Pubblicato: 30 marzo 2013, ultima modifica 12 aprile 2013
Il gruppo tedesco Br 55 è composto di ben 19 sottogruppi e riunisce macchine abbastanza simili ma di fabbricazione e concezione diversa (tra le varie 0-4-0, c’è perfino una Mallet 0-2-2-0, la Br55.60, Sächsische I V !). Il grosso del gruppo è composto da macchine derivati da quattro progetti collegati tra loro: le Prussiane G71, G72 , G8 e G81. Tutte e quattro entrarono a far parte anche del parco FS, dove furono collocate nei gruppi 421, 422 e 460. Vediamone la storia, iniziando dal principio.
Tra il 1881 e il 1907 le Prussiane KPEV (Königlich Preußische Eisenbahnverwaltung) ricevettero oltre 3000 locomotive 0-3-0 (classi G3 and G4 con molte sottovarianti). Il rapido aumento del peso dei treni merci però rese queste macchine inadeguate perchè troppo deboli, e divenne necessario utilizzare delle macchine a 4 assi accoppiati. A metà degli anni ’90 apparvero i gruppi G71 and G72 seguiti successivamente dalla G8 che introduceva il surriscaldamento del vapore. La sua evoluzione, G81 era destinata a divenire uno dei più numerosi ed importanti gruppi delle KPEV.
Le G71 e G72 erano molto più pesanti delle precedenti motrici a tre assi ma il peso assiale restava sotto le 14 tonnellate. Potevano trainare in piano 1400 tonnellate a 40 km/h. La velocità massima, inizialmente limitata a 45 Km/h, fu poi alzata a 50 Km/h. Furono costruite in grande numero (1202 esemplari) da 6 diverse fabbriche (Hanomag, Henschel, Linke-Hofmann, Schichau, Schwartzkopff e Vulcan). La G71 era caratterizzata da un motore a singola espansione.
La G72 era molto simile ma era a doppia espansione di vapore saturo. Riuscivano così ad essere più economiche ed in teoria leggermente più potenti delle G71, anche se la capacità di trazione ne risultò leggermente inferiore. Entrambe erano accoppiate a tender 3T12. Le G72 furono prodotte in 1646 esemplari da ben 10 fabbriche (Grafenstaden, Hanomag, Henschel, Hohenzollern, Linke-Hofmann, Orenstein & Koppel, Schichau, Schwartzkopff, Unione e Vulcano).
Sul forum duegieditrice c’è una discussione sulle differenze estetiche tra G71 e G72, ma non mi pare risolutiva, a causa della scarsità di documentazione esistente, delle varianti realizzative dei diversi fabbricanti e delle modifiche che ciascuna le macchine ebbero nel tempo e nelle varie amministrazioni presso cui furono impiegate.
Vi fu anche la G73 che però aveva rodiggio 1-4-0 e fu costruita in soli 15 esemplari.
Nel frattempo, gli esperimenti con macchine a vapore surriscaldato avevano dato buoni risultati: l’effetto fu la nascita di un nuovo modello a quattro assi accoppiato basata su tale tecnologia: la G8. Disegnata da Robert Hermann Garbe, fu costruita da Vulcan nel 1902. La macchina rispondeva alla necessità di una sempre maggiore potenza per il traino di convogli sempre più pesanti. Rispetta alle G7 da cui derivava, aveva ruote maggiorate, che passavano da 1250 a 1350 mm. Dopo vari aggiustamenti progettuali la G8 definitiva si impose come una macchina buona ed affidabile, decisamente più potente delle progenitrici. Non fu però possibile contenere il peso assiale entro le 14 tonnellate, il che ne limitò l’impiego alle sole linee con armamento adeguato. Le G7 continuarono quindi ad essere prodotte per essere impiegate sulle linee minori, grazie alla maggiore versatilità data dal minor peso assiale. Le G8 furono prodotte in 1055 esemplari per le KPEV. Erano tipicamente accoppiate con tender 3T12, con i più grandi 3T15 e a volte 3T16,5 o con i tender a 4 assi 2’2’T16s. Una bella galleria di foto storiche delle G8 si trova su Trainzitaliafoto.
La G81, anch’essa disegnata da Robert Garbe, apparve nel 1912 e sebbene il disegno generale fosse simile a quello della G8, da questa differiva per diversi particolari. La caldaia era un pò più grande e la pressione saliva da 12 a 14 bar, amentando la capacità di trazione. Il prezzo da pagare era l’aumento del carico assiale che passava da 16.4 a 17.6 tonnellate, restringendo ulteriormente il numero di linee su cui la macchina poteva essere impiegata. La G81 poteva trainare in piano un carico di 1730 tonnellate a 50 km/h. La velocità massima fu limitata a 55 Km/h, o 50 Km/h in retromarcia, col tender in avanti. Veniva accoppiata con tender a tre assi 3T16.5, 3T20 o a quattro assi 2’2’T21.5. Le abbiamo già trattate altrove, e quindi ne richiamiamo qui solo un immagine.
