Pubblicato il 22 agosto 2020
Dopo avere recentemente esaminato i binari di Kato, passiamo a vedere quelli del suo concorrente nipponico, Tomy.
La Tomy Company, Ltd.(株式会社タカラトミー, Kabushikigaisha takaratomī, Takara Tomy; o semplicemente Tomy fuori dall’Asia) si occupa della produzione di giocattoli e articoli per bambini, e nasce nel 2006 dalla fusione di Tomy (fondata nel 1924 come Tomiyama, nome abbreviato in Tomy nel 1963) e la rivale Takara (fondata nel 1955). La divisione che si occupa della produzione di materiale ferromodellistico usa il marchio Tomix, ma a volte anche TomyTec. Noi useremo indifferentemente l’una o l’altra denominazione.
Il distributore di TomyTec per l’Europa è la tedesca Faller.
I binari di TomyTec includono la massicciata, come Fleischmann e Kato, e come abbiamo visto parlando di quest’ultima con un ingombro intermedio tra i concorrenti tedesco e giapponese.
Una rapida occhiata alla foto sopra permette di notare subito un paio di peculiarità: in primo luogo come per Kato la massicciata nasconde una sistema di aggancio meccanico che dà solidità e stabilità agli accoppiamenti tra gli elementi. In secondo luogo, notiamo come accoppiamento e scarpetta siano a sinistra guardando il binario, e non a destra come avviene per Kato (e per tutti i produttori tradizionali, che hanno la scarpetta a destra). Dunque Tomix è un caso unico.
I binari, che sono in codice 80, presentano cinque possibili diversi aspetti: traversine marroni (legno) oppure grigie (cemento) su massicciata di pietrisco grigio, binario su viadotto, binario annegato nel cemento o binario su prato (questi ultimi per i tram).
Dopo questa breve introduzione passiamo all’esame della geometria del sistema di binari.
Ormai sappiamo che per svolgere il nostro esame dobbiamo iniziare dalla curva di compensazione dello scambio. Nel caso di Tomytec si tratta di una curva a 15º, con raggio R=541 mm. Il solito calcolo, a questo punto familiare, ci dice che 2 R (1-cos(alfa)) ci dà l’interbinario, mentre R sen(alfa) ci fornisce la lunghezza della proiezione sul ramo diritto (corretto tracciato) dello scambio. I valori che otteniamo sono 36,9 mm (arrotondato a 37) per il primo, e 140 esatti per il secondo.
I binari rettilinei si fondano su questa lunghezza, e quindi abbiamo
- 140 mm (base)
- 280 mm (doppia lunghezza)
- 70 mm (mezza lunghezza)
A catalogo sono presenti in versione a binario singolo, a binario doppio e, come Kato, su viadotto (singolo o doppio binario). Spicca per originalità un elemento a doppio binario rettilineo di oltre un metro di lunghezza:
- 1120 mm, pari a 8 elementi da 140 mm.
Vi sono altre misure derivate che definiscono binari diagonali, la cui proiezione è pari alla mezza lunghezza:
- 72,5 mm (70/cos 15º)
- 99 mm (70/cos 45º)
Ci sono poi altri tre binari:
- 18,5 mm (metà interbinario)
- 33 mm (mezza lunghezza meno l’interbinario)
- 158,5 mm (lunghezza base più mezzo interbinario)
Come per Kato, non vi sono binari flessibili.
Veniamo alle curve: la sequenza dei raggi è determinata dal valore dell’interbinario che abbiamo scoperto essere piuttosto abbondante, con i suoi 37 mm (Ricordiamo che Arnold ha 30, gli altri tedeschi 33,6, Kato 33).
Anche qui scopriamo diverse somiglianze con Kato. In primo luogo i raggi piccoli sono tramviari.
