Pubblicato il 12 dicembre 2020
Se vedeste una cosa del genere su un plastico, cosa pensereste del “modellista” che ha messo sui binari questi rotabili?
Come minimo, che vi trovate di fronte ad un (grande) ignorante ferroviario, o quanto meno ad un “giocherellone“. Come si fa a mettere fianco a fianco una motrice americana (una FP7 della Union Pacific) ed una ALn.668 di Trenitalia? Eppure… questa immagine è eloquente: una 668 contro lo skyline di Chicago!
Quella nera, a sinistra, è la Willis Tower (fino al 2009 chiamata Sears Tower) il più alto grattacielo della metropoli dell’Illinois con i suoi 110 piani, per un’altezza totale di 442.1 m. E non è un fotomontaggio…
Chi fosse scettico in proposito, può guardate il seguente filmato: all’inizio, ed al minuto 3:27.
Qual’è la storia?
La ALn.668.1920 era in normale servizio presso le FS quando nel 1976 il suo costruttore, Fiat Ferroviaria, ne chiese la restituzione. La si voleva mandare in America per fare delle prove dimostrative con la speranza di convincere gli yankees ad acquistarne un lotto.
Non era la prima volta che rotabili italiani varcavano l’oceano: già nel 1939 vi era stata un’altra ALn, una 556, assieme ad un ALe.88, l’ETR.209 ed ad un carro Hg. In quel caso però si trattava della partecipazione a una mostra, l’Expo di New York. Ne abbiamo parlato in una nota di qualche anno fa. Peraltro, si era trattato di una esposizione statica, mentre qui si trattava di messa in esercizio.
Vi furono anche migrazioni in direzione opposta, come ad esempio nel caso della Truman (che non è l’unico tipo di rotabile che abbia varcato l’Atlantico verso Est per giungere sulle nostre rotaie).
Fu ovviamente necessario adattare la ALn agli standard americani: vennero quindi apposti un vistoso vomere scacciapietre, griglie di protezione alle finestre del macchinista e persino un gancio automatico di tipo americano, tutti particolari ben visibili nella seguente immagine reperita su trenomania.org.

Dettaglio della ALn668.920, con il vomere cacciapietre e le griglie di protezione sui finestrini frontali di cabina.
Per qualche ragione a noi ignota fu rinumerata da 1920 a 920.
Fu inizialmente inviata a Boston, dove fu provata con successo dalla Massachusetts Bay Trasportation Authority per più di un anno, come riportato da Italmodel Ferrovie n.218 (agosto/settembre 1978). Una immagine a colori relativa al periodo di Boston dovrebbe essere presente sul n.225 della stessa rivista, ma non siamo riusciti a reperirla.
Venne poi trasferita a Chicago dove fu usata in servizio pubblico dalla locale Regional Transportation Authority (RTA). A questo periodo fanno riferimento il filmato riportato e le immagini disponibili, che riportiamo qui

Aln 668.920 – immagine da railfaneurope
Le prove non risultarono convincenti: l’automotrice non era in grado di dare il suo meglio sugli scassatissimi binari americani (chi è stato negli USA e ha visto lo stato delle ferrovie, almeno di quelle secondarie e suburbane, sa di cosa stiamo parlando…). Pare che i passeggeri l’abbiano (affettuosamente?) soprannominata “Ravioli rocket”.
Fatto sta che l’acquisto non fu effettuato. Almeno, non negli USA… L’automotrice migrò ancora un poco, e giunse in Messico., dove a gennaio 1979 fu acquistata. Secondo Italmodel ferrovie n. 225 (aprile 1979) l’acquirente sarebbe stato le Ferrovie Nazionali del Messico (N de M). In realtà il rotabile fu effettivamente venduto in Messico, ma ad un diverso acquirente: il Ferrocarril Chihuahua al Pacífico, nota anche come El Chepe, con l’abbreviazione di CHP (o FCP). Questa ferrovia aveva già delle “Autovia FIAT”, seppur di tipo differente.
Nel parco FS fu sostituita da un’altra unità che ebbe la stessa classificazione: ALn 668 1920.
La “920” non fu l’unica ALn.668 a varcare l’oceano. Anche la 1403 fece una tournee in America latina (Messico e Venezuela), ma poi tornò a casa ed entrò nel parco FS. Lo ricorda Italmodel Ferrovie n.232.
Fu riprodotta da Vitrains in H0 nel 2004.
Erano anni in cui FIAT cercava per le sue 668 spazi anche in mercati anche fuori dalla penisola. Ad esempio, nel 1975 due automotici della serie 1800, e l’anno dopo una della serie 1900, andarono in Svezia per test estensivi ai quali seguì l’ordine per 100 unità derivate (di cui 30 costruite in loco su concessione): le Y1.

Fiat Y1, da modellbahnshop-lippe dove se ne può trovare un modello in H0 prodotto da NMJ
Del resto le ALn FIAT non erano nuove alle trasferte: nei ruggenti anni ’30 le ALb 80 erano giunte fino al Mar Nero (ne abbiamo parlato in un’altra nota).
Nel 1977 le ALn 668.1939 e 1940 andarono in Spagna, dove furono utilizzate in servizio regolare per 13 mesi. Accoppiate e messe in turno con i TAF (Treni Automotori Fiat, derivati dalle più anziane ALn 990) sulla tratta Madrid Atocha-Badajoz (525 Km), percorsero efficacemente 360.000 km e si fecero apprezzare. Questo non diede luogo ad un ordine diretto, ma ad una joint venture: la spagnola CAF costruì a partire dal 1982 dei convogli (Serie 593) con motorizzazione e cambio FIAT derivati dalle 668.
Furono soprannominate “cammelli” per via dei condizionatori sull’imperiale.
Come abbiamo visto, la trasferta americana non fu altrettanto fortunata, ma la sua memoria dimostra ancora una volta come la realtà possa superare la fantasia, e giustificare delle “improvvisazioni” sui plastici.
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