Pubblicato l’8 luglio 2023, ultima modifica 12 luglio 2023
Di recente abbiamo discusso delle carrozze FS a terrazzini che le FS ordinarono negli anni ’30 per i “treni leggeri“, e di cui vennero prodotti solo 20 elementi. Questa volta esaminiamo il seguito della storia, ovvero parleremo delle vetture dette “Tipo 1936” e tra il 1938 ed il 1940 in tre tipologie: 190 unità di sola 3^ classe CI 35.000-099 e 200-289, 100 unità miste di 2^ e 3^ classe BCI 65.000-099. Lasciamo poi per una prossima puntata le altre 10 unità ancora miste, ma con comparto bagagliaio BCDI 65.500 509.
L’intera serie è proprio un’evoluzione delle “terrazzini”: avevamo infatti detto che l’accesso diretto dall’esterno al vano passeggeri, senza la presenza di un locale di compensazione (vestibolo) causava un notevole disagio ai passeggeri, specie nella stagione invernale. Le “Tipo 1936” risolvono questo problema sostituendo il terrazzino con un vestibolo chiuso. Si tratta di un operazione che, come abbiamo discusso altrove, fu effettuata anche su varie vecchie vetture a terrazzini di inizio secolo, intervenendo con delle modifiche. Nelle 1936 invece la questione era più efficacemente affrontata a livello progettuale.
Un effetto collaterale di tale modifica progettuale era anche la presenza di passaggi d’intercomunicazione protetti con mantici, mentre sulle “terrazzini” vi era solo la pedana ribaltabile e delle protezioni laterali (dei corrimano). Le “Tipo 1936” furono pertanto, in ambito FS, la prima serie di veicoli a due assi per trasporto passeggeri dotata sin dall’origine di quegli intercomunicanti con mantici che già erano presenti sulle più recenti vetture a carrelli. Tale caratteristica, essendo non universalmente presente, veniva all’epoca indicata nella sigla delle carrozze tramite una I: le Tipo 1936 sono quindi CI, BCI e BCDI a seconda della loro configurazione (solo terza classe – C -, mista di seconda e terza – BC -, o anche dotata di bagagliaio (D).
Osservando i figurini delle carrozze, che tra poco introdurremo, e confrontandoli con quelli delle “terrazzini” è facile convincersi della strettissima parentela delle due famiglie: in particolare le CI discendono dalle CT e le BCDI dalle BCDT, mentre le BC sono una nuova variante derivata dall’impianto delle CT con la trasformazione del vano di dimensione minore in una saletta di seconda classe (ulteriormente accorciata) .
Nel complesso queste vetture offrivano lo stesso (basso) livello di comfort delle “terrazzini”, migliorato soltanto, come detto, dalla presenza di vestibolo e intercomunicanti.
Qui discutiamo delle BI ex CI e delle ABI ex BCI, lasciando come detto la storia più articolata delle ABDI ex BCDI e simili ad una prossima puntata.
CI 35000, poi BI 35000
Le CI 35.000 (000-070 e 200-289) furono ordinate tra il 1936 e il 1938, e costruite tra il 1938 e il 1940 in 190 unità, che furono distribuite su tutto il territorio nazionale.
Avevano esattamente le stesse misure e caratteristiche delle BT a terrazzini: lunghezza di 17.640 mm, passo di 10.800 mm ed offrivano 86 posti a sedere su panche di legno. Come queste, avevano limite di velocità a 90 km/h.
Le finestre erano singole, e richiamavano quelle delle Cz Tipo 1921. La vettura era asimmetrica, con una sezione da cinque moduli ed una da quattro. La disposizione dei posti era la stessa delle “terrazzini”, con panche da 3 +2. L’unica ritirata si trovava in posizione paracentrale, ed aveva il finestrino della stessa foggia delle carrozze Tipo 1921-1937.
Tra il 1951 e il 1954 16 vetture furono trasformate in semipilota (11 in npBCDI, 5 in npCDI) – ma anche di questo parleremo nella trattazione delle BCDI e simili. Altre 31 furono predisposte per treni reversibili con semipilota, e cambiarono marcatura in nBI: la trasformazione comportava l’applicazione delle condotte del citofono di servizio e del comando di emergenza per il disinserimento della locomotiva in coda, oltre a quella del riscaldamento elettrico (REC). Furono contestualmente private del riscaldamento a vapore di cui l’intera serie era dotata fin dall’origine. Sul longherone, in centro, portavano la scritta IMPIANTO CITOFONICO.
Originariamente di terza classe, cambiarono marcatura in BI 35000 nel 1956 con la promozione a seconda classe.
