Pubblicato il 31 gennaio 2015, ultima modifica 2 febbraio 2015
Fin dalle origini del ferromodellismo, vi sono un paio di cose che non mancano mai in un plastico: ponti e gallerie. Visti i limitati spazi disponibili, raramente si resiste alla tentazione di aumentare la densità di binari per unità di superficie, e quindi assai spesso si realizzano più livelli. Per evitare la monotonia questi si intersecano – se in vista su viadotti-, e per evitare di mostrare la banalità dei tracciati e rendere più credibili gli scenari, parte dei binari si nascondono nella pancia dei rilievi, formando gallerie.
E non c’é nulla di più modellistico, fino al limite del poco credibile, della concomitanza ponte-galleria…
Cominciamo dunque un piccola serie di articoli su viadotti reali che potrebbero essere di ispirazione o stimolo per il modellista proprio da quella che probabilmente é la più famosa sequenza ponte-galleria in assoluto: il Landwasserviadukt della Viafer Retica (Rhätische Bahn), la ferrovia svizzera a scartamento metrico tanto illustre da essere entrata a far parte del patrimonio dell’Unamità dell’Unesco. E’ la ferrovia su cui corre il Glacier Express, anche se il ramo che ci interessa qui non é quello che attraversa il Bernina.
Il Landwasserviadukt è alto 65 m e lungo 136 metri. Ha due caratteristiche peculiari: é in curva (raggio 100 m), e su un lato é a ridosso di un tunnel, su una parete rocciosa verticale. Si trova in prossimità della stazione ferroviaria di Filisur ed è considerato un simbolo della società ferroviaria. Circa 22.000 treni all’anno lo attraversano: circa 60 al giorno, ovvero uno ogni quarto d’ora circa, con una pausa notturna. Prende il nome dal fiume Landwasser, emissario del lago di Davos, e lungo la cui valle, a monte del viadotto di cui ci occupiamo qui, corre un’altro ramo della Rhb: il Filisur-Davos. Su questa tratta il fiume, più a monte, é scavalcato da un altro ponte assai famoso: il Wiesener.
La seguente cartina mostra la posizione del Landwasserviadukt.
Una webcam permette di vederlo in tempo reale. Un archivio di immagini della webcam si trova su www.schmalspurbahn.ch (L’immagine qui sotto dovrebbe essere costantemente aggiornata con l’ultima disponibile, ma per ragioni non chiarissime qualcosa non sempre funziona, e l’immagine non cambia più: lo si può notare anche dal timestamp in alto a destra. Cliccando sulla foto però dovrebbe apparire quella attuale).
La costruzione
La costruzione del ponte iniziò nel marzo 1901 ad opera della società Müller & Zeerleder, sotto la direzione dell’ingegner Alessandro Acatos. Come tutte le opere di qualche tempo fa, i tempi realizzativi lasciano sbalorditi, se confontati con quanto avviene oggi a dispetto delle più potenti tecnologie disponibili: i primi treni percorsero la linea già nell’ottobre dell’anno successivo. La tecnica costruttiva fu particolare. Come abbiamo già detto, il ponte si stacca, in corrispondenza dell’imbocco della galleria, direttamente da una parete rocciosa verticale, per cui tecniche tradizionali di realizzazione non erano proponibili, anche per via dell’altezza del ponte stesso. Fu inoltre necessario trasportare sul posto (una remota valletta tra i monti ad oltre 1000 m di quota) tutto il materiale necessario alla costruzione prima dell’inizio della stessa.
Si cominciò costruendo delle torri di metallo. Queste assolsero una doppia funzione: costituirono l’anima dei piloni, che furono eretti in pietra attorno ad esse, ed al tempo stesso servirono a sorreggere delle gru a ponte dalle quali, tramite argani elettrici, venivano issati lavoratori e materiale. Su www.technologystudent.com una animazione rende l’idea del funzionamento.
Man mano che il ponte sia alzava, anche torri metalliche ed il carroponte venivano innalzati. Una volta raggiunta la sommità dei piloni, si procedette alla realizzazione degli archi, che sono sei ed hanno una corda di circa 20 m ciascuno.
