Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for the ‘Ferrovie britanniche’ Category

Pubblicato il 4 maggio 2024

Translate this page: || |

Abbiamo visto nelle precedenti puntate [1][2][3][4] come nel corso della storia le locomotive abbiano progressivamente accresciuto il numero di assi motori accoppiati, e l’ultima volta siamo arrivati a quota quattro. Perché spingersi oltre questa soglia? Una locomotiva potente abbisogna di caldaia e forno grandi. Questi devono essere sostenuti, e saranno molto pesanti. Se il carico assiale diviene troppo elevato, una soluzione semplice è aggiungere altri assi. Affinché la potenza sia trasmessa a terra senza slittare, occorre poi rendere massimo il peso aderente, e quindi bisogna minimizzare gli assi portanti non motori. D’altro canto, gli assi motori sono accoppiati dalla biella, e questo vincola le ruote ad essere allineate, definendo il passo rigido della motrice. Un passo rigido elevato rende difficile, se non impossibile, curvare, o quanto meno richiede raggi di curvatura molto ampi. Per risolvere il dilemma, si possono introdurre degli artifici come alcune ruote senza bordino, ed altre che ammettono un po’ di gioco laterale rispetto alla biella. In alternativa, occorre spezzare il carro in due o più segmenti non vincolati ad essere collineari, e quindi abbiamo le motrici articolate. Ovviamente ciascuno dei segmenti avrà bisogno della sua alimentazione separata: ma delle articolate discuteremo in un’altra serie di note.

La maggior parte delle ferrovie ha adottato come limite le locomotive a cinque assi accoppiati, ma si andò anche oltre. In questa puntata esaminiamo i rodiggi a cinque assi motori e nella prossima concluderemo questa rassegna esaminando i rodiggi a sei e persino sette assi. Ma prima di iniziare l’esame delle x-10-x, ricordiamo che già nella prima puntata, parlando degli Switcher, ovvero delle motrici da manovra, abbiamo visto come tra questi vi fossero delle 0-10-0, ed anche una 2-10-0. Proprio da quest’ultimo rodiggio riprendiamo con le locomotive da trazione in linea.

2-10-0 Decapod

Possiamo definirle delle Consolidation con un asse motore aggiunto:  la coppia di ruote motrici in più permette l’uso di una caldaia più grande e fornisce maggiore aderenza e forza di trazione. Stando a Gaskell, la prima 2-10-0 fu costruita nel 1867 dai Norris Brothers di Lancaster, Pa. per la Lehigh Valley R. R. e fu utilizzata per il trasporto merci pesante. Il nome “Decapod” (con dieci piedi) è stato applicato alle successive locomotive di questa classe, mentre quelle originali sono state chiamate “Ant” e “Bee” (“Formica” e “Ape”). Il rodiggio aveva il vantaggio di offrire un elevato peso aderente, dato che cinque dei sette assi erano motori, ma il lungo passo rigido le rendeva assai aggressive sulla rotaia. Per molti anni a seguire di Decapod si parlò gran poco.

Poco dopo l’inizio del secolo, Santa Fe introdusse delle Decapod, e ne fu inizialmente entusiasta. Sul Topeka State Journal del 24 febbraio 1902 possiamo lèggere: “Una delle nuove decapod della Santa Fe, che sono le più pesanti al mondo, ha effettuato ieri un trasporto record, secondo un giornale di Chicago. La locomotiva ha trainato 703 tonnellate su un percorso lungo 6 miglia e mezzo, con una velocità di 158″ al miglio (36 km/h, n.d.r.). Il binario su cui è stata effettuata la prestazione è noto come Cajon Pass, appena a ovest delle montagne della Sierra Nevada. Il carico è il più grande mai trasportato da una motrice su una pendenza del 3%, ma il vicepresidente Kendrick prevede di battere questo record. La direzione dell’azienda è talmente soddisfatta del lavoro della Decapod che ne sono state ordinate 75 al costo di oltre 1.500.000 dollari, che saranno consegnate entro la fine di agosto. Il resoconto di un test effettuato con i motori mostra che l’usura dei binari non è così grande come quella di molti altri motori più leggeri. Ciò è dovuto al fatto che le Decapod hanno un interasse rigido di 20′ e cinque gruppi di ruote motrici, ma mentre in totale la motrice pesa  232.000 libbre (n.d.r.: 105 t), su ogni asse motore ci sono solo 46.000 libbre (n.d.r.: 20, 6 t). Si tratta di una quantità inferiore a quella che grava su quelli di molti motori passeggeri”.