- 103 mm
- 140 mm
- 177 mm
Si apre poi un gap prima di arrivare al raggio ferroviario minimo, che è di un paio di centimetri maggiore del R2 di Fleischmann: quest’ultimo è di 225,6 mm, mentre TomyTec inizia la sequenza di raggi ferroviari da 243 mm:
- 243 mm
- 280 mm
- 317 mm
- 354 mm
- 391 mm
Troviamo un’ulteriore affinità con Kato, perché vi sono anche dei raggi più ampi, che sono però inclusi solo in doppi binari. Abbiamo infatti quatto coppie di doppi binari, due relative a raggi già incontrati (280 – 317 mm e 354 – 391 mm) e due (428 – 465 mm e 502 – 539 mm) che aggiungono altri quattro raggi alla sequenza vista:
- 428 mm
- 465 mm
- 502 mm
- 539 mm
Il raggio più grande coincide quasi con il raggio su cui è basata la costruzione dello scambio – a meno di un paio di mm, visto che quest’ultimo è pari a 541 mm: una piccola inconsistenza analoga a quella riscontrata nel sistema Kato.
Vi è infine un ulteriore binario curvo, con raggio ancora maggiore:
- 605 mm (10º)
La proiezione orizzontale di tale binario è di 140 mm. Una coppia di questi binari, arrangiati in curva e controcurva, permette di spostarsi di mezzo interbinario (un esempio nell’immagine sotto, nella quale si dimostrano i vari tipi di scambio: le curve in questione sono quelle in colore viola).
Il numero di diversi raggi disponibili raggiunge quindi quota 13, di cui 3 tramviari e 10 ferroviari (e contando solo uno dei due raggi leggermente diversi R=539 e R=541).
Veniamo quindi agli scambi. Come per Kato, anche se meno imponente rispetto al concorrente nipponico, la massicciata è in grado di ospitare e nascondere il meccanismo di azionamento elettromagnetico.
Sulla stessa geometria è costruito lo scambio a tre vie.
Questi scambi possono essere accoppiati con incroci o doppi scambi inglesi a 15º: gli uni e gli altri in versione destra e sinistra (con il binario diagonale più lungo).
Gli scambi sono presenti anche a raggio tramviario, con deviata R=140, alfa=45 che, compensati con una curva di raggio e angolo analogo, ridanno l’interbinario standard.
Tra gli scambi tramviari vi è anche uno scambio a Y, con le due deviate a 15º.
Troviamo poi un ulteriore scambio davvero curioso scambio con lunghezza 140, R=280 e angolo di 30º.
Una coppia di questi scambi occupa trasversalmente non uno ma due interbinari standard.
Per dimostrare alcune possibili combinazioni, la seguente immagine (che è quella già vista sopra) usa tutti gli scambi descritti, anche se di norma quelli tramviari non vengono mescolati con gli altri.
Vi sono anche degli interessanti scambi curvi: sono a 45º e non usano raggi troppo piccoli (come Fleischmann ad esempio, che usa R1-R2: 192-225,6 mm), né molto grandi come Minitrix (329-362 mm).
I raggi usati sono R=280 e R=317. Inoltre la loro geometria non dà grattacapi come ci è capitato di vedere con vari produttori. Il completamento a 90º della curva di interscambio si ha usano esclusivamente curve con R=280, e con una compensazione finale con due elementi da 18,5 mm. In alternativa, si può aggiungere, come nella seguente figura, un elemento rettilineo da 70 mm su un ramo, ed uno da 33 mm sull’altro. L’ingombro totale della combinazione (parte colorata nella seguente immagine) è di circa 35×40 cm.
Sempre per risparmare spazio, è presente anche una combinazione di quattro scambi e un incrocio: la classica configurazione a forbice (scissor) con la quale siamo familiari, avendone discusso in una nota ad hoc.
