pubblicato: 4 febbraio 2012, ultima modifica 20 ottobre 2012
La sigla E.666 identifica due diversi progetti sviluppati dalle Ferrovie dello Stato, il primo verso la fine degli anni ’60 ed il secondo negli anni ’80. Avevano in comune il fatto di presentare 6 assi motori, e di non essere mai arrivati ad una realizzazione concreta.
Il primo progetto
Si trattava di un approccio innovativo che rompeva con la tradizione italiana delle 6n6 passando dal rodiggio Bo’Bo’Bo’ (tre carrelli a due assi) al Co’Co’ (due carrelli a tre assi). Altre amministrazioni europee, nello stesso periodo, stavano scegliendo lo stesso rodiggio per le loro motrici più veloci e potenti, come avveniva in Francia con la CC 65000 (5900 kW, 200 km/h) e in Germania con la E 03 (5940 kW, 200 km/h) poi divenuta la bellissima e possente Br 103 (7440 kW, 200 km/h).
Con potenza assorbita di quasi 6.000 kW la E.666 sarebbe stata in grado di trainare a 200 km/h convogli di 600 ton, composizione superiore a quella ammissibile per le E.444, e sarebbe stata principalmente destinata alla costruenda Direttissima Firenze-Roma.
La scelta Co’Co’ sembrava la strada maestra per avere grande potenza ed alta velocità. Le articolate infatti non avevano la stabilità dinamica necessaria alle velocità molto elevate. La flessibilità della cassa riduce drasticamente il passo rigido del veicolo rendendolo meno aggressivo verso la rotaia, ma diventa origine di problemi in rettilineo ad alta velocità, nonostante gli smorzatori presenti tra le semicasse. Infatti ad esempio le E656, che con la loro potenza potrebbero sviluppare velocità maggiori, sono limitate a 150 km/h. Con la Tartaruga, veloce ma a soli quattro assi e quattro motori, la E.666 avrebbe condiviso i motori di trazione T 750 e l’apparecchiatura elettrica. Le caratteristiche tecniche del progetto erano
- potenza continuativa di 5.600 kW erogata da 6 motori;
- massa totale di 114.000 kg (massa per asse di 19.000 kg);
- lunghezza tra i respingenti 20.000 mm;
- diametro delle ruote 1.250 mm;
- passo tra gli assi esterni del carrello 4.600 mm (poi ridotto a 4.200 mm);
- rapporto di trasmissione 40/77.
Parallelamente però i primi test sulla E.444.005 (la cosiddetta “Tartaruga elettronica“) mostrarono che con l’elettronica di potenza – allora agli albori – le stesse prestazioni si sarebbero potute ottenere con una classica Bo’Bo’. Gli impianti full chopper sperimentali infatti consentivano una migliore regolazione della potenza soprattutto nelle condizioni più critiche di aderenza traducendosi in un incremento di potenza continuativa dei motori di circa il 25%, portando la potenza installata a circa 5000 kW. Le sperimentazioni sulla E.444.005 confluirono poi nella realizzazione delle nuove E.632-E.633 (ancora a tre carrelli, ma con una cassa rigida invece che due semicasse snodate), mentre le Tartarughe venivano “ribollite” divenendo E.444R. Il progetto E.666 fu abortito senza che neppure venisse realizzato un prototipo completo.
Era in realtà stato realizzato un pre-prototipo, generalmente chiamato “simulacro” (o anche “zatterone”). Il termine non mi ha mai davvero convinto, ma avendo controllato su un dizionario devo ammetterne la correttezza: simulacro è “detto di cose od oggetti che per quanto progettati e realizzati a similitudine di un campione, di questo non ne possiedono né le qualità né le prestazioni”.
Il simulacro costruito non era completo di tutte le apparecchiature, ma era comunque dotato dei serbatoi dell’aria compressa e delle altre apparecchiature indispensabili. Veniva agganciato ad un locomotore E.444 dal quale veniva alimentato tramite una condotta ad alta tensione (nonostante il simulacro avesse un proprio pantografo). Venne estesamente provato in linea per studiare il comportamento dinamico dei carrelli motori sperimentali a tre assi. I test avvennero primariamente sulla direttrice Firenze Roma-Napoli. Pare che ogni circa 30.000 Km fosse necesssario di tornire i bordini a causa dell’elevata lunghezza dell’interperno che portava la macchina ed essere troppo rigida e quindi troppo aggressiva nei confronti dell’armamento. Nemmeno l’accorciamento del passo del carrello da 4600mm a 4200mm pare aver risolto il problema. Quando i buoni risultati della sperimentazione più o meno parallela con la Tartaruga Elettronica convinsero ad abbandonare il progetto, il simulacro fu ricoverato nella stazione di Foligno, dove venne avviato alla demolizione nel 1981.
