Pubblicato il 6 giugno 2020
Abbiamo di recente esaminato le geometria dell’armamento in scala N di Arnold, Minitrix e Roco – quest’ultimo ora commercializzato da Fleischmann come serie di binari senza massicciata. L’offerta originale di Fleischmann, quella dei binari con massicciata tuttora presenti a catalogo, è oggetto di questa nota.
Si tratta di una proposta apparentemente molto semplice e razionale. Già una rapida occhiata all’esempio che da anni viene mostrato sui cataloghi fa cogliere al volo la razionalità cartesiana del disegno.
Ma entriamo nei dettagli.
Lo schema usato è così semplice che può essere riassunto nella seguente immagine:
I raggi impiegati sono detti R1 ed R2 per le curve strette (rispettivamente r=192 e 225,6 mm) e R3 ed R4 per le curve ampie (rispettivamente r=396,4 e 430,0 mm). L’elemento diritto di base ha lunghezza 111 mm: la sua misura deriva dal raggio R4 e dall’angolo di 15º: definisce la lunghezza del tratto rettilineo dello scambio, e di conseguenza anche la lunghezza del binario diritto “base”.
Come Arnold, Fleischmann ha un elemento diagonale: (detto Diagonalgleis, Binario Diagonale, art. 9102) che posto ad un angolo di 15º dà una proiezione pari a 55,5 mm (metà della lunghezza base): la sua lunghezza è di 57,5 mm (ovvero 55,5 / cos 15º).
Osserviamo come R1 e R4 siano gli stessi di Arnold, ed come la costruzione geometrica gli scambi sia la stessa: ne discenderebbe una geometria identica.
Qui però nasce un problema, al quale non abbiamo trovato soluzione. Se l’impostazione geometrica è, come abbiamo visto, esattamente la stessa di Arnold, allora l’interasse deve essere di 30 mm. Invece Fleischmann sceglie lo stesso interasse di Roco e Minitrix, 33,6 mm. Da dove spuntano i 3,6 mm in eccesso?
Per farli venir fuori, occorre variare un poco i parametri dello scambio. Abbiamo visto ad esempio che Roco raggiunge l’interasse desiderato (il cui valore era stato “ereditato” dai vecchi scambi a 24º e raggio R1) scegliendo un raggio di curva pari a 326,6 mm per 15º, e prolungando poi in modo rettilineo la deviata per 17,2 mm. La proiezione di questa costruzione sull’asse x dava 111,6 (che poi Roco allungava di circa 1 mm), e quella sull’asse y ci dava l’interasse desiderato. Riteniamo che Fleischmann abbia fatto un “gioco” simile: a prima vista pressoché indistinguibile rispetto allo schema geometrico esatto, ma diverso quanto basta per mettere le cose a posto. Come al solito, chi se ne accorge sono i modellatori software. Infatti mentre gli scambi si combinano bene come interasse, la curva di compensazione R4 non va più bene con la nuova costruzione. Nella pratica poi, attaccando tra loro i binari le cose vanno a posto con una piccola forzatura, ma per il modellatore invece i conti non tornano…
Naturalmente il modellatore software lavora sul modello che gli è stato dato, quindi di per sé non è una prova inconfutabile. Tuttavia i conti geometrici che abbiamo fatto sono in accordo con il… suo disaccordo: nel caso di Fleischmann proprio non tornano! Ovviamente potrebbe esserci un baco nel nostro ragionamento, e saremo felici di ricrederci se qualcuno ci potrà dimostrare, conti alla mano, che l’apparente perfezione del modello di binari Fleischmann è proprio reale.
Ma perché mai Fleischmann decise di scegliere lo stesso interasse di Minitrix? (ricordiamo le date: Arnold e Minitrix risalgono all’inizio degli anni ’60, i Fleischmann Piccolo sono del 1969, Roco del 1975). Probabilmente perché ebbe fin da subito in produzione carrozze “lunghe” (165 mm) e ritenne più sicuro avere in curva un interasse un poco più abbondante. Così pur adottando i raggi R1 ed R4 di Arnold, ne modificò i valori di R2 e R3 scegliendo come raggio rispettivamente R1+ 33,6 mm e R4-33,6 mm. I raggi usati sono quindi R1=192 mm, R2=225,6 mm , R3= 396,4mm e R4=430 mm (R3 fu introdotto nel 1971).
I binari curvi sono forniti con vari angoli:
- 7,5º (art. 9123 per R1 e 9128 per R2)
- 15º (9122 R1, 9127 R2, 9131 R3, 9136 R4)
- 30º (9130 R3, 9135 R4)
- 45º (9120 R1, 9215 R2)
Gli scambi sono solo da 15º, (art. 9170 e 9171, rispettivamente sinistro e destro manuali, e 9174 e 9175 destro e sinistro elettromagnetici). L’elemento curvo (R4, 15º, art. 9136) è anche l’elemento di compensazione per lo scambio (come visto con qualche approssimazione).
Dell’elemento diritto base abbiamo già detto: ha lunghezza 111 mm (art.9101). Come per Arnold, vi sono poi un elemento di lunghezza doppia (art.9100, 222 mm), e il Diagonalgleis da 57,5. A differenza di Arnold, che non offre dei sottomultipli, Fleischmann presenta (dal 1971) anche la divisione in due parti di lunghezza 55,5 mm (art.9103), e (in anni successivi) in quatto parti di lunghezza 27,75 mm (art.9104), Sempre nel 1971 appare il binario flessibile (da 730 mm), assieme ai doppi scambi inglesi asimmetrici (come Arnold: un lato è da 111 mm, l’altro 115), sia in versione manuale (9184, 9185) che elettromagnetica (9185, 9187). Non vi sono inizialmente gli incroci da 15º, ma è presente quello simmetrico da 30º utile per gli fare la configurazione a forbice (“Scissors”). Arriveranno (asimmetrici) negli anno successivi, con ingombro uguale a quello dei doppi scambi inglesi (art. 9162 e 9163).