Può essere interessante vedere fianco a fianco i disegni delle quattro macchine: G71, G72 , G8 e G81.
A seguito dell’Armistizio e e del trattato di Versailles, le FS ricevettero numerose locomotive provenienti da Austria, Prussia, Sassonia,… Tra queste, numerose macchine (ben 127) appartenevano ai gruppi di cui abbiamo fin qui parlato. Furono catalogate in 4 nuovi gruppi: 421, 422, 425 e 460. In particolare:
- le 17 G71 e le 32 G72 provenienti dalla Prussia andarono a comporre il Gruppo 421. L’ultima ad essere radiata, nel 1952, fu la 047 (una G71).
- le 22 G8 entrarono nel Gruppo 422, e ne parleremo in maggior dettaglio tra poco.
- del destino delle 45 G81 abbiamo già detto altrove parlando del Gruppo 460.
- Il Gruppo 425 fu composto di una sola macchina: una singola kukHB 274 proveniente dal’Austria. In realtà la kukHB 274 altro non era che una G71! Il fatto però che però non provenisse dalla Prussia ma dall’Impero Austroungarico indusse in errore, e, poiché fu creduta differente dalle altre macchine, venne immatricolata in un gruppo a parte. Quando ci si accorse dell’errore la locomotiva, ormai malmessa, era vicina alla radiazione che avvenne nel 1923, e pertanto l’errore non venne mai corretto.
Veniamo dunque al Gruppo 422. Si trattava di macchine semplici, robuste ed affidabili, e vennero destinate ad alcuni depositi del Nord Italia, in particolare nel Veneto (Padova, Mestre, Vicenza), ma anche a Milano e Torino. Negli ultimi anni di servizio la maggior parte delle macchine fu trasferita a Parma, dove furono impiegate alla testa di treni merci sulla Pontremolese fino alla sua elettrificazione in corrente alternata trifase (1931). Vennero usate anche per servizi di manovra pesante. La radiazione delle macchine ebbe luogo a partire dalla seconda metà degli anni ’30 e venne completata all’inizio degli anni ’50.
Due macchine (la 422.009 e la 422.022) ebbero una sorte particolare. Nel 1946 vennero acquistate dalla Società delle Funivie Savona – San Giuseppe, che le impiegò nello stabilimento di Bragno per la manovra pesante di carri, e per gli spostamenti degli stessi sul raccordo che portava alla stazione di San Giuseppe di Cairo. Alcune belle foto della 009 in servizio sul raccordo nel 1965 si trovano su photorail.com. Dopo 27 anni di servizio, nel 1973 furono rimpiazzate da locomotive diesel. Il Museo Ferroviario Piemontese le acquistò, e restaurò la 422.009 (ex Hanomag 6382/1912, KPEV Halle 4813), utilizzandola per treni storici.
Seguendo la tradizione prussiana che dava un nome alle macchine, la 422.009 è stata chiamata “Lucia” e una targa sul fianco della caldaia ne riporta il nome. Sul sito del Museo c’è un bel collage di immagini di “Lucia” ricche di dettagli che riproduciamo qui.
Meno fortuna ebbe la 422.022, che, giudicata inservibile, fu destinata a donare le parti di ricambio ancora recuperabili alla gemella, e poi fu lasciata arrugginire.
Curiosamente, sia la 009 che la 022 non hanno un tender a tre assi, ma sono accoppiate con il 2’2’T21,5 a carrelli.
Degli oltre mille esemplari di G8 prodotti, pare che solo una macchina, oltre a “Lucia”, sia stata preservata in uno stato che ne permette l’esercizio: la 4981 Münster (ex 44 089 delle Ferrovie Turche), attualmente presso l’Eisenbahnmuseums Darmstadt Kranichstein.
G7 e G8 nel modellismo
Le macchine del gruppo Br55 (nei vari sottogruppi) sono state riprodotte in scale dalla 1 alla Z. Come vedremo però, quasi tutti i produttori si cono concentrati sulla diffusissima G81 di cui abbiamo già parlato (nella sua incarnazione FS Gr.460). Pochissimo spazio è stato dato alle altre versioni do Br55. Esistono modelli della Br55.60 (la Mallet Sächsische I V ), e qualcosina, ma davvero poco, c’è riguardo alla G8 e alle G7. Dei gruppi minori nessuna traccia (anche se immagino che forse qualche produttore artigianale tedesco, con produzione su piccolissima scala ad altissimi prezzi ci possa essere).
La G8 sembra aver goduto solo dell’attenzione di Westmodel (uno dei gioellieri sulla piazza), ed è ora esaurita e fuori produzione. Ne ho ritrovato un paio di immagini, che documentano le due fiancate e potrebbero essere lo spunto per qualche elaborazione.