Sul forum-duegieditrice c’è un racconto di Daniele Pecchioni sul periodo delle ultime prove, nel quale si raggiunsero i 220 km/h.
L’ipotetico aspetto che la E.666 avrebbe avuto non è certo, ma pare che vennero stilati diversi bozzetti. Le ipotesi erano una specie di 444 allungata, oppure una macchina con cabine simili a quelle poi realizzate per le sfortunatissime E491/2. In rete, nel forum-duegieditrice, abbiamo ritrovato schemi della prima ipotesi.
Sul sito di Claudio Vianini c’è anche una versione per lo screen saver MM che rende l’idea, anche se il disegno non è coerente con i bozzetti visti sopra (griglia e fascia dei finestrini laterali sono troppo bassi)
Il secondo progetto
La sigla E.666 fu riciclata negli anni ’80 per identificare un secondo progetto, relativo a locomotive che avrebbero dovuto essere derivate dalla prime serie delle E 633/E632 con equipaggiamento a chopper, e che era destinato a sfociare in due diverse versioni: E.666 e E.665. Le motrici sarebbero state delle Bo’Bo’Bo’ a cassa unica (non articolata) dotate di tre carrelli bimotori, derivati direttamente da quelli che equipaggiavano le locomotive del gruppo E453/E454 ma con un aumento della potenza installata a 6MW.
Tali locomotive dovevano poter espletare una vasta gamma di servizi per emulare le doti di universalità del gruppo E656, dal traino di treni merci fino a 1600 tonnellate a 120 Km/h, all’espletamento di treni espressi impostati a 160Km/h fino alle 800 tonnellate. Si rendeva quindi indispensabile l’aumento della potenza trainante nel campo delle velocità sino a 160 Km/h congiunto a elevatissimi sforzi di trazione alle velocità medio-basse.
Per quanto riguarda le apparecchiature elettriche, erano previste essere uguali a quelle che equipaggiavano i gruppi E453/E454, cioè con motori in continua collegati a due a due in serie e alimentati da chopper bifasi a frequenza fissa. La frenatura elettrica sarebbe stata di tipo reostatico con regolazione dello sforzo frenante tramite variazione della corrente di campo e non tramite l’inserimento/disinserimento di resistori. Tutte le apparecchiature di bordo dovevano essere ridondate, divise su due colonne e assistite da apparecchiature di diagnostica per il depannage da parte del personale di macchina e del personale di officina. La locomotiva E665 sarebbe stata atta alla trazione multipla mentre la E666 doveva essere equipaggiata con telecomando sia di tipo tradizionale con presa a 78 poli sia di tipo seriale.
Caratteristiche tecniche previste da questo secondo progetto di E.666/E.665 erano:
- Rodiggio: BoBoBo
- Massa: 120 tonn.
- Lunghezza: 20,5 m.
- Potenza oraria: 6MW
- Potenza continuativa: 5,4MW
- Tensione d’esercizio: da 2800 a 4000 Vcc
- Corrente max all’avviamento: 1200 A
- Corrente continuativa (indotto): 800 A
- Tensione nominale motore: 1200 Vcc
- rapporti di trasmissione: 31/96 per la E665 e 39/96 per la E666.
Non ho trovato bozzetti relativi a questo progetto.
La E.666 (primo progetto) nel modellismo
Un modello di fantasia, basato sui bozzetti visti era stato annunciato (e forse anche prodotto? in H0?) da “Bettiart”.
Recentissimamente (a dicembre 2011) ACME ha prodotto un modello H0 del simulacro, accoppiato con la E.444.016 (in epoca “baffoblu”).
In Scala N
Non ho notizia di modelli in scala N del simulacro della E.666, mentre una versione di fantasia “come sarebbe state se…” è stata realizzata da Gianni Prin Derre. Le Co’Co’ francesi e tedesche si trovano: Minitrix ha prodotto la CC6500 in molte versioni in livrea cemento-rosso-arancio, ed una in livrea verde (si veda il sito di Christophe Phulpin). Un modello statico in livrea FRET è nella serie “locomotive del mondo” di Del Prado.
La bellissima E03/Br 103 tedesca è facilissima da reperire su ebay a basso costo, essendo stata una delle ammiraglie di tutti i produttori tedeschi (Minitrix, Arnold Rapido, Fleischmann) nella classica livree giallo-rossa, nella più recente rossa “Verkehrsrot” ed anche in versione”Lufthansa Express”. C’è anche in versione statica Del Prado.
