Pubblicato il 16 maggio 2020
Già nel 1959 l’azienda tedesca Trix fornisce modelli in scala 1:180 non motorizzati (Schiebetrix: “schieben” significa “spingere”), ma senza un corrispondente sistema di binari. Nel 1964, seconda dopo Arnold e a pari merito con Piko, inizia a produrre trenini elettrici in scala N. Il sistema di binari offerto all’epoca non ha tante pretese ma ha già una sua articolazione interessante: comprende due raggi di curvatura, due scambi basati sul raggio R1 con angolo di 24º e interasse di 33,6 mm.
Aggiungendo una curva di 6º e compensando con una controcurva R1 di 30º si ha un interasse di 52,1 mm, utile per realizzare la banchina di una stazione.
Il sistema esordisce quindi in modo semplice e razionale.
Nel 1969 migliora da un punto di vista modellistico: vengono introdotti altri 4 raggi di curvatura, più ampi, e su uno di essi si basano nuovi scambi di aspetto più realistico, con deviata da 15º.
I nuovi scambi sono basati su raggio R4, compensando con una controcurva dello stesso tipo si ha un interasse di 29,2, potenzialmente interessante in stazione o in scalo, ma incompatibile con l’interasse che si ha nelle curve (in tutte e tre le coppie di raggi), che è di 33,6 mm come in precedenza tra R1 e R2.
Viene quindi introdotto un piccolo elemento diritto di compensazione da 17,2 mm, che posto sulla deviata prima della controcurva permette di recuperare l’interasse standard. Una piccola sensazione di deja-vu?
Ma vediamo il set di binari Minitrix, tra i quali per inciso troviamo anche lo scambio curvo ed un doppio inglese simmetrico con inclinazione di 30º.
Diamo un’occhiata alle lunghezze dei binari rettilinei (i numeri di catalogo erano in origine in origine 51-XXXX-00, successivamente divennero 1XXXX – noi riportiamo qui solo i 4 numeri XXXX)
- 730 mm, flessibile (art 4901)
- 312,6 mm (art. 4902)
- 104,2 mm (art 4904)
- 76,3 mm (art 4905)
- 54,2 mm (art 4906)
- 50,0 mm (art 4907)
- 33,6 mm (art 4909)
- 27,9 mm (art 4908)
- 17,2 mm (art 4903)
Ricorda qualcosa? Abbiamo già visto (quasi) tutto questo! a parte i binari da 76,3 mm e da 29,7 mm, tutte le altre misure sono esattamente quelle di Roco! Roco però arriva sul mercato della N solo nel 1975. Dubitiamo vi sia stato un accordo commerciale tra i tedeschi di Minitrix e gli austriaci di Roco, che arrivavano come concorrenti. Semplicemente, pensiamo che Roco abbia copiato Minitrix, cercando di proporsi come alternativa completamente compatibile, e a costo inferiore, con i preesistenti tedeschi.
Negli anni successivi Minitrix introdusse ulteriori elementi, come il doppio scambio inglese simmetrico a 15º, e gli scambi curvi basati su raggi ampi (R3, R4), oltre alla interessante “Dreh-Schiebebühne” alla quale abbiamo dedicato un paio di note [1],[2].
Attenzione: degli scambi curvi a raggio ampio ve ne sono due tipi: nel primo il lunghissimo cuore è interamente metallico, ed è polarizzato, nel secondo è di plastica nera su parte della quale trovano delle lamelle prendicorrente: per ragioni elettriche è preferibile evitare questo secondo tipo, anche se da un punto di vista estetico è invece forse migliore. Anche gli scambi a 15º sono stati di recente resi disponibili con cuore metallico polarizzato.
Per contro, Roco introdusse un interessante insieme di raggi di curvatura, del quale abbiamo già detto, e gli scambi modellistici a 10º (o 12º? il pasticcio, del quale abbiamo anche parlato, non l’abbiamo mai risolto…).
Dunque, visto che abbiamo già parlato del sistema Roco, ed ora abbiamo visto come sia “derivato”da quello Minitrix, cosa resta da dire di quest’ultimo?
Un paio di cose. In primo luogo, che i suoi scambi, rispetto ai Roco, presentano alcune caratteristiche che li rendono più interessanti. Innanzitutto il comando elettromagnetico dello scambio è separato dallo stesso. Si possono quindi prima acquistare degli scambi manuali, ed elettrificarli in un secondo tempo. Inoltre i più raffinati possono mettere il comando (rovesciato) sottoplancia, nascondendolo ed ottenendo una miglior resa modellistica.
Sempre riguardo agli scambi, analogamente a quelli “pensanti” di Fleischmann, quelli di Minitrix offrono la funzione di “Stop”: rimuovendo una linguetta metallica lo scambio diventa un elemento elettricamente attivo, dando corrente al binario selezionato e togliendolo all’altro (di tale peculiarità abbiamo parlato in un post ad hoc).
Osserviamo poi come Minitrix proponga il “Vario-Gleis” (art. 4975): un binario la cui lunghezza è variabile tra 86,5 e 120 mm, assai utile vista la complessità delle combinazioni possibili dall’articolato e un po’ cervellotico insieme di lunghezze dei binari offerti: si possono risolvere combinazioni poco ortodosse, o per le quali non si è trovata la soluzione giusta, senza bisogno di por mano al seghetto. Arnold aveva, come abbiamo visto, un elemento simile.