Nel 1959 vennero sancite come mancanti, in quanto gravemente danneggiate in guerra, 17 vetture di questo tipo. Le restanti circolarono fino oltre la fine degli anni ’70: nel 1979 vi erano 104 BI 35 con RV. Qualche anno dopo, nel 1983, restavano in inventario ancora 12 tra BI ed nBI.
Una dozzina di vetture furono trasformate tra il 1978 e il 1989 in vetture di servizio: alcune come carrozze alloggio e dormitorio, e un altro paio in vettura appoggio per il treno diserbatore: le carrozze di servizio furono le uniche a ricevere marcatura UIC (60 83 99-29 152 a 154, 250 a 256 Vlad, 60 83 99-29 151 VDis. Una lista con alcune vetture al 2009 si trova su forumferrovie.info.
BCI 65000, poi AB 65000
Le BCI 65.000 (000-099) furono costruite nello stesso periodo in 100 esemplari. Il modulo di terza classe era identico a quello del vano più ampio delle CI, ed ospitava 48 passeggeri seduti Anche la ritirata era uguale, ed in ugual posizione.
Il salottino di seconda era composto di tre moduli, quindi la sezione di seconda classe ospitava 24 passeggeri accomodati su divanetti da 3 su un lato, e poltrone da 1 posto sull’altro. Questo comportava un leggero disassamento dei corridoi paracentrali nelle due classi. I finestrini della più nobile seconda classe erano a bifora.
Poiché il vano di seconda classe risultava più corto di quello da 4 moduli delle CI, la lunghezza complessiva risultava di quasi un metro inferiore a quella delle CI (16.670 mm contro 17.590 mm). Anche il passo era ridotto a 9.880 mm contro i 10.800 mm originali.
Come per le CI, anche tra le BCI, nei primi anni ’50 alcune carrozze (31 esemplari) furono modificate per essere adibite a treni navetta assumendo la marcatura nBCI. Anche per queste, la trasformazione fu analoga a quella delle CI.
Nel 1956 le nBCI divennero nABI: in tale occasione sulle fu applicata una leggera imbottitura dei sedili. Le vetture non trasformate divennero ABI grazie la “todos caballeros” che trasformava le seconde classi in prime, per lasciare il nome di “seconda” alle ex terze classi, anche se le panche rimasero tali.
Nel 1959 vennero indicate come mancanti per i danni di guerra 14 di queste vetture: una sola, la 000, fu recuperata trasformandola in semipilota, e anche di questa parleremo nella puntata su BCDI &C.
A partire dal 1974 buona parte delle vetture ancora in esercizio vennero declassate, con marcatura UIC 83 24-20 200-251 BI. Le altre terminarono la carriera come miste.
Le livree vestite sia dalle ABI che dalle BI furono la castano-isabella fino al 1960 circa (prima del 1945 con numeri romani per indicare la classe, dopo con numeri arabi). Una breve parentesi in solo castano (fino al 1965 circa) fu seguita dalla livrea grigio ardesia. Come detto la marcatura UIC in tale livrea si applicò solo alle BI trasformate in vetture di servizio, e alle ex ABI declassate.
Nel 1979 circolavano 26 nABI 65 con RE e 51 ABI 65 con RV. Poco dopo, nel 1983, restavano in inventario solo 7 nABI 65.
Una carrozza, recuperata dalla Società Veneta Ferrovie (associazione storica di Primolano) è stata restaurata in livrea castano isabella con numeri arabi.
Vetture all’estero
Un fatto poco noto è che alcune carrozze di queste serie rimasero oltrefrontiera dopo la fine della seconda guerra mondiale: due furono incorporate nelle DR (Germania Est), che le trasformarono in carrozze speciali. Una ex CI fu trasformata in vettura cucina, mentre una ex BCI divenne carrozza “ristorante e cultura”. Le possiamo vedere nelle seguenti due immagini.
Altre due CI, le 35036 e 35073, furono incorporate nelle DB (Germania Ovest). Di queste non abbiamo immagini. (Grazie a Gigi Voltan per le preziose informazioni in merito).
Andarono all’estero al seguito delle tradotte dirette ai campi di concentramento / sterminio?
Grazie.
Giuseppe (Peppe) Peluso
Lo escluderei. I destinati ai campi di concentramento venivano trasportati un vagoni merci. Probabilmente le vetture furono trafugate dalle truppe tedesche in ritirata nel ’45.
Ma le tradotte di carri merci dirette ai “campi” avevano una vettura riservata a ufficiali e soldati tedeschi?
Probabile, ma non ho informazioni certe in merito.