Pubblicato: 1 dicembre 2012, ultima modifica 12 dicembre 2020
Il Binato Breda è interessante non solo per la sua forma straordinaria, ma anche poiché valicava le frontiere correndo anche in Germania, Francia, Austria e Svizzera.
Forse proprio per questa vocazione internazionale è stato modellato in scala N da vari produttori (anche esteri). Fu la prima incarnazione italiana del mitico Trans Europe Express, che per l’Italia incardinava su Milano prestigiose relazioni internazionali: il Mediolanum, il Mont Cenis, il Ligure ed il Lemano. Un po’ per le sue forme arrotondate, un po’ perché la data di inizio esercizio era l’ottobre 1957, in Germania il treno veniva chiamato “lo Sputnik”.
Le due automotrici, costruite dalla Ernesto Breda di Sesto S. Giovanni negli anni 1957 e 1958, in un totale di 18 unità in due ordinazioni successive, si dividevano in due tipologie di casse (ALn.442 e ALn.448) e formarono nove treni destinati a realizzare i prestigiosi TEE. Le automotrici furono classificate TEE 448-442 201-209 (la prima cifra del seriale, 2, indica il costruttore Breda). I soli carrelli estremi del complesso erano motori. Essi venivano azionati da due motori orizzontali posti sotto le casse del binato. La trasmissione era meccanica, con cambio epicicloidale Wilson a cinque marce, a comando sia manuale che automatico (impostabile dal macchinista).
La scelta di operare tramite delle macchine a nafta era dettata dall’esigenza di minimizzare i tempi di attraversamento del confine, penalizzati nel caso della trazione elettrica dalla necessità di effettuare un cambio di trazione. Sulla linea del Brennero i cambi di trazione necessari erano due, perché la Bolzano-Brennero era, fino al 30 maggio 1965, ancora alimentata in trifase. Lo stesso avveniva per il Ligure, perché anche la Riviera di Ponente aveva alimentazione trifase. Su youtube c’è un raro filmato degli anni ’60 girato dal macchinista Mario Pacini. Al minuto 5:45 si può vedere il TEE Ligure incrociare a Sanremo il treno trainato dalla trifase E.431 pilotato da Pacini. I binati erano bloccati ed avevano una capienza di 90 posti a sedere di prima classe per convoglio. La numerazione delle più vecchie automotrici FS contiene spesso l’indicazione del numero di posti a sedere: così ALn 448 indica un’automotrice leggera a nafta con 48 posti (Sempre nella notazione standard dell’epoca, la duplicazione della prima cifra indicava – con qualche eccezione – la possibilità di accoppiare più automotrici dello stesso gruppo con il comando multiplo).
La ALn 442 era l’automotrice con cucina, ed il numero di posti disponibili scendeva di 6 proprio per ricavarne lo spazio necessario. Non vi era però uno scompartimento ristorante: i piatti erano serviti direttamente al posto, come nelle automotrici TEE francesi RGP825 o come in aereo, grazie a tavoli ripiegabili e ai servizi di personale specifico previsto dai capitolati TEE e presenti quindi su tutti questi treni. Vi era un piccolo compartimento dedicato alla dogana, così da poter effettuare le operazioni frontaliere di controllo a bordo del treno evitando una lunga sosta ai confini.
La linea di queste macchine é figlia del periodo in cui sono state progettate e risulta decisamente slanciata e aerodinamica; esteriormente le due casse sono simili, differendo prevalentemente per il posizionamento delle porte e di qualche finestrino. La ALn 448 è riconoscibile immediatamente per vari particolari, tra i quali i più evidenti sono le serrande che danno accesso al vano bagagli. Anche la forma dell’imperiale permette di primo acchito la distinzione tra le due.
Le due casse che compongono ogni complesso sono tra di loro intercomunicanti, rendendo accessibili tutti i servizi presenti in ognuna di esse a tutti i passeggeri del treno. I nove convogli in servizio TEE collegavano Milano con Monaco di Baviera (Mediolanum), con Lione (Mont Cenis), con Marsiglia (Ligure, prolungato per alcuni anni fino ad Avignone al fine di permettere la coincidenza con il TEE Catalan Talgo diretto a Barcellona) e con Ginevra (Lemano) con servizi di andata al mattino e di ritorno alla sera, permettendo, così, agli uomini d’affari di svolgere le loro attività e di far rientro nella stessa giornata. Il successo di questi collegamenti veloci fu notevole e rese presto necessario l’abbinamento di due complessi ALn 442/448 per raddoppiare il numero di posti a sedere.
