Pubblicato: 6 febbraio 2011 |
“Carro scudo” è il nome che viene dato ad un carro ferroviario (generalmente) interposto tra la motrice ed il carico trainato. E’ obbligatoriamente previsto in alcuni casi.
Il Regolamento per la circolazione dei treni Ristampa 1936 – XIV all’art 39 paragrafo ‘Composizione dei treni’ dice: “6. Fra la locomotiva e le carrozze destinate al servizio viaggiatori si deve intercalare come carro scudo un altro veicolo, salvo il caso di treni muniti di freno continuo attivo e salvo le eccezioni indicate nell”orario generale di servizio”. All’epoca si trattava prevalentemente di locomotive a vapore, e spesso il carro in questione era un postale o un bagagliaio.
Oggi la normativa internazionale stabilisce per le merci di alcuni tipi (es. infiammabili ed esplosivi), l’obbligo di distanziamento dalla motrice (per evitare che le scintille generate dal pantografo possano finire su tali carri). Un esempio, tratto dall’album Flickr di Fabrizio Sozzi nella seguente foto:
Per analoga ragione, il carro scudo è usato tra il locomotore e i carri per il trasporto delle automobili (nuove), per evitare il danneggiamento delle carrozzerie dei veicoli trasportati. Curiosamente la norma non si applica però a convogli con “auto al seguito”.
Carri scudo sono in uso anche per caricare treni sui traghetti: occorre far entrare un convoglio dentro ad una nave, senza far entrare nella stessa la motrice (tipicamente un locomotore diesel da manovra, non essendovi nelle navi la linea aerea) che ammorterebbe l’aria con i gas di scarico. Così si interpongono fra la locomotiva e le vetture da portare all’interno della nave traghetto uno o più carri scudo, che servono a distanziare il carico dalla motrice. Gli ultimissimi secondi del seguente video relativo all’imbarco dell’Ic723 Roma Termini – Palermo C.le a Villa San Giovanni mostrano chiaramente il carro scudo interposto tra le carrozze passeggeri e la motrice diesel.
Un ulteriore utilizzo di carri pianale come carri scudo è quello di “distanziatori” per permettere a carri con carichi pesanti (ad esempio trasporti eccezionali) di percorrere ponti ferroviari che altrimenti non ne ammetterebbero il carico se cumulato con il peso della motrice.
Sono chiamati carro scudo anche i carri pianali che accompagnano carri gru come appoggio per la gru stessa. Di regola i carri gru devono essere ubicati in coda e seguiti dal solo carro scudo che in questo caso è l’ultimo carro del convoglio.
Un’altra funzione dei carri-scudo è quella di permettere ad una motrice di trainare un convoglio dotato di diverso sistema di accoppiamento. Ad esempio, gli ETR500 hanno gli organi di attacco ad altezza minore sul piano del ferro rispetto allo standard. Quindi, in caso di necessità di trasferimento di vetture di questo tipo ad opera di una motrice tradizionale si usa un carro o un carrozza che da un lato abbia gli organi di attacco ad altezza tradizionale mentre dall’altro si trovino ad altezza compatibile con quella degli ETR. Esempi di questo tipo si vedono nei seguenti due video, che hanno anche il pregio di documentare la presenza di treno “inusuali” sui binari italiani (sostengo sempre che in un plastico di ambiente italiano la “licenza poetica” di far correre un ICE non sia poi una pratica eterodossa).
Il primo video mostra un IC4 DSB delle ferrovie Danesi a Pistoia agganciato a un carro scudo Rgmms
Il video successivo, ripreso a a Firenze Castello, mostra un Alstom AGV prototipo trainato da E483 107 NC con carro scudo interposto
La funzione di adattatore di accoppiamento è largamente usata nel modellismo. Sebbene in scala N lo standard internazionale (NEM 356) preveda un gancio universale (quello Arnold), un pletora di altri ganci esistono: gli antichi ganci a occhiello della Lima, i Fleischmann Profi, i ganci ravvicinati Roco, i Kadeee… insomma, è tuttaltro che raro di avere da associare motrici con un tipo di gancio e carrozze con un tipo diverso. In questi casi la soluzione più semplice è quella di adattare una vettura alla funzione di carro scudo, con ganci di un tipo ad una estremità e di un’altra all’estremità opposta. Per esempio, le prossime immagini illustrano una bella vettura svizzera Fleischmann attrezzata con ganci Arnold sul lato della prima classe, e adattata con ganci ravvicinati sul lato della seconda classe.
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