La G71 è stata riprodotta solamente da Brawa e da Piko (entrambe in H0). Di G72 Invece nessuna traccia (ma è ragionevole, io almeno non ho ancora capito come distinguerle esteticamente). Il modello Brawa è del 2012 (e ne abbiamo trovato solo disegni e non foto!) mentre il Piko è in giro da diverso tempo, ed ha avuto nel tempo varie evoluzioni (attualmente si tratta di macchine abbastanza sofisticate, che tra gli accessori opzionali hanno anche il generatore di fumo comandabile digitalmente).
In questo panorama, sperare in una versione italiana delle macchine pare utopico, e invece… Piko l’ha fatta! Ha realizzato la FS 421.040 (che al vero era una macchina ad espansione semplice, G71 ).
Questo è quanto ho trovato in H0. Qualche altra piccola notizia, come il fatto che ci sia stato un kit per la realizzazione della 421.010 sempre su base Piko (se ne parla su trenoincasa).
Della Gr.422 nulla o quasi, a parte una thread sul forum 2Geditrice che discute della autocostruzione (in H0) della Gr.422, e presenta vari dati interessanti. E del resto, se non ci sono le G8, ci si può aspettare la Gr.422?
Sorprendentemente invece in scala N (dove non pare esserci traccia delle G7 o della G8), Arnold Rapido aveva prodotto una macchina marchiata Gr.422. La storia però non è proprio lineare, e va esaminata.
Arnold Rapido ha prodotto un modello della G81 tedesca con vari numeri di serie, es. cat. 2515 (BR 55 3599), cat 2518 (KPEV 5216), cat. 2532 (BR 055 220-8 alias BR 55 4220), cat. 2533 (BR 55 25-56). Tra il 1980 e il 1983 ne produsse una versione “internazionale” (catalogo n. 2516). Era caratterizzata da cassa, telaio e ruote nere ed aveva decals per la localizzazione in varie forme (SNCF, SNCB, ÖBB, NS, FS). Nel 1984 ebbe la sola localizzazione SJ (svedese). Fu ripresa nel 1992 (cat. 2516) in edizione belga, prodotta in 350 esemplari commercializzati a marchio Märklin, ed in edizione francese (cat.2518).
La versione FS aveva decals 422.001. Corrisponderebbero a una G8, mentre lo stampo Arnold è quello di una G81 (quindi più adatta a una FS 460 che a una FS 422). Vero è che G8 e G81 esteticamente sono assai simili, ma non è comunque chiaro perchè Arnold abbia proposto la macchina con decals della 422 invece che quelle della 460. E comunque, volendo usare la macchina come base per una 422 converrebbe partire da una delle versioni tedesche invece che da quella internazionale: almeno sottocassa e ruote sarebbero già rossi (anche se come sempre di una tonalità un pò diversa).
Ma guardiamo per bene i modelli Arnold di Br55.
Rimuovendo la sabbiera posteriore, la posizione di duomo e dell’altra sabbiera non sarebbero fuori di tantissimo (per la verità, entrambe andrebbero un pochino arretrate). Andrebbero poi almeno rimosse la campana e il preriscaldatore sul praticabile destro. Applicate delle decals opportune, forse ci si potrebbe accontentare della 422 così ottenuta.
Se poi l’obiettivo fosse quello di riprodurre la “Lucia”, andrebbe notato che quest’ultima ha un tender a carrelli invece del tre assi, e quindi occorrerebbe sostituirlo. Un candidato potrebbe essere un tender Fleischmann, come quello accoppiato alla Br 38 (cat. 7160).
Chiudiamo con una notizia curiosa: secondo modellbahn-spur-n, alla fiera di Norimberga del 1983 (Spielwarenmesse) Arnold presentò la FS 423 039 che avrebbe dovuto essere a catalogo con il numero 2519, ma che non fu mai prodotta. Errore Arnold o errore di Manfred Gebauer che scrisse 423 invece che 422? Per il poco che si vede dall’immagine, la decal sembrerebbe proprio 423. Orrore! Il gruppo 423 infatti, pur essendo con rodiggio 0-4-0, è una macchina completamente diversa, di derivazione austriaca (ne parleremo la prossima volta), mentre quella di Arnold era sulla solita base G81. Notiamo come almeno la campana fosse stata rimossa nel tentativo di avvicinarsi un pò di più.
Nella serie “Vapore italiano”:
- FS Gr.422 (ex G8 – Br 55.16-22) con cenni ai Gr.421 e 425 (ex G7 – Br55.0-6 e 7-14) (questo articolo)
- FS Gr.423, 424, 452, 453, 454, 455
- FS Gr 460 (ex G8¹ – Br 55.25-57)
- FS Gr.473 (ex G10 – Br 57), con cenni alla Gr.474
- FS Gr. 477, 728, 729, 877, 893 e 899 (con cenni al Gr. 876)
- FS FS Gr.897 “Pierina” (ex T16¹ – Br 94)
- Mallet Italiane (FS R.440, R.442, R.450, R.600) ed Europee
- Le vaporiere di Cantarella (ArMo): Gr.740, 743, 741, 691, 746, 940, 470, 670