La DB 103 (meravigliosa!) è anche stata prodotta statica dal del Prado; altre locomotive in scala N statiche con rodiggio Co’Co’ sono la SBB Ae 6/6 (“Stadt Luzern” livrea verde abete, CIL ), DB E194 (verde abete, CIL), OeBB 1020 (blutoragne, CIL) .
Si, anche di modelli dinamici di Co’Co’ce ne sono altri. Qui mi ero focalizzato selle Co’Co’ ad alta velocità, classe di cui la E.666 avrebbe fatto parte se fosse arrivata in produzione.
E. 666, LA LOCOMOTIVA DEL DIAVOLO
Articolo interessantissimo! Grazie!
Vorrei aggiungere un dato, che forse qualcuno potrà ancora riscontrare. Il disegno della E. 666 raffigurata come una E. 444 cresciuta da due a tre assi per carrello, io lo avevo già visto.
Ricordo benissimo che si trovava – con tanto di quote – nella ENCICLOPEDIA CURCIO DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA alla voce “locomotori”.
Collezionai questa enciclopedia, che usciva in edicola, a partire dal 1974 (ero iscritto al primo anno d’università e la compravo regolarmente dal giornalaio lì vicino) e mi imbattei nella foto.
“Càvoli, è come una E. 444 ma molto più potente! – pensai – FINALMENTE ANCHE NOI avremo un locomotore che tiene testa all’Uovo!”
L’Uovo tedesco era il bellissimo e potente E 03, che già la Arnold Rapido riproduceva in N.
“Ma quando la vedremo, correre dal vero?” E aspettai speranzoso.
E la risposta fu: mai.
Ahimé, non posso dare dati certi, perché proprio qualche anno fa io stesso ho gettato l’Enciclopedia Curcio, tutta impolverata, nel cassonetto!
E ben mi stia.
Però, forse qualcuno di voi conserva ancora questa enciclopedia cartacea.
Perciò, se siete fortunati, potrete ritrovare proprio lì la *vera immagine* della E. 666, la Locomotiva del Diavolo.
(Chissà poi alla Curcio dove se la saranno mai procurata!)
A mio avviso però… bene ha fatto, Vianini. La vera Locomotiva del Diavolo dovrebbe passare ai posteri – e magari riprodotta come modello funzionante – NON come quell’orrendo aborto ricoverato a Foligno, e poi pietosamente distrutto; ma proprio come la sorella maggiore della E. 444! Con lo stesso musetto e le stesse sembianze!
Speriamo solo che qualche bravo modellista la riproduca così, come avrebbe dovuto essere, e non è mai stata.
Giuseppe
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[…] due progetto denominati E.666 abbiamo avuto modo di parlare qualche mese fa. Abbiamo menzionato come sia stato realizzato un modellino in H0 che, partendo dai bozzetti […]
[…] sfortunate E.491-E.492 per la Sardegna (costruite ma mai entrate in servizio), e le mai realizzate E.665-E.666 (II serie) ed E.844. Rarissima immagine di una doppia trazione di E.454 (con la 001 in testa e la 002 a […]
Ottimo e interessante articolo, cercavo qualche notizia in più sulla E.666 di quelle riportate da Wikipedia e dal Cornolò-Pedrazzini “Locomotive elettriche FS” per fare una mia paginetta di riflessioni: penso che citerò questa nei limiti della licenza CC.
Ho giocato un po’ con Paint elaborando il figurino della E.666 di Vianini ottenendone uno un po’ più simile al bozzetto originario, ve lo posso spedire? E’ in formato JPG come quello ricavato da questa pagina.
Si grazie!
visto solo ora, spedito via email
Ho l’enciclopedia Curcio. Daro’ una occhiata per vedere se riesco a trovare questa immagine.
Come non detto…credevo che l’Enciclopedia Curcio fosse la stessa che ho io, ma e’ diversa purtroppo ç_ç
Salve!
Ho diverse dia del “simulacro”, riprese a Roma Tib.na o al Dep.S.Lorenzo.
Notare la colorazione decisamente nuova per le FS e simile alle bellissime E 03.
Segnalo che in questi giorni è in prova sui binari italiani la euro9000 una coco di costruzione stadler
aggiungo che sul sito railcolor cliccando su ”italy” viene un articolo di una euro9000 coco che è stata presa a nolo da rtc, purtroppo per vedere l’articolo si deve essere abbonati e non lo sono, quindi non so dire se farà servizio anche in italia