Altro abbinamento curioso lo si trova in Austria, quando, in occasione di deviazioni dalla via di Kufstein, per far passare il convoglio sulla MittenwaldBahn (Monaco-Garmisch-Innsbruck) che presenta pendenze fino al 3,8% era necessario farlo trainare da una ÖBB 1020. Abbiamo recentemente appreso che sulla parte austriaca di quella linea è vietato il transito a convogli diesel e a vapore, a meno che in composizione non abbiano anche una motrice elettrica.
- Dati tecnici sul Binato Breda si possono trovare sul bel sito di Daniele Neroni “leferrovie.it”.
- Un disegno quotato è disponibile su rotaie.it.
- Su photorail.com si trovano due piccole ma bellissime collezioni di immagini dell’epoca TEE (448/442) e dell’epoca successiva (448/460).
- Altre foto su railfaneurope, e su trainzitaliafoto.
- Su Marklinfan si trovano molte immagini del Binato Breda, prevalentemente nel suo servizio come “Ligure”.
- Il Portale dei Treni ha molte foto del ALn 448/460.
- Recentemente, su facebook è stato creato un gruppo dedicato a queste automotrici.
La carrozza intermedia Ln60
Su leferrovie.it c’è una foto ripresa dal Cornolò che mostra la Le.602 inquadrata tra due ALe.601. Non proprio il massimo come accostamento di colori… per fortuna la foto è in bianco e nero!
In scala N Pozzati Angelo Pozzati, uno dei produttori artigianali che ha caratterizzato la fase a cavallo del cambio di millennio, aveva realizzato a fine anni ’90 il primo Binato Breda in scala N di cui mi sia giunta notizia. Era in lamierino di ottone, e pesava oltre mezzo chilo (250 grammi a pezzo). Secondo alcuni, proprio la massa elevata e la doppia motorizzazione ne facevano un “mulo” instancabile, mentre altri raccontano di esperienze meno felici con questi modelli.
Maldifassi In genere su questo blog non citiamo modelli prodotti in un singolo esemplare, ma solo quelli realizzati in più copie e ceduti ad altri. Facciamo una piccola eccezione qui mostrando il modello realizzato da Carlo Maldifassi e che ha vinto il premio Muzio dell’ASN nel 2006. E’ realizzato in legno e plastica.
Fine Scale München Il produttore tedesco ha a catalogo dal 2007 quattro diverse offerte:
- FS-TEE ALn 448/442 (1390 €)
- FS ALn448/460 Rapido/espresso, epoca post-TEE, Marcatura come ALn 448.2002 / 460.2002, ancora con finestrini della versione con cucina.(1390 €)
- FS ALn 448/Ln60/ALn442, convoglio a tre elementi (1650€)
- Carrozza intermedia Ln60 (290 €)
Il progetto dichiarato prevedeva inizialmente solo la versione con le marcature relative al collegamento TEE “MEDIOLANUM” (Milano-Monaco a Baviera, con fermate a Verona, talvolta Rovereto, Trento, Bolzano, Brennero, Innsbruck, Kufstein), che è stato effettuato quotidianamente dal 1957 al 1969 da queste automotrici FS-TEE. Per le altre opzioni veniva dichiarato “produzione solo quando c’è un ordine sufficiente” – non so se la condizione si sia mai realizzata.
Lemaco Nel 2008 alla Fiera di Norimberga le vetrine della Lemaco (Lematec) mostravano il Binato sia in H0 che in scala N.
Lematec aveva (ed ha tuttora a catalogo sul proprio sito web) 4 modelli (che credo differiscano solo per le tabelle di percorrenza sulla fiancata):
- N-201/1 FS Lemano
- N-201/2 FS Mediolanum
- N-201/3 FS Ligure
- N-201/4 FS Mont Cenis
Il prezzo è paragonabile a quello di FSM: 1795 Franchi svizzeri (circa 1300 € quando nel 2011 arrivò nei negozi, ma al cambio attuale quasi 1500 €…). Alla stessa fiera Giorgio Donzello presentava il suo, ed ecco i suoi commenti sul modello Lemaco (tratti da rotaie.it): “Sapendo che anche Lematec (la ex Lemaco) avrebbe presentato il Binato in scala N, dopo averlo gia’ eseguito due anni fa in scala H0, non appena sistemato il mio stand, la prima cosa che sono andato a vedere e’ stato proprio questo piccolo modello figlio di così blasonati produttori. Onestamente, quando l’ho visto, un po’ egoisticamente, sono stato felice di vedere che non era loro riuscito proprio benissimo, soprattutto nei musetti, che sono la parte piu’ caratterizzante e sono caduti nella trappola tipica delle riproduzioni in scala N, cioe’ non sono riusciti a dare l’impressione di leggerezza dell’originale. Mi sembra che sia venuto fuori un po’ “arrabbiato”. Anche le carenature dei respingenti sono completamente diverse dall’originale e contribuiscono non poco a dargli un’aria completamente diversa.”
