potrebbe fare di più gestendo anche la stazione nascosta, e magari avendo convogli che viaggiano in entrambe le direzioni, gestendone gli incroci, ma non c’è stato il tempo.
Per dare ulteriore movimentazione è stato introdotto nello scalo un piccolo va e vieni con un convoglio in manovra. Anche qui, l’ennesimo colpo di classe: in coda la convoglio vi è un manovratore! E nemmeno le traverse limite di stazionamento sono assenti.
Che dire? Complimenti a Simone e Andrea. Qui abbiamo cercato di evidenziare la cura filologica con la quale hanno affrontato il tema, con un risultato da dieci e lode. Come anticipato, non abbiamo presentato gli aspetti paesaggistici non strettamente ferroviari, anche se lo meriterebbero. A chi volesse vedere altre immagini e leggere ulteriori dettagli suggeriamo il numero di Ottobre di TuttoTreno Modellismo, che in copertina ha proprio il plastico dei Luschi.
E per chi vuole godersi ancora un po’ il plastico, ecco un altro video dello stesso.
Non ho parole , veramente eccezionale, al di sopra c’è solo il reale 1:1
Beh in questo plastico io ci sono entrato un po’ di più che con le sole decals dei rotabili… ho disegnato per il taglio CNC tutti (e quando dico tutti intendo proprio tutti…) gli edifici sia ferroviari che civili… poi le manine dei Luschi han fatto il resto
Giacomo
Aggiornato l’articolo per darti il giusto credito, Giacomo.
Grazie mille!
Talmente ben fatto e dettagliato che è difficile distinguere la realtà dalla riproduzione in scala 1:160.
il negozio di Bolzano si chiamava “Möbel Market” di proprietá del signor Market. Il plastico era veramente spettacolare!
Grazie!!