Ci resta da dare un’occhiata a incroci e binari speciali. Per i primi, abbiamo già visto quello a 15º e quello a 30º incluso nello “scissor”. C’è a catalogo anche un altro incrocio a 30º, composto da due binari diagonali della lunghezza di 72,5 mm. Può essere usato, ad esempio, per comporre una configurazione a forbice nella quale siano coinvolti and scambi inglesi e/o incroci a 15º, come mostrato dalla seguente composizione.
In questo caso però l’interbinario tra i binari paralleli coinvolti è pari ad 1,5 volte l’interbinario standard (quindi 55,5 mm).
Un ultimo incrocio, di uso prevalentemente tramviario, è a 90º. Ciascun ramo ha lunghezza 37 mm, quindi è compensabile con un elemento da 33 mm per raggiungere la mezza lunghezza(70 mm). Come nel caso di Kato, quattro elementi sono combinabili per ottenere un incrocio tra due doppi binari, come da figura seguente.
Quanto ai binari speciali, vi sono vari tronchini (ben 5 diversi), un binario a lunghezza variabile compresa tra 70 e 90 mm, binari con interruzioni, con sensori, una piattaforma girevole e un “rereailer”, ovvero un binario (lunghezza 140 mm) per rimettere in carreggiata rotabili deragliati, pensato per essere usato anche come passaggio a livello senza barriere (piuttosto brutto, in verità).
Un articolo originale è il binario per la pulizia delle ruote (lunghezza 140 mm).
Le recensioni (giapponesi) su amazon dicono che basta aggiungere poche gocce di detergente e far passare il convoglio per duo o tre volte attraverso il binario per avere ruote pulite ed eliminare lo sfarfallio delle luci dei vagoni illuminati. Dicono anche che il sistema è molto rumoroso, e che quindi va usato solo quando necessario.
Ricordiamo che Tomix ha a catalogo anche uno speciale rotabile con a bordo un mini-aspirapolvere e spazzole per pulire le rotaie.
Infine, non manca la piattaforma girevole.
Per quanto riguarda l’interoperabilità dei binari Tomix con i sistemi degli altri produttori, questa è consentita da uno speciale binario di passaggio verso Roco, Fleischmann, Kato e Minitrix. Ha una lunghezza di 35mm. E’offerto in confezione da 4, con 4 connettori aggiuntivi per compatibili con i Kato Unijoiner, 9 scarpette metalliche ed uno strumento per facilitare il montaggio.
Ovviamente questi binari permettono l’interoperabilità funzionale (elettrica e meccanica), va comunque considerato che sia per quanto riguarda l’estetica che per quanto concerne le geometrie in gioco i sistemi sono assai diversi. Non vanno bene per la giunzione verso Arnold, per via della nota asimmetria tra rotaia destra e sinistra, mentre possono essere usati anche verso Peco, Atlas e binari d’antan come Lima, Rivarossi o Casadio.
In sommario, possiamo dire che pur nelle notevoli differenze, il sistema Tomix richiama per molti versi quello del rivale conterraneo Kato. Come quello, ha pregi relativi alla robustezza delle giunzioni, alla presenza di un sottosistema tramviario perfettamente integrabile, all’offerta articolata di doppi binari e binari su viadotto e comprensiva di “scissor” ed al fatto che i sistemi elettromagnetici di comando sono completamente nascosti. Come Kato, ha il difetto di non presentare binari flessibili, mentre rispetto ad essa offre anche gli scambi inglesi, inspiegabilmente assenti nel sistema Unitrack. L’interbinario particolarmente largo di Tomix – specie se comparato con quelli di Arnold e Peco, potrebbe far storcere un po’ il naso. La geometria non è cristallina come quella di Arnold ed, in parte, di Fleischmann, ma non presenta particolari complessità. Particolarmente interessanti gli scambi curvi.
In chiusura, segnaliamo un interessante articolo (in inglese) su trainweb.com: anche lì si discute della geometria dei binari Tomix, comparandola direttamente con quella Kato.
La sede in prato o in cemento sembra l’ideale per sistemazioni esterne dei depositi.