Nel 1972 vengono introdotti gli scambi curvi (da 9174 a 9178), con chiare indicazioni di uso, a differenza di quanto avviene con tutti gli altri costruttori. Va detto che nei cataloghi gli esempi di combinazioni dei vari binari sono sempre numerosi e chiari. A differenza di quelli Roco e Minitrix R1/R2, non sono disegnati in modo semplicistico sovrapponendo una curva R1 ed un curva R2: qui il ramo interno corrisponde ad un R1, ma quello esterno è progettato in modo da poter essere complementato con un R1 a 45º o con un R2 a 45º, a seconda della configurazione che vuole realizzare (rispettivamente confluenza e doppio binario, v. figura sotto), ottenendo sempre l’interasse corretto..
Gli scambi curvi arriveranno successivamente anche in versione con cuore conduttore invece che isolato.
Lo scambio a tre vie (art. 9157 manuale, 9158 elettromagnetico) equivale alla sovrapposizione di due scambi a due vie, uno sinistro ed uno destro.
Degli scambi va poi detto che sono tutti utilizzabili come “Scambi pensanti”(ne abbiamo parlato in dettaglio in una nota dedicata).
Vi sono poi vari binari speciali di lunghezze standard;
- Sganciavagoni (9112 elettrico, 9114 manuale), 111 mm
- Binario di alimentazione (9108), 111 mm
- Binario di contatto per la rilevazione di transito (9115, basato su reed). 55,5 mm
- Passaggio a livello senza barriere (9499), 55,5
- Tronchino (9116), 57,5 mm
Sembra fare eccezione il passaggio a livello con barriere 9198, lungo 166,5: in realtà tale lunghezza è part a 111 + 55,5, quindi corrisponde a 3/2 del binario standard.
Non manca la “Drehscheibe”: la piattaforma girevole con la relativa rimessa.
Il tutto risulta molto semplice e piacevole da comporre.
L’aspetto a cui fare attenzione nella progettazione è l’utilizzazione di incroci e di doppi scambi inglesi: bisogna metterli per il verso giusto, ricordando che vi è un sinistro e un destro.
Perfino il binario flessibile, che in genere viene tagliato alla misura necessaria, è fornito in una lunghezza commensurabile con l’unità base: misura infatti 777 mm, pari a sette binari standard, anche se nei primi anni ’70 la su lunghezza era di 730 mm.
Se poi ci si trova con una combinazione che viola la geometria base, viene in soccorso il binario a lunghezza variabile 9110 che è estensibile tra 83 e 111 mm (ricordiamo che già Arnold ne aveva introdotto uno analogo).
Il profilo è ad I, e i binari sono “mescolabili” con quelli di Minitrix e Roco (Fleischmann senza massicciata), pur con il fatto che vi sono differenze nella geometria (ma l’interasse è lo stesso) e nell’aspetto (per la presenza della massicciata).
Per la connessione con i binari Arnold è disponibile a catalogo la speciale una scarpetta di compensazione.
Un elemento unico è dato dalla presenza dei binari con cremagliera (art.9119, lunghezza 222 mm, flessibile e senza massicciata). Consente di affrontare pendenze fino al 25% usando apposite motrici (ne abbiamo parlato in una nota dedicata).
In sommario, i binari Fleischmann con massicciata sono ottimi e permettono una progettazione facile e razionale, nonostante la piccola imperfezione registrata nel binario di compensazione degli scambi. Una critica può semmai essere che la geometria quasi perfetta pecca un pò di realismo, in quanto nelle rotaie “vere” la geometria degli scambi non è sempre riconducibile a schemi semplici e con angoli uguali. In questo però Fleischmann è accomunata con gli altri produttori industriali, anche nelle scale maggiori: l’unico che in scala N si distacca da questa filosofia è Peco, del cui sistema di binari discuteremo in una prossima puntata.
Una curiosità.
Ho sentito che non produrranno più questi tipi di binario, e vero?
Da quel che ho letto smettono la produzione dei binari in H0 (scelta ovvia visto che in H0 da un po’ non fanno più rotabili) non di quelli in N, ma non ho informazioni precise.
Complimenti Marco,la tua passione per la scalaenne,ci consente di capire quello che le case produttrici non spiegano in maniera chiara ed esauriente.Chi ti scrive attualmente sta’ tribolando con una piattaforma girevole Arnold a mano,l’ho acquistato su Catawiki ma mio malgrado non riesco a dare corrente ai binari,ho controllato le linguette,toccano i contatti ma non succede nulla.
Finalmente qualcuno che conferma il mio dubbio! erano anni che combattevo con l’imperfezione della geometria degli scambi. Io uso un software “autocostruito” usando le specifiche e le quote indicate in catalogo, ma non sono mai riuscito ad “agganciare” alcune combinazioni di scambi e compensazioni! Stavo andando al manicomio, pensavo di sbagliare io qualcosa, invece mi confermi che sono tedeschi (sigh) che si sono sbagliati! Grazie 🙂
Non ci potevo credere neanch’io quando ho fatto i conti. Penso che non sia proprio un errore, ma una cosa voluta per aggiustare l’interbinario al valore cercato. Dà sicuramente problemi al software, poi nella pratica quando si collegano i binari causa solo delle piccole forzature che non fanno gran danno (e magari uno non se ne accorge nemmeno). Di sicuro non è elegante…