Santa Fe n. 940

(altro…)

Read Full Post »

Pubblicato il 20 agosto 2022

Abbiamo recentemente discusso dei vari aspetti del trasporto autovetture sui treni. Questa volta focalizziamo sulle riproduzioni dei carri in questione (prevalentemente bisarche) nella N-ostra scala.

Iniziamo con i carri italiani, prima di esaminare i modelli esteri. In 1:160 fin dagli anni ’60 i carri Pay delle FS sono stati riprodotti in scala N da Lima.

Carro Pay al vero

Lima n.481, poi 320481 da lima-n-scale-freight-cars.webnode.cz

Carro Pay Lima n.481, poi 320481 da lima-n-scale-freight-cars.webnode.cz

Carro Pay SITFA in versione arancio, Lima 320481, da lima-n-scale-freight-cars.webnode.cz

Come da tradizione Lima, ne fece versioni “spacciate” per carri di diverse compagnie ferroviarie: DB, SBB, RENFE, BR, SJ. L’intera collezione è visibile su lima-n-scale-freight-cars.webnode.cz.

Carro “britannico” di Lima (Art. 792)

(altro…)

Read Full Post »

Pubblicato il 31 luglio 2021

Dopo aver raccontato della nostra avventura con lo Jacobite, in questa seconda puntata discutiamo delle carrozze usate per quel convoglio (e per quello dei film di Harry Potter): le Mark I.

Progettate da  Derby Carriage & Wagon Works, furono costruite tra il 1951 e il 1963 da Derby, Doncaster, Eastleigh, Swindon, Wolverton and York works.  Tra il 1964 e il 1974 vennero costruite altre vetture secondo il progetto Mk1, ma solo come EMU (Elettromotrici) o vetture non dedicate ai passeggeri (bagagliai, postali…).

Sono lunghe 19.7 m (64 ft 6 in) hanno interperno di 14.17 m (46 ft 6 in). Un piccolo numero furono costruite piú corte per permetterne l’uso anche in raggi stretti: 17.7 m (58 ft) con interperno di 12.2 m (40 ft).

Un tratto distintivo è la forma dei finestrini, che rende l’aspetto delle vetture molto particolare e immediatamente riconoscibile (anche se non vanno confuse con le Mark II di prima generazione che a prima vista possono sembrare in qualche modo simili proprio per la foggia dei finestrini, che peró hanno 3 rettangoli nella parte alta dei finestrini invece di 4, e presentano montanti molto più stretti. Le Mk IIa hahno inoltre le testate arrotondate, invece che nettamente tagliate come le Mk I.

Mk I tipo FK di Great central railway, da http://www.gcrailway.co.uk: proprio la forma dei finestrino rende le Mk1 uniche.

Mk IIa – Foto CC Hugh Llewelyn da wikimedia

(altro…)

Read Full Post »

Pubblicato il 12 giugno 2021

“La nostra vacanza in Scozia” (What We Did on Our Holiday) è un  bel film del 2014, celebrato come una delle dieci migliori commedie inglesi del nuovo millennio. Invece le nostre vacanze in Scozia risalgono a due anni dopo, 2016, ed hanno degli aspetti ferroviari, per cui ne parleremo qui.

Dopo essere saliti lungo la costa orientale, ci accingevamo a discendere sul lato ovest, quando decisi, a sorpresa, di aggiungervi un pizzico di vapore. Era già successo in una vacanza americana, tra Arizona e New Mexico, ma quella è un’altra storia, e magari ne parleremo un’altra volta. Il fatto è che sapevo che da quelle parti passava il treno di Hogwarts: sì, proprio quello di Potter.

Avevo provato a comperare per i biglietti, ma niente da fare: tutto esaurito, bisognava prenotarli almeno due mesi prima! Era il 10 agosto, ma probabilmente il 10 giugno ancora non immaginavo che avremmo deciso di fare vacanza al nord…

Così mi ero riproposto di provare almeno a vederlo passare sullo viadotto di Glenfinnan, quello sopra il quale Harry e Ron volano a fianco del convoglio sulla Anglia color carta da zucchero.

Il Glenfinnan Viaduct, da http://www.bassavelocita.it

(altro…)

Read Full Post »