In effetti, anche se nel complesso il modello mi pare bellissimo, devo dare ragione all’occhio attento di Giorgio: il confronto con una foto dell’originale mostra la differente bombatura del respingente.
A catalogo 2014-2015 è stata annunciata da Lematec una nuova edizione del Binato, in 4 modelli: N-201/5 FS TEE Breda ALn 442-448, état d’origine, sans trompes d’avertisseurs, Ep. IIIb N-201/6 FS TEE Breda ALn 442-448, état d’origine, tampons ovales, Ep. IIIb N-201/7 FS TEE Breda ALn 442-448, état d’origine, tampons ovales, toit foncé, Ep. IIIb N-201/8 FS TEE Breda ALn 442-448, état d’origine, toit foncé, Ep. IIIb
LocoModel (Giorgio Donzello) Come già detto, il modello di Giorgio Donzello risale al 2008. I modelli sono stati prodotti sia in versione motorizzata che non motorizzata (cosicchè chi voglia possa accoppiare due binati come al vero). Come sempre si tratta di esemplari prodotti a tiratura estremamente limitata, e diventa difficile reperirne le foto. Del modello in questione abbiamo trovato solamente (sul sito di Locomodel) un’immagine del prototipo, ancora senza carrelli.
LocoModels – LoCo (Lorenzo Colli) E’ recentissima la notizia della nuova produzione di una Binato Breda da parte di Lorenzo Colli (Locomodels), realizzato credo in collaborazione con Achille Carminati. Il modello ha la scocca in metallo realizzata in fotoincisione con avancorpi in metallo pressofuso.
La 448 ha una motorizzazione giapponese con doppio motore, uno per carrello, mentre la 442 è folle.
Una critica letta sui forum riguarda l’altezza sul ferro, che però è necessaria per permettere la circolazione anche su curve di Raggio 1, ed è quindi un classico compromesso N-istico. La filosofia modellistica di Colli esige sempre la circolabilità su raggio stretto. Lorenzo sostiene, credo a ragione, che gli N-isti siano prevalentemente “plasticisti”, e che in un plastico è facile che, magari nascoste in galleria, vi siano curve strette. Dunque fa un punto di onore il fatto che i suoi modelli possano circolare ovunque.
Un’altra critica fatta ai primi modelli prodotti riguardava lo stacco tra musetto e corpo vettura. Va detto che le fotografie non fanno quasi mai giustizia dei modelli in scala N, esaltando particolari che difficilmente si notano guardando il modello dal vivo. In questo caso poi probabilmente la caratteristica è negativamente esaltata dalla luce radente della fotografia a cui la critica si riferisce, mentre nelle altre immagini è secondo me sì percettibile – ma solo dopo che è stata fatta notare!
Presentato alla Fiera di Colonia 2012 (IMA Köln, 22-25/11/2012), è già in produzione e credo che in pochissimi giorni ne siano già stati venduti diversi, anche se sul sito di Colli (che è stato recentemente rinnovato) il modello non figura ancora a catalogo. Qualche giorno dopo la chiusura della fiera, il negozio ebay “fli2009” di Susy Warger aveva in vetrina il suo ultimo esemplare disponibile per la vendita (almeno per il momento), e il prezzo per la coppia era di 340 €.
Aggiornamento 2015: promessa mantenuta. Sui modelli attualmente in produzione (2015) la giunzione tra musetto e corpo non é più percettibile.
Ringraziamenti Grazie a Susanna Warger e a Stuart Stavropol per alcune informazioni che mi hanno permesso di correggere e migliorare questo post. Grazie anche all’amico Gigi Voltàn – lo scrivo con l’accento per sottolinearne l’origine veneta, dopo aver sentito il suo cognome pronunciato Vòltan, 😉 – lettore attentissimo oltre che colto, che questa volta ha trovato “solo” degli errori di battuta – di solito mi pizzica su questioni più rilevanti, quindi… é andata bene :-).
Un argomento interessante trattato – come sempre – con competenza (la competenza che ti contraddistingue) e una documentazione iconografica davvero notevole.
Oltre che con la giusta “leggerezza”.
Complimenti Marco!
Un salutoNe e a presto,
Antonio
Grazie Antonio!
Io ho il modello prodotto dalla Rivarossi.Addirittura è dotato, nel rimorchiato,di un generatore di suono che si attiva passando su un binario speciale.