La ristrutturazione
Dopo 106 anni di esercizio, nel 2009 fu necessario provvedere ad una ristrutturazione del ponte, mantenendone però l’aspetto originario, anche perché dal luglio 2008 la Ferrovia é inclusa nel Patrimonio dell’Umanità UNESCO e deve essere preservata immutata. Anche se la muratura, nonostante il secolo passato, era ancora in ottimo stato, si procedette ad iniezioni di calcestruzzo tra i giunti della stessa. Fu stesa una nuova base di cemento sulla quale poggiare i binari, rinnovati, e vennero installate nuove apparecchiature. Sono state necessarie 24.000 ore di lavoro, con turnazioni diurne e notturne, per un costo complessivo di 4,6 milioni di Franchi. I treni hanno potuto circolare liberamente, anche se con velocità ridotta a 10 km/h. Circa un quarto dei lavori però era incompatibile con la circolazione: questi sono pertanto stati effettuati durante le notti. I lavori, iniziati il 9 marzo, si sono protratti per 8 mesi. Durante i lavori, il viadotto é stato coperto con un drappo rosso.
Rassegna di immagini
Il Landwasser Viaduct é probabilmente del ponte ferroviario più fotografato al mondo… Raccogliamo qui una serie di immagini che lo mostrano da varie angolature, ma con un giretto su internet se ne possono trovare tante altre. Dimostrano che il ponte merita un viaggio!
Iniziamo dal satellite: in basso a destra si vede la stazione di Filisur, uscendo dalla quale sulla sinistra la linea si biforca, entrando in due tunnel dall’imbocco parallelo: quello di più a valle porta al ponte, situato in alto al centro dell’immagine: sul ponte la linea piega a sinistra e prosegue in una diagonale verso il basso lungo la costa della montagna. Il tunnel più a monte nasconde in parte una lunga curva ad U che porta a risalire la valle in direzione di Davos. Sembra proprio un plastico!
Guardiamo ora il viadotto da lontano, incastonato nel paesaggio svizzero, avvicinandoci progressivamente.
Poi guardiamo progressivamente verso sinistra, fino ad incontrare una cortissima galleria.
Vediamolo poi dall’alto, da varie inquadrature.
La maggior parte delle inquadrature lo riprende dal lato convesso.
Visto dal lato opposto, non si vede il punto più caratteristico: lo stacco tra galleria e viadotto. Si vede invece l’imbocco della brevissima galleria non adiacente al ponte. E’ estremamente affascinante anche visto da qui.
Anche la prospettiva dal basso offre delle inquadrature interessanti.
Ancora qualche dettaglio di transiti interessanti sul ponte.
Il seguente video mostra un passaggio a vapore sul viadotto
mentre questo mostra l’avvicinamento al ponte ed il suo superamento
Infine, una immagine di quel che vede il macchinista nel percorrerlo.
Nel Modellismo
Il disegno del ponte si presta benissimo ad ispirare un tratto di plastico, con la sua sequenza “galleria – ponte – breve tratto in costa – altro imbocco di galleria” (anche se nella realtà questa seconda é brevissima). In particolare in scala N la lunghezza del ponte é di 85 cm, e la sua altezza 40 cm. Stefano Dalli ha realizzato un modello in scala N del Landwasserviaduct. Per il momento é stato realizzato solo il ponte, ma é allo studio il suo inserimento in un plastico dedicato.
La progettazione ha incluso un accurato studio della morfologia del terreno, ed é documentata sul web site di Stefano.
L’ipotesi é di realizzare un plastico che includa una realistica riproduzione del ponte ed una piccola stazione nascosta grazie alla quale poter alternare due treni. Forse varrebbe la pena di ampliare la stazione nascosta aumentandone il numero dei binari, così da poter avere più varietà di transiti.
In realtà la RhB é a scartamento metrico, e quindi andrebbe riprodotta col binario da 6 mm (Nm, lo stesso della scala Z) anziché con quello da 9 mm. Il materiale rotabile però é disponibile da Kato per i binari da 9mm: quello in scala Nm esiste, ma é dannatamente più costoso.
Kato, oltre ai vagoni panoramici del Glacier Express (prima, seconda e bar) ha realizzato in N la Ge 4/4 III in tre differenti livree: quella rossa standard, quella “Glacier Express” e quella speciale che celebra l’ingresso di RhB nel patrimonio UNESCO: quest’ultima sulla fiancata presenta proprio il viadotto di Landwasser stilizzato.
In H0 il Landwasser ha ispirato un viadotto della sezione svizzera del Miniatur Wunderland
Durante i lavori di ristrutturazione del ponte, anche Miniatur Wunderland aveva adattato la sua riproduzione alla realtà!
Altri esempi in H0:
In alcuni prossimi articoli riprenderemo il tema dei ponti della RhB, perché ve ne sono altri di interessanti, e riesumeremo un vecchio ma interessante progetto di plastico che ne include un paio: uno naturalmente sarà proprio il Landwasser.
Che meraviglie……!!! Estasiato come un bambino che sogna di trovarsi lì sospeso in quei luoghi da fiaba…..grazie per tutto quello che ci proponete di continuo…..naz