Pubblicato: 15 dicembre 2012, ultima modifica 29 gennaio 2013
Le carrozze UIC-X sono state una presenza costante degli ultimi 50 anni delle ferrovie italiane. Successive all’esperimento fatto con le UIC-Y, hanno infatti costituito l’asse portante del rinnovamento del parco passeggeri iniziato a metà degli anni ’60, quando hanno iniziato a sostituire le ormai inadeguate carrozze preesistenti offrendo un mezzo molto più comodo per i viaggi a lunga percorrenza.
Sono state costruite in sei diverse serie (64, 66-68, 68, 70, 75, 79-82). per un totale di 4746 unità (incluse 525 tra postali e bagagliai, numeri da stagniweb). Nei circa 20 anni della loro produzione (dal 1964 al 1987) sono state realizzate in un gran numero di varianti, uniformate dalla lunghezza di 26,40 metri e da vari aspetti costruttivi, ma differenziate per molti particolari, dai carrelli ai finestrini, dalle carenature ai tipi di porta di accesso. Nel corso degli anni hanno vestito varie livree.
Presentano un tetto liscio a ricasco sulle testate (l’ultima serie, 1982, ha il tetto cannellato), con o senza aeratori. Allo stato di origine, le carrozze hanno finestrini apribili bordati in color oro chiaro, porte ad anta pieghevole (dette anche “a libretto”), a seconda della serie possono avere carenature sul bordo inferiore della cassa (avvolgenti o ridotte). Sono (in genere) ammesse al servizio internazionale ed hanno velocita’ massima consentita di 160 Km/h, anche se alcune serie hanno velocità ridotta a 140 Km/h. Tra il 1970 e il 1977 varie unità furono abilitate ai 180 Km/h, caratteristica segnalata da una linea rossa al longherone del telaio. Dal 1987, per ovviare alla carenza di materiale da mettere in composizione ai primi IC cadenzati entrati in sostituzione dei TEE, un certo numero di carrozze fu dotato di smorzatori antiserpeggio e di deflettori antiturbolenza ai finestrini consentendo di elevare la velocità massima a 200 Km/h.
A partire dal 1995 furono operate varie riqualificazioni. Fra il 2004 e il 2006 sei vetture UIC-X (una di prima classe, una mista, tre di seconda e un bagagliaio-postale) sono state riportate nell’originale livrea grigio ardesia e sono entrate a far parte del parco storico delle Ferrovie dello Stato. Si è costituito così un convoglio anni ’70, che può essere utilizzato anche per viaggi speciali su medie e lunghe distanze. In anni recenti, varie vetture dismesse sono state cedute a paesi dell’Europa orientale.
Poichè l’argomento è ampio lo dividiamo in più parti. In questo primo articolo vediamo le origini e le sorelle europee, e terminiamo trattando infine la produzione in scala N delle UIC-X non italiane.
Nel secondo presenteremo le varie tipologie di UIC-X nazionali, e le livree che hanno vestito negli anni.
Nel terzo vedremo le varie serie di UIC-X italiane, quali caratteristiche le differenzino, ed esamineremo la produzione in scala N delle UIC-X nazionali.
Nella quarta parte tratteremo le varie riqualificazioni delle UIC-X italiane ordinarie.
Quinto e sesto articolo saranno dedicati rispettivamente alle Ristoro e alle Cuccette, mentre l’ultima sezione sarà dedicata a postali e bagagliai.
Le origini
Le prime carrozze tedesche a superare i 24 m di lunghezza furono le ymg del 1951, poi chiamate yl. La loro lunghezza di 26,4 m stabilì il precedente che di lì a qualche anno sarebbe divenuto uno standard internazionale. Poco dopo furono costruite le prime carrozze di tipo “m”, della stessa lunghezza. Le “m” in quello spazio si riuscivano a collocare 12 scompartimenti di seconda classe oppure 10 di prima, sempre da 6 posti e con la caratteristica di avere le poltrone completamente reclinabili fino a formare una specie di letto. Le carrozze avevano vestiboli di accesso e ritirate alle estremità. Il successo di tale modulo fu grande, cosicché per varie decadi vetture disegnate su questo cliché furono impiegate in espressi prima, e in Intercity ed interregionali dopo, fino ad essere poi cedute ad altre amministrazioni che hanno continuato ad usarle dopo la dismissione da parte delle DB (ma ancora oggi nelle DB vi sono carrozze di questo tipo in servizio).
I primi tre prototipi di “m” entrarono in servizio nel 1953: si trattava di una ABüm-52 e di due ABC4üm-52. Erano dotati dei nuovi carrelli Minden-Deutz, che avrebbero poi per lungo tempo accompagnato questo tipo di vetture. Nel 1954 la sperimentazione proseguì con altre 10 carrozze (2 AB4üm-52 , 1 ABC4üm-52 e 7 C4üm-52). Con questa fornitura si chiuse la fase prototipale ed iniziò la produzione di massa, con circa 200 carrozze di prima A4ümg-54/A4üm-54/Aüm 202 in quella che sarebbe diventata la tipica livrea blu cobalto.
