Pubblicato il 7 gennaio 2023, ultima modifica 29 gennaio 2023
Di recente abbiamo parlato dell’Archimede, particolare convoglio diagnostico di Rete Ferroviaria Italiana, e ci eravamo ripromessi di esaminarne le riproduzioni modellistiche, cosa di cui ci occupiamo questa volta.
Siamo abituato a pensare che in scala H0 si trovi di tutto. Eppure curiosamente pare che nessun produttore, né industriale né artigianale, abbia prodotto questo particolare convoglio, anche se, specie nella scala maggiormente diffusa, si produce proprio di tutto. Ad esempio ACME si è presa la briga di modellare proprio la E.402.101 che differisce dalle sorelle per la presenza di 13 nervature sulle fiancate invece che 10 (sapevate che ci sono anche i “contanervature”?), ma non ne ha fatto la versione Archimede. Probabilmente hanno fatto i loro conti, e deciso che a fronte del gran numero di piccoli particolare da modificare o aggiungere a vari rotabili non c’era sufficiente mercato.
Chi vuole un Archimede in miniatura non dunque altra scelta che farlo da sé.
La prima realizzazione modellistica dell’Archimede fu proprio in H0, e venne mostrata da Giorgio Di Modica a Novegro 2003, dunque pochissimo tempo dopo l’entrata in servizio del vero treno. Il lavoro è presentato sulla rivista ITreni n. 266 e 267.
Giorgio ne ha anche descritto la sua opera sul web dando molti dettagli realizzativi e dei figurini utilizzabili per riprodurre il suo lavoro.
Noi riportiamo qui le immagine dei vari rotabili, ma rimandiamo al suo scritto per una descrizione completa.
Segnaliamo che la realizzazione di Giorgio nasconde dentro la semipilota una webcam radio, per cui il convoglio può effettivamente essere usato per ispezionare… i binari del plastico!
Sempre per la H0, le decals per l’Archimede sono reperibili su max-model.it.
In scala N Archimede è stato realizzato da Graziano Cucchi, e da qualche tempo lo si può veder circolare sul modulare ASN. A Graziano la voglia di cimentarsi con questa impresa e’ nata proprio leggendo l’articolo di Giorgio Di Modica su ITreni. Vediamo come racconta la sua avventura:
“Per la realizzazione ho impiegato due inverni per la prima versione, ed altri due per giungere alla versione definitiva. Il seguente video (opera di Andrea Sottile) mostra dei transiti del mio Archimede prima versione sul modulare ASN nel 2015 a Verona. Come si noterà , la motrice è in testa, ma di questo parleremo dopo.
Vediamo ora i singoli elementi (tutte le foto sono di Mario Malinverno).
1 – Carrozza pilota 99-90 049 Vnp mis – ho usato una carrozza Roco tagliata a fette e poi incollata mentre il muso frontale è realizzato con plasticard di vari spessori.
2 – Carrozza misure elettriche 99-90 032 Vmis – deriva da una carrozza tipo Z di Arnold, tutti i particolari sull’imperiale e all’interno li ho realizzati con plasticard, chiodini, guaina di cavo di elettrico e anellini di bigiotteria. (altre foto anche degli interni sul forum ASN: Tetti di Siracusa)
3 – Carrozza armamento 99-90 031 Vmis – sempre una carrozza Arnold tipo Z
4 e 5 – bagagliai (1° versione) In prima battuta mi ero limitato a verniciare dei bagagliai tedeschi prodotti da Arnold, aggiungendovi dei particolari sull’imperiale. E’ seguita una fase di raffinamento, nella quale questi bagagliai sono stati archiviati, sostituendoli con altri più consoni:
- 4 – Bagagliaio – 61 83 99-90 034-8 Vmis – Maurizio Chivella (ricordiamolo: Maestro Modellista FIMF) ha realizzato per questo scopo lastrine in plastica trasparente che ho utilizzato per ottenere una versione aderente al vero. Di Maurizio (che ringrazio) sono anche le scritte di questo convoglio.
- 5 – Bagagliaio – 61 83 99-90 033-0 Vmis – stessa realizzazione del precedente.
6 – Locomotiva E402.101 Anche qui, come per i bagagliai, sono passato attraverso due diverse interpretazioni. In entrambi i casi la carrozzeria si basa sul classico modello statico della E.402B di DelPrado, al quale ho aggiunto molti particolari sull’imperiale. In prima versione, come di solito fanno gli ennisti, avevo usato la meccanica Fleischmann delle DB 120, che ha interperno e passo giusti e può essere adattata alla carrozzeria con qualche fresatura del telaio.
Prima di parlare delle modifiche che hanno portato dalla prima alla seconda versione del convoglio, ed in particolare della motrice, visto che della variazione dei bagagliai abbiamo già detto, occorre fare qualche considerazione.
Come è noto, Archimede procede come i gamberi… ovvero la motrice sta in spinta, con la semipilota in testa al convoglio (sì, le cose cambiano con l’Archimede 2.0 del 2022, ma questo modello riproduce la versione 1.0 nata nel 2002). Far lavorare in spinta un convoglio modello è possibile, ma è sempre una questione un pò delicata: i deragliamenti sono più frequenti se la motrice è in coda, specie in corrispondenza di curve strette o binari non perfettamente posati.