L’ultima cosa che dobbiamo discutere è la presenza dei due binari che Roco non ha “copiato”: quello da 76,3 mm e quello da 27,9 mm. Perché ci sono e a cosa servono?
Iniziamo con il 14905, elemento da 76,3 mm. Usato in combinazione con scambi o incroci da 15º permette di ottenere un interbinario di 52,1 mm, che è lo stesso che si ha usando uno scambio da 24º, un incrocio da 30º e un binario curvo di compensazione da 6º.
E’ dunque un elemento di passaggio tra il sottosistema originale, quello degli scambi compatti, e quello successivo con scambi più modellistici. Forse Roco, che pure aveva mutuato da Minitrix anche gli scambi compatti, non aveva considerato importante questo aspetto di interoperabililtà tra i due sottosistemi, per cui non incluse nel suo sistema questo binario.
Ci resta da considerare l’elemento 14908 da 27,9 mm, ma sarà facile trovargli una sistemazione. Nel caso di Roco avevamo visto come non ci fosse modo di chiudere la configurazione “a forbice”, che pure tanta importanza ha nelle ferrovie reali (ne abbiamo già parlato discutendo della configurazione “a forbice” – scissor crossover) e che risulta assai utile anche sul plastico per la sua capacità di contenere gli spazi. L’elemento di cui ci occupiamo è proprio la chiave che permette di chiudere la forbice, se accoppiato con gli elementi 14903 e 14907.
L’interbinario della forbice risulta di 60,0 mm: dunque un interbinario diverso da quelli piú comunemente usati nel sistema Minitrix (33,6 mm e 52,1 mm), anche se i manuali di composizione (Minitrix Ratgeber) propongono una pletora di interbinari differenti da usare in stazione.
Chissà perché Roco decise di non includere l’elemento da 27,9 mm! Forse perché lo giudicarono marginale? Forse perché comunque l’interbinario risultante non era compatibile con quelli standard per il sistema, e quindi la forbice risultava comunque di scarsa utilità? Non lo sappiamo. Ci limitiamo ad osservare che entrambi gli elementi mancanti nel sistema Roco sono connessi con l’incrocio a 30º.
Di certo, il sistema di binari Minitrix (e Roco), con le sue 9 lunghezze diverse di binario rettilineo, non ha quella semplicità che è propria delle cose ben fatte. Mettere insieme i pezzi per costruire la stazione di un plastico con questi elementi è una vera impresa. Oggi, con i modellatori software, la si può, nonostante tutto, progettare superando meno arduamente le difficoltà che possono nascere: in passato, quando la progettazione la si faceva su carta con una dima, o addirittura si procedeva direttamente all’assemblaggio dei binari, doveva essere piuttosto facile innervosirsi… Al contrario, il sistema Arnold che abbiamo descritto in una nota precedente presenta una semplicità ed una eleganza cartesiana, almeno una volta che si siano tenuti presente alcuni concetti base.
Nel 2020 arriva nel sistema di binari Minitrix una novità: se Roco aveva copiato Minitrix, ore le parti si invertono, e Minitrix ora “copia” Roco (nel frattempo diventata Fleischmann, per quanto riguarda la N: vengono introdotti i raggi di curva intermedi R2a e R2b (equivalenti ai Roco R3 e R3a). La (generale) nomenclatura infelice dei raggi di curva (a parte R1 e R2 che sono più o meno standard) l’abbiamo già criticata in una nota precedente.
Curiosamente, vengono introdotti per in nuovi raggi i binari da 7,5º, ovvero la metà di quelle da 15º, mentre in R1 e R2 le curve “corte” erano da 6º (poiché servivano a complemento delle curve da 24º).
In sommario, il binari Minitrix offrono una buona soluzione a chi voglia farsi un plastico, a patto di avere la pazienza di scapocciarsi con la loro geometria. Ha il pregio di fornire scambi curvi di raggio ampio (su quelli soliti R1/R2 suoi, di Roco, Fleischmann ed Arnold è davvero problematico – se non impossibile – far girare molte carrozze artigianali come quelle di Pirata e Fratix). I binari Minitrix sono ovviamente intercambiabili con i Roco, ma sono interoperabili anche con i Fleischmann, pur se questi hanno una differente geometria (ma come vedremo uguale interbinario). Per usarli assieme agli Arnold, a dispetto del differente aspetto di questi ultimi, è necessario usare il binario speciale “Übergangsgleis” che si trova a catalogo Minitrix.
Come sempre un servizio esplicativo molto chiaro anche se non puntualissimo. Penso che manchino alcuni schemi possibili di collegamento fra scambi e scambi, fra scambi curvi e binari. Inoltre vorrei sapere (non ho trovato da nessuna parte una risposta) se esiste la versione DX dello scambio curvo R3/R4 con cuore polarizzato (che secondo la numerazione Minitrix dovrebbe avere il numero 14949). Quello riportato nell’articolo è il sinistro 14947. Questi scambi, come gli analoghii non polarizzati, si possono impiegare senza cervellotici schemi anche con i nuovi raggi R2a/R2b?
In ogni caso bravissimi.
Il destro è questo: https://www.trix.de/produkte/details/article/14948.
Gli schemi di possibili collegamenti sono così tanti che sarebbe difficile mostrarli tutti. Mescolare scambi R3/R4 con gli R1/R2 non credo possa dare luogo a schemi di utilità generale. Grazie per l’apprezzamento!