La serie di prime successiva, a partire dalla Aüm 203, vide la sostituzione delle porte a battente con le porte Mielich, che da noi sarebbero poi state chiamate ” a libretto”. Nel frattempo videro la luce molte carrozze miste di varie tipologie, che sarebbero poi divenute di seconda con l’abolizione della terza classe. Ebbero l’altrettanto classica livrea verde. A partire dagli anni ’70 le livree divennero più allegre e fantasiose, prima con le “pop“, poi con le blu oceano/beige per le seconde e rosso/beige per le prime, Neue Bahn, ICE, Regio, Nachtzug…
Nel 1961 il modulo inventato dalle carrozze tipo “m” venne standardizzato in ambito UIC nel Bollettino 567, ed iniziò la sua diffusione in vari paesi, ognuno dei quali lo reinterpretò modificandone alcuni dettagli ma tenendo invariato l’impianto generale.
Oltre che in Italia e nelle DB, le UIC-X hanno fatto parte del parco ferroviario in Spagna (Renfe serie 8000), Olanda, Svizzera, Austria e Turchia. Come già detto, alcune carrozze dismesse sono poi state cedute ad altre amministrazioni (come le ex FS in Albania).
Si noti come le carrozze austriache, svizzere e turche abbiano il tetto a botte anzichè a ricasco alle estremità. Nonostante i vari dettagli differenti, si nota il generale impianto in comune: la lunghezza di 26,4 m, la strutturazione in 10 compartimenti di prima e 12 di seconda, le porte a libretto ecc.
Le UIC-X estere in scala N
Lima aveva realizzato carrozze ispirate alle UIC-X, ma sensibilmente accorciate (138 mm invece che 165). Tra l’altro, le carrozze finivano per somigliare molto più a delle UIC-Y invece che a delle UIC-X. Oltre che in versione italiana, ve ne furono alcune in versione francese, ed in una pletora di livree diverse in versione DB (a 9, 10 e 12 finestrini). In versione a lughezza corretta Lima aveva prodotto una carrozze DB in due livree: blu e blu-oceano/crema: cat. 32-0858 (carenata). Contrariamente a quanto avviene di solito, si tratta di applicazione di livrea tedesca a una vettura italiana (si osservino i finestrini sulle porte).
Rivarossi aveva realizzato un set di ben 4 carrozze diverse DB: una seconda verde (12 finestrini, tipo Büm, cat 2683, poi 9527), una prima blu (10 finestrini, tipo A4ümg , cat 2681, poi 9525), una buffet-bar rosso-verde (10 finestrini ,ma con arredamento interno diverso da quello delle prime, BRbuümh 262 , cat 9521) e un bagagliaio verde (tipo Düm, cat. 2685). Le A4ümg, Büm e Düm sono interessanti per una ambientazione italiana perchè negli anni ’70 queste vetture viaggiavano frequentemente sui nostri binari in composizione a treni internazionali.
Nei primi anni ’80 Rivarossi aveva prodotto versioni nei colori blu oceano/crema di prima (9613), seconda (9614) e bagagliaio (9615).
Rivarossi aveva fatto anche una versione francese (sola seconda classe, cat. 2484, poi divenuto 9528). Vi sono un paio di fatto curiosi: il primo è che pure essendo una carrozza di seconda classe, presenta solo dieci compartimenti (insomma, lo stampo è quello delle prime tedesche e italiane). Il secondo è che le UIC-X francesi non esistono, e quindi la vettura era una approssimazione (troppo lunga) di una UIC-Y (che per l’appunto aveva 10 compartimenti in seconda…): insomma qui Rivarossi ha fatto l’esatto contrario di quanto aveva fatto Lima: la prima spaccia una X per Y, la seconda aveva delle (quasi) Y e le presentava come X!
Una curiosità è che Fleischmann ha realizzato nel 2010 una versione spagnola (in realtà come spesso avviene è solo una ripittura di una carrozza tedesca):
Una lista di altre UIC-X estere (probabilmente non esaustiva) è la seguente:
- Roco: DB, cat. 24311-312-313-315-316 (senza carena) 24310-314-318-319 (con carena).
- Fleischmann: DB, cat. 8111K-8113K-8114K, 8191-8192-8193-8199, 8618, 8641-8642-8643-864 e NS cod. 82/8645-8646
- Minitrix: DB, cat. 13370-371.
- Arnold: DB, cat. A 3970
- Hobbytrain: SBB-CFF-FFS, 9 Bm-Bcm, 4 Am, 5 ABm, SBB – ÖBB: 4 Bcm
- Kato: SBB-CFF-FFS, 12 Bm-Bcm-Bpm, 8WRm
- LS-Models – alcune SBB-CFF-FFS
Si tratta di carrozze interessanti sia perchè hanno circolato in Italia in treni internazionali, sia perchè alcune delle DB possono costituire una basa per le italianizzazioni. Delle UIC-X italiane in scala N parleremo in un prossimo articolo.
Ringrazio Gigi Voltan per aver controllato le bozze della intera serie di articoli sulle UIC-X, e per i suoi preziosissimi suggerimenti e correzioni.
Tutti gli articoli di questa serie sulle UIC-X:
- Carrozze UIC-X – parte prima: introduzione, le origini e le carrozze estere (questo articolo)
- Carrozze UIC-X – parte seconda: tipologie e livree italiane
- Carrozze UIC-X – parte terza: le sei serie italiane originali
- Carrozze UIC-X parte quarta: l’epoca XMPR e il revamping
- Carrozze UIC-X parte quinta: le carrozze ristoro
- Carrozze UIC-X parte sesta: cuccette
- Carrozze UIC-X parte settima: postali e bagagliai
[…] ScalaeNNe (scalaenne.wordpress.com) – Carrozze UIC-X, parte prima: introduzione, le origini e … (Autore “scalaenne”, articolo del 15 Dicembre 2012); […]