Vi era anche una seconda questione, anche più rilevante: l’impiego principale del mio convoglio era (ed è) sul modulare ASN. Questo è munito di blocchi automatici, il che significava che il convoglio in spinta si sarebbe fermato solo quando la motrice giunge alla sezione controllata dal blocco. Questo avrebbe generato seri problemi. Una soluzione poteva essere prendere corrente dal carrello frontale della semipilota, e trasportarla attraverso l’intero convoglio fino alla motrice le cui ruote avrebbero dovuto essere isolate. Come si può facilmente immaginare, decisi che non era una strada percorribile.
Trovai quindi una diversa soluzione: motorizzazione della semipilota, e contestuale smotorizzazione della motrice. Per la semipilota usai quindi un telaio Tomytec. Come sappiamo, questi telai giapponesi risolvono brillantemente il problema della motorizzazione di rotabili vari in scala N, ma hanno il difetto di essere troppo veloci in analogico. Digitalizzandoli il problema si risolve con una opportuna taratura del decoder, ma in analogico il problema resta. per questo motivo ho provveduto ad aggiungere un secondo motore collegato elettricamente in serie al primo. In tal modo la tensione applicata a ciascun motore si dimezza, e la velocità diventa più realistica. I due motori sono collegati anche meccanicamente tramite dei giunti, in modo da evitare diverse velocità di rotazione delle ruote. La soluzione non è stata indolore: la meccanica non entrava nella semipilota, che ho quindi dovuto ricostruire sempre su base Roco, ma con incollature meno ingombranti. Ovviamente la E.402B è stata smotorizzata, ed ora il mio nuovo Archimede può correttamente circolare sul modulare ASN con la motrice in (falsa) spinta.
Ecco il risultato!
Infine, segnaliamo un piccolo trucco usato: mettendo le vetture sui binari, occorre ovviamente rispettare la composizione, e per ciascun rotabile il verso corretto. Per facilitare l’opera abbiamo provveduto a colorare i ganci, così da evitare errori: ganci di colore uguale devono essere accoppiati.”
Aggiungiamo qualche nostro commento al racconto di Graziano, a cui facciamo i complimenti per il lavoro svolto e per i risultati ottenuti.
Il problema della motrice in spinta nel modellismo, pur non essendo in assoluto un problema insormontabile, era noto anche a Lima, che nel catalogo H0 del 1972 presentava una piano ribassato prima serie semipilota… motorizzata. Poi esagerava, dato che nel catalogo scriveva “Questa locomotiva è usata per il trasporto Pendolari di massa.” (per inciso, come segnala Franco Pepe, non è l’unico svarione nella pagina: sopra si diceva che la E.400 era per la Valtellina…)
Quindi qualcuno avrà fatto correre sui plastici dei treni di Piano Ribassato senza locomotore… anche perché non ci pare che Lima offrisse delle locomotive folli che sarebbero state il giusto complemento della semipilota motorizzata.
Peraltro la tecnica di mettere il motore in una vettura invece che la motrice ha nel modellismo ha radici antiche: quando ad esempio una motrice è troppo piccola per motorizzarla affidabilmente (si pensi ad esempio a una Sogliola Badoni in scala N) il trucco è di associarla ad una carro motorizzato. In scala N lo si fa spesso con anche con le locomotive a vapore (ad esempio accade con molte Fleischmann), che hanno la motorizzazione nel tender così da lasciare la cabina libera da ingombri.
La tecnica non si limita alla sola scala piccola: Viesmann per esempio offre un carro pianale a due assi a sponde basse (art. 2310) che sotto il pianale nasconde una motorizzazione ed un modulo sound, da usare assieme a motrici… non motrici. La curiosità è che il suono codificato è sia quello di una locomotiva a vapore che quello di un locomotore diesel, e si sceglie il suono desiderato agendo su un CV del decoded DCC. Il seguente video lo mostra spingere una locomotiva a vapore priva di motore.
Infine, ricordiamo che abbiamo affrontato il problema della gestione delle fermate di convogli con la motrice in testa che in coda, ed in generale di convogli reversibili (anche ad esempio sequenze di automotrici) utilizzando un pochettino di elettronica: alcuni sensori ed qualche relè. Ne abbiamo discusso in varie puntate, in
Gran bell’articolo e complimenti a Graziano per il lavoro fatto.
Grazie Giuseppe!
Molto belli anche i modelli in scala. Ciao
ciao,
piccolo refuso
“E.402.101 che differisce dalle sorelle per la presenza di 10 nervature sulle fiancate invece che 13 (sapevate che ci sono anche i “contanervature”?)”
è il contrario, è solo la 101 che ne ha 13
Grazie Massimo, che bello avere dei lettori attenti ed esperti! Ho corretto
Vi è scappato un “semipilota” sul bagagliaio, inoltre va aggiunto che attualmente la vettura “semipilota” non funziona più come tale, il treno circola con due E 402 (i numeri a memoria non li ricordo) ma non la 101 che al momento e forse per sempre, è fuori servizio.
Vi allego poi un altro errore sul catalogo LIMA, la E 400 (che poi, hanno mai prodotto questo modello ?) per linee di montagna (Valtellina); hanno sbagliato valle, è la Val d’Aosta, anche perché all’epoca (1930) la Valtellina era in trifase.
Saluti Franco Pepe
Il giorno sab 7 gen 2023 alle ore 07:03 scalaeNNe – Note Sparse (Treni, Ferrovie e loro modellazione
Grazie Franco (anche per le tue sempre bellissime foto), corretto il refuso. Quanto alla nuova versione dell’Archimede, con la E.402.142, ne avevamo parlato nella prima parte: https://scalaenne.wordpress.com/2022/12/17/treni-misure-parte-1-archimede/