pubblicato il 26 maggio 2012 |
Il nome di Nino Rizzo Borrello evoca subito una immagine: segnali! anche se, come vedremo, si è occupato anche di tante altre cose.
Nino è una persona con il mondo dei treni nel DNA: suo padre era operaio specializzato alle Officine Grandi Riparazioni di Messina e la passione per i treni gliel’ha comunicata da piccolo. A rinforzare il virus ci pensò la befana dei ferrovieri, che quand’era ragazzino gli portò in regalo una confezione base Rivarossi. Come molti virus, quello del ferromodellismo sa nascondersi per anni, per poi tornare prepotentemente alla ribalta prima o poi. Così negli anni del Politecnico a Torino Nino a treni e trenini non pensava proprio… ma poi, sempre a Torino, fu assunto come Capo Stazione e ricominciò a interessarsi anche dei treni “piccoli”.
Frequentando un noto negozio di modellismo del capoluogo piemontese (AMAR), per scommessa decise di realizzare il suo primo “artefatto”: un segnale luminoso FS con luci a led. In quel periodo esistevano in commercio in H0 solo quello prodotto dalla Rivarossi e quello nuovissimo (ma molto fuori scala) della Lima. Sfidato da un cliente del negozio, Nino si mise all’opera e costruì il suo primo segnale. Dopo il primo… venne il secondo, e poi molti altri ancora (qualche esemplare di quella prima generazione lo conserva ancora). Erano realizzati con pezzi in ottone, con la scaletta ricavata dal modellismo navale, e con il gruppo luminoso ottenuto tornendo col trapanino un tondino in plexiglas ed incastrandovi tre led (rosso, verde e giallo). Fu un successo, anche perché i led erano una novità assoluta mentre i segnali industriali menzionati montavano ancora le classiche lampadine con i vari aspetti negativi ad esse legati. La cosa, nata quasi per gioco, andò avanti per anni come collaborazione con il negozio suddetto.
Poi incontrò Renzo Dottori, personaggio molto conosciuto nel campo delle grandi scale (0 e 1), ed ebbe inizio una lunga e proficua collaborazione. Grazie a Renzo ed al suo continuo stimolo, Nino imparò a conoscere ed apprezzare la fotoincisione chimica, tecnica di cui ignorava completamente l’esistenza e le possibili applicazione nel campo del modellismo. Con la sua conoscenza del CAD, Nino trasformava le idee di Dottori in progetti operativi pronti per la fotoincisione. Furono così realizzati vari grandi modelli, come le vetture dell’Orient Express, ed alcuni dei carri che adesso sono distribuiti da Officina UNO. Qualche foto delle carrozze Orient Express di Dottori sono reperibili su galtran (i prezzi della scala 1 che si incontrano su quel sito sono da infarto…).
Acquisite nuove competenze, Nino tornò all’origine e riprese a occuparsi di segnali luminosi in H0. Partendo dai disegni originali Westinghouse (da cui ricava tutte le misure necessarie) ha prodotto segnali in tutte le possibili configurazioni: su palo, a traliccio, a portale. Il tutto sempre come hobby, perché il suo lavoro è tuttora fare il Capo Stazione. Nino comunque è disponibile a vendere le sue realizzazioni agli appassionati (ed è contattabile per e-mail all’indirizzo nino51@libero.it).
Un indiscutibile riconoscimento della qualità del suo lavoro viene dal fatto che Mondotreno-Eisenbahnwelt (uno dei maggiori plastici in H0 sul suolo italiano, visitabile a Rablà presso Merano – Alto Adige-Südtirol) ha scelto proprio i suoi segnali per realizzare la propria opera colossale!

Lo Stadler GTW 2/6 della Val Venosta in H0 transita davanti a un segnale di Nino sul plastico di Rablà

Un segnale di Nino ha appena dato la via libera a un E.626 in H0 davanti all’inconfondibile torre della stazione di Bolzano. Ovviamente su Mondotreno.
Poi la nuova sfida, rifare tutto grande la metà, in scala N, ed i nuovi successi: la gamma dei segnali, ma anche la staccionata FS, un ponte a travata metallica superiore, i lampioni a cetra ed anche dei carri merci di cui parleremo dopo.
Cominciamo con una panoramica dei segnali: singoli, doppi, tripli e a candeliere. Semafori a portale ne abbiamo già visti in apertura.

Segnali doppi, a vela quadra e tonda. Nel mezzo un segnale montato ma non ancora verniciato. In basso la dimensione delle pinzette aiuta a capire la ridotta dimensione di questi oggetti.
I semafori (finiti e verniciati) costano 20 € a una vela (tonda o quadrata), 30 € a due vele e 40 € a tre vele. Portali e tralicci ad una gabbia sospesa e con una vela costano 50€. Per ogni vela addizionale vanno aggiunti 20 € (es, un portale a due gabbie, con una vela su una gabbia e due sull’altra costa 50+20+20=90€. Possono essere ottenuti contattando direttamente Nino.
Passiamo poi alle altre realizzazioni: cominciamo con il ponte a travata metallica superiore.
Bello eh? Tra gli accessori realizzati c’è anche la staccionata FS, che abbiamo visto riprodotta anche dal grande Mario Malinverno. Tre pezzi di staccionata da 10 cm ciascuno costano 5 €. In fase di progettazione ma non ancora realizzate ci sono anche le lampade a cetra.
Ma passiamo ai rotabili. La storia delle bisarche, i carri DDm, merita di essere raccontata. Le prime lastrine risalgono al 2008, e sono poi state migliorate per eliminare alcuni piccoli problemi e difetti. Una parte della storia e della discussione sulle lastrine si trova documentata sul forum ASN. Il post è anche ricco di dettagli e foto.
Distribuite tramite l’ennegozio (disponibili solo per i soci ASN, al prezzo – standard per le lastrine – di 40€, come le già citate lastrine di Mario Malinverno), hanno avuto grande successo tanto che l’edizione del settembre 2011 è stata esaurita rapidissimamente. Rifatte in nuova versione, erano nuovamente disponibili quest’anno a Verona (nel nostro report sul Model Expo 2012 ne avevamo parlato). Vale la pena di ricordare un passaggio della storia delle lastrine. Ad un certo punto Nino si accorse di un errore: la mancata incisione passante dei gradini di una delle scalette laterali di accesso al piano superiore di carico. Nonostante fosse poca cosa, le lastrine furono rifatte, e a chi acquistava una lastrina nuove ne veniva data in omaggio una vecchia (quelle col difetto) per poter fare delle prove. Facile immaginare che anche le vecchie siano in realtà diventate dei bei carri, sia pure col minuscolo difetto!
Come al solito, Giuseppe Risso sul suo sito mostra in gran dettaglio le varie fasi del montaggio e molte foto assai dettagliate.
Luca Bossini ha pubblicato su youtube un video con una prova dinamica dei carri che, come si può vedere, marciano magnificamente.
Le lastrine del DDm sono esaurite: eventuali rifacimenti dipenderanno dalla domanda.
A maggio 2010 Nino ha iniziato un altro progetto: il carro VFaccs per il trasporto di pietrisco. I lavori sono stati rallentati dalle evoluzioni del DDm, ma recentemente (inizio 2012) è venuto a maturazione il prototipo. La lastrina era presente a Verona (anche se io non l’avevo vista!).
Non è ancora la lastrina definitiva, ma il modello montato è già molto bello.
Giuseppe Risso ha fatto da “beta tester” e pare che le cose siano andare bene. Le foto del suo lavoro di montaggio a partire dalla lastrina di Nino lo testimoniano. Un giro di correzione di pochi dettagli e presto dovremmo esserci.

Dettaglio del carro montato da Giuseppe Risso partendo dalla lastrina progettata e realizzata da Nino Rizzo Borrello
Una thread sul forum ASN permette di seguire l’evoluzione di questo nuovo modello.
In parallelo sta procedendo un altro carro merci – il CTC Transcereals, anch’esso molto vicino alla fase finale. Era già stato presentato a Novegro 2009
I prezzi delle lastrine di CTT e VFaccs verranno stabiliti dall’ennegozio, che le renderà disponibili ai solo soci ASN se riterrà di dare seguito all’iniziativa.
E i prossimi passi quali saranno? Pare che da un po’ gli frulli per la testa l’idea di fare anche i segnali ad ala. Certo, sono più complessi perché c’è di mezzo la meccanica (l’ala si deve muovere